Recensione Disgaea 7: Vows of the Virtueless, la via del bushido

Poche titoli possono vantare, nel panorama odierno, una discendenza così densa come Disgaea 7: Vows of the Virtueless. La serie firmata Nippon Ichi, nata soltanto nel 2003, ha infatti visto nel corso della sua storia un elevato numero di iterazioni. Tra capitoli numerati, spin-off e titoli ambientati nello stesso universo narrativo, Disgaea è presto diventata una delle IP più presenti e costanti nel panorama giapponese. Un posto in cui la serializzazione ludica è più forte che in altri mercati mondiali, ma che non sfugge ad un problema universale: il progressivo rischio della carenza di idee. Soprattutto quando il genere (SRPG) è, per sua natura, incline alla stasi.

Disgaea 7: Vows of the Virtueless è, complessivamente, il trentesimo (!) titolo appartenente alla fortunata serie NIS, che aveva mostrato preoccupanti segni di cedimento con Defiance of Destiny. Il sesto capitolo si era infatti rivelato fin troppo stanco e lineare, con ben pochi guizzi capaci di soddisfare i fan affezionati e, al contempo, sedurne di nuovi. Una crisi inevitabile e fisiologica, che tuttavia non ha impedito agli sviluppatori di mettersi nuovamente al lavoro. Il risultato stavolta, fortunatamente, si attesta su ben altri traguardi.

Il titolo è disponibile dallo scorso 3 Ottobre per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.


Versione testata: PlayStation 5


Onore e virtù

Parlare di trama e narrativa in Disgaea è un compito un po’ particolare, soprattutto se si è nuovi della saga. Non potrebbe essere diversamente, in un universo narrativo ambientato principalmente all’interno di dimensioni infernali abitate da personaggi sui generis. La parola d’ordine, in questo caso, è non stupirsi, non farsi troppe domande e, soprattutto, non lanciare a cuor leggero i pinguini.

Vows of the Virtueless è ambientato ad Hinomoto, una delle terre infernali del mondo di Disgaea, ispirato allo stile ed all’estetica del Giappone Feudale. Esattamente come la sua controparte reale, anche tra gli esseri demoniaci vige la regola di condotta onorevole del bushido… o meglio, vigeva. I poteri forti del governo (ma avranno davvero tutte le colpe?) hanno infatti deposto i ferrei principi morali in favore di dissolutezza, distruzione e violenza. Un ambiente niente male per un povero diavolo in cerca di fortuna come Fuji, ma un vero e proprio insulto per la otaku Pirilika, ricca ragazza con l’obiettivo di ripristinare i valori dalla corruzione dilagante. Per farlo, l’imprevedibile duo (grazie ad un contratto troppo frettolosamente sottoscritto) dovrà ricorrere alle leggendarie sette armi demoniache fondatrici. Artefatti così potenti da permettere a chiunque di opporsi alla degenerazione dello shogunato.

C’è poco da lamentarsi Fuji: i contratti bisogna leggerli, prima di firmarli.

In piena aderenza allo stile della serie, la narrativa sposa un gusto per l’esagerazione e la comicità, con situazioni e caratterizzazioni sopra le righe. Non solo la coppia di protagonisti, ma anche tutti i comprimari (e i nemici stessi) sono simpatiche figure capaci di regalare sipari di autentico divertimento… sempre che l’umorismo macchiettistico giapponese sia la vostra “tazza di tè”. Disgaea 7 regala un cast all’altezza dei migliori personaggi della serie, calati in una trama che (neanche troppo velatamente) si spinge anche un pochino al di là del suo intento sardonico per gettare qualche piccola riflessione sulla storia giapponese (soprattutto se ne masticate un po’, noterete diversi riferimenti piuttosto evidenti).

Ovviamente, il merito va equamente diviso dall’intera presentazione della produzione. Se la realizzazione tecnica è stabile (a parte un fastidioso fenomeno di stutter in concomitanza dei salvataggi automatici nell’hub centrale) e le linee guida artistiche della serie continuano ad essere stabili, la direzione generale accoglie con gusto l’estetica del tardo medioevo orientale. Il risultato è un coloratissimo caleidoscopio, capace di evocare suggestioni sotto la lente istrionica di Nippon Ichi. Anche le musiche concorrono nel calare perfettamente i giocatori nel giusto stato d’animo per affrontare un’avventura decisamente lunga ed impegnativa.

