Recensione Crackdown 2

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Take me to Pacific City

Versione testata Xbox 360

3 anni or sono, Microsoft Game Studios immise sul mercato videoludico un gioco creato da Real Time Worlds: stiamo parlando di Crackdown, un prodotto che venne reso famoso più per la possibilità di scaricare la beta di Halo 3, piuttosto che per i propri meriti. Non vogliamo però raccontarvi altri aneddoti sul primo episodio di questa serie, ma per esaminare il suo seguito.

Crackdown 2 è finalmente disponibile nei negozi nostrani, non ci resta che la definitiva prova su strada per saggiarne la bontà.

Chi vive sperando…

Sono passati 10 anni da quando l’Agenzia ripulì Pacific City dalle gangs di criminali che infestavano le strade della metropoli. Finalmente pace e ordine regnavano sovrane con un tasso di criminalità pari allo zero. Troppo bello per sembrare vero? Purtroppo sì, sappiamo bene che i sogni muoiono all’alba e anche per la serenità degli abitanti di Pacific City pare sia arrivata l’ora di vivere un nuovo incubo.

Mentre assistiamo ad una conferenza stampa indetta dall’Agenzia, che ci ricorda come il lavoro da loro svolto sia stato impeccabile, improvvisamente un’esplosione squarcia la stanza. Un’organizzazione terroristica che si fa chiamare “The Cell” è responsabile dell’attentato. Rivendicandone l’esecuzione motivando come causa l’Agenzia stessa, colpevole, secondo i terroristi, di essere corrotta fino al midollo e di aver propagato un virus nell’aria in grado di trasformare gli abitanti in terribili mostri mutanti, conosciuti col nome di “Freaks”.

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Come potete vedere, il canovaccio narrativo non brilla certamente per originalità né tanto meno per complessità. E’ chiaramente un mero pretesto per gettarci nell’azione. Prenderemo infatti il controllo di un nuovo agente clonato, guidato dal proprio tutore personale in quello che è un vero e proprio tutorial per prendere confidenza con i comandi e le basi del gioco.

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