Push me and then just touch me
Uno degli elementi più importanti di un Music game che si rispetti è la tracklist, da cui dipende nella sostanza, il successo di un titolo di questo tipo. Con un titolo come Dj hero non basta una buona tracklist ma è necessario anche che i mix siano incalzanti e coinvolgenti; per far questo i programmatori hanno deciso di affidarsi, e mai scelta fu più azzeccata, a dj professionisti del calibro di Daft punk e David guetta, solo per citarne un paio, per la realizzazione di mix che spaziano dai Queen a Marvin Gaye passando per Black Eyed Peas e Rihanna senza dimenticare autori più propriamente dance come Benny Benassi e Paul van Dyk, cosi’ assolutamente stratosferici e imprevedibili che vi verrà voglia di acquistare la tracklist del titolo per poterla ascoltare magari in macchina (per la cronaca non esiste ancora). La trasposizione videoludica di questi mix in termini di gameplay è frutto dell’esperienza maturata in altri titoli musicali, anche se dobbiamo dire che è solo a partire dal livello di difficoltà medio che vi sembrerà di stare effettivamente suonando quello che ascoltate. Il sistema di gioco è basato essenzialmente sulle tre gemme colorate che scorrono ciascuna su una pista che rappresenta le tre basi su cui si basa il mix. Il crossfader vi permetterà di silenziare o sovrapporre le due basi esterne (verde e blu) mentre il controller pitch vi permetterà di effettuare distorsioni. La presenza di un piatto girevole naturalmente non è li per caso: tenendo premuto infatti il pulsante richiesto vi sarà possibile effettuare scratch e rewind proprio come su di un vero piatto. Non poteva mancare il pulsante euphoria che vi permetterà di raddoppiare i punti della vostra esecuzione. Possiamo assicurarvi che l’esperienza di gioco già a partire dal livello di difficoltà medio è assolutamente coinvolgente in grado di convincere anche chi queste cose le fa di mestiere ( la prova del gioco effettuata dall’amico dj non potevamo assolutamente mancarla ) .
Man mano che perfezionerete le vostre abilità di Dj saranno sbloccati nuovi mix, nuovi costumi e altri elementi di gioco. A differenza di Guitar Hero non sarà possibile fallire miseramente una traccia, quindi anche non azzeccando nemmeno una combinazione vi sarà comunque possibile terminare l’esecuzione del mix. Non aspettatevi quindi i classici fishi e buu alla GH (forse i programmatori hanno pensato che in una discoteca sono tutti troppo ubriachi per capire quello che state combinando 🙂 ). Cio‘ da un lato risulta meno frustrante soprattutto all’inizio, d’altro canto limiterà il livello di sfida del gioco permettendovi di passare avanti ad un’altra traccia anche se sostanzialmente… siete delle schiappe.
Le tracce sono divise per il genere dominante nel mix. Un singolo evento vi permetterà di suonare tre mix, ciascuno dei quali è formato da 4 canzoni fuse insieme.
Sotto il profilo grafico e stilistico non c’è un granchè da dire, le animazioni sono quelle tipiche della serie Guitar Hero cosi’ come alcuni personaggi del roster che assomigliano evidentemente a quelli già visti negli altri music game dello stesso produttore. Visto comunque l’alto livello di sfida che vi offrirà il gioco questi elementi risultano assolutamente secondari .
Longevità
La longevità di un titolo come Dj Hero è garantita non soltanto dal corposo numero di mix originali inclusi nel disco, ben 93 per un totale di 102 hits, da una difficoltà che al livello massimo è davvero “difficile”! (in più di una occasione abbiamo avuto il sentore di aver fuso il cervello!) ma anche dalla possibilità di giocare in coop con un amico o online con aspiranti dj da tutto il mondo . Se a tutto cio’ si aggiunge il corposo numero di DLC che Activision ha in programma di rilasciare nei prossimi mesi, (Activision ha puntato molto sul titolo a dimostrazione di ciò vi consigliamo di leggere il nostro resoconto della presentazione italiana ricca di vip) si puo’ star certi che l’elevato prezzo iniziale del titolo verrà presto ammortizzato dalle risate in compagnia dei vostri amici. La versione Renegade è oggettivamente troppo cara in rapporto a cosa offre (un turntable più curato e l’attrezzatura per portarlo in giro non valgono 100 euro in più ).
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