Recensione Fire Emblem Warriors

Un nuovo mousou in salsa Nintendo.

Di generi la Grande N ne ha visti arrivare tanti sulle proprie console, e quelli che non sono arrivati li ha inventati direttamente lei. Ma scarseggiavano negli ultimi anni i mousou: per chi non lo sapesse, si tratta di titoli incentrati sulla visuale ravvicinata in terza persona e sull’eliminazione di numerosissimi nemici a schermo, per mezzo di combo devastanti di solito realizzate all’arma bianca. Ecco, questo tipo di gioco non l’avevamo mai visto nè su Nintendo Wii nè su Nintendo DS.

Qualche piccolo esperimento è stato fatto su un crossover approdato un paio di anni fa su Nintendo Wii U e Nintendo 3DS. Vi ricordate di Hyrule Warriors? Quel gioco che sembrava The Legend of Zelda ma che non lo era, in cui potevate impersonare tanti personaggi diversi pescati a caso nella serie ed eliminare nemici su nemici? Ecco, quello è un mousou.

Le vendite sono state significative, e se c’è un’altra serie Nintendo da cui si possono trarre personaggi perfetti per darsele di santa ragione, ma in modo diverso da Smash Bros., beh quella è Fire Emblem. Guerrieri ovunque, al maschile e al femminile, uniti contro il male. Fire Emblem Warriors si candida al posto di secondo mousou su console di Nintendo, e al primo a livello qualitativo, grazie all’ottimo lavoro svolto da Koei Tecmo sotto la supervisione di Nintendo. Ve lo raccontiamo.

Tanto per cambiare, salviamo il mondo

Ebbene sì, non è che i mousou brillino mai per chissà quale trama di gioco. Ormai il genere si è consolidato su quella che è una filatura narrativa appena sufficiente per dare un pretesto allo sguainare le spade. Lo stesso accade in Fire Emblem Warriors, e i rischi spoiler sono davvero minimi quando vogliamo raccontarvi qualcosa in merito. Rowan e Lianna, principe e principessa del Regno di Aytolis, si stanno allenando all’arma bianca in cortile, in compagnia di un amico d’infanzia, Darios di Gristonne. Poi tempo cinque minuti finisce il mondo: il cielo si squarcia, arrivano demoni e mostri ovunque, il regno è in pericolo, il mondo subisce lo stesso destino.

I nostri eroi sono pur sempre dei giovani: impossibile fare i conti con un’intera armata di demoni. E così via, fuga repentina assieme a Darios e alla madre (il re non c’è, pare morto tempo addietro). Purtroppo lei non ce la fa, ma lascia una preziosissima eredità ai figli, uno scudo in grado di salvare il mondo dall’invasione. Sempre e solo se i giovani riusciranno a trovare cinque guerrieri leggendari per accendere le cinque luci sullo scudo e attivarlo. Inizia dunque la nostra importantissima missione per salvare il mondo, esplorando in lungo e in largo il regno.

Notate che i nemici di gioco arrivano attraverso squarci nel cielo, che sono in tutto e per tutto varchi dimensionali. Non a caso: serve a giustificare l’arrivo all’interno del titolo di numerosi eroi della serie di Fire Emblem, ma da diversi luoghi e da diverse epoche, eroi che solo con questo “trucchetto” da deus ex machina potrebbero incontrarsi. Uno dopo l’altro rivedremo parecchi volti noti, come Marth, Corrin, Ryoma, Xander e altri che non vi diciamo. Insomma, in questo titolo i fan di Fire Emblem e dei Mousou, generi completamente diversi se ci pensiamo bene, ci sguazzano alla grande.

Meccaniche ripetitive, ma solide

Hyrule Warriors non innova quasi nulla anche sul fronte del gameplay, riproponendo la formula che ha reso noto il genere presso gli appassionati. Si esplorare aree di gioco più o meno ampie eliminando tutti i nemici che troviamo a schermo e sbloccando i passaggi bloccati; si affrontato i mid boss e il mostro finale; si impara a padroneggiare un sistema di combattimento facile da apprendere ma tecnico da padroneggiare.

A parte gli attacchi leggeri i colpi possono essere caricati, o possiamo eseguire l’attacco speciale del personaggio dopo aver caricato adeguatamente la sua barra dell’abilità speciale. Difatti le due barre in mostra in alto a sinistra dello schermo sono appunto quella delle abilità e quella della salute. La difficoltà è discreta, ma perdere in fondo non è molto facile dal momento che i nemici sono davvero semplici da eliminare e la loro reattività non brilla per la reputazione dell’intelligenza artificiale.

Disponibili naturalmente le fantasiose e cinematografiche mosse finali, eseguibili in base al personaggio leader che stiamo controllando in quel determinato momento: gli altri invece ci seguiranno nelle aree controllati dall’intelligenza artificiale, di fatto risolvendosi in nessun aiuto di sorta per il giocatore. Ambienti spogli sono il degno decoro di luoghi pressochè in rovina e desolati, dove il comparto tecnico mostra non tanto che Nintendo Switch abbia una potenza limitata, quanto che la grafica per un titolo simile non conta quasi nulla secondo Koei Tecmo; va meglio per il comparto sonoro.

Certo vero fiore all’occhiello della produzione è la longevità: l’avventura richiedere numerose ore per essere portata a termine, e la rigiocabilità favorisce l’utilizzato dei tanti personaggi presenti, ognuno dei quali dovrà essere attentamente studiato e sperimentato in battaglia prima di poterlo sfruttare secondo il suo potenziale. Un pizzico di GDR è stato introdotto nell’equipaggiamento e la personalizzazione delle armi di gioco, ma niente per cui strapparsi i capelli o rivedere i canoni del genere.

Commento Finale

Fire Emblem Warriors non vuole essere un mousou innovativo, ma soltanto un buon mousou, su una console in cui in fondo per il momento c’è ancora posto per il genere. Il genere non è per tutti, ma Nintendo è riuscita a dare una deriva GDR e personaggi molto interessanti, per un’avventura tutto sommato piacevole. Se non avete paura di stare sempre a fare le stesse cose e vedere e rivedere gli stessi ambienti, potrebbe essere il titolo che fa per voi. E se non conoscete il genere, forse un taglio di prezzo potrebbe farvelo incontrare per la prima volta.



PRO


CONTRO

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