Recensione Enslaved: Odyssey To The West

enslaved_thumbI Ninja Theory sono tornati in una forma smagliante

Versione testata Playstation 3.

Uno degli studi di sviluppo certamente più promettenti degli ultimi anni è Ninja Theory, una software house inglese riuscita nell’intento di farsi notare ormai circa tre anni fa con la creazione di Heavenly Sword, un action-adventure esclusiva PlayStation 3 con combattimenti tipici degli hack’n’slash accolto molto positivamente da critica e pubblico, sia per quanto riguarda il titolo in sé sia in particolare per la cura avuta dagli sviluppatori nella creazione dei personaggi attraverso il motion capture ed in generale del comparto grafico.

Da allora è passato molto tempo ed i Ninja Theory, come affermato dallo stesso Tameem Antoniades, sono cresciuti, hanno una maggiore esperienza ed una certa visibilità, tanto da ricevere da parte di Capcom il difficile compito di creare un capitolo che segni un nuovo inizio per la saga Devil May Cry (DmC).

E’ tuttavia prima della suddetta rivelazione che nasce l’idea di creare il titolo di cui parleremo adesso, Enslaved: Odyssey To The West, anch’esso un action-adventure questa volta sviluppato per il multipiattaforma e distribuito da Namco Bandai.

Cerchiamo insieme di comprendere se questo secondo lavoro dei Ninja Theory sarà all’altezza dei canoni a cui ci ha abituato la software house con il precedente ottimo lavoro.

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