Recensione Destroy All Humans! 2 Reprobed

Destroy All Humans! 2 Reprobed non è solo un riadattamento di un videogioco di culto dell’era in cui la timida Xbox si affacciava su un mercato dominato da PlayStation 2. Il titolo, sviluppato da Black Forest Games e pubblicato da THQ Nordic, racchiude infatti in sé tutti i segni, ineludibili e nostalgici, di una stagione videoludica passata.

Solo i gamer con qualche anno sulle spalle possono ricordarsi l’esordio del titolo nel 2006, ben 16 (sedici!) anni fa. Si trattava del sequel dell’originale Destroy All Humans! del 2005, sviluppato dall’allora Pandemic Studios, che avrebbe tristemente chiuso i battenti qualche anno dopo. Erano anni in cui il settore era diverso da come lo conosciamo oggi. Ogni software house riusciva ad affrontare progetti folli con ardore ed un pizzico di incoscienza, anche grazie a costi e tempi di sviluppo notevolmente inferiori a quelli che il settore impone oggi (ma non senza rischi). DAH! era un titolo ludicamente molto modesto ma con abbastanza personalità, pazzia e scorrettezza da ritagliarsi lo status di cult ed originare alcuni seguiti di qualità discendente, fino alla morte del brand.

Brand che è stato riesumato da THQ Nordic in una operazione di remake che ha visto interessare il capostipite due anni fa (la nostra recensione è disponibile qui) e adesso il chiassoso e dissacrante sequel.

Destroy All Humans! 2 Reproved è disponibile per PlayStation 5, Xbox Series e PC (via Steam).

Up up and away.

Versione testata: PlayStation 5


Fraintendimento culturale

Destroy All Humans! 2 Reprobed è ambientato dieci anni dopo gli eventi del primo capitolo. Il Furon che era riuscito a conquistare la Terra, Crypto-137, è morto da tempo. Al suo posto troviamo il clone Crypto-138 che ne ha ereditato le conquiste fino ad assumere il controllo degli Stati Uniti insediandosi come Presidente alla Casa Bianca. Tuttavia, un giorno il KGB abbatte la nave orbitante Furon al di fuori dell’atmosfera terrestre, uccidendo il comandante Orthopox. Crypto-138 si unirà al backup digitale della coscienza del proprio mentore per scoprire i reali obiettivi della Russia.

Inizia così una rocambolesca avventura a spasso tra cinque macro ambientazioni, che spaziano da Bay City (San Francisco) ad Albion (Londra), passando per Takoshima (Tokyo) ed altre sorprese. Una selezione numericamente contenuta ma estremamente variegata e diversificata, grazie alla scelta di spostarsi al di là delle terre americane. Se non avete mai giocato un titolo open world dei primi anni 2000 e siete abituati ai prodotti odierni, potreste rimanere spiazzati dal game design dell’epoca. Come tanti altri titoli, Destroy All Humans! 2 proponeva (e Reprobed propone) mappe sostanzialmente vuote per gli standard attuali: ambienti sandbox più o meno estesi ma senza una particolare interattività, con il compito di fare da sfondo all’azione (o celare collezionabili).

Takoshima è una delle ambientazioni più belle della serie.

DAH!2R si presenta infatti più come un action shooter in terza persona in mappe aperte, che come un classico open world nell’accezione moderna. Crypto potrà contare su armi folli e demenziali per portare morte e distruzione tra gli stolti umani: inceneritori, fulmini ad arco, sonde rettali, poteri cinetici e tanto altro vi spianeranno la strada verso i vostri obiettivi di conquista. Il Furon potrà inoltre contare, laddove discrezione lo richieda, su potere telepatici coi quali indurre comportamenti o per celare la propria identità. E se dovessero servire le maniere forti, il disco volante di Crypto sarà a disposizione. Basta salirci per inaugurare attimi di totale divertimento nonsense, in cui far piovere fiamme dal cielo e, all’occorrenza, raccogliere materiale genetico per ricerche ed upgrade.

Si tratta di un divertimento semplice, figlio di un’era ludica sempre più lontana in cui bastava poco per essere felici… anche a fronte di una ripetitività di fondo (parzialmente mitigata da una buona varietà di obiettivi) e di una struttura ludica che oggi potrebbe sembrare fin troppo basilare.

Ancora oggi, salire sul disco volante di Crypto regala emozioni impagabili.

Oh, contegno!

Il cuore pulsante della serie è sempre stato il tentativo di catturare l’atmosfera da film di fantascienza di serie B.

Il primo capitolo scimmiottava gli anni ’50 con evidenti rimandi a pellicole come Mars Attacks! di Tim Burton, del 1996. Con il secondo capitolo, complice il gap temporale della trama, ci troviamo nel 1969. Essere a cavallo tra gli anni 60 e 70 ha permesso agli sceneggiatori di attingere ad una incredibile quantità di riferimenti culturali.

