Recensione Enslaved: Odyssey To The West

Un perfetto misto di generi

Iniziata l’avventura e presa dimestichezza con i comandi si nota subito come il sistema di gioco è tipico degli action-adventure del momento, con i vari nemici che con l’avanzare negli ambienti ci si pareranno davanti per essere inevitabilmente sconfitti.

Tuttavia come ovvio il gameplay non si limiterà a questo. Il titolo infatti varierà continuamente da fasi di combattimento, esplorazione degli ambienti per proseguire ad altre fasi nelle quali dovremo risolvere degli enigmi per arrivare alla zona successiva. Ed è proprio qui che troviamo una delle principali caratteristiche del gioco. Come detto, infatti, Monkey non sarà solo e dovrà ovviamente pensare anche alla partner Trip. Ci troveremo così a dover effettuare particolari azioni per liberare la strada alla nostra compagna, oppure attraversare un luogo pieno di mine anti-uomo portandola sulle spalle o ancora semplicemente collaborare per risolvere alcuni enigmi che altrimenti ci impedirebbero di proseguire nel corso dell’avventura, questo tanto per far capire che la bella Trip non sarà certo solamente un peso ma saprà rendersi utile in molte occasioni.

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Durante poi le fasi di esplorazione per così dire, in solitaria, avremo a che fare con un personaggio, appunto Monkey, ricreato in modo da essere molto forte e soprattutto agile, tanto da poter scalare zone apparentemente insormontabili, spiccare balzi niente male ed in generale attaccarsi a sporgenze, appigli vari e così via. In questo senso, se proprio vogliamo trovare un difetto, può essere notato come le suddette fasi di esplorazione condite da acrobazie del protagonista siano relativamente semplici da portare a termine, questo ad esempio a causa dell’impossibilità di cadere da zone eccessivamente alte a causa di salti errati e dal fatto che una volta arrivati al bordo di una sporgenza non si potrà erroneamente cadere di sotto, a meno di non volerlo.

Molto divertenti poi alcune sessioni di gioco nelle quali ci troveremo ad utilizzare una sorta di tavola per muoverci sia sulla terra contro alcuni nemici, che in mare in stile surf.

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Per quanto riguarda poi i combattimenti, si svolgeranno ovviamente contro robot di diverse dimensioni e potenza con caratteristiche differenti l’uno dall’altro; troveremo infatti particolari robot pericolosi negli scontri frontali, altri in grado di combattere più agilmente ed altri ancora che utilizzeranno mitragliatori ed in generale armi, che in alcuni casi tra l’altro potremo utilizzare a nostro favore. In generale va comunque detto che l’intelligenza artificiale sarà abbastanza nella media, anche se la maggior parte degli scontri, almeno scegliendo la difficoltà media, non riusciranno a creare particolari problemi. Discorso differente per quanto riguarda i boss presenti, solitamente robot con particolari abilità da combattimento in genere duri a morire, i quali richiederanno tecniche differenti per essere sconfitti, ed in alcuni casi persino quella che potremmo definire una collaborazione a distanza tra Monkey e Trip, o l’utilizzo dell’ambiente circostante.

Tornando un attimo agli scontri con i vari avversari, non si può non parlare della indispensabile arma a disposizione del nostro protagonista. Si tratta di un apparentemente normale bastone che, nelle mani di Monkey, potrà diventare pericoloso e letale per chiunque si troverà di fronte a noi. In tal senso va anche sottolineata la possibilità, come consuetudine in questo genere di giochi, di aumentare le caratteristiche e del protagonista e dell’arma. Infatti una volta sconfitti i nemici, riceveremo in cambio delle particolari sfere, utilizzabili poi, grazie alle conoscenze informatiche di Trip, per potenziare diversi aspetti; potremo infatti acquistare potenziamenti per la salute facendo così aumentare la barra energia, o ancora incrementare la resistenza ai colpi subiti, senza dimenticare poi il caro bastone allungabile, per il quale potremo comprare potenziamenti e persino particolari mosse e combo più pericolose per gli avversari.

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Degni di nota saranno poi le ambientazioni che ci troveremo ad esplorare. Come detto, infatti, ci muoveremo in una sorta di mondo post-apocalittico con edifici ed in generale luoghi una volta abitati da esseri umani, ora in rovina e completamente immersi nel verde. Ebbene questi luoghi saranno caratterizzati da una grande cura nei dettagli e da visioni spettacolari e panorami mozzafiato che si lasceranno ammirare con estremo piacere. Per la maggior parte comunque si tratterà di ampi spazi aperti con qualche casupola, vecchie città semi-distrutte e via discorrendo.

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Per finire una menzione speciale la merita il multiplayer, o per meglio dire la mancanza del multiplayer. Si perché questa nuova fatica dei Ninja Theory non possiede alcuna modalità del genere, e a dirla tutta non se ne sente neanche tanto il bisogno. L’avventura principale infatti risulterà essere completa senza l’ausilio di qualsivoglia modalità del genere, facendo vivere l’intera esperienza che il gioco potrà offrire nella modalità singolo giocatore, e questo più che un difetto è da considerare un pregio e perché no un esempio da seguire per altre software house del settore.

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