Il fenomeno Funko è uno dei più sensazionali degli ultimi anni. Fondata nel 1998, la Funko Inc. ha visto a partire dal 2005 una incredibile esplosione commerciale grazie al successo delle proprie miniature in PVC. Un prodotto diventato iconico, capace di attrarre contratti di licenza con colossi quali Marvel, DC Comics, Warner Bros, Disney, Sony ed Universal, per un giro di affari stimato nell’ordine del miliardo di dollari.
In questa ottica, 10:10 Games è stata incaricata di realizzare la prima incursione del brand nel mondo videoludico con Funko Fusion. Un titolo celebrativo capace di abbracciare un numero consistente di IP, con l’obiettivo di avviare un percorso in qualche modo paragonabile a quello seguito da LEGO con i suoi apprezzati titoli. Un progetto ambizioso, forte di licenze importanti, che tuttavia ha incontrato qualche asprezza di troppo sul proprio cammino. Scopriamo insieme perché.
Funko Fusion è disponibile dal 13 Settembre per PC (via Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series, mentre lo sarà dal 15 Novembre per PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Versioni testate: Xbox Series – PlayStation 5
Infinity War
C’è qualcosa che non va nel multiverso Funko. Il misterioso e malvagio Eddy Funko irrompe nella sala di controllo della realtà multidimensionale, una sorta di TVA in stile Marvel Cinematic Universe. Il reggente Funko Freddy ingaggia una furiosa battaglia contro l’avversario, finendo per respingerlo al costo di ferite ingenti e della perdita del potere delle preziose corone, sparsesi all’interno di varie realtà alternative. Sarà compito del giocatore recuperare i preziosi artefatti, prima che Eddy Funko possa metterci le mani sopra e reclamare per sé stesso l’intero multiverso.
La trama di Funko Fusion fornisce un simpatico contesto alla presenza di oltre 20 licenze tra i più celebri film e serie TV della cultura pop. Di questi, sette sono state adattate come veri e propri mondi di gioco che ripropongono in versione funkizzata le rispettive storie originali (allo stesso modo di quanto vi abbiamo raccontato nella recensione di LEGO Star Wars: The Skywalker Saga). Qualcosa che vi potrebbe suonare familiare se avete avuto modo di giocare a molti dei titoli dedicati ai mattoncini danesi. La cosa non deve stupire. Non solo per l’obiettivo celebrativo del brand Funko, indissolubilmente legato ad un insieme eterogeneo di IP, ma anche se consideriamo che parte del team di sviluppo ha lavorato proprio in TT Games.
Da questo punto di vista, non si può non fare un plauso agli sviluppatori. Ciascuno dei sette mondi (nella fattispecie: Hot Fuzz, Jurassic World, The Thing, Battlestar Galactica, The Umbrella Academy, Masters of the Universe e Scott Pilgrim vs The World) è ricreato con una minuziosa attenzione e rispetto per il materiale di partenza, anche di fronte a licenze che sinceramente non credevamo fossero adattabili senza qualche grattacapo. Ci ha entusiasmato, ad esempio, rigiocare gli eventi di Hot Fuzz, brillante secondo capitolo della “Trilogia del Cornetto” di Edgar Wright. Non solo per accuratezza, ma anche per aver replicato alcune delle battute più famose, affidate agli NPC presenti.
Come se non bastasse, altre IP incredibilmente famose (che potete intuire dalle immagini di questa recensione) sono nascoste come easter egg o livelli speciali. Anche loro graziate da una cura pregevole nonché da una grafica godibile e ricca di dettagli.
Il bene di tutti…?
Dal punto di vista strettamente ludico, Funko Fusion paga pegno nei confronti dei titoli LEGO, ma anche altre produzioni.
Per ciascuno dei mondi presenti (che potrete affrontare in un ordine a piacere) dovrete affrontare vari livelli che “replicano” fasi diverse delle storie originali. Ovviamente, l’adattamento segue le regole viste nei prodotti TT Games, con una rielaborazione di situazioni a sfondo ludico. Il giocatore potrà dunque scegliere uno dei Funko disponibili e sfruttare le proprie abilità specifiche. Si passa da personaggi adatti a combattimenti corpo a corpo ad esperti cecchini, passando per pratici tuttofare e jolly con abilità specifiche. Il gameplay si declina come un TPS arcade, in cui falciare gli avversari e schivare pallottole. La curva di difficoltà degli scontri non è peraltro banale, con alcuni influssi presi direttamente dai soulslike (come la necessità di curarsi prendendo il tempo giusto, o l’opportunità di rianimarsi a determinate condizioni).
Ciascun livello è straripante di contenuti, collezionabili ed easter egg che spesso rimandano ad ulteriori licenze minuziosamente nascoste. Anche la varietà è spesso incentivata, con enigmi nascosti, oggetti da utilizzare in giusti contesti, minigiochi da risolvere, sezioni di backtracking e molto altro. In questo senso, si nota la preoccupazione, da parte degli sviluppatori, di arricchire l’offerta. Al punto che, nonostante il gioco sia completabile in una dozzina di ore, per poter raggiungere il 100% ne saranno necessarie circa quaranta.
L’esperienza ludica è dunque piuttosto elementare ma non per questo non divertente. A patto di avere le giuste aspettative. Infatti il problema che sorge è che ben presto le azioni si fanno metodiche e ridondanti, finendo con l’andare avanti più per vedere lo show messo in atto con le licenze che non per il gameplay in sé e per sé. Persino le fasi shooting diventano presto monotone, nonostante la varietà di situazioni, il numero di nemici e le particolarità dei personaggi. Alcune feature ci sono sembrate addirittura messe lì senza troppa convinzione, come la possibilità di rianimarsi recuperando abbastanza componenti in vinile prima del game over. Complice anche il level design, che in alcuni mondi passa repentinamente dalla originalità alla calma piatta, nonché a causa di missioni che tendono a diventare ripetitive.
