Recensione Beats Studio Buds

Il 28 maggio di quest’anno si celebra l’ottavo anniversario dell’acquisizione di Beats, la compagnia fondata dal produttore discografico Jimmy Iovine e il rapper Dr. Dre, da parte di Apple e per l’occasione Beats ha deciso di lanciare un piccolo aggiornamento nella gamma colori di uno dei suoi prodotti più amati: le Beats Studio Buds.

I nuovi colori Blu Oceano, Grigio Lunare e Rosa Tramonto, si aggiungono quindi ai già esistenti nero, bianco e rosso Beats; abbiamo avuto in prova le Beats Studio Buds per un mesetto ed abbiamo avuto di modo di testarle in praticamente ogni condizione: al mare, in aereo, in treno e persino in bici: ecco cosa ne pensiamo.

Design e contenuto della confezione

Le Beats Studio Buds sono cuffie auricolari wireless in ear dotate di Active Noise Cancellation, supporto per l’audio spaziale Dolby Atmos e, per la prima volta forse nella storia del marchio, offrono un audio piuttosto neutrale, a dispetto della tradizionale firma acustica di Beats che invece è “bass oriented”.

Il case ha dimensioni piuttosto compatte, solo leggermente superiori rispetto a quelle di altri auricolari nella stessa fascia di prezzo (7x5x2,5cm), tuttavia le forme arrotondate lo rendono abbastanza facile da tenere in tasca.

Il case, che dispone di una chiusura magnetica, ha un design minimale: nella parte frontale sotto il logo beats, un piccolo led di stato avvisa l’utente dello stato della carica e dell’accoppiamento del dispositivo.

Nella parte inferiore invece, trova posto la porta USB type C per la ricarica.

Gli auricolari sono compatti e dotati di un design particolare e riconoscibile immediatamente proprio come gli AirPods. Il pulsante fisico che serve a controllare le cuffie e sul quale sono posti anche i microfoni per la funzione trasparenza, infatti, sporge leggermente dall’orecchio consentendo un facile accesso ai controlli: singola pressione per rispondere alla chiamata o avviare o mettere in pausa la riproduzione, doppia pressione per skippare la traccia.

L’ultimo aggiornamento ha reso possibile la personalizzazione della pressione prolungata: è ora possibile utilizzarla o per attivare o disattivare le funzionalità ANC (funzione di default) oppure per alzare o abbassare il volume.

Nella confezione sono presenti un cavo di ricarica USB type C, la guida rapida e le informazioni di garanzia,  un adesivo beats, e naturalmente i tappini in silicone di diverse misure. Questi ultimi offrono un buon isolamento dal mondo esterno e lasciano passare pochissimo suono verso l’esterno, anche ai livelli di volume più elevati. Il formato più piccolo, inoltre, si adatta perfettamente anche a chi, come vi scrive, ha un canale uditivo piuttosto stretto e questo garantisce un fit saldo anche quando si corre o si fa attività fisica.

Funzionalità

Le Beats Studio Buds, come dicevamo, sono cuffie a cancellazione attiva del rumore. La cancellazione è di tipo fixed, ovvero non è possibile regolarne l’intensità, né adattarla ai diversi contesti di utilizzo e questo incide sulla capacità degli auricolari di cancellare le frequenze più alte. La digitazione di un testo, o il parlato di persone accanto a voi, saranno quindi pienamente percebili. Tuttavia, se confrontate con le AirPods Pro di prima generazione le Studio Buds si comportano in maniera simile, ad una frazione del prezzo.

Discreto, invece, il lavoro dell’ANC svolto sulle frequenze più basse, come il rumore del motore di un aereo, il vociare di un centro commerciale o il rumore di fondo di un treno. Abbiamo apprezzato particolarmente inoltre il fatto che con le Studio Buds è praticamente impossibile avvertire il rumore bianco di solito prodotto dalle cuffie ANC.

Gli Studio Buds dispongono nella modalità trasparenza, che può essere attivata tramite smartphone o tenendo premuto il tasto fisico posto sugli auricolari stessi (funzione di default). In questa modalità i microfoni ambientali reindirizzano l’audio esterno al vostro orecchio permettendovi di avere coscienza dell’ambiente circostante.

