Una sfida eterna.
Come ogni anno si ripete la sfida fra i due rivali calcistici per eccellenza: Pro Evolution Soccer 2018 (che abbiamo recensito qualche settimana fa) e FIFA 18. Come abbiamo già analizzato nel nostro confronto, i due titoli concettualmente sono orientati verso lo stesso risultato, ovvero offrire un titolo calcistico, divertente, ricco di contenuti e fedele o quasi a quanto accade sui campi di calcio reali. Il concetto è quindi lo stesso, ma l’idea alla base è diametralmente differente. PES 2018, ha mantenuto quella sua indole arcade, con giocate più semplici (anche se più ragionate) da realizzare e pochi, ma utili, tatticismi, il che lo rende un prodotto adatto a tutti, anche a quei giocatori che giocano di tanto in tanto. FIFA 18, invece fa (o meglio cerca di fare) della simulazione il suo punto forte, ricercando quindi un realismo, che in fin dei conti, soprattutto nelle competizioni online, a volte non si può definire tale, che lo rende più complesso da giocare, proprio perché ci sono una serie di tatticismi e di meccaniche di gioco che devono essere assimilate per poter competere al meglio con i nostri avversari.
Avversari online e non, anche se la tendenza di Electronic Arts è stata quella di rendere FIFA un gioco multiplayer competitivo. Qui qualcuno potrebbe avere da ridire, dicendoci: ma c’è la modalità Il Viaggio, Alex Hunter, la carriera da giocare… In parte potremmo anche essere d’accordo, ma a nostro avviso, la strada intrapresa da circa 2 anni a questa parte è indubbiamente quella del multiplayer. Inutile prenderci in giro, chi compra FIFA lo fa per giocare online. FUT ormai è diventata la modalità più giocata, ammetto di essermi dedicato al 99% a quest’ultima da almeno 6 anni a questa parte. Non che sia priva di difetti, tutt’altro, in Ultimate Team vengono amplificati a dismisura, ma la possibilità di creare il proprio team, per poi competere online, affrontando divisioni, FUT Champions, Draft, la nuova modalità Squad Battles (l’unica offline), bè valgono da sole il prezzo del biglietto. Personalmente offline non giocavo praticamente mai, la carriera non era un qualcosa che riusciva a tenermi attaccato allo schermo e anche Il Viaggio, sebbene sia stata una trovata “geniale”, in quanto non si era mai visto niente di simile in un titolo calcistico, non è riuscita ad esaltarmi. Quest’anno però soprattutto la carriera e la nuova modalità Squad Battles, della quale vi abbiamo già parlato nella nostra guida, sono riuscite a farmi riavvicinare al gioco in locale.
Ma scopriamo quanto ha da offrire il nuovo FIFA 18 nella nostra recensione!
FIFA è sempre lo stesso?
Il titolo del paragrafo non è stato messo lì a caso. Molti, soprattutto quelli non appassionati di questo sport, ritengono che i titoli calcistici praticamente da quando l’essere umano ha inventato il videogioco siano sempre gli stessi. Calcia il pallone di là, passa di qua, torneo sempre uguale, la grafica è la stessa di 10 anni fa ecc. Nulla di più sbagliato. FIFA 18 non è una fotocopia del precedente capitolo, i cambiamenti sono evidenti. Innanzitutto parliamo del motore grafico, il tanto pubblicizzato Frostbite. Il quale era già presente su titoli del calibro di Star Wars: Battlefront e Mirror’s Edge e proprio lo scorso anno è stato introdotto su FIFA 17. L’evoluzione è stata significativa, in quanto è stato possibile non soltanto rendere il gioco migliore dal punto di vista grafico, ma anche dal punto di vista del gameplay. Ecco, l’esperimento ha funzionato e pertanto è stato proseguito anche con FIFA 18. “Ma la grafica è la stessa dai, non cambia di una virgola e la giocabilità? Non la cambiano mai”. Graficamente FIFA 18 raggiunge i livelli più alti di sempre della serie. Niente è stato trascurato, la presentazione pre-gara, l’atmosfera dello stadio, i tifosi, il personale a bordo campo, i fotografi, i cameraman, le panchine, il manto erboso. Tutti elementi che in questi anni non avevano mai convinto. La storia quest’anno è diversa, si sentono le vibrazioni, le emozioni dei tifosi che non si comportano più all’unisono ma ogni tifoso o quasi ha una propria reazione a quanto sta accadendo sul campo. L’atmosfera è davvero magica, sembra di assistere ad una partita in TV. Questi sono sicuramente vezzi grafici o di contorno, per i più di poco conto, ma nella formula complessiva risultano essere fondamentali. Uniti al gameplay, vanno a confezionare un prodotto che rasenta quasi la perfezione.
