Recensione Dragon’s Dogma Dark Arisen

Diamo di nuovo la caccia al drago!

Capcom da più di un anno ci ha abituato a veder riproposte in varie remastered, più o meno riuscite, alcune delle sue ip di maggior successo. Dapprima è stato il turno della serie di Resident Evil (rispettivamente con le remastered dei capitoli 4,5,6, e più recentemente del primo Revelations), per poi passare anche all’altra saga dedicata agli zombie, molto più “caciarona”, di Dead Rising (con i primi due capitoli, oltre al capitolo Off the record.) Ora, a più di 5 anni di distanza dalla sua pubblicazione originale, Capcom ripropone anche sulle console di “current gen” una delle sue ip migliori, ma allo stesso tempo sottovalutata, specialmente da noi occidentali. Stiamo parlando di Dragon’s Dogma, particolare RPG, per l’epoca anche innovativo, che giunge su PlayStation 4 e Xbox One nell’edizione denominata Dark Arisen, grazie all’aggiunta dell’omonimo DLC al suo interno. Disponibile già da qualche giorno, Dragon’s Dogma Dark Arisen ritorna quindi in una versione migliorata, grazie ad un comparto tecnico rivisitato, che dona una maggior “pulizia” generale, ma certamente non rivoluzionario.

Addio, vita da pescatore!

La narrativa non è mai stato il punto forte della produzione, ma anzi, quasi fino alla fine della nostra avventura, sembra scivolar via velocemente tra una miriade di quest secondarie da poter intraprendere. Ma andiamo con ordine; il gioco ci mette nei panni di un umile pescatore (completamente personalizzabile grazie ad un buon editor) che da li a poco vede la sua vita cambiata completamente. Il pacifico villaggio di Cassardis, nostro luogo natale, viene infatti scosso da un improvviso quanto feroce attacco da parte del drago Grigori, che genera caos e distruzione. Il nostro avatar, incurante del pericolo, si scaglia coraggiosamente contro il drago, uscendone però facilmente sconfitto. Grigori, apprezzando il coraggio mostrato dal nostro eroe, estrae dal suo petto il cuore, ingoiandolo, rendendolo così di fatto un Arisen, ovvero il prescelto che avrà il compito di dare la caccia al drago per l’eternità. Da quel momento in poi, saremo chiamati ad intraprendere un pericoloso viaggio che ci porterà in giro in lungo e in largo per tutto il territorio “medievaleggiante” di Gransys. Nonostante una storia quindi non propriamente eccezionale ( che comunque risulta piacevole), Dragon’s Dogma punta tutto su altri fattori, (alcuni più riusciti ed altri meno) che lo rendono un RPG veramente immenso.

Impossibile invece non parlare della qualità dell’espansione Dark Arisen, che, nonostante la storia creata sia più breve dell’originale, risulta allo stesso tempo meglio narrata, più coinvolgente e meglio strutturata.

Lunga la via percorsa dall’Arisen..

Sicuramente il punto forte di Dragon’s Dogma è il gameplay; fin da subito avremo la possibilità di esplorare l’intera regione di Gransys grazie ad un vasto open world, pur non esente da difetti. Fortunatamente con l’aggiunta dell’espansione Dark Arisen è stato parzialmente colmato uno degli elementi critici del titolo, ovvero gli spostamenti da zona a zona. Grazie ad una serie di cristalli, posizionabili in determinate aree, potremo infatti ridurre al minimo il backtracking, permettendoci così dei trasporti rapidi e meno estenuanti.

Oltre all’esplorazione, un punto chiave del gameplay sono i combattimenti; Con un combat system a metà tra un action ed un RPG, avremo la libertà di scegliere tra varie classi disponibili (inizialmente 3, per un totale di 9), ognuna con il proprio set di abilità, passive e attive, che potranno essere utili a seconda dei nemici che andremo a scontrare. Nemici che risultano essere veramente tanti, vari, e quasi tutti realizzati splendidamente, sia graficamente che per moveset, capaci di rendere anche gli scontri più “banali” combattimenti estremamente coreografici ed appaganti, soprattutto alle difficoltà maggiori.