Le cuffie sono equipaggiate con Bluetooth 5.2 che assicura un’ottima stabilità della connessione al vostro dispositivo. Nel nostro provato con iPhone 13 Pro e con Mi9T Pro, non abbiamo mai rilevato perdita di segnale o fastidiosi balbettii anche a distanze superiori ai 10 metri, il che ci ha permesso di muoverci in tutta libertà in casa, lasciando magari il cellulare in carica.

Le cuffie purtroppo non dispongono di giroscopi o accelerometri come gli AirPods Pro o le Beats Fit Pro, quindi non supportano l’audio spaziale di Apple per cinema e serie TV, tuttavia sono compatibili con l’audio spaziale Dolbt Atmos offerto da Apple Music.

Altra funzionalità mancante è il sensore di prossimità che consente di mettere in pausa la musica quando si allonano gli auricolari dall’orecchio. Tuttavia non è una funzionalità essenziale, in quanto cuffie in ear come queste sono pensate per essere tenute sepre all’orecchio, ed è inoltre possibile attivare la modalità trasparenza o semplicemente mettere in pausa la musica con la semplice pressione di un tasto.

Perfette anche su Android

Apple con tutti i suoi prodotti ci ha da sempre abituati ad una integrazione perfetta nel suo ecosistema: grazie alla presenza di un chip denominato H1 ad esempio tutte le cuffie prodotte da Apple possono essere utilizzate con i dispositivi Apple senza dover effettuare il pairing per ciascuno di essi. Ma non solo, una volta configurate per il funzionamento con un dispositivo della mela è possibile passare ad esempio da iPhone, ad iMac ad Apple TV senza soluzione di continuità.

Le Beats Studio Buds purtroppo non dispongono del chip H1, tuttavia Apple e Beats con l’ultimo aggiornamento delle Studio Buds hanno trovato un felice compromesso grazie ad Apple Cloud.

Una volta effetuato il pairing con un dispositivo Apple, infatti, le Beats Studio Buds diventeranno immediatamente visibili nella lista dei dispositivi di tutti i prodotti Apple connessi con il medesimo account e basterà cliccare su di esse per effettuare la connessione. Non è una transizione automatica come quella garantita dai prodotti a brand Apple, ma facilita decisamente il passaggio da un dispositivo all’altro.

Purtroppo essendo la funzionalità basata su Apple Cloud, non sostituisce il multipoint devices di Bluetooth che, invece, quando implementato, è platform agnostic. Tuttavia le Beats si dimostrano eccellenti anche se non accoppiate ad un dispositivo Apple, grazie all’app Beats.

Questa, una volta installata, rende praticamente immediato il primo pairing delle cuffie (accertatevi di essere in possesso della versione più aggiornata dell’app e di Android) e istantanea la connessione al dispositivo Android una volta tirate fuori dal case.

Tra le altre funzionalità interessanti c’è la certificazione IPX4, ovvero la resistenza ad umidità e sudore che le rende perfette per lo sport (anche in ragione della musica d’elezione di questi auricolari, vedi paragrafo successivo ndr.).  

Prova di ascolto

Come abbiamo detto nell’introduzione di questa recensione, le Beats Studio Buds sono le prime cuffie Beats ad abbandonare la tradizionale firma acustica di Beats, tendente ad enfatizzare le frequenze più basse, in favore di una impostazione più analitica e neutrale, non ai livelli di quella di AirPods Pro, ma sicuramente distante da quella per basshead tipica di Beats.

La nuova firma acustica ha il vantaggio di rendere le cuffie sicuramente più versatili con diversi generi musicali, tuttavia la prova di ascolto ha evidenziato un certo vuoto nelle frequenze medie e, soprattutto in brani rock come Even Flow dei Pearl Jam, l’impressione è di una resa un po’ sottotono ed impastata delle voci.

Decisamente necessaria quindi una leggera equalizzazione attraverso le impostazioni dell’app “Musica” di Apple. Con equalizzazione “Rock”, infatti, le Beats Studio Buds diventano più godibili anche con classici pezzi rock come Sweet Home My Alabama di Lynyrd Skynyrd.

