NBA 2K18, le nostre impressioni sull’evento di lancio tenutosi a Milano

Tanti ospiti illustri.

“I limiti sono spesso soltanto delle illusioni” questa è solo una delle tante frasi celebri del più grande, per acclamazione, giocatore di pallacanestro di tutti i tempi “His Airness”: Michael Jordan.

La stessa cosa sembra pensare 2K Games che anche questa volta, nonostante i già lodevoli e premiati risultati dei titoli precedenti, non si è limitata a permetterci di giocare con i migliori giocatori di basket del mondo, con qualità e divertimento impagabili ma ci pone di fronte un ulteriore modo di vedere lo sport, vivendo di persona l’evoluzione del proprio alter-ego partendo dall’anonimato fino al successo, dal quartiere di periferia ai parquet più famosi dell’NBA, condividendo la propria passione e crescita con videogiocatori reali provenienti da tutto il mondo.

4news.it immancabilmente si è presentata a Milano per l’evento di lancio del nuovo capolavoro targato 2K. Non sono mancati ospiti blasonati, sportivi e dello spettacolo accompagnati naturalmente dal proprio staff e dalle televisioni nazionali. NBA 2K18 non lascia spazio ai dubbi, vuole presentarsi ancora una volta come il videogioco di basket per eccellenza.

Andiamo con ordine, come già anticipato quest’anno ci sarà una grande novità che sostituisce “La Mia Carriera” e viene chiamata “Vita di Quartiere“. A presentarla è il primo ospite, Rob Jones, da 17 anni Visual Concepts di 2K Games. Fin dall’inizio viene illustrato ai presenti come questa modalità, dichiarata innovativa ma allo stesso tempo azzardata, sarà il fulcro di tutto il titolo. Chiamata più familiarmente “Scuola di Vita” è letteralmente la rappresentazione di un paio di isolati (con negozi dove comprare vestiti, parrucchieri dove acconciare i capelli, persino la propria casa) popolata non da semplici personaggi virtuali, ma da giocatori connessi online in quel momento, con i quali si potrà interagire, esercitarsi e competere all’interno di parchi, su campetti da basket e non. Rob sottolinea che questa scelta deriva dal fatto di volersi distaccare dalla linearità della carriera che fino ad oggi rappresentava la “storia” del nostro alter-ego, potendo invece scegliere se crescere nel proprio quartiere, acquisendo esperienza e imparando le tecniche tra la gente di strada, oppure decidere in qualsiasi momento di accettare qualche proposta milionaria ed entrare a far parte del roster NBA e diventare una stella mondiale. Potremo di conseguenza anche salire di livello (minimo lv60 massimo lv99) senza giocare una sola partita ufficiale della massima serie. Si è colta l’occasione anche di accennare ad un’altra novità durante l’intervista: il cambiamento del sistema di movimento, che ha rappresentato la sfida più ardua da superare in quanto 2K e Visual Concepts non erano sicuri di poter far andare il gioco a 60fps, e soltanto a maggio hanno avuto, fortunatamente, un risultato positivo.

In conclusione Rob Jones parla del grande team che c’è dietro a NBA 2K18, elencando due esempi di personale assunto, dimostrando la voglia di dare sempre il meglio:

  • La squadra di ben cinque persone addetta a ricreare graficamente i dettagli di ogni giocatore presente nelle squadre NBA (movimenti, tatuaggi, cicatrici, ecc).
  • Un supervisor degli effetti speciali proveniente direttamente dai Disney Studios che ha voluto cambiare la struttura dei volti, delle magliette, rendendo tutto ancora più realistico. Erano sei anni che Rob stesso insisteva per volerlo parte del team, e finalmente quest’anno ha convinto 2K Games ad assumerlo.

Il secondo ospite dell’evento è il rapper italiano Emis Killa, nato a Vimercate nel 1989 e molto conosciuto nel mondo rap; le sue canzoni sono state utilizzate alternativamente per film (I 2 Soliti Idioti; Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo) ed eventi televisivi (sigla di Sky Sport per il Campionato Mondiale di calcio tenutosi nel 2014 in Brasile). Anche in questo caso una delle sue canzoni sarà presente tra le altre all’interno del videogioco, compresa nella versione americana. Racconta quindi ai presenti come questo è sicuramente motivo di orgoglio. Lasciando perdere le curiosità sul mondo del rap, che naturalmente caratterizzano l’intervista e tornando al gioco, viene chiesto il suo punto di vista sulla modalità “Vita di Quartiere”, poiché spesso i testi rap sono caratterizzati dai racconti sulla vita di strada e sulle esperienze nei quartieri delle grandi città, soprattutto americane. Emis Killa si dice concorde con l’idea alla base di questa modalità. Lui stesso si definisce un “uomo di strada”, che è cresciuto vivendo il suo quartiere e vivendo a profondo contatto con la gente che lo abita. Questo emerge anche dalla sua musica, di un genere che non ha timore a definire autobiografico.

Ultima curiosità: Emis Killa tifa i Los Angeles Lakers, ma solo ed esclusivamente per i colori della maglia acquistata da giovane.

Terzo e ultimo ospite è Alessio Romagnoli, classe 1995, difensore del Milan e della nazionale italiana. La sua presenza è dovuta principalmente, oltre all’innegabile amore per lo sport, alla sua passione per il mondo dei videogame: a quanto pare infatti a casa sua non mancano console e cabinati dedicati. Riguardo alla “Vita di Quartiere” del difensore vengono citati anche per lui gli inizi, le partite nei campetti sotto casa con gli amici e come socializzare e confrontarsi sia essenziale per poi riuscire un giorno a diventare i migliori. Non molto altro viene dichiarato dal giovane giocatore, che intervistato si è espresso più su questione calcistiche.

Alla fine della conferenza gli ospiti vengono circondati dai microfoni di Radio Italia, SkySport e Milan Channel, mentre per gli altri presenti è stato possibile provare di persona il gioco. Gamepad alla mano e visionato velocemente il menù, si entra subito in partita. La nostra prova in cooperativa è accompagnata da Matteo, addetto stampa di The Basketball Post. Immediatamente si percepisce un’immedesimazione unica; introdotti con interviste durante il caricamento della partita, una volta sul campo di gioco ci troviamo davanti un’esplosione di colori, personaggi di contorno, mascotte, tifosi, addetti ai lavori, tutto si muove e partecipa in modo realistico e accurato. Al fischio di inizio cominciano però i problemi, e dopo pochi minuti siamo già sotto 30-12. A parte questo NBA 2K18 ripercorre i passi dei suoi predecessori, una bellezza non solo per gli occhi, ma anche per le dita: lo dimostra la fluidità di gioco, la fisica che rende realistico ogni contatto e l’intelligenza artificiale, in grado ad adattarsi ad ogni situazione. Mentre siamo ormai sotto di 30 punti a fine del secondo periodo, bisogna considerare che, effettivamente, almeno per il sottoscritto, non è un gioco per neofiti e la rapidità delle azioni, come in una vera partita, puniscono ogni movimento e ogni passo sbagliato.

NBA 2K18, uscirà domani 15 settembre. Si presenta come un videogioco di ottimo livello, che premia gli sforzi dei suoi sviluppatori e sicuramente non deluderà i suoi appassionati, che si immedesimeranno ancora di più con i loro alter-ego virtuali e non.

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