Recensione Fable III


Viva la Rivoluzione

La trama che ci proietta nel fantastico mondo creato dal visionario Molyneux narra che cinquant’anni fa Albion dovette affrontare la crisi più grave della sua storia. L’eroe che salvò le verdi terre dalla distruzione ormai è deceduto e il suo erede naturale, Logan, governa il regno con il pugno di ferro, opprimendo la popolazione con tasse ingiuste e costringendo i minori a lavorare nelle sue fabbriche, simbolo ormai dell’industrializzazione che ha preso piede in Albion. Ovviamente il popolo mormora e la parola rivoluzione ha cominciato a farsi sentire sempre di più tra la gente scontenta e ridotta alla miseria. A noi giocatori l’arduo compito di guidare il popolo a rovesciare il regno spietato e deporre l’attuale re Logan.

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Un nuovo Eroe

All’inizio del gioco ci viene chiesto se vogliamo interpretare il fratello o la sorella di Logan, rispettivamente principe e principessa. Tale scelta si rivela puramente estetica e non influenza il prosieguo del gioco. Dopo la scelta dell’eroe eccoci alle prese con i primi problemi causati dal nostro malvagio fratello. Costretti a fuggire dal castello, è doveroso guadagnarci la fiducia delle varie tribù e popolazioni locali per poter così assemblare un esercito in grado di guidare la rivoluzione. La prima parte del gioco trascorre così, visitando in lungo e in largo le varie location di Albion per stringere alleanze con i suoi abitanti e siglare accordi da mantenere una volta spodestato Logan e saliti al trono. L’incedere della trama è piuttosto lineare e non compie mai un balzo inatteso verso vette più elevate.

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