Caso singolare, quello della serie Dead Rising. Il capostipite è stato un’importante esclusiva per Xbox 360, uno dei primi prodotti ad inaugurare quell’epoca di tabù infranti dalla piattaforma Microsoft, al punto da porre in prospettiva il ruolo di una zoppicante PlayStation 3. Nel tempo, tuttavia, le vicende del survival horror Capcom si sono fatte molto più acrobatiche. Dead Rising 2 ed il particolare Off the Record arrivarono anche per PS3, mentre il primo capitolo giungeva anche sui lidi di Nintendo Wii con un adattamento incerto. Quando la strada multipiattaforma sembrava spianata, ecco Dead Rising 3 tornare ad essere esclusiva Microsoft per Xbox One e PC, per poi ripresentarsi poco dopo anche su PlayStation 4 con il conclusivo Dead Rising 4.
Un percorso funanbolico per la serie, che ha visto negli anni perdere smalto ed attrattiva, nonostante le premesse iniziali. L’idea di fronteggiare un’apocalisse zombi con mezzi di fortuna, cercando di salvare superstiti senza rinunciare ad una massiccia dose di citazionismo ed umorismo, è presto sfumata a causa di capitoli via via meno ispirati. Cronaca di un decadimento, figlio di scelte commerciali probabilmente avventate e di nuovi concept non molto convincenti. La Capcom del 2024, forte del suo palmarés di incredibili trionfi di critica e pubblico, decide dunque di dare nuova linfa al capitolo migliore della sua IP, tirando a lucido il primo indimenticabile episodio. Scopriamo insieme perché Dead Rising Deluxe Remaster è l’ennesimo centro per l’azienda giapponese.
Il titolo è disponibile in formato digitale per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam dal 19 Settembre. In formato fisico si dovrà invece attendere il prosismo 8 Novembre.
Versione testata: PlayStation 5
Reporter d’assalto
Dead Rising Deluxe Remaster si presenta come una versione riveduta e corretta dell’originale capitolo del 2005, che tuttavia punta a preservare tutte quelle caratteristiche che avevano reso unico l’exploit dell’IP firmata Capcom.
Frank West è un fotoreporter freelance, da sempre a caccia dello scoop della vita capace di dargli fama e gloria. Alcuni imponenti disordini nella cittadina di Willamette in Colorado lo spingono ad indagare. Intuendo che la faccenda sia molto più seria delle apparenze, decide di avvicinarsi al centro dei tumulti in elicottero e di farsi lasciare in prossimita del centro commerciale Willamette Parkview. Si troverà in mezzo ad una invasione di zombi affamati di carne umana. Avrà a disposizione solo tre giorni per far luce sul mistero, per salvare quanti più sopravvissuti possibili e scattare foto da Pulitzer.
Deluxe Remaster ripercorre fedelmente gli eventi del titolo originario, tuttavia offrendo un comparto visivo decisamente migliorato. Dead Rising è stato infatti ristrutturato con il performante RE Engine, motore proprietario Capcom dietro a tutte le recenti produzioni del colosso giapponese. A segnare un deciso upgrade è l’espressività dei volti, con dirette ripercussioni sulla godibilità dell’intera esperienza. Le animazioni sono state anche leggermente rinfrescate (pur preservando la loro matrice goffa), così come l’intera gestione visiva delle folle oceaniche di non morti. I cari zombie sono ancora una volta carne da macello, potendo essere sminuzzati e martoriati in mille modi diversi con ampia gioia dei fan. La stessa palette cromatica vira più sul realismo, mettendo da parte gli eccessi super saturi del titolo del 2005, in favore di soluzioni meno sgargianti.
Ad essere rinnovato è stato inoltre anche il comparto audio. Adesso non solo i dialoghi sono stati registrati nuovamente, ma anche tutti i personaggi sono stati doppiati, sopravvissuti compresi. Per onore della cronaca, alcune variazioni contenutistiche sono state poste in essere proprio sul versante dei dialoghi e delle caratterizzazioni di alcuni personaggi. Si tratta di alcuni casi in cui venivano fatti riferimenti espliciti a battute politcamente scorrette, che adesso sono state rimosse.
Reparto ferramenta
Il centro commerciale è tuttavia il reale protagonista di Dead Rising Deluxe Remaster. Oltre al rievocare palesemente le atmosfere de L’alba dei morti viventi (fun fact: nel 2004 Capcom dovette anche aggiungere un disclaimer sulla confezione retail per non attirare le ire di George Romero… che tempi), il paradiso dello shopping diventa il perfetto parco giochi per Frank West.
Ciò che caratterizza infatti la produzione è la sua natura squisitamente sandbox, in cui potrete esplorare liberamente l’ambientazione per trovare la vostra strada. Potrete seguire le missioni principali, effettuare deviazioni sul percorso, tentare di salvare poveri sventurati, dedicarvi alla fotografia per documentare il massacro oppure divertirvi ad usare una enorme varietà di oggetti diversi (tutti usurabili) per difendervi dai morti viventi. Dead Rising è, oggi come allora, un trionfo splatter a metà tra il serio ed il faceto.