Parlando appunto del gameplay, è impossibile non citare la presenza delle pedine, ovvero mercenari al servizio dell’ Arisen, controllati dall’IA, che potranno diventare dei veri e propri compagni arruolabili nel nostro party. Il giocatore inoltre poco dopo l’inizio del gioco dovrà creare la sua personale pedina, così da avere un supporto concreto per il resto dell’avventura. Ed è qui che entra in gioco il particolare multiplayer asincrono del gioco, forse uno dei migliori mai realizzati. Ad accompagnare il nostro avatar e la nostra personale pedina, potremo infatti aggiungere altri due personaggi al nostro party, utilizzando due pedine create da altrettanti utenti online. Cosi come potremo utilizzare le pedine degli altri, anche la nostra potrà essere chiamata in azione dagli altri giocatori. Questo sistema permette così di ottenere vantaggi che miglioreranno esponenzialmente l’esperienza di gioco; le pedine, soprattutto in battaglia, in base alle loro “ esperienze” (ovvero missioni affrontate con altri utenti) potranno fornirci informazioni utili e consigliarci strategie vincenti da adottare, oppure durante le missioni potranno suggerirci la cosa giusta da fare per portarle a termine. Un sistema di gioco niente male, che, nonostante sia rimasto pressoché invariato, risulta ancora una volta convincente e ben realizzato, capace di donare al giocatore un buon senso di progressione.

Il titolo è veramente vasto, solido e capace di tenervi occupati per un buon numero di ore, grazie ad una grandissima serie di missioni secondarie, oggetti di equipaggiamento da raccogliere e segreti sparsi per la mappa di gioco.

Poca fatica, massima resa

Passiamo all’elemento che va preso maggiormente in considerazione quando si tratta di una remastered, ovvero, il comparto tecnico. Pad alla mano, l’effetto generale che si ha è sicuramente buono, ma non eccelso. Il gioco viaggia tranquillamente sui 30 fps (a differenza della versione PC a 60), comunque stabilissimi e durante la nostra prova, a differenza delle versioni “old gen”, non abbiamo mai riscontrato alcun calo, anche nelle situazioni più caotiche e concitate. Questa remastered inoltre presenta dei caricamenti in-game estremamente veloci e la scomparsa totale delle fastidiosissime bande nere che apparivano ai lati dello schermo durante i filmati, elementi di contorno ma che rendono ancora più godibile l’immersione nel titolo. In fin dei conti buono anche il lavoro svolto sulla grafica del titolo, dove si notano ora texture più definite (pur non nascondendo la loro natura old gen) ed un sistema di illuminazione completamente rivisto, che dona una maggiore “realtà” agli ambienti sia di giorno che, specialmente, di notte.

Resta invariato invece il comparto audio, con alcune musiche veramente ispirate che si fondono a meraviglia con i rumori ambientali che ci accompagneranno durante le nostre lunghe camminate per tutto il regno di Gransys. Infine segnaliamo come nota positiva il prezzo budget a cui Dragon’s Dogma Dark Arisen viene attualmente venduto nei negozi fisici e digitali, rispettivamente a 29.99€ e 24,99€.

Commento finale

Siamo di fronte ad una remastered abbastanza “pigra”, senza infamia e senza lode da parte di Capcom; poche le migliorie apportate al titolo (esclusivamente a livello visivo grazie a nuove texture e ad un sistema di illuminazione completamente rivisto), ancor meno le novità che si traducono nella ottima, seppur sola inclusione del DLC Dark Arisen al pacchetto ludico di base. Nonostante siano passati oltre 5 anni dalla sua pubblicazione, Dragon’s Dogma Dark Arisen è invecchiato davvero bene, restando senza ombra di dubbio uno dei miglior RPG della scorsa gen. Grazie anche al prezzo budget a cui viene riproposta questa nuova riedizione, ne consigliamo l’acquisto a tutti gli amanti del genere, ma anche a coloro che semplicemente per un motivo o per un altro non hanno avuto l’occasione di giocarlo sulle console della precedente generazione.



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