La storia di Sean Murray, padre putativo di No Man’s Sky (qui la nostra recensione) e di Hello Games, lo studio inglese che poi ha sviluppato il titolo, è qualcosa di unico, inimitabile e forse persino irripetibile in ambito videoludico.
E’ la storia di un bambino, affascinato dalla fantascienza e dai suoi mondi inesplorati e lontani, dai racconti di Isaac Asimov, divenuto poi, in adolescenza, programmatore informatico, tra l’altro, per l’iconica serie Burnout; per la gran parte delle persone normali, ciò potrebbe essere considerato un punto di arrivo, professionalmente parlando, ma per il giovane Murray diventò ben presto origine di inquietudine.
Il giovane programmatore, infatti, si convinse ben presto che il suo futuro potesse essere inghiottito in un deprimente loop di sequel, come già successo durante il suo periodo con Criterion Games. Da qui la sua voglia di affrancarsi dalle rigide regole di una software house oramai divenuta sussidiaria di Electronic Arts, e di creare qualcosa di nuovo che potesse trasformare la sua passione per lo sci – fi in un progetto videoludico.
Grazie al successo degli ultimi titoli sviluppati, Sean riuscì a ritagliarsi due giorni a settimana, per un anno intero, durante i quali iniziò a progettare, in segreto da tutto il resto del team, il motore centrale di No Man’s sky.
Foundation
Una volta gettate le basi del suo visionario progetto, Sean iniziò gradualmente a condividere la sua creazione con gli altri membri del suo team, fino ad assorbire per intero tutti i programmatori della sua oramai ex squadra.
Siamo all’incirca nel 2013, quando esce il primo teaser dell’open-universe procedurale “No Man’s Sky”, e bastano quei pochi secondi per catalizzare le attenzioni dei grandi publisher, ed in particolare di Sony.
Tuttavia, il crack vero e proprio avviene durante l’E3 di Los Angeles del 2014: No Man’s Sky eclissa tutti gli altri titoli presenti in fiera, raccogliendo l’attenzione di pubblico e stampa e vincendo i premi come “Miglior gioco originale”, “Miglior gioco indipendente” e ricevendo l’“elogio speciale per l’innovazione”; a quanto detto, si va ad aggiungere durante il TGA del 2015 il premio come “Most Anticipated Game“.
Agosto 2016 esce No Man’s Sky e scoppia l’inferno
Nel 2013, poco prima di Natale, una violenta alluvione spazza via gli studi di Hello Games, e la compagnia è costretta a sospendere temporaneamente la programmazione del gioco, in attesa di ripristinare i locali. Nessuno all’epoca, avrebbe immaginato che quella inattesa quanto disastrosa alluvione sarebbe stato nulla a confronto di quella di tipo mediatico e di portata estremamente più ampia che la compagnia dovette affrontare tre anni più tardi.
La torrida estate del 2016 è ormai inoltrata, il D1 sempre più vicino e l’hype per No Man’s Sky è arrivato a toccare vette altissime. Sean Murray, da sconosciuto sviluppatore quale era, ha assunto l’iconica aura di genio visionario, alla stregua di personaggi come Peter Molyneux (Fable, ndr), ma sono gli ultimi giorni di quiete prima dell’Armageddon!
Il 9 agosto 2016, finalmente il gioco arriva sugli scaffali, ma sin dalle prime ore si capisce che qualcosa non va: lo sfarzoso castello costruito da Murray, è in realtà fatto di sabbia. Le mirabolanti promesse non trovano riscontro, ed in generale il titolo non rispecchia nella quasi totalità ciò che era stato preannunciato. Ne consegue che su Metacritic il gioco fine affossato e nel giro di due sole settimane si verifica un drastico calo del 90% dei giocatori ed il gioco diventa un caso mediatico senza precedenti.
Parte inoltre un’indagine da parte dell’Advertising Standards Authority riguardo ad un possibile reato di pubblicità ingannevole, compiuto da Hello Games e Steam, che poi successivamente non evidenzierà violazioni.
Ma ormai il danno è fatto. Tanto è l’odio che si è catapultato contro il gioco, che il 5 ottobre 2016 il post subreddit di No Man’s Sky viene chiuso perché troppo ricco di critiche violente e insulti. Sean Murray, viene accusato di aver deliberatamente mentito, promettendo features quali multiplayer, NPC ed altri elementi di gameplay e presentandole poi, il giorno dell’uscita del gioco, mutilate o addirittura completamente assenti.
