Recensione DOOM VFR

Il mondo di DOOM come non lo avete mai visto.

Bethesda, tra tutti i maggiori publisher dell’industria videoludica, è probabilmente quello che ha creduto di più nel successo della VR, tanto da dedicare tempo e risorse nella realizzazione di alcuni titoli di punta per questa periferica.

Giochi, proprio questo il problema principale della tecnologia VR. Pochi sono infatti i titoli che non si limitano ad essere solo “esperienze” ma veri e propri giochi, ancora meno quelli degni di nota o qualitativamente accettabili.

Ma questa volta scende in campo Bethesda che, grazie alla “forza” delle proprie ip, è pronta a farci ricredere con due giochi di tutto rispetto. Stiamo parlando di Skyrim VR, riedizione adattata e fruibile completamente in VR del famosissimo titolo The Elder Scrolls e di DOOM VFR.

Se per il primo il discorso è molto semplice, essendo un porting di The Elder Scrolls V: Skyrim uscito sei anni fa, per DOOM VFR il discorso cambia completamente. Il titolo, dedicato all’altrettanto famosa serie di DOOM non è un porting dell’omonimo uscito lo scorso anno ma è un vero e proprio gioco, pensato e realizzato esclusivamente per il visore di casa Sony.

Proprio di DOOM VFR parleremo nella nostra recensione che, in un modo o nell’altro, ci ha donato nuova speranza per il settore della VR, pur non senza alti e bassi ed alcuni fastidiosi compromessi del caso. Curiosi di sapere cosa ci è piaciuto e cosa non? Scopritelo nella nostra recensione!

Adrenalina allo stato puro

Prima di mettere mano (e testa, in questo caso) al gioco eravamo alquanto dubbiosi circa una edizione in realtà virtuale per DOOM. Lo sparatutto id Software è da sempre uno degli fps più frenetici e veloci in circolazione, caratteristiche che, nel contesto della VR, potrebbero facilmente creare malessere negli utenti. Fortunatamente sotto questo punto di vista il gioco gira perfettamente ed in modo fluido, limitando difatto al minimo il rischio di Motion Sickness. Personalmente ho riscontrato “problemi” esclusivamente durante le prime fasi di gioco, per poi adattarmi e proseguire l’avventura tranquillamente.

Avventura che purtroppo in DOOM VFR non spicca certamente per originalità. Come nel capitolo dello scorso anno vi ritroverete su una struttura dell’UAC, situata su Marte, nei panni dell’unico sopravvissuto umano. In poco tempo assisterete inermi alla vostra morte e, per qualche misterioso motivo, l’anima del povero malcapitato si installerà in una IA robotica che da quel momento in poi diverrà il vostro nuovo corpo. La missione è semplice, liberare la stazione dalla presenza demoniaca e rispedirli tutti all’inferno. Questa sostanzialmente è la trama del gioco, divertente si ma che, in fin dei conti, risulta meramente accessoria e poco profonda.

Altro punto decisamente a sfavore è sicuramente la durata dell’avventura principale. Il gioco è suddiviso in livelli (per un totale di sette) e per superarli tutti e giungere ai titoli di coda difficilmente impigherete più di 3/4 ore. Una durata non eccezionale, in parte bilanciata con il prezzo budget con il quale il prodotto viene venduto. Resta comunque buona la rigiocabilità, data soprattutto dagli immancabili segreti da scovare disseminati nei livelli, in pieno stile DOOM. Buono anche il livello di sfida che, grazie alle numerose opzioni disponibili, si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di giocatore.

Il potere è nelle vostre mani.

DOOM VFR da il meglio di sè grazie proprio al suo gameplay, vero marchio di fabbrica e punto di forza della serie. id Software, per venire incontro alle esigenze di ogni giocatore, ha implementato nel suo titolo ben tre tipologie di controlli differenti. Sarà quindi possibile utilizzare i due PlayStation Move, il classico Dualshock 4 e persino il recente Controller Aim.

Tutte le configurazioni sopra citate hanno però una caratteristica comune: la possibilità (e a volte la necessità) di  spostarsi nello scenario tramite il teletrasporto. Questo sistema non è particolarmente amato dai giocatori ma gli sviluppatori, in modo molto intelligente, sono riusciti ad implementare alla perfezione questa meccanica all’interno del gameplay.

Dopo che avrete recato abbastanza danni ai vari demoni sarà infatti possibile teletrasportarcisi contro per vederli esplodere in mille pezzi. Una trovata carina che va così a colmare la mancanza delle brutali esecuzioni viste nel precedente capitolo.

Utilizzando i PlayStation Move i movimenti non saranno liberi ma sarete costretti a spostarvi per lo scenario tramite il teletrasporto. Questa limitazione rende di fatto i Move la scelta peggiore per godere appieno di un titolo frenetico come questo.

Discorso inverso invece per quanto riguarda il Dualshock 4 ed il Controller Aim, entrambi funzionali ma, anch’essi, non privi di difetti.

Utilizzando sia il Dualshock che l’Aim Controller non avrete infatti  alcun problema per quanto riguarda i movimenti, gestibili tramite le levette come qualsiasi altro titolo.

L’unica limitazione, per quanto riguarda il pad,  è data dal sistema di puntamento strettamente collegato in questo caso alla posizione della vostra testa.

Tecnicamente superbo

Possiamo tranquillamente definire DOOM VFR il miglior gioco, tecnicamente parlando, disponibile per PlayStation VR. Nonostante gli evidenti limiti tecnici della periferica Sony, la resa grafica generale del titolo appare ben definita e tutto sommato pulita.

Purtroppo ci saremmo aspettati qualcosa in più per quanto riguarda il level design, con asset presi di pari passo e riciclati dal titolo precedente. Buona invece la realizzazione delle bocche di fuoco e degli intramontabili nemici.

Ottimo infine anche il comparto sonoro, con musiche incalzanti che seguono perfettamente lo svolgimento dell’azione, aumentando di intensità nelle situazioni più concitate.

Segnaliamo infine la possibilità di sbloccare (raccogliendo dei collezionabili disseminati lungo la campagna principale) una divertente modalità extra che vi permetterà di giocare alcuni livelli iconici dei DOOM classici totalmente in VR. Aggiunta sicuramente interessante che farà felici principalmente tutti i fan di vecchia data del franchise.

Conclusione

Bethesda con il suo spin-off  DOOM VFR ha ampiamente dimostrato le vere potenzialità della VR, realizzando un titolo che, nel complesso, non ha nulla da invidiare ai titoli principali della serie. Nonostante alcuni limiti tecnici, una durata non eccezionale e la mancanza di qualsiasi modalità multigiocatore, crediamo che “l’esperimento” da parte di Bethesda sia ampiamente riuscito, soprattutto in virtù del prezzo contenuto al quale il gioco è disponibile.

Se siete possessori di PlayStation VR e siete amanti degli sparatutto ed in particolare del titolo id Software questo DOOM VFR è sicuramente un acquisto imprescindibile.

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Luca Farnesi
Luca Farnesi
Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, cresciuto insieme a Nintendo e Playstation, considera il videogioco come la forma di intrattenimento perfetta. Nutre un profondo interesse verso il Giappone, sperando di poterlo visitare il prima possibile. Oltre ai videogiochi coltiva la passione per gli Anime e Manga, un completo nerd praticamente!

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