Recensione Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, il ritorno roguelite dei fratelli Lee

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons segna l’inatteso ritorno di un brand storico. Il suo annuncio risale infatti ad appena una manciata di settimane fa, nella sorpresa generale dei fan della serie. Un pubblico che si era oramai rassegnato, di fatto, alla scomparsa del beat’em’up a scorrimento nato 36 anni fa, dopo il controverso Double Dragon IV del 2017. Una fortuna in fase calante per l’IP che, dopo i leggendari capitoli per NES, è andata sbiadendosi negli anni col passare delle generazioni videoludiche. Addirittura, l’ultimo episodio quantomeno decoroso risale ad una decade fa, con il tentativo di reboot proposto da Double Dragon Neon sotto egida Arc System Works (i nuovi detentori dei diritti dal 2015).

Estate 2023. Oggi possiamo incredibilmente tornare a menare le mani con una nuova iterazione della serie, con un capitolo affidato al team singaporiano Secret Base Pte Ltd. Lungi dal proporre un mero picchiaduro a scorrimento senza grosse pretese, gli sviluppatori hanno deciso invece di riversare nel loro piccolo progetto una lodevole quantità di idee: a partire da un’inedita ibridazione con elementi roguelite.

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons è disponibile dal 27 Luglio per PC (via Steam), Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5.

Pronti a tornare sulle strade con i due dragoni?

Versione testata: PlayStation 5


Botte da orbi… in pixel art

Se c’è una cosa in cui i beat’em’up a scorrimento non brillano, è l’antefatto narrativo. E Double Dragon Gaiden onora questa tradizione.

Anno 199X. Una guerra nucleare ha devastato New York City. I cittadini sopravvissuti lottano per sopravvivere, tra rivolte e bande criminali che lottano per il controllo dei territori. Un giorno, la giovane Marian viene aggredita: non essendo più disposti a sopportare tutto questo, i giovani Billy e Jimmy Lee si assumono la responsabilità di cacciare via le bande dalla loro città.

Rise of the Dragons racconta dunque l’ascesa dei fratelli Lee nei confronti della loro malridotta società, ad emblemi di giustizia e libertà. Uno status da raggiungere, ovviamente, a suon di pugni e calci. Che novità, eh? Ma va benissimo così.

Abbiam detto pugni e calci? Vabè, anche un bel bazooka aiuta.

Il biglietto da visita di Gaiden è una pixel art a base di colori saturi, una colonna sonora rockeggiante ed un character design che sposa lo stile “super deformed”. Una scelta stilistica, quest’ultima, che si allontana dalla tradizione della serie e che potrebbe quasi essere scambiata per una volontà di abbracciare un pubblico più giovane. Un’impressione che dura molto poco, ve lo assicuriamo.

Al di là del nuovo design dei personaggi storici della serie, Rise of the Dragons conserva in sé lo stesso spirito che ha reso storica la serie. Un gameplay intuitivo e ricco di mosse diverse si intreccia con una delle novità della produzione: la possibilità di controllare un secondo personaggio. Ciascun player può infatti controllare un tag team di personaggi, liberamente scelti tra quelli disponibili. La scelta apre le porte ad un sistema di combattimento incredibilmente dinamico, capace di permettere combo tra i diversi personaggi, nonché foriero di scelte tattiche. Alcuni nemici, infatti, potrebbero essere più semplici da gestire con personaggi rapidi, mentre con alcuni gruppi nemici la potenza dei lottatori più massicci può essere la chiave di lettura preferibile.

Siete liberi di affrontare le quattro missioni disponibili nell’ordine che preferite… ma la scelta ha una conseguenza.

Il mio regno per altri gettoni!

Il sistema di combattimento dunque funziona e diverte, grazie alle sua capacità di risultare sempre fresco e diversificato grazie all’elevato numero di possibili combinazioni tra abilità, mosse speciali e personaggi diversi. Ma l’altra vera novità riguarda la struttura stessa del titolo, che abbraccia caratteristiche da roguelite.

Nel corso dell’avventura, raccoglierete infatti denaro sonante. Lungi dall’essere un indicatore di punteggio, la valuta di Gaiden rappresenta il vostro portafoglio con il quale finanziare anzitutto gli upgrade temporanei dei lottatori. In pieno stile roguelite, infatti, dopo ciascun stage, avrete la possibilità di acquistare un miglioramento (attivo o passivo) che vi accompagnerà per tutta la run. Occhio però a non esaurire ogni moneta. Infatti, i dollari sono altresì necessari per poter rivitalizzare i personaggi di fronte alla sconfitta. Se all’inizio il prezzo per un “try again” sarà modesto, la spesa si alzerà progressivamente con le morti… e ci saranno, soprattutto nelle fasi finali.

A seconda del vostro stile, alcuni upgrade possono essere essenziali, mentre altri trascurabili.

Il ko dei personaggi, tuttavia, non segna necessariamente la fine. Potrete infatti decidere liberamente se spendere i vostri risparmi in “continua” oppure convertire il denaro in vostro possesso in gettoni. Questi ultimi sono la valuta secondaria di Double Dragon Gaiden e trova due impieghi. Anzitutto, essi subentrano al denaro nel momento in cui lo esaurirete per rivitalizzare i personaggi. Avete finito i soldi e non riuscite più a ripristinare la partita? Beh, potete sacrificare qualche gettone ed avere una nuova possibilità. Secondariamente, potrete investirli nello sbloccare i contenuti segreti del titolo, di cui vi parleremo dopo.

Le due valute ingame funzionano dunque in sinergia, grazie ad una interconnessione che spinge il giocatore ad accumulare al massimo la ricchezza durante il gameplay, per poter potenziare i personaggi o, in alternativa, accumulare gettoni per la prossima run.