Bay City è dunque la tipica metropoli della East Coast americana, in cui hippie e santoni predicano la pace e l’amore libero mentre imperversa il clima di sospetto della Guerra Fredda. Albion, d’altro canto, ripropone le tipiche atmosfere della uggiosa Londra solo pochi anni prima del periodo in cui “si é rimasti a corto di benzina, e poi è arrivata la Thatcher, le tasse e gli Spandau Ballet!“.

Infiltrarsi ad un concerto hippie? Niente di più facile.

Proprio le pellicole di Austin Powers rappresentano una evidente ispirazione per i toni di una narrazione esuberante con un protagonista politicamente scorretto. Gli atteggiamenti e le battute di Crypto richiamano palesemente le citate pellicole, uscite (non casualmente) a cavallo tra il 1997 ed il 2002. Ne risulta un umorismo che potrebbe essere considerato fuori tempo massimo dalla sensibilità moderna, soprattutto per il tenore delle battute. Nonostante questo avvertimento, lo humor spigoloso di una volta riesce ancora a strappare sorrisi, soprattutto se ne subite il fascino. Esattamente come per le taglienti ed audaci rasoiate di Mike Myers… l’attore eh, non il serial killer.

Si deve dunque riconoscere al titolo il merito di non prendersi sul serio. I siparietti tra i personaggi son sempre ben elaborati, grazie ad un doppiaggio (in lingua inglese) caricaturale ma ben calibrato. I dialoghi si snocciolano attraverso risposte multiple che veicolano battute e doppi sensi (soprattutto maliziosi) che nulla aggiungono al gameplay, ma che contribuiscono alla spensieratezza dell’esperienza.

Personaggi come Natalya Ivanova incarnano molti cliché di un certo immaginario.

Non t’avevo promesso i fuochi d’artificio?

A differenza del remake del primo capitolo, Reprobed abbandona le console di vecchia generazione per focalizzarsi unicamente su PC, PS5 ed Xbox Series.

La scelta, come prevedibile, premia la resa grafica generale che si sposa con la direzione artistica complessiva. Il gioco è visivamente molto bello da vedere, con colori sgargianti e saturi che si mescolano ad una effettistica marcata e spumeggiante. Crypto lascia dietro di sé detriti fiammeggianti e nuvole di polvere, in un tripudio di rossi scintillanti, verde acidi, blu elettrici e tanto altro. Una decisione sicuramente azzeccata da parte del team di sviluppo che raggiunge un traguardo encomiabile, soprattutto alla luce di un budget molto contenuto.

Visivamente, Reprobed fornisce un piacevole colpo d’occhio.

Budget che inevitabilmente fornisce però anche una causa per un comparto tecnico non impeccabile. Al di là dell’intelligenza artificiale, dalla quale sicuramente non si chiede molto vista la natura della produzione, colpiscono alcuni bug legati alle prestazioni. Il gioco scorre fluidamente per lunghi tratti, salvo scomporsi in occasionali ma evidenti episodi di stuttering. I glitch più fastidiosi hanno luogo tuttavia durante le cutscenes. Capiterà infatti di “perdere” la musica di sottofondo oppure di sentire svanire improvvisamente l’effettistica. Si tratta di problemi che non incidono sul gameplay, ma che rovinano alcuni divertenti siparietti.

La decisione di sviluppare Destroy All Humans! 2 unicamente sulla attuale next gen ha permesso tuttavia di proporre con successo una modalità co-op in split screen. Si tratta di uno dei ricordi più nostalgici del gaming di 20 anni fa. Anni in cui il multiplayer online era ancora appannaggio di pochi e ci si riuniva davanti ad una console con un pad in più e la voglia di stare insieme. La possibilità di giocare l’intera storia in cooperativa locale aggiunge pertanto un extra molto gradito alla produzione.

La coop si sposa bene con un gioco casinista come Destroy All Humans!

Commento finale

Destroy All Humans! 2 Reprobed è la quintessenza di una “operazione nostalgia”. Black Forest Games ripropone il titolo cult di 16 anni fa lustrando il comparto grafico ma mantenendo inalterato il gameplay ed il senso dell’umorismo politicamente scorretto. Gli anni trascorsi pesano sulla formula ludica, senza tuttavia pregiudicare il divertimento nonsense che la produzione continua a saper regalare… a patto di assecondarne la leggerezza, lasciandosi cullare da una dolce malinconia.

7.5

Destroy All Humans! 2 Reprobed


Destroy All Humans! 2 Reprobed è la quintessenza di una "operazione nostalgia". Black Forest Games ripropone il titolo cult di 16 anni fa lustrando il comparto grafico ma mantenendo inalterato il gameplay ed il senso dell'umorismo politicamente scorretto. Gli anni trascorsi pesano sulla formula ludica, senza tuttavia pregiudicare il divertimento nonsense che la produzione continua a saper regalare... a patto di assecondarne la leggerezza, lasciandosi cullare da una dolce malinconia.

PRO

Un viaggio nei ricordi del gaming che fu | Politicamente scorretto come una volta | Pilotare un disco volante è sempre fighissimo

CONTRO

Tecnicamente qualche sbavatura | Formula ludica che sente il peso degli anni | L'umorismo potrebbe non incontrare tutti i gusti

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