Recensione Call of Duty Modern Warfare III (PC)

Il terzo capitolo di Call of Duty: Modern Warfare III (2023) è finalmente, o purtroppo, arrivato tra le nostre mani e quello che ci troviamo di fronte, senza mezzi termini, non è assolutamente quello che ci aspettavamo di trovare, soprattutto dopo lo splendido lavoro compiuto da Infinity Ward su Call of Duty Modern Warfare 2.

Questo terzo capitolo, infatti, era stato preceduto da un inquietante rapporto di Jason Schreier che, dalle pagine di Bloomberg, aveva parlato di un gioco raffazzonato, portato a termine in appena 16 mesi grazie a turni massacranti degli sviluppatori ma, soprattutto, di un progetto originariamente impostato come un DLC di mappe per Modern Warfare 2 e poi trasformato in un gioco “completo” e venduto a prezzo pieno per riparare al “buco” generato dal rinvio del prossimo capitolo curato da Treyarch.

Nonostante la compagnia nei giorni scorsi abbia ufficialmente smentito il report, quello che ci troviamo di fronte è un gioco senza infamia e senza lode, che offre una campagna davvero superficiale e un more of the same (con qualche miglioramento) del comparto multiplayer dello scorso capitolo. Ma procediamo per step.

La campagna

Il gioco si apre con un’emozionante sequenza di infiltrazione in un carcere di massima sicurezza, finalizzata al recupero di un misterioso prigioniero V.I.P. identificato con il numero di cella 627 e che scopriremo essere uno dei villain più spietati dell’intero franchise. Il ritorno di Vladimir Makarov, sebbene promettente all’inizio, perde tuttavia di significato nel corso della storia, a causa della mancanza di sviluppo del personaggio e di una trama incoerente e mal costruita che rallenta anziché crescere nel corso delle già striminzite 4 ore necessarie a portarla a termine. Le azioni di Makarov, inoltre, benché rilevanti per la trama e collegate agli eventi visti nell’ultima stagione di Warzone (in questo senso apprezziamo la scelta di Activision di creare una sorta di CODuniverse sul modello del MCU), non vengono mai adeguatamente spiegate o approfondite al giocatore che non abbia recuperato tutto il materiale possibile sulla serie, rendendo il personaggio piatto e poco coinvolgente.

La campagna per giocatore singolo di Modern Warfare 3, dal punto di vista ludico, è caratterizzata dall’introduzione di una nuova tipologia di missioni chiamate Open Combat. Queste si svolgono in aree di gioco più ampie (ma non di molto) e offrono una maggiore libertà al giocatore, che può scegliere in autonomia come raggiungere i propri obiettivi.

Nonostante l’introduzione di queste nuove dinamiche possa sembrare un punto a favore, l’implementazione lascia molto a desiderare. Le missioni Open Combat, pur offrendo una maggiore libertà, finiscono infatti per rovinare l’atmosfera e la tensione cinematografica tipica della campagna di Call of Duty.

Peggio ancora, queste missioni sembrano essere state inserite semplicemente per riempire la campagna, piuttosto che per aggiungere valore alla stessa o al gameplay. Se da un lato infatti, il gioco sembra ora strizzare l’occhio all’open world, dall’altro il design è ancora zeppo di limitazioni arbitrarie. Inoltre, l’IA dei nemici è piuttosto debole, rendendo le missioni poco impegnative e poco stimolanti.

Le missioni Open Combat, pur rappresentando un tentativo di innovazione all’interno del franchise, insomma, si rivelano in realtà un passo falso. L’atmosfera e la tensione che caratterizzano le missioni tradizionali di Call of Duty vengono sacrificate in nome di una libertà illusoria, che in realtà si traduce in un gameplay frustrante e privo di sfide.

Il comparto multiplayer

Anche il comparto multiplayer di Modern Warfare 3 non ci ha convinto del tutto, ed anzi forse brilla più di luce riflessa che di luce propria. Le modifiche introdotte nel gameplay riguardano essenzialmente la reintroduzione dello slide cancel, che rende il gioco più dinamico e frenetico, ma soprattutto nell’allungamento del time to kill, una novità che, consentendo un minimo di risposta agli attacchi avversari, rende gli scontri più divertenti.

Questi due aspetti, che per la verità non sono nulla di nuovo, essendo comparsi in diverse forme nelle varie iterazioni del franchise, assumono tutt’altra rilevanza se combinate alla nuova meccanica del Tac Stance (tactical instance). Si tratta di una modalità di puntamento ideale per gli scontri a media/corta distanza, a metà tra il puntamento con mirino e il fuoco senza puntamento.

In pratica in questa modalità inclinando l’arma si potrà fare fuoco senza passare per il mirino, velocizzando il puntamento a scapito di una leggera riduzione della precisione. L’abbinamento delle tre meccaniche appena citate, rende infatti possibile bonificare una stanza zeppa di avversari entrando in scivolata e facendo fuoco senza puntare, e nonostante questo vi esponga inevitabilmente a subire qualche colpo avversario.

Bella la remaster, ma dove sono le nuove mappe?