Pirilika è un personaggio pieno di risorse.

Armi demoniache e kaiju, what else?

Disgaea 7, da un punto di vista strettamente ludico, preserva le caratteristiche fondamentali della saga. Un RPG di stampo strategico, in cui affrontare una serie di battaglie su un campo di battaglia strutturato a scacchiera. Sarà vostro compito sfruttare ogni risorsa a disposizione per gestire al meglio gli scontri, tenendo conto delle specificità di ciascun alleato ed avversario.

Il core ludico non si discosta dai dettami di un genere consolidati nel tempo (a tal proposito, vi ricordiamo quel classico di Tactics Ogre Reborn): ciò che caratterizza Disgaea è, tuttavia, la sua ricerca della stravaganza e dell’eccesso. Ecco dunque che sarà normalissimo “rompere” il gioco livellando i propri personaggi nell’ordine delle migliaia ed accumulare milioni di punti di danno grazie alle abilità specifiche di oltre quaranta classi… ma anche rivolgersi alla cara vecchia assemblea demoniaca per “far passare” qualche decreto capace di darvi qualche perk interessante, o decidere di far reincarnare i vostri personaggi migliori per incrementare a dismisura le loro capacità.

Milioni di danni… letteralmente.

Disgaea è tradizionalmente un titolo enorme e stratificato: Vows of the Virtueless non fa eccezione ed anzi, decide di introdurre ulteriori novità interessanti.

Anzitutto, le citate armi demoniache fondatrici. Questi speciali artefatti, lungi dal limitarsi ad essere mero equipaggiamento, danno la possibilità di accedere ad un vero e proprio status alterato: la Hell Mode. Dopo aver soddisfatto i requisiti di attivazione, sarà possibile ottenerne tutti i benefici. Tra un maggior numero di EXP ed abilità incredibili, la Hell Mode è una importante risorsa in ogni battaglia.

Ma non finisce qui: Disgaea 7 introduce altresì la Jumbificazione. Grazie a questa funzionalità, sarà possibile ingigantire un personaggio al di fuori della mappa stessa, fino alle dimensioni di un vero e proprio kaiju. In questo status, non sarà possibile muoversi liberamente ma si otterrà la possibilità di spazzare via interi gruppi di nemici o… di combattere ad armi pari con altri nemici jumbificati. Perché si: anche loro possono usare questo trucchetto. E considerando che è possibile ricorre a questa funzione allorquando si subiscono abbastanza danni, è di tutta evidenza come possa diventare una dinamica capace di sovvertire gli esiti delle battaglie.

Ovviamente i danni dei personaggi jumbificati sono molto superiori.

Adorabile complessità

Avrete capito oramai quanto possa essere stratificato Disgaea 7, ma quello che non sapete è quanto DAVVERO può esserlo.

Quanto finora descritto o anche marginalmente accennato, è solo la punta dell’iceberg. Vi basti sapere che gli sviluppatori non si sono accontentati della sola meccanica di reincarnazione dei personaggi (alla quale abbiamo brevemente fatto riferimento), ma hanno esteso la possibilità anche… agli oggetti. Se azzerare un personaggio gli permette, abbastanza intuitivamente, di ripartire da zero con statistiche ed abilità di base più favorevoli, la meccanica con gli oggetti è molto più sottile e folle. Immaginate di avere un pezzo di equipaggiamento con una abilità interessante. Grazie alla reincarnazione potrete preservare tale caratteristica e trasformare l’oggetto in qualcos’altro con nuovi valori aggiuntivi. Continuate all’infinito e potrete avere, armi con una lista infinita di abilità collaterali o oggetti difensivi impenetrabili. Il solo limite è la fantasia.

C’è anche una funzione di auto battle impostando l’IA dei personaggi, ma solo per rigiocare gli stage.

Una volta presa piena confidenza con tutte le meccaniche di Vows of the Virtueless, ci sarà spazio anche per le Ranked Battles. Si tratta di una particolare modalità con la quale potrete misurarvi con i team di altri giocatori. Dovrete, ad esempio, impostare l’intelligenza demoniaca del vostro party, tenere in debita considerazione i vostri avversari e i loro equipaggiamenti, nonché il terreno di gioco, in costante evoluzione nel tempo. Insomma, roba per veri strateghi.