Il gameplay risulta essere solidissimo come non mai. La formula complessiva non è stata stravolta, risultando praticamente la medesima dello scorso anno…o quasi. In FIFA 17 si finiva per raggiungere la porta avversaria, in stile Holly & Benji, ovvero palla al piede, corri a più non posso e GOL. Quest’anno, in parte e ripeto, soltanto in parte, questo difetto è stato risolto; c’è sempre quella tendenza a scivolare dalle grinfie del difensore di turno, ma in misura limitata rispetto allo scorso anno. Ormai credo che questa sia una scelta voluta e consapevole degli sviluppatori canadesi, se mancherete l’intervento a meno che non entrerete con un tackle a gamba tesa da dietro, difficilmente riuscirete a fermare il giocatore che scatta sulla fascia. Questo è sicuramente quello che piace di meno; può accadere che Cristiano Ronaldo, Neymar, la “pulce” Messi, Bale, Sterling e altri velocisti, riescano a superare quasi in scioltezza i nostri interventi, non può accadere invece che un Kalinic con 73 di velocità, finisca per essere infermabile. Non ci va proprio giù. Per il resto, la velocità di gioco è stata leggermente ritoccata verso il basso, ora, salvo qualche corridore che si possa inevitabilmente presentare nel corso del match, la manovra andrà costruita, passaggio dopo passaggio, tiki taka e tocchi di prima e riuscirete a penetrare nella difesa avversaria.
L’aspetto che caratterizza questa nuova produzione Electronic Arts è la migliorata mobilità dei calciatori. Ogni centimetro del loro corpo si muoverà in maniera molto verosimile, ogni cambio di direzione, ogni stop, ogni movimento della caviglia influirà, positivamente o negativamente sul sistema di controllo. Il tutto si nota maggiormente durante la corsa, il dribbling e la gestione di palla. Non mancheranno piccoli difetti ma è naturale che ci siano altrimenti staremo parlando del gioco sportivo migliore di sempre. Ora tutto è ancora più ragionato, avere giocatori con il baricentro basso, non vi darà automaticamente un vantaggio su chi ha le leve più alte. Personalmente con Insigne lo scorso anno facevo impazzire la difesa avversaria, quest’anno Insigne risulta essere meno decisivo e meno propenso a scartare giocatori come se fossero birilli. Naturalmente è un bene, altrimenti che simulazione sarebbe? Il ritmo della gara quindi nel complesso sarà meno frenetico rispetto a quanto visto in FIFA 17. Partita dopo partita si percepirà sempre di più che il tatticismo è di un’importanza vitale e bisognerà analizzare al meglio la formazione schierata dagli avversari. Non fatevi ingannare se l’avversario di turno ha una formazioni più scarsa perché potrebbe farvi passare davvero un brutto quarto d’ora.
Anzi cercate di ponderare al meglio le vostre scelte, eventualmente in fase di sostituzione dei giocatori. Proprio per farvi preparare al meglio al match o eventualmente “aggiustarvi” in corso di partita, ci sono una serie di opzioni con le quali potrete settare le vostre tattiche offensive e/o difensive alle quali, si aggiungono le nuove sostituzioni dinamiche che vi permetteranno, attraverso la pressione del tasto R2 e confermando con X, di sostituire al volo un calciatore quando il gioco è fermo. L’opzione introdotta, salvo qualche cambio consigliato non propriamente azzeccato, è utilissima in quanto oltre a non spezzettare il gioco, eviterà di farci deconcentrare. Quest’anno, anche la difesa ha subito un cambiamento, gli interventi delle CPU sono minimi e starà a voi far pratica per controllare al meglio i difensori. Facilmente vi capiterà di trovarvi in situazioni di inferiorità numerica ma non è detto che l’attacco avversario vada facilmente in porto. Ora dipenderà tutto da voi, dalla rapidità con la quale riuscirete a premere i tasti e le levette giuste. Ci vorrà anche tanto spirito di adattamento, in quanto, come potrete sperimentare nelle Squad Battles, le formazioni che affronteremo giocheranno sempre in maniera differente.