Accumulare denaro è, a sua volta, strettamente vincolato alle prestazioni di combattimento. Tenere alto il contatore delle combo è indubbiamente utile, ma è nella realizzazione degli Special KO che risiede il segreto per raccogliere ingenti somme. Tali abbattimenti speciali si verificano ogni qualvolta il nemico viene sconfitto con una mossa speciale (o utilizzando un’arma). Tuttavia, se riuscirete a mettere al tappeto almeno tre nemici con un solo colpo, potrete beneficiare di un bonus Crowd Control. Questo si traduce non solo in fiumi di monete, ma anche nel rilascio di cibo col quale rimpinguare la salute dei personaggi. Ma indovinate un po’? Se sarete così bravi da tenere la vita sempre ad alti livelli, le pietanze si trasformeranno in ulteriore denaro. Insomma: più sarete bravi, più sarete ricchi.

Tutto perfetto? Purtroppo no. Il level design è infatti molto deludente, sia strutturalmente, sia per varietà di ambientazioni. Inoltre, le fasi platform sono terribili ed emerge l’inadeguatezza di un sistema orientato all’azione piuttosto che ai salti tra piattaforme ristrette. Un peccato insomma, per un titolo altrimenti difficilmente criticabile dal lato del game design.

Gli Special KO danno più denaro, e sfruttare il bonus Crowd Control aumenta vertiginosamente il drop delle monete.

Gaiden, ancora una partita e smetto

Rise of the Dragons, insomma, si rivela un’esperienza divertente, gratificante ed inaspettatamente profonda grazie ad un perfetto sodalizio con gli elementi roguelite.

Le scelte degli sviluppatori rendono inoltre il titolo ben più longevo della sua durata apparente. Se per raggiungere i titoli di coda si impiega circa un’ora e mezza, questa stima può decuplicarsi grazie alla rigiocabilità e ad idee piuttosto funzionali.

Non solo per vedere tutti gli stage e per sconfiggere ogni boss dovrete affrontare l’avventura in almeno quattro ordini diversi, inoltre sarete invogliati a continuare a completare la campagna grazie alla generosa quantità di sbloccabili. I vostri sudati gettoni saranno a disposizione per accedere a ben nove personaggi extra (oltre ai quattro del roster di partenza) e decine di musiche ed artwork. Soprattutto i nuovi combattenti rappresentano un plus non indifferente, permettendovi di continuare a sperimentare il sistema di combattimento e trovare il tag team dei vostri sogni.

I personaggi da sbloccare hanno stili di gioco molto diversi dai personaggi introduttivi.

Nonostante Rise of Dragons può legittimamente godere della “sindrome da cabinato” (aka, ancora una partita e smetto), dobbiamo ammettere che qualcosa dell’offerta ludica non ci ha pienamente convinto.

Una volta finito il titolo, infatti, al di là degli sbloccabili e della voglia di approfondire il gameplay non avrete tante altre motivazioni per ripercorrere l’avventura. L’endgame in sé e per sé appare dunque piuttosto scarno, sicuramente migliore di quanto visto in Jitsu Squad ma ben lontano dalle ricche idee proposte da Street of Rage IV e Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, che continuano a rappresentare saldamente i più fulgidi esempi di come realizzare un beat’em’up negli anni ’20. In questo senso, Double Dragon Gaiden propone un piatto decisamente meno luculliano, che lascia un po’ di amaro in bocca. Come se gli sviluppatori abbiano centrato le idee di game design a scapito di quello che vi ruota attorno e contribuisce alla ricchezza dell’offerta ludica. Un altro esempio? L’assenza di una modalità online: il titolo è infatti affrontabile in coop solo localmente. Una scelta anacronistica nel 2023, figlia probabilmente di un budget non così generoso.

Tolto il divertimento di usare gli altri personaggi, non ci sono poi molti motivi per continuare a giocare una volta visti i due finali.

Commento finale

In maniera del tutto impronosticabile fino a qualche mese fa, la storica serie dei fratelli Lee si riaffaccia al panorama videoludico con Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons. Sebbene i livelli recentemente raggiunti dalla concorrenza siano ancora fuori portata, il capitolo sviluppato da Secret Base Pte Ltd sorprende con un gameplay magnetico ed ingegnosissime introduzioni mutuate dal mondo roguelite. Ne emerge un beat’em’up a scorrimento gagliardo e molto divertente, anche al netto di alcune evidenti problematiche (su tutti, il level design e l’assenza di una modalità online). Con questa consapevolezza, Gaiden farà sorridere (finalmente e dopo tantissimi anni) i fan della saga e non solo.

7.8

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons


In maniera del tutto impronosticabile fino a qualche mese fa, la storica serie dei fratelli Lee si riaffaccia al panorama videoludico con Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons. Sebbene i livelli recentemente raggiunti dalla concorrenza siano ancora fuori portata, il capitolo sviluppato da Secret Base Pte Ltd sorprende con un gameplay magnetico ed ingegnosissime introduzioni mutuate dal mondo roguelite. Ne emerge un beat'em'up a scorrimento gagliardo e molto divertente, anche al netto di alcune evidenti problematiche (su tutti, il level design e l'assenza di una modalità online). Con questa consapevolezza, Gaiden farà sorridere (finalmente e dopo tantissimi anni) i fan della saga e non solo.

PRO

Combat system dinamico e divertente | Gli elementi roguelite sono introdotti in maniera efficace | Gli sbloccabili aumentano la longevità |

CONTRO

Il level design è abbastanza banale e fin troppo piatto | Le fasi platform soffrono l'imprecisione dei salti | Se non vi affascina il loop ludico, vi stancherà presto |

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