La ripartenza ed il purgatorio
Hello Games ed il suo co-fondatore si trovano a toccare il fondo già dopo poche settimane dall’uscita del gioco: ad onor del vero, la storia ci insegna che un fallimento mediatico e commerciale come quello subito da No Man’s Sky è quasi impossibile da recuperare e la maggior parte delle situazioni analoghe si sono concluse con una definitiva chiusura del progetto (vedi Anthem ndr.).
Murray, nonostante lo scetticismo più totale da parte di fan ed esperti del settore, non si arrende e “a canali unificati” promette una lunga e complessa road map di update, attraverso la quale restituire a chi aveva speso i soldi o investito nel gioco, ciò che era stato promesso al lancio.
Ma proprio nel momento in cui la fiducia verso la software house aveva registrato il suo punto più basso come la fenice che risorge dalle ceneri, inizia la lenta e durissima risalita di No Man’s Sky.
Pathfinder
Nel giro di tre anni Hello Games si trasforma nel gioco probabilmente con il maggior numero di espansioni, aggiornamenti, e nuove implementazioni che la storia recente ricordi.
Questo ad oggi l’incredibile elenco degli update che il gioco ha ricevuto negli anni:
- 2016
- Foundation
- 2017
- Pathfinder
- Atlas Rises
- 2018
- Next
- The Abyss
- Visions
- 2019
- Beyond
- Synthesis
- 2020
- Living Ship
- Exo Mech
- Desolation
- Origins
- Next Generation
- 2021
- Companions
- Expedition
- Prisms
Dapprima l’attenzione si focalizza, nei primi due anni, sulla sistemazione di quanto nella prima versione del gioco non aveva funzionato provando a riacquistare la fiducia dell’utenza perduta e a consolidare quella dello zoccolo duro dei players. Il compito è arduo, il gioco è molto lontano dall’idea del suo creatore e nonostante gli accorgimenti successivi, la ripartenza voluta stenta a decollare.
Nel 2018, tuttavia, arriva l’aggiornamento Next, che insieme al Multiplayer tanto atteso, causa l’azzeramento dei salvataggi della maggior parte dei giocatori, rinnovando il malcontento da parte dei pochi che ancora credevano nel titolo.
Per No Man’s Sky, ormai a distanza di due anni dal lancio, il 2018 è l’anno zero.
Nuova vita e l’ascesa verso il paradiso
Superato anche il gravoso intoppo dei salvataggi perduti, Hello Games cambia marcia. Negli anni successivi arrivano corposi aggiornamenti al gioco, sempre gratuiti, che andranno sempre più a recuperare quella roadmap tanto ambiziosa quanto irrealistica degli inizi. La vecchia fan base finalmente può iniziare a godere di un gioco che mese dopo mese è sempre più vicino a quanto sarebbe dovuto essere in principio; i nuovi giocatori, compresi quelli che avevano acquistato il gioco all’epoca senza mai installarlo, si interessano finalmente al titolo.
Persino molte testate specializzate, rivedono il loro giudizio su No Man’s Sky, aggiornando le recensioni e fornendo all’utenza un’immagine del gioco contemporanea e meritoria rispetto ai numerosi sforzi profusi dallo sviluppatore.
Sarebbe un’impresa inutilmente titanica e tediosa elencare tutte le migliorie inserite dal team negli anni, per cui citeremo le più consistenti:
- Edificare basi personali visitabili da altri giocatori
- Possedere una flotta di navi spaziali
- Dlc con 30+ ore di storia
- Multiplayer potendo finalmente fare missioni, costruire ed esplorare in compagnia
- Ampliamento e perfezionamento del mondo sottomarino
- Aggiunta una grande quantità di biomi, tipi di pianeti e creature
- VR sia per PC che per PS4
- Upgrade gratuito del gioco per le console di nuova generazione
- …e costantemente una rivisitazione, ottimizzazione e potenziamento del comparto tecnico, con grafica a 4K 60FPS, interfaccia più funzionale e tantissimo altro ancora!
No Man’s Sky era finalmente risorto dalle sue stesse ceneri e finalmente poteva ambire ad ascendere al paradiso dei giochi space-oriented.
