Recensione Atomfall, benvenuti nella zona di quarantena di Windscale

Atomfall non è solo una nuova incursione in una immaginaria zona di quarantena sconvolta da un incidente nucleare. Si tratta infatti e soprattutto della prima nuova proprietà intellettuale firmata da Rebellion in oltre tredici anni.

Escludendo infatti il modesto Strange Brigade del 2018 e prendendo come ultimo sforzo originale il folle e controverso NeverDead del 2012, lo storico studio britannico è rimasto all’interno della propria comfort zone da molti anni a questa parte. Un piccolo cortile in cui si sono avvicendati, nel tempo, fortunati capitoli della serie Sniper Elite e del suo spin-off Zombie Army, oltre che saltuarie incursioni nella dissacrante saga strategica Evil Genius. Un immobilismo artistico, quello degli sviluppatori di Oxford, che ci stava facendo temere il progressivo esaurimento della loro vena creativa (solo pochi mesi fa, Resistance non ci aveva rassicurato moltissimo) a fronte di una carriera ultra trentennale.

Atomfall nasce così dal desiderio, da parte della software house inglese, di mettersi in discussione con un progetto ambizioso in grado di essere una ventata di aria fresca nel panorama delle grandi avventure postapocalittiche. Un traguardo che possiamo considerare raggiunto, anche al netto di qualche contorno spigoloso qui e lì.

Il titolo sarà disponibile a partire dal 27 Marzo per PC (via Steam), Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5. Sarà inoltre presente dal D1 per tutti gli abbonati ad Xbox Game Pass Premium.


Versione testata: PlayStation 5


L’incendio dimenticato

Siamo nell’Inghilterra del 1962. Sono passati cinque anni dall’incidente di Windscale. Un incendio alla centrale nucleare di Sellafield, nel nord dell’Inghilterra. Quello che all’inizio sembrava un episodio di facile gestione si è tuttavia trasformato in breve tempo in una crisi di non meglio precisata entità. L’enigmatica soluzione governativa è stata quella di isolare la zona circostante con alte mura, in modo da separare l’area contaminata dal resto del mondo.

Nei panni di un personaggio senza memoria, vi sveglierete proprio all’interno della zona di quarantena, all’interno di un bunker in rovina. Il vostro incontro con uno scienziato ferito in tuta anti radiazioni vi metterà nelle mani una tessera magnetica, in grado di permettervi di uscire dalla struttura in disuso. Una volta fuori, il vostro obiettivo sarà quello di trovare un modo per scappare dal lockdown perimetrale del territorio. Farlo tuttavia non sarà semplice, tra segreti militari, misticismo, sette religiose ed agenzie governative corrotte.

Atomfall sfrutta uno degli episodi meno famosi legati agli incidenti nucleari (occorso realmente il 7 Ottobre 1957), per imbastire un’avventura sci-fi nelle campagne britanniche. Si tratta di qualcosa che abbiamo già visto fare in molte produzioni… per dirne due, S.T.A.L.K.E.R. e Chernobylite. Tuttavia qui Rebellion è riuscita ad infondere un tratto unico e caratteristico, evitando l’insito rischio di proporre qualcosa di già visto.

Il colpo d’occhio funziona molto bene.

Strade deserte, abitazioni lasciate al proprio destino, cabine telefoniche immerse in una natura che ha iniziato a reclamare i propri spazi. Tutto nel setting richiama inoltre il periodo storico, in grado di celare riferimenti alla cultura popolare dell’epoca. Tra i sopravvissuti troveremo gente per bene che tenta di vivere alla giornata, ma anche spietati banditi senza legge ed inquietanti cultisti che strizzano l’occhio al paganismo visto in pellicole come The Wicker Man. Un quadro di ordinaria disperazione per una situazione postapocalittica, graziata da dialoghi di ottimo livello ed una sceneggiatura generale deliziosamente incline al mistero ed alla rivelazione.