L’esplorazione è un elemento fondamentale dell’impianto ludico, così come il countdown che scandirà la vostra permanenza presso il centro commerciale. Una delle caratteristiche fondamentali di Dead Rising è infatti la necessità di gestire adeguatamente il tempo a disposizione. Le 72 ore concesse a Frank per investigare e portare a casa la pelle dovranno essere ben distribuite tra le diverse attività, portando spesso a complesse scelte tra il salvare il povero malcapitato di turno o soddisfare tempestivamente le richieste di una missione in scadenza.
Si tratta di un equilibrio che funziona ancora a distanza di vent’anni e trasmette un senso di urgenza e sana ansia al giocatore. Tuttavia, esattamente come nel 2004, comprendiamo che possa essere un elemento non facilmente digeribile da parte dei giocatori. Ancora ricordiamo le polemiche legate a questa scelta di gameplay, vista da molti come un requisito fin troppo stringente tale da mortificare l’esuberanza dell’avventura di Frank West. Dal canto nostro, riteniamo tuttora che si tratti di una scelta che caratterizza e rende distintiva l’intera esperienza ludica, permettendo al pubblico di calarsi ancor meglio nel contesto che l’opera Capcom ha inteso tratteggiare.
Dal passato con furore
Il primo Dead Rising non era un gioco perfetto, nonostante il suo successo e lo status di cult, guadagnati in brevissimo tempo.
Oltre alle critiche raccolte per l’onnipresente timer, diversi aspetti apparivano già all’epoca un pò tediosi, finendo per rendere l’esperienza pad alla mano a tratti frustrante. Fortunatamente, la Deluxe Remaster è stata l’occasione perfetta per introdurre i giusti miglioramenti quality of life che rendono questa versione del survival horror indiscutibilmente la migliore possibile.
Anzitutto, la difficoltà generale, piuttosto severa nel titolo originario, è stata ritoccata in modo indiretto. Nessun artificio legato ai nostri avversari mangia cervello, bensì ad essere attenzionata è stata la distribuzione dei punti esperienza (o PP) attraverso l’attività fotografica. Come accennato, Frank in qualità di reporter sarà chiamato a scattare foto assecondando determinate richieste e parametri. Gli scatti giusti porteranno in dote un maggior quantitativo di PP, permettendo una progressione più sostenuta che renderà di converso più gestibile la curva di difficoltà della Deluxe Remaster.
Altrettanto prezioso è stato il lavoro svolto sulla IA dei sopravvissuti. Nel titolo del 2004 si trattava di un aspetto piuttosto controverso, con comportamenti masochisti e deficitari che arrivavano talvolta a compromettere intere run. Adesso la loro gestione per mezzo della nuova Intelligenza Artificiale è decisamente più coerente e resa più affidabile da un inedito sistema di affinità. Grazie a quest’ultimo, gli NPC potranno ottimizzare al meglio le proprie azioni, grazie alla conoscenza delle armi predilette nonché dei cibi preferiti.
In tutto questo, ad essere modernizzato è stato anche il sistema di mira delle armi da fuoco. Perché si, non ci sono solo armi contundenti in Dead Rising, ma anche pistole, fucili e compagnia per i quali dovrete centellinare le munizioni. In quest’ottica complessiva, paradossalmente il titolo è diventato molto più docile e permissivo rispetto al passato. Un prezzo da pagare per rivitalizzare una formula che, tuttavia, continua ad essere molto rispettosa ed aderente all’esperienza originale. Forse anche troppo proprio per i fan più assidui della serie, che potrebbero accusare una certa stanchezza di questa formula, emersa già in occasione degli utlimi due sfortunati capitoli numerati.
Commento finale
Dead Rising Deluxe Remaster è, senza ombra di dubbio, la versione migliore con cui godersi il capitolo iniziale della serie horror Capcom. La nuova veste grafica, i controlli rinnovati ed i miglioramenti quality of life sono al servizio di una rimasterizzazione di ottimo livello che preserva le migliori caratteristiche ludiche del titolo del 2005. In questo senso, qualcuno potrebbe criticare, oggi come allora, alcune scelte legate all’inesorabile timer che scandisce obiettivi e sancisce destini. Allo stesso modo, la riproposizione della struttura sandbox senza novità potrebbe pesare soprattutto a chi aveva visto con malumore ai passi falsi degli ultimi capitoli. Se amate L’alba dei morti viventi, non disdegnate una vena di follia e magari non lo avete giocato quasi vent’anni fa, il ritorno al centro commerciale Willamette Parkview potrebbe essere un’esperienza da non lasciarsi scappare.