In apertura di recensione abbiamo detto che la strada intrapresa da EA è quella di un multiplayer competitivo. L’idea di fondo è questa ma fortunatamente, per quanti vogliano sperimentare un’esperienza in locale, la rinnovata Intelligenza Artificiale vi renderà felici. Dimenticate possessi palla infiniti, soprattutto a livello estremo, non era possibile recuperare il pallone. Ora la CPU gioca come un’utente online o quasi, impostando azioni sempre varie, difendendo o sbagliando come una persona reale e punendoci quando saremo noi a sbagliare. Tale novità si percepisce nelle Squad Battles introdotte in FUT quest’anno. In pratica, ci verranno proposte 4 squadre di utenti reali ma controllate dalla CPU; ogni squadra ha un proprio schema e modo tattico di giocare e dopo aver selezionato il livello, da principiante ad estremo, potremo affrontare la partita per ottenere un certo quantitativo di punti e scalare la classifica settimanale. In questi match toccherete con mano la rinnovata IA. Sarà più probabile vincere contro squadre sulla carta assurde che con squadrette con valutazione 76, in quanto tenderanno a difendersi, coprendo praticamente ogni linea di passaggio e ripartendo non appena perderemo palla.
E’ qui che il gioco in locale offre un tasso di sfida nuovo e appagante costringendovi ad adattarvi match dopo match. Nonostante i miglioramenti, la CPU ci è apparsa in più di un’occasione aggressiva oltre il limite, non lasciandoci praticamente respirare e riuscendo a compiere passaggi e manovre al limite della fantascienza. Rubarle il pallone, spesso, si rivelerà un’impresa da “Mission Impossible”, soprattutto contro giocatori con una stazza fisica importante. Le trattenute per fermarli non servono praticamente a niente e rispetto allo scorso anno, in cui il fallo tattico dava quella sicurezza di poter fermare un attacco, quest’anno anche una trattenuta reiterata non farà andare a terra l’avversario. C’è da dire che però a favore nostro, sono stati apportati alcuni miglioramenti; il lavoro era iniziato lo scorso anno, ma funzionava a fasi alterne. Ora i nostri giocatori, non controllati da noi, tenderanno ad analizzare meglio le possibili scelte da compiere, attaccando gli spazi possibili e offrendo nuove linee di passaggio. La manovra di gioco risulta quindi essere più dinamica e varia.
Ad aiutare i nostri attacchi ci penseranno i nuovi cross. Dimenticate l’anno 2014 e Balotelli capace di segnare da ogni cross che gli arrivava. I cross rappresentano si un’arma in più capace di mettere in difficoltà l’intero reparto difensivo avversario ma non saranno sempre efficaci. Se le difese del vostro avversario saranno poco attrezzate, riuscirete sicuramente ad arrivare su molte palle alte. Discorso inverso se davanti vi troverete Sergio Ramos o Chiellini, con questi due, neanche Luis Nazario da Lima Ronaldo riuscirà ad avere vita facile. Sembra quasi tutto perfetto ma purtroppo fra i difetti maggiori abbiamo notato una vera e propria inversione di tendenza nei portieri. Non era possibile fare di peggio e invece EA ci è riuscita. In alcuni frangenti, sembrano degli spettatori non paganti. E’ capitato in almeno 3 occasioni di subire gol al limite del, poso il joypad e spengo tutto. Reina che su un retropassaggio di testa resta immobile, Consigli che mentre spazzo si mette davanti e si fa autogol. E’ mai possibile che ogni anno è sempre la stessa storia? Tralasciando questi accadimenti, basterà un tiro a giro (al 99% segnerete anche) o un tiro di potenza calibrato al meglio, a volte neanche così angolato per metterli in estrema difficoltà. Per non parlare delle uscite, a volte non sai come devi comportarti, restare in porta o provare a spazzare con i pugni. Sembra proprio che la papera è sempre dietro l’angolo. Siamo sicuri che dopo aver migliorato determinati aspetti, lo sviluppatore canadese interverrà prontamente per risolvere questo annoso problema.