Anche la presentazione estetica ci mette del suo, fortunatamente. Sebbene con tutti i limiti di una produzione legata alla passata generazione, Atomfall è davvero piacevole da guardare nella sua versione PlayStation 5. Il merito è di un’immagine estremamente nitida ed una ottimizzazione generale di buon livello, che permette di chiudere un occhio su alcune sbavature legate ad elementi non altrettanto validi (come la realizzazione dell’acqua). Molto più “vecchie” appaiono tuttavia le animazioni, spesso piuttosto grezze soprattutto negli atteggiamenti degli avversari. Questi ultimi poi rappresentano un piccolo grande limite del titolo, con comportamenti talvolta davvero inconcludenti. Un peccato, soprattutto perché sanno essere ossi duri quando vogliono.

Ovviamente in Inghilterra ci sono castelli… il problema è capire chi li ha reclamati.

Homo faber fortunae suae

Se pensate che Atomfall possa essere una rilettura in salsa britannica dei titoli citati e mescolati con un tocco di Fallout, tendenzialmente potreste avere ragione. Ma potreste anche essere molto lontani dalla verità.

Da un punto di vista concettuale, Atomfall condivide indubbiamente molti elementi con le altre produzioni postapocalittiche. Tuttavia Rebellion ha deciso di fare qualcosa di profondamente diverso. Atomfall infatti non tiene per mano il giocatore e non fornisce un decalogo di missioni da portare a termine. Non c’è una direzione da seguire nei momenti di difficoltà e non c’è una via prefissata da seguire per raggiungere i titoli di coda. Gli sviluppatori di Oxford hanno infatti creato un vero e proprio sistema di investigazione. Sarà infatti necessario desumere dall’analisi ambientale e dal recupero dei documenti gli indizi per andare avanti. Starà poi al giocatore decidere quali piste seguire, in quali luoghi recarsi e che atteggiamento avere nei confronti degli NPC. Sarete amichevoli o guardinghi, disponibili o egoisti, timorosi o facinorosi? La scelta è vostra e potrete davvero essere chi volete, aiutare chiunque o solo voi stessi.

Le munizioni sono scarse e molto armi sono davvero usurate. State attenti e tenete sempre pronte alcune alternative.

La grande libertà deriva da una totale decostruzione narrativa che apre le porte non solo alla imprevedibilità di ogni walkthrough ma anche ad una elevata rigiocabilità del titolo per poterne carpire tutti i segreti. Si tratta di un traguardo encomiabile per Rebellion, che ha inoltre evitato di scivolare sul rischio di una banalizzazione dell’impianto ludico.

Atomfall infatti non può essere considerato in senso stretto né un RPG né un FPS. Si pone invero a metà strada tra le due ipotesi, con un flow più orientato verso la seconda ma con caratteristiche collaterali che rimandano alla prima. Il titolo premia l’esplorazione attenta, la gestione delle scarse risorse che sarete costretti a racimolare e l’uso intelligente delle stesse.

Le scorte sono poche, i nemici sono tanti ed ogni scontro è brutale (grazie anche ad una buona resa del gunplay, ulteriormente valorizzata dal supporto ai grilletti adattivi del DualSense). In un certo senso e con le dovute proporzioni, gli scontri ricordano più la tensione ragionata di The Last of Us che non sparatorie senza quartiere. La fuga e la furtività sono sempre opzioni fondamentali da valutare, così come la gestione della salute del protagonista con un occhio di riguardo agli status alterati ed al battito cardiaco, che potrebbero compromettere le vostre azioni. Lo stesso però vale per i vostri avversari: siete pronti a giocare anche con i loro sensi?

La zona di quarantena nasconde pericoli imprevedibili.

Non ho soldi con me

Atomfall presenta dunque una serie di brillanti scelte di game design che creano, forse più di altri titoli blasonati, l’illusione di trovarsi davvero in una situazione di sopravvivenza. Non tutti però funzionano in maniera impeccabile.

Se non abbiamo particolari osservazioni sulla creazione di oggetti partendo dalle risorse raccolte, non possiamo essere dello stesso avviso per la gestione del commercio. Atomfall infatti pone il giocatore davanti ad una fredda realtà: in un contesto in cui la civiltà è venuta meno, il denaro non ha più valore. Per ottenere così talune fondamentali risorse dovrete ricorrere al sistema di scambio più antico del mondo: il baratto.

