Giornalisti cinesi dissidenti e autorità indiane sotto attacco hacker.
Era naturale che in una società dell’informazione come la nostra in cui il ruolo dei computer è oramai essenziale per non dire indispensabile, che prima o poi attacchi di questo tipo si verificassero.
I primi indizi di una guerra cibernetica tra hacker al servizio di autorità governative militari erano apparsi evidenti quando, qualche anno fa, l’amministrazione Bush aveva rafforzato la squadra di hacker al servizio del governo degli Stati Uniti con finalità di protezione di dati sensibili americani contro la crescente minaccia di attacchi hacker guidati da organizzazioni terroristiche e stati canaglia.
In questi giorni pero’ sembra che la vera e propria guerra tra hacker al soldo dei governi sia scoppiata. Il “gruppo cinese dei giornalisti corrispondenti all’estero” ha infatti fatto sapere che alcuni account gmail di giornalisti stranieri residenti in Cina sarebbero stati manomessi al fine di inoltrare le mail in uscita e in arrivo presso account rimasti finora sconosciuti. Sembra che tra gli account violati ci sia anche quello di un corrispondente dell’Associated Press. Sebbene non vi sia la certezza che il governo cinese sia direttamente coinvolto, il sospetto è che l’acuirsi del braccio di ferro tra il colosso Google e il governo della Repubblica popolare Cinese in merito ai tentativi di censura attuati da quest’ultimo sul motore di ricerca di Big G, sia proprio uno dei motivi dell’attacco.
Contemporaneamente in India i computer e gli account di alcuni enti governativi tra cui quello del consigliere per la sicurezza nazionale M.K. Narayanan, venivano violati con modalità del tutto simili.
La prima guerra combattuta interamente sui computer è già iniziata ?