Il discorso cambia totalmente con brani in cui sono le frequenze più alte a dover brillare. Higher di Mikey B, o Move your Body di Ownboss & SEVEK e più in generale Dubstep, Dance, House, sono la musica di elezione per questi auricolari, grazie ad una presenza eccezionale che vi porterà automaticamente a battere i piedi a tempo di musica

Buoni anche il Soundstage e l’imaging a volumi moderati, se si tiene a mente che si tratta di un paio di cuffie auricolari con driver da pochi millimetri. In Jack Sparrow brano di Hans Zimmer tratto da Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma, ad esempio, è possibile, a volumi moderati distinguere la posizione di basso e il violoncello sulla destra rispetto al centro dello stage e poi i violini e gli strumenti a corda che riempiono il soundstage al centro e a sinistra. Il tutto diventa più confuso quando si alzano i volumi, ma è davvero difficile (e forse inutile) chiedere tanto ad una coppia di auricolari pensati essenzialmente per la mobilità.

Autonomia e chiamate

L’autonomia dichiarata da Beats è di circa 8 ore con una singola carica, mentre il case dovrebbe fornire almeno altre due cariche complete. Nei nostri test l’autonomia a volume d’ascolto regolare non ha superato le 5 ore, mentre più veritiero è il dato della carica fornita dal case, che porta l’autonomia totale a circa 15 ore. Naturalmente il dato è influenzato dall’attivazione dell’ANC e dal volume di ascolto, ma sicuramente non si tratta delle cuffie con la migliore autonomia che ci sia capitato di provare.

L’audio in chiamata è molto buono, così come buono è l’audio registrato dai microfoni. Dal confronto effettuato con AirPods Pro, il nostro interlocutore non è stato in grado di rilevare la differenza tra i due auricolari, il che, considerando la differenza di prezzo tra gli auricolari Apple e questi Beats è decisamente sorprendente.

Commento finale

I Beats Studio Buds sono ottimi auricolari wireless, con tante funzionalità interessanti ed un prezzo molto competitivo rispetto ad altri prodotti concorrenti. Le funzionalità ANC sono buone, considerando la fascia di prezzo, mentre la prova d’ascolto ha suscitato qualche perplessità, soprattutto con alcuni materiali musicali, così come pure l’autonomia, non al vertice della categoria.

Le Beats Studio Buds, tuttavia, offrono un’eccellente compatibilità con il mondo Apple, e per la prima volta anche con quello Android il che le rende un prodotto estremamente versatile. Al prezzo di listino di 149 euro grazie alla perfetta qualità costruttiva e al design riconoscibilissimo, dettaglio da non sottovalutare per un prodotto così alla moda, sono un prodotto interessante, ma quando il prezzo in sconto scende intorno ai 100 euro (qui in offerta Amazon a 109,99 euro) diventano praticamente irresistibili. Ah, e non dimenticate che registrando sul vostro iPhone un prodotto Beats otterrete 6 mesi di Apple Music gratuiti, un regalo che da solo vale almeno 60 euro.

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Le Beats più versatili di sempre


I Beats Studio Buds sono ottimi auricolari wireless, con tante funzionalità interessanti ed un prezzo molto competitivo rispetto ad altri prodotti concorrenti. Le funzionalità ANC sono buone, considerando la fascia di prezzo, mentre la prova d’ascolto ha suscitato qualche perplessità, soprattutto con alcuni materiali musicali, così come pure l’autonomia, non al vertice della categoria. Le Beats Studio Buds, tuttavia, offrono un’eccellente compatibilità con il mondo Apple, e per la prima volta anche con quello Android, il che le rende un prodotto estremamente versatile. Al prezzo di listino di 149 euro grazie alla perfetta qualità costruttiva e al design riconoscibilissimo, dettaglio da non sottovalutare per un prodotto così alla moda, sono un prodotto interessante, ma quando il prezzo in sconto scende intorno ai 100 euro (qui in offerta Amazon a 109,99 euro) diventano praticamente irresistibili. Ah, e non dimenticate che registrando sul vostro iPhone un prodotto Beats otterrete 6 mesi di Apple Music gratuiti, un regalo che da solo vale almeno 60 euro.

PRO

Design | Qualità Costruttiva | prezzo interessante

CONTRO

Autonomia | Necessaria equalizzazione per alcuni tipi di musica
Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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