Il consolidamento dell’opera, fino a superare se stessa
Visto il disastroso lancio del gioco, al netto delle incontrollabili shitstorm, ormai presenza fissa nell’internet moderno, molto spesso tossiche ed aggressive ben oltre il livello di critica consentita ed auspicabile (si sa haters gonna hate) nessuno avrebbe scommesso un dollaro su quanto compiuto da Hello Games post lancio.
Un tale lavoro di supporto, correzione, espansione ed ampliamento, rappresenta qualcosa di unico nel panorama videoludico: il team, piuttosto che prendere il malloppo e scappare (i buoni incassi fatti al day one, ndr), ha reinvestito totalmente i propri guadagni, controvertendo un destino segnato (hai preso nota CD Projekt Red? ndr. )
Sean Murray ed i suoi ragazzi, anzi sono andati ben oltre le dichiarazioni e le promesse del day one, portando No Man’s Sky ad un livello decisamente superiore ad ogni aspettativa e di questo passo, sinceramente, non sappiamo dove sarà in grado di arrivare. Ogni patch o dlc che si pensa possa essere quello conclusivo, in realtà alza soltanto l’asticella di un gioco in continua evoluzione, come i suoi infiniti mondi a generazione procedurale.
Si è arrivati al punto che tanti hanno cominciato a pensare che No Man’s Sky possa divenire un titolo perpetuo, ovvero una galassia permanente ed in costante sviluppo, in grado di adattarsi alle tecnologie che avanzano, aperto alle esplorazioni di tutti gli amanti del cosmo ed aspiranti viaggiatori delle galassie e continuamente supportato dal team di sviluppo. Alla stregua di un buon mmorpg con abbonamento, il gioco potrebbe ambire oggi, con la sua folta base di utenti online, ad una struttura simile.
Prisms e le ultime novità
A conferma di quella strategia “evolutiva” inaugurata a partire dal 2018, a sorpresa il primo giugno è arrivato l’aggiornamento 3.5 che prende il nome di Prisms. Questa volta a subire una nuova vera e propria rivoluzione è il comparto grafico.
La prima e più importante novità tecnica riguarda l’arrivo del DLSS di Nvidia su Pc, a patto chiaramente di avere una NVIDIA RTX equipaggiata nel vostro case, anche per la versione VR, ma ci sono anche un nuovo sistema di illuminazione volumetrica, effetti grafici e particellari rinnovati, il parallax occlusion mapping per dare maggior profondità alle texture, l’aggiunta delle pellicce su alcune creature e molto altro ancora.
L’aggiornamento, per quanto incentrato maggiormente sull’aspetto grafico, implementa anche diversi dettagli di gameplay, come un maggior numero di creature addomesticabili, nuove ricompense rare legate ad eventi di gioco (settimanali, speciali, ecc. da portare a termine in solo o in compagnia) o climatici (ad esempio materie prime o materiali droppabili sono in determinate condizioni climatiche, quasi sempre avverse) ed una nuova interfaccia per la creazione del personaggio, completamente rivista ed ottimizzata.
No Man’s Sky oggi: un imprescindibile must have!
Approcciarsi all’universo di No Man’s Sky oggi è una esperienza diametralmente opposta a chi ha vissuto il gioco al day one, e lo è ancora di più se si pensa alle versioni PC e console current gen. Oggi, a distanza di 5 anni dalla sua uscita, il progetto di Sean Murray & Co. ha raggiunto e consolidato un alto livello di maturità, di densità di contenuti e di varietà di esperienze di gioco. Potremo scegliere indistintamente se essere eremiti vagabondi tra le orbite in single player, pirati galattici con la nostra ciurma in multi, costruttori spaziali specializzati nel building & farming, ricercatori di nuove forme di vita e biomi, persino vivere l’esperienza che molti di noi sognano sin da piccoli, attraverso l’utilizzo della realtà virtuale. Avviare oggi No Man’s Sky significherà essere rapiti da un’esperienza multisensoriale, abbandonarsi al gusto dell’esplorazione e alla paura dell’ignoto, gioendo per ogni piccolo passo fatto in ogni nuovo pianeta, seguendo le orme di veri astronauti.
Nel 2021 No Man’s Sky è finalmente quel titolo che Sean Murray sognava e noi non potremmo esserne più felici.