Corto circuito
Il vero e proprio punto dolente del lavoro svolto da 10:10 Games è purtroppo nella realizzazione tecnica.
Da questo punto di vista ci troviamo infatti davanti ad una palpabile delusione. Abbiamo avuto occasione di testare il titolo sull’ammiraglia Xbox nonché su PlayStation 5, trovandoci di fronte alle medesima, triste esperienza.
Su Xbox Series X, a prescindere dalla scelta tra modalità Prestazioni o Qualità, il risultato non è mai stato scevro da problemi. A partire dal framerate, che si è rivelato claudicante in entrambe le ipotesi. Il gioco scatta brutalmente nelle situazioni concitate, circostanza che addirittura si verifica anche nelle transizioni tra cutscene e gameplay, con uno stacco a schermo nero davvero nocivo per l’immersione. Pioggia di bug anche per quanto riguarda il comparto audio, con tracce che misteriosamente spariscono per poi riapparire per magia, nonché nella gestione della traduzione, che a volte passa inspiegabilmente da inglese ad italiano e viceversa.
Purtroppo sono presenti anche glitch che in alcuni casi ci hanno portato a riavviare il titolo. A titolo esemplificativo, senza fare spoiler e sperando che venga tutto adeguatamente risolto con patch correttive, nel quinto capitolo del mondo di Hot Fuzz abbiamo fatto la conoscenza di una guest star molto aggressiva. Se fallirete la sua side quest, si verificherà un bug nei menù che vi impedirà di immettere gli input necessari. Per questo motivo lo stesso livello non sarà completabile, visto che sarà impossibile dare l’ok nella schermata riassuntiva dei risultati. Abbiamo risolto riavviando ma va da sé che è un caso piuttosto grave.
La situazione è praticamente identica anche su PlayStation 5. Anche qui abbiamo incontrato i medesimi problemi legati al sonoro che ogni tanto decide di sparire, le irritanti transizioni tra cutscene e gameplay, nonché gli imbarazzi legati al framerate anche in modalità Performance. Abbiamo anche visto oggetti fluttuare nell’aria senza ragioni apparenti, così come compenetrazioni di vario genere. Nessun particolare guadagno nello scegliere la modalità Qualità anche su lidi Sony, al di là di una presentazione grafica più dettagliata.
La sensazione, dopo aver provato entrambe le versioni, è che Funko Fusion sia probabilmente uscito con qualche mese di anticipo. Manca infatti il lavoro di labor limae tecnico che in genere occupa i periodi di playtesting finale. Non sappiamo quale sia stato esattamente il problema nel quale gli sviluppatori sono inciampati, ma ci auguriamo possano rimediare nelle prossime settimane.
Con… fusione
Non è stato semplice pensare ad un giudizio su Funko Fusion. Troppo facile ed affrettato sarebbe stato bollarlo come progetto inconcludente, davanti ad una formula ludica claudicante ed in considerazione della quantità di problemi tecnici.
I problemi oggettivamente ci sono e ci è dispiaciuto moltissimo constatarli. Soprattutto perché non sono cose sulle quali si può soprassedere in relazione ad un titolo venduto a sessanta euro. Il profilo tecnico è uno dei più caotici che abbiamo visto di recente. Il gameplay è semplicistico e rischia di finire a noia, soprattutto laddove non piaccia la deriva collect-a-thon e le IP non facciano sufficientemente presa.
Forse è proprio questa un’altra criticità del lavoro svolto da 10:10 Games. Funko Fusion non ha ben chiaro a quale platea si rivolge. Non è infatti quella dei titoli LEGO, pensati per abbracciare sia i più piccoli sia i più grandicelli, soprattutto per la scelta delle IP principali che in Fusion sono care perlopiù agli over 30. Non è quella dei giovani adulti, che potrebbero non apprezzare più gli aspetti meramente collezionabili di un titolo che chiude spesso un occhio nei confronti del game design. Non è neanche quella dei fan Funko, visto che mancano all’appello alcune licenze di primo piano per l’azienda americana.
Probabilmente, il vero pubblico di riferimento è quello dei fan dei primi giochi LEGO, nel frattempo cresciuti. In Funko Fusion possono trovare infatti alcune delle vecchie sensazioni di un tempo, con IP che potrebbero averli accompagnati negli anni. Anche al netto di un gameplay non sempre perfetto e spesso al servizio del fandom, nonché di un comparto tecnico che esige interventi correttivi. Con le giuste aspettative, soprattutto in questo momento, Funko Fusion può essere divertente e molto più meritevole di un numero in fondo ad un articolo.
Commento finale
Funko Fusion, allo stato attuale, è una piccola grande delusione. Quello che nelle ambizioni doveva segnare la nascita di un potenziale concorrente dei titoli LEGO, nella realtà è un titolo costellato di problemi tecnici che pregiudicano parzialmente l’esperienza ludica stessa. Dal canto suo, l’opera di 10:10 Games è una celebrazione dell’azienda americana e di decine di licenze entrate nell’immaginario collettivo, riprodotte con cura e passione in pieno stile Funko. Al netto di un gameplay semplice ed una ricca offerta contenutistica, il titolo potrebbe regalarvi molte ore di svago… a patto di essere pronti a percorre un semplice vialetto ad oggi fatto di bug e glitch.