Domiciliari a mezzo stampa per Sandra Lonardo in Mastella e il Guardasigilli si dimette

‘Mi dimetto perché tra l’amore per la famiglia e il potere scelgo il primo’ queste le parole pronunciate alla Camera dal Ministro della Giustizia Clemente Mastella che stamane avrebbe dovuto conferire sul disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche.

Scelgo la famiglia

Stamattina la Signora Sandra Lonardo in Mastella, presidente del Consiglio Regionale della Campania e moglie del Ministro della Giustizia è stata raggiunta da un provvedimento restrittivo della libertà. La notizia degli arresti domiciliari sono giunti alla signora, secondo le dichiarazioni da lei stessa fornite attraverso un collegamento telefonico con i giornalisti Rai, a mezzo stampa, senza che nessuna autorità le abbia notificato i provvedimenti a proprio carico. La signora Lonardo invero, riferisce di aver appreso la notizia da alcuni articoli in rete e di aver successivamente informato il proprio legale l’avv. Titta Madia.

L’ipotesi di reato contestata alla presidente Sandra Lonardo, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere è la tentata concussione ai danni del direttore generale dell’Ospedale di Caserta che sarebbe avvenuta durante una telefonata, intercettata dalla magistratura, nella quale la Signora Lonardo sarebbe stata protagonista di una “sfuriata” nei confronti del suo interlocutore. Condotta, quest’ultima, che secondo l’avv. Madia non costituisce ipotesi di reato in quanto “non c’è in ballo una dazione di danaro o altri vantaggi, ma solo un contrasto di carattere politico fra la signora Mastella e il direttore dell’ospedale di Caserta relativamente alla nomina di un medico“.

La notizia in breve tempo ha fatto il giro d’Italia e d’Europa attraverso la rete e i giornali, ma quando alle 10:49 il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, ha preso la parola nell’aula di Montecitorio si ci è subito resi conto che qualcosa di grave era avvenuto per davvero. Il ministro si presenta in aula visibilmente scosso e abbattuto, inizia il suo discorso ricordando quanto ha dovuto faticare per la riforma della giustizia e per recuperare il rapporto tra politica e magistratura, quanto ha dovuto penare personalmente per i continui attacchi subiti da una frangia estremista della magistratura che gli ha indirizzato in pochi mesi “il triplo di tutti gli avvisi di garanzia che non aveva mai ricevuto durante i 30 anni di specchiata carriera politica“. Liberatosi, con la consegna della relazione alla presidenza, delle incombenze legate al suo ruolo istituzionale che lo avrebbero voluto relatore del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, il Sen. Mastella dà libero sfogo alla sua amarezza. Annuncia le sue dimissioni perchè si dice stanco di combattere contro un muro di cattiveria e di ingiustizia e dichiara amaramente ‘Getto la spugna. Contro di me una caccia all’uomo”, perchè, finchè gli attacchi erano rivolti alla sua persona poteva restare saldamente sulle sue posizioni, ma quando gli attacchi vili sono rivolti alle persone a lui più care “Mi dimetto, perchè tra l’amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo”.

A queste dichiarazioni segue un’analisi a tutto campo sullo stato della giustizia riferendosi allo scottante tema della responsabilità civile dei magistrati, poi tornando sulla vicenda che lo ha colpito e riferendosi al potere giudiziario, con non poca commozione, dice “Oggi tocca a me, in precedenza è toccato ad altri e tocca ai cittadini italiani, per questo potere straordinario che un ordine, rispetto ad altri, ha stabilito per sé”, a questa dichiarazione segue un lungo applauso dell’aula. Poi rincara la dose e accusa il manipolo di magistrati che lo ha attaccato e, riferendosi in particolare ad un magistrato, dichiara “un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa. Colpa che invece non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi”.


In un altro passo ancora affronta nello specifico le responsabilità politiche che la magistratura addebiterebbe alla moglie, il Ministro infatti, parte dall’assunto che “l’Attività politica è fatta anche di indicazioni, umori, scontri, di nomine” e seppure queste funzioni della politica non vengono svolte con limpidezza e possono essere oggetto di disapprovazione non si capisce “Perché le nomine che fanno i politici sono illecite e quelle che fanno i magistrati sono lecite?” a questa nuova dichiarazione segue ancora un lungo applauso dell’aula, infine il Guardasigilli rende la parola al Presidente facente funzioni On. Castagnetti e incassa la solidarietà di tutti gli esponenti politici.

Intanto le dimissioni giungono a Prodi il quale le respinge e chiede al Ministro di restare al suo posto perchè la Camera sembra esprimere unanimente questo desiderio (molto probabilemente in molti temono unicamente per la tenuta del Governo e per i già precari equilibri politici campani ndr), il Senatore Mastella prende tempo per decidere ma sembra convinto della sua scelta e già circola il nome di Mauro Fabris quale suo successore al dicastero di via Arenula.

Link al video dell’intervento a Montecitorio del Ministro Mastella (dal sito della Camera)

Carmine Iovino
Carmine Iovino
In rete: TUTTOLOGO // Appassionato di Videogames e NERD tourettico // Nella vita: Avvocato Penalista

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