Road to Division One
Passando ai contenuti, l’offerta di FIFA 18 è davvero consistente. Abbiamo le classiche modalità Stagioni Online, Pro Club, Stagioni Co-Op, Amichevoli Online, Prove Abilità, Tornei e Calcio D’Inizio che restano sostanzialmente invariate. Fra le grandi novità invece abbiamo la rinnovata carriera, che mantiene inalterate determinate caratteristiche ma ha beneficiato di un lavoro di revisione che mancava davvero da anni. Il risultato? Nuove trattative che vanno a sostituire quelle irreali degli ultimi 4/5 capitoli. Il calciomercato non è più relegato ad un ruolo marginale ma assume un ruolo attivo. Il tutto è stato possibile anche grazie al Frostbite Engine che ha permesso di introdurre nuove animazioni durante la compravendita di giocatori. La scena infatti si sposterà nei nostri uffici dove potremo discutere dei termini dell’accordo con il Presidente dell’altra squadra e con l’agente del calciatore. Le nuove proposte prevedono anche bonus su un’eventuale rivendita futura, bonus sulle presenze, aumento dell’ingaggio e le tanto amate/odiate clausole rescissorie, il Barcellona ne sa qualcosa, sui calciatori. Proprio come nella realtà, se interessati ad un giocatore con clausola rescissoria, potremo decidere di scavalcare le volontà del club e trattare direttamente con lui. Inoltre è stata aggiunta la possibilità di trovare un’intesa con un giocatore nel corso della stagione.
La modalità più amata (anche da chi vi scrive) resta comunque quella Ultimate Team. A differenza dello scorso anno, anno in cui le novità si chiamavano: FUT Champions (rimasta invariata) e Sfide Creazione Rosa, le novità in FIFA 18 sono poche. La nuova modalità si chiama Squad Battles (ne abbiamo parlato prima e anche nella nostra guida a FUT in FIFA 18), mentre Le Sfide Creazione Rosa quest’anno si chiamano Sfide Creazione Rosa ampliate e prevedono nuove interessanti sfide e tanti, tantissimi premi.
In aggiunta abbiamo la FUT Champions TV, un canale che permette ai giocatori di rivedere e analizzare nel dettaglio tutte le partite disputate dai pro-player più forti del pianeta. A cosa serve? A carpire i segreti dei migliori; sarà quindi possibile mettere in pausa il match, zoomare su uno specifico calciatore, modificare l’inquadratura della telecamera e guardare le azioni salienti al rallentatore. L’ultima succosa novità riguarda l’arrivo su PS4 e PC delle Leggende, ribattezzate Icone, ovvero 120 giocatori leggendari, ognuno ha 3 carte che riguardano uno specifico periodo della sua carriera.
The Journey: il ritorno di Alex Hunter
FIFA 18 segna anche il ritorno de Il Viaggio (The Journey in inglese). La modalità narrativa del gioco di EA Sports entra finalmente nel vivo, abbandonando quella struttura debole che ha caratterizzato le circa 20 ore del primo atto, per accompagnarci in un vero e proprio “viaggio”. Lo scheletro di gioco, fondamentalmente, non cambia. Rimangono i dialoghi a scelta multipla della prima stagione di Alex Hunter, che servono a modellare la personalità del giovane talento, così come sono ancora presenti i vari allenamenti per migliorare l’oramai professionista del calcio inglese. Il grosso del lavoro però è stato fatto sicuramente sul piano narrativo. Nella seconda stagione di Hunter, infatti, non mancano i colpi di scena.
