Il nostro amore per Goat Simulator non è un mistero. Lo abbiamo ammesso nel corso della nostra recensione di Goat Simulator 3, due anni fa. Abbiamo citato la sua evidente influenza in altre produzioni indie come nel caso del recente Squirrel with a Gun. Ne abbiamo parlato con un affetto sincero poche settimane fa in occasione della prova del simpatico SpongeBob SquarePants: The Patrick Star Game. Le disavventura catastrofiche dell’implacabile capra Pilgor affodano le proprie radici in un bislacco esperimento videoludico di circa dieci anni or sono, che adesso è stato tirato a lucido per il panorama videoludico contemporaneo.
Goat Simulator Remastered è la versione rimasterizza dell’irriverente capostipite Coffee Stain, con una veste grafica migliorata, texture ed illuminazione aggiornate e tutti i DLC usciti nel corso del tempo. Tuttavia, l’originaria odissera di Pilgor era un titolo molto peculiare in presupposti e svolgimento. La Remastered sarà stata l’occasione per svecchiare alcuni profili problematici?
Il titolo è disponibile dal 7 Novembre per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5.
Versione testata: PlayStation 5
Genesi del chaos
Un pò di storia.
Goat Simulator si affacciava goliardicamente al mondo videoludico il 1° Aprile del 2014. Una data indubbiamente significativa per un titolo nato con lo scopo di canzonare il genere dei “Simulator”. La proposta era a dir poco folle. Nei panni di una capra immortale e pestifera, l’obiettivo del gioco era semplicemente quello di seminare distruzione e disagio nelle modeste aree di gioco presenti. Nessuna trama, nessuna vera e propria missione, nessuna regola. Questi i tre diktat di una produzione semplice e senza alcun tipo di pretesa, capace tuttavia di imporsi con la forza del nonsense presso il pubblico. Divenuto un prodotto di culto, Goat Simulator vide negli anni un fiorire di DLC ed adattamenti, anche per home console e dispositivi mobile. Fino a portare Pilgor ad una nuova avventura con un sequel diretto, quel Goat Simulator 3 che irrideva la moda dei sequel bypassando direttamente la progressione aritmetica.
La Remastered è, a tutti gli effetti, lo stesso identico gioco capace di conquistare il pubblico una decade fa. Non vi aspettate infatti stravolgimenti della formula o nuove significative evoluzioni. Ancora una volta il vostro unico obiettivo sarà prendere i comandi dell’efferato ovino e seminare discordia e caos in ogni angolo delle aree di gioco. Pilgor può usare le proprie corna per spingere oggetti, animali e persone con risultati deliranti. Oppure può usare la sua lingua per incollarsi a qualsiasi componente delle ambientazioni: immaginate di leccare un’automobile e vi ritroverete ad essere portati a spasso in modo tragicomico. Può inoltre saltare, arrampicarsi e sopravvivere a qualsiasi tipologia di esplosione o impatto. L’unico limite è la fantasia del giocatore, che potrà scovare easter egg e simpatiche interazioni semplicemente esplorando e lasciandosi trasportare dagli eventi.
Piatto ricco… mi ci Pilgor
Per tutti gli amanti della serie, l’offerta proposta da Goat Simulator Remastered è decisamente interessante.
Oltre al titolo originario infatti, la rimasterizzazione include tutti i DLC usciti in precedenza per PC oltre ad una delle migliori espansioni in precedenza destinata al solo mercato mobile (Buck to School). Sebbene l’esperienza ludica rimanga sostanzialmente la stessa, ciascuno dei contenuti extra si presenta con una area esplorabile tematica che ricalca il delirio della propria fonte di ispirazione. E così, GOAT MMO scimmiotta il mondo dei massively multiplayer online game, GOATZ ci mette di fronte ad una invasione zombie e PAYDAY in un omonimo scenario da heist movie. Goat City Bay gigioneggia sui riferimenti ai classici Rockstar mentre, infine, Waste of Space ci farà respirare il sapore di una galassia lontana lontana.
Ciascuno dei DLC presenti concorre alla creazione del pacchetto definitivo per i fan della serie, che possono finalmente mettere le proprie mani su praticamente l’intera offerta ludica del primo simbolico capitolo.
Dal punto di vista tecnico invece, Goat Simulator Remastered propone un nuovo comparto grafico decisamente più al passo coi tempi rispetto al rudimentale capitolo del 2014. La rimasterizzazione vanta una nuova veste grafica migliorata e più vicina al livello visto in Goat Simulator 3, nonché texture aggiornate, un inedito sistema di illuminazione ed una rielaborazione incisiva della vegetazione. Il colpo d’occhio è sicuramente apprezzabile, nonché foriero di dare un tocco di maggiore contemporaneità al titolo. Peccato però che il lavoro svolto si fermi sostanzialmente qui.
Capra diabolica
Il nostro dispiacere maggiore è stato infatti constatare che l’occasione della Remastered non è stata colta da Coffee Stain per limare i problemi tecnici che affliggevano il titolo dieci anni fa.
Chiariamo subito un equivoco. Goat Simulator ha sempre avuto bug, componetrazioni e glitch esilaranti. Nati come figli di uno sviluppo estremamente modesto, tali problemi tecnici erano divenuti così leggendari da fare il giro e diventare una caratteristica fondamentale dell’esperienza ludica. Da questo punto di vista estremamente peculiare, abbiamo apprezzato che gran parte delle stravaganze tecniche siano rimaste lì. Se vi faceva sbellicare la fisica estremizzata del titolo originario o la sua forza di gravità arbitraria, avrete di che sbellicarvi anche qui.
Tuttavia non possiamo essere altrettanto accondiscendenti verso un motore grafico incapace di mantenere un framerate costante. Men che meno, un comparto tecnico capace di saltare letteralmente in aria ad ogni esplosione, con vistosi crolli e scatti nella fluidità generale. Qualcosa che si poteva (e probabilmente si doveva) attenzionare in fase di sviluppo. Perché va bene rispettare l’opera di partenza, ma quantomeno è possibile renderla un’esperienza senza problemi tecnici così evidenti e consistenti.
Allo stesso modo, inspiegabile non aver implementato le migliorie introdotte in Goat Simulator 3 al sistema di controllo di Pilgor. La Remastered infatti prevede ancora una volta i ruvidi tank control del titolo del 2014, senza i leggeri ma rilevanti accorgimenti che hanno reso il sequel molto più piacevole da giocare pad alla mano. Il risultato è un’esperienza scattosa, nervosa e fortemente imprecisa. Questa capra meritava un trattamento migliore, senza dubbio.
Commento finale
Goat Simulator Remastered è la versione migliore per godersi l’iconica esperienza dell’indie del 2014. Un pacchetto completo che comprende tutti i DLC ed una nuova veste grafica, che tuttavia inciampa maldestramente in una realizzazione tecnica che omette di prestare attenzioni a fattori determinanti che ne pregiudicano la godibilità per il grande pubblico. La rimasterizzazione diventa così un prodotto di culto esattamente come il proprio progenitore, destinata ai fan della spregiudicata capra Pilgor nonché a tutti coloro capaci di soprassedere sugli imbarazzi prestazionali del motore grafico.