Rebellion ha così immaginato una bilancia virtuale, che dovrà trovare un equilibrio per permettervi di concludere con successo una trattativa. Se quello che offrite sarà coerente col valore di ciò che volete acquisire, lo scambio andrà in porto. Viceversa, dovrete cercare altre soluzioni. Si tratta di un meccanismo affascinante (peraltro non tutti i mercanti daranno pari valore ai medesimi oggetti), ma che in alcune situazioni rischia di scivolare nel trial & error della ricerca spasmodica di oggetti in giro per il mondo di gioco. Soprattutto se si pensa che spesso i mercanti celano indizi fondamentali per alcune quest, nonché oggetti di potenziamento per abilità molto utili ed altro ancora.

Barattare è figo ma a volte piuttosto stringente.

Proprio il livello medio della difficoltà potrebbe rappresentare un deterrente per parte del pubblico. Atomfall infatti sa essere piuttosto duro, sia dal punto di vista della gestione delle risorse sia nella navigabilità del mondo di gioco. Il titolo richiede di accettare completamente le proprie regole, di calarsi nella parte del sopravvissuto alla ricerca di risposte in un mondo scivolato nella follia. A volte l’esperienza può essere dispersiva (basta perdere una nota in un’esplorazione per girare a zonzo per ore). Altre volte persino punitiva (alcuni scontri con avversari mostrano tutti i limiti strutturali dello stealth e dell’intelligenza artificiale).

Nonostante tutto, l’esperienza ludica di Atomfall certifica l’ottima intuizione di Rebellion. Un titolo in grado di partire da un concept magari non troppo originale, ma che riesce con ambizione a trovare una propria identità. Ed in un panorama economico come quello odierno, che troppo spesso soffoca la voglia di sperimentare e rischiare, è un grande, grandissimo merito.

L’incidente di Windscale è stato davvero frutto di un incendio?

Commento finale

Possiamo confermarlo: Atomfall è un’ambiziosa scommessa, vinta con successo da Rebellion. Sullo sfondo di un’immaginaria zona di quarantena ispirata al reale disastro nucleare di Windscale nel nord dell’Inghilterra, il nuovo titolo degli sviluppatori inglesi riesce a proporre un’esperienza a metà tra esplorazione, sopravvivenza ed azione. Ma soprattutto, è un inno al senso di scoperta in tutte le sue declinazioni grazie ad una narrativa decostruita in favore della massima libertà possibile concessa al giocatore. Un titolo che sa essere al contempo inaspettatamente spietato ed assolutamente gratificante, anche al netto di alcune sbavature tecniche e di alcune meccaniche forse fin troppo punitive. Quali misteri nasconderà il Crocevia?

8.0

Atomfall


Possiamo confermarlo: Atomfall è un'ambiziosa scommessa, vinta con successo da Rebellion. Sullo sfondo di un'immaginaria zona di quarantena ispirata al reale disastro nucleare di Windscale nel nord dell'Inghilterra, il nuovo titolo degli sviluppatori inglesi riesce a proporre un'esperienza a metà tra esplorazione, sopravvivenza ed azione. Ma soprattutto, è un inno al senso di scoperta in tutte le sue declinazioni grazie ad una narrativa decostruita in favore della massima libertà possibile concessa al giocatore. Un titolo che sa essere al contempo inaspettatamente spietato ed assolutamente gratificante, anche al netto di alcune sbavature tecniche e di alcune meccaniche forse fin troppo punitive. Quali misteri nasconderà il Crocevia?

PRO

Ambientazione carismatica e storia intrigante | L'elemento investigativo garantisce un ottimo livello di coinvolgimento | La struttura ludica incoraggia l'esplorazione e la rigiocabilità |

CONTRO

A livello tecnico ci sono delle sbavature | Il sistema di baratto è intrigante ma non facile da gestire | Avversari arcigni ma dall'IA carente |

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