Tutto questo ci conduce a quello che è croce e delizia di Disgaea 7. La sua enorme ricchezza, tanto di meccaniche quanto di variabili, è al tempo stesso galvanizzante e… intimorente. La curva di apprendimento del titolo è ben calibrata, con nozioni che vengono introdotte a piccole dose nel progredire della storia. Tuttavia è inevitabile trovarsi, a tratti, di fronte ad un vero e proprio muro nozionistico di funzioni, che richiede tempo e dedizione per essere scalato. Per quanto il titolo possa tenere per mano i player novizi, è altrettanto evidente che saranno grandemente avvantaggiati i fruitori classici della serie, anche per via di una difficoltà generale da tenere sempre sotto controllo. Insomma: se siete fan del genere, scivolerete in brodo di giuggiole. Se invece siete alle prime esperienze, la sua natura di estrema nicchia e la sua tendenziale tradizionalità vi daranno filo da torcere.

Piccola nota di disappunto infine per la politica relativa ai DLC. Spiace infatti constatare che Disgaea 7 sposa una strategia piuttosto aggressiva in questo senso, con un season pass da quaranta euro… e tutti i relativi contenuti già disponibili al D1. Questi comprendono non solo personalizzazioni estetiche, ma anche ben sette scenari extra con protagonisti i personaggi più famosi della saga. In sé e per sé non siamo contro i contenuti a pagamento, ma quando un titolo, alla release date, ha già tutto pronto e viene messo sul mercato a queste condizioni… beh, a nostro avviso non è bellissimo per i consumatori. La sensazione di avere in mano un titolo “tagliato” è infatti difficile da contrastare, pur potendo contare il gioco stesso di una quantità di contenuti ben oltre la soddisfazione. In breve: Vows of the Virtueless è una figata, la strategia legata ai DLC molto meno.

Anche solo la scelta delle classi può mettere in imbarazzo tanti giocatori inesperti.

Commento finale

Disgaea 7 riesce a risollevare la saga Nippon Ichi dal progressivo torpore degli ultimi capitoli. Pur non rivoluzionando nulla della sua struttura fondamentale, Vows of the Virtueless consolida il meglio delle caratteristiche della saga in un prodotto genuinamente divertente. Nel farlo mischia in un calderone, già per sua natura traboccante, un invitante numero di nuove feature. Tra Jumbificazione e reincarnazione degli oggetti, il nuovo episodio del brand arricchisce la propria complessità, promettendo un numero elevatissimo di ore di sano intrattenimento strategico. Fortunatamente, Disgaea è tornato.

8.4

Disgaea 7: Vows of the Virtueless


Disgaea 7 riesce a risollevare la saga Nippon Ichi dal progressivo torpore degli ultimi capitoli. Pur non rivoluzionando nulla della sua struttura fondamentale, Vows of the Virtueless consolida il meglio delle caratteristiche della saga in un prodotto genuinamente divertente. Nel farlo mischia in un calderone, già per sua natura traboccante, un invitante numero di nuove feature. Tra Jumbificazione e reincarnazione degli oggetti, il nuovo episodio del brand arricchisce la propria complessità, promettendo un numero elevatissimo di ore di sano intrattenimento strategico. Fortunatamente, Disgaea è tornato.

PRO

Il Giappone Feudale è un setting ricco di opportunità | Divertente come da tradizione, sia nel gameplay sia nella esuberante narrativa | Le nuove feature di gameplay stratificano ancora di più l'azione |

CONTRO

Un genere di nicchia, con un approccio ancor più di nicchia | Non rivoluziona né la saga né il genere | Qualche perplessità nel mixing audio |
Danilo Di Gennaro
Danilo Di Gennaro
Viaggiatore nel tempo, utilizzatore della Forza, ex SOLDIER di 1° classe. Accanto ad una passione incrollabile verso il media videoludico da oltre 30 anni, nel tempo mi appassiono quadrimensionalmente a tutto ciò che proviene dal Giappone, nonché a cinema, serie tv, supereroi e molto altro. Allons-y.

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