Alex si ritrova a fare i conti con i rumor di mercato, con un rapporto padre-figlio sempre più complesso e circondato dall’attenzione mediatica che esercita una pressione non indifferente su un ragazzo di soli 19 anni. Sono molte di più le cutscene rispetto alla prima stagione, così come i “bivi” le scelte narrative, che non risparmiano colpi di scena in grado di farci sobbalzare dalla sedia. Più ricco è anche il carnet di star coinvolte: da Henry fino agli allenatori di squadre tedesche, spagnole e francesi, non mancano anche new entry tutte da scoprire. Da elogiare il doppiaggio in lingua originale, che dimostra sempre di avere una marcia in più rispetto al nostrano.
Per quanto riguarda invece il gameplay, EA Sports ha introdotto una serie di novità non indifferenti. Ad un certo punto della stagione ad Hunter verrà affiancato un compagno (a nostra insindacabile scelta da un roster di campioni affermati), con diversi obiettivi da rispettare. In fase di prova abbiamo virato per Thomas Muller, con il compito di servirci a vicenda assist da trasformare in preziosi goal. Oltre a ciò, EA Sports ha lavorato anche sulla personalizzazione di Hunter, da tatuaggi a divise fino all’outfit per il tempo libero, con diversi elementi sbloccabili solamente completando alcuni obiettivi (non Achievement o Trofei, proprio obiettivi proposti dagli sviluppatori) nel corso dei capitoli de Il Viaggio.
Fondamentalmente, Il Viaggio non è solo una nuova serie di partite e di sfide. Si tratta di un’evoluzione piuttosto importante. Pur essendo ancora “minorenne”, la modalità di FIFA 18 è sicuramente cresciuta ed è molto più matura rispetto alla prima stagione. Inutile dire che con simili premesse il prossimo anno ci aspettiamo ancora più novità da parte di EA Sports e ovviamente un livello qualitativo decisamente più alto di quest’anno.
Campionati per tutti i gusti
I campionati presenti sono tantissimi, circa 30. Non c’è molto da dire, le licenze sono quasi infinite, l’unica nota stonata riguarda la Serie A, la quale presenta tutte le squadre licenziate, ma non il logo ufficiale della competizione (Serie A diventa Calcio A) mentre il campionato cadetto presenta soltanto due squadre con piena licenza. Per quanto riguarda invece l’aspetto puramente tecnico, oltre a quello già detto in corso di recensione, ci resta da fare una piccola disamina sui volti dei giocatori, alcuni strabilianti, ad esempio Cristiano Ronaldo, uno dei giocatori ad aver beneficiato del nuovo Real Player Motion Technology, una tecnica di motion capture che ha permesso di riprodurre realisticamente ogni movenza dell’asso portoghese. Sui volti resta sempre un po’ di perplessità. Anche alcuni giocatori noti, vedi Valero e Candreva, sono irriconoscibili, per non parlare di Felipe Anderson che di anno in anno peggiora sempre di più. Ci saremmo aspettati un lavoro sui poligoni sicuramente migliore e invece non è stato così. Chiudiamo parlando del sonoro e della telecronaca, il sonoro ambientale è fantastico, non mancheranno cori e canti dei tifosi e inni ufficiali, You’ll Never Walk Alone ad esempio. Buona la playlist musicale, molto orecchiabile e personalmente la trovo una delle migliori utilizzate in un capitolo di FIFA. La telecronaca invece è ancora affidata al duo Pardo Navas e risulta essere molto convincente con frasi varie e analisi tecniche precise.
Commento finale:
FIFA 18 rappresenta il titolo calcistico per eccellenza. Tralasciando qualche difetto congenito, come una fisica della palla non sempre convincente, portieri non sempre brillanti e una persistente presenza di scatti e corse degne del miglior Bolt, il gameplay resta convincente, più ragionato e tattico rispetto al passato. Tantissimi i contenuti presenti, lo scettro spetta ancora una volta alla modalità FUT, che grazie all’aggiunta delle Squad Battles e delle Sfide Creazione Rosa ampliate, mantiene un grandissimo appeal fra la fan base. La modalità carriera, dopo essere stata relegata per anni ad un ruolo quasi marginale, torna in grande spolvero grazie alle nuove aggiunte. Per tutti gli appassionati di calcio e soprattutto di videogiochi, FIFA 18 è l’essenza stessa del calcio, quindi non potete farvelo scappare.