E’ dal punto di vista contenutistico, però, che si concentrano principalmente le nostre critiche. Il gioco offre essenzialmente 16 mappe classiche provenienti da Modern Warfare II e qualche update Quality of Life per quanto riguarda la gestione delle armi e dei perks.,

Sia chiaro, l’introduzione di alcune delle più iconiche mappe provenienti da Modern Warfare 2, come Terminal o Rust, che hanno letteralmente consumato gli skates dei nostri mouse (o gli analogici, se appartenente all’altra sponda – no pun intended ndr.) tutte rimasterizzate in 4K, non può che farci felici, ma da un nuovo capitolo “main” della serie, ci si attende decisamente qualcosa in più.

Anche il numero e il feeling delle armi è rimasto sostanzialmente invariato essendo stato preso di peso da Modern Warfare 2 sebbene il nuovo Armaiolo sia decisamente più facile da gestire.

A cambiare radicalmente, invece, è la gestione dei perks/equipaggiamenti che ora avviene in maniera molto diversa dal passato.

Invece dei tradizionali perk, con il nuovo MW3 sarà possibile dotare ogni operatore di 3 equipaggiamenti differenti, uno per lo slot “Guanti“, uno per lo slot “Stivali” ed uno, più generico, per lo slot denominato “Attrezzatura”, all’interno del quale troveranno posto i perk cosiddetti “ultimate” come Massima Allerta o Fantasma.

Per ogni slot avremo a disposizione vari tipi di oggetti caratterizzati da funzionalità diverse. Così, ad esempio, equipaggiando stivali leggeri aumenteremo la velocità di movimento, utilizzando le Scarpe furtive, sarà possibile eliminare il rumore dei passi e così via. Allo stesso modo, scegliendo il giusto equipaggiamento per i guanti sarà possibile aumentare la velocità di ricarica e utilizzando una attrezzatura “ Mimetica Fantasma” saremo invisibili ai radar. Insomma nella pratica cambia poco, ma sicuramente dal punto di vista organizzativo, questo sistema ha molto più senso.

Apprezzabile altresì anche la reintroduzione del puntino rosso sulla mappa quando si fa fuoco. Questo rende più difficile per i campers restare nascosti per l’intera durata della partita, e in ultima analisi migliora decisamente la qualità dei rounds.

Nuove modalità?

Le nuove modalità introdotte in Modern Warfare III rispetto al precedente capitolo sono Guerra, un PVP 6 contro 6 in cui ci si alterna tra attacco e difesa, Guerra Terrestre, una caotica modalità con mezzi che poco si addice al franchise di Call of Duty,  Tagliagole, un PVP 3 VS 3 VS 3 senza infamia e senza lode, e Zombie. Con l’eccezione di quest’ultima, nessuna delle introduzioni è davvero in grado di fare la differenza.

Zombie, invece, l’abbiamo trovata decisamente divertente a patto di incontrare team collaborativi. In questa modalità, infatti, otto team da 3 giocatori ciascuno, devono portare a termine determinati obiettivi in un round da 45 minuti in zone a difficoltà crescente. Al termine dei 45 minuti bisognerà poi dirigersi per l’estrazione. Collaborare con gli altri giocatori è una situazione del tutto nuova in un Call of Duty, quindi quando questo accade si resta davvero entusiasti, peccato che accada solo poche volte e che il gioco faccia ben poco per spingervi ad operare come team.

Comparto tecnico: Dal punto di vista tecnico non ci sono grandi cose da segnalare. Aspettatevi una discreta ottimizzazione anche su hardware non più recentissimi, grafica spaccamascella e qualche crash di tanto in tanto, soprattutto in ambiente AMD. Insomma anche qui nulla è cambiato rispetto a Modern Warfare II.

Commento finale

Sarebbe ingiusto dire che Modern Warfare III è un gioco brutto, o poco divertente. A parte la modalità single player – questa sì, da dimenticare – se conoscete e amate il franchise troverete in Modern Warfare III il classico gameplay amato da milioni di giocatori e probabilmente le mappe più belle che questa IP abbia mai sfornato. Ciò che rimproveriamo al titolo di Sledgehammer Games è l’atteggiamento estremamente conservativo portato avanti con questo capitolo principale. Tagliuzzando qua e là elementi presi da altri capitoli e innestandoli sulla solidissima base di Modern Warfare II, questo terzo capitolo non ne esce con le ossa completamente rotte, ma da un franchise da centinaia di milioni di dollari, possiamo e dobbiamo aspettarci di più, molto di più.

6.5

Call of Duty Modern Warfare III


Sarebbe ingiusto dire che Modern Warfare III è un gioco brutto, o poco divertente. A parte la modalità single player (questa, si da dimenticare) se conoscete e amate il franchise, infatti, troverete in Modern Warfare III il classico gameplay amato da milioni di giocatori e probabilmente le mappe più belle che questa IP abbia mai sfornato. Ciò che rimproveriamo al titolo di Sledgehammer Games è l’atteggiamento estremamente conservativo portato avanti con questo capitolo principale. Tagliuzzando qua e là elementi presi da altri capitoli e innestandoli sulla solidissima base di Modern Warfare II, questo terzo capitolo non ne esce con le ossa completamente rotte, ma da un franchise da centinaia di milioni di dollari, possiamo e dobbiamo aspettarci di più, molto di più.

PRO

E' Modern Warfare II con tanti aggiornamenti Quality of Life | La tac stance è davvero una svolta | Le mappe più belle hanno almeno 14 anni

CONTRO

Nessuna nuova modalità è degna di nota, fatta eccezione per Zombie | Fosse stato venduto come DLC siamo sicuri nessuno si sarebbe lamentato
Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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