Immaginate di essere un campione del golf e di trovarvi all’ultimo tiro di un prestigioso torneo, quando improvvisamente un fulmine squarcia il cielo e passate a miglior vita: questa la folle premessa di Cursed to Golf.
Un incipit insolito che si inserisce all’interno del mondo delle produzioni indipendenti, che non cessa di stupire grazie ad idee originali e coraggiose. A tratti così ardite da proporre folli esperimenti in cui generi apparentemente inconciliabili trovano un loro punto di contatto.
Il titolo, sviluppato da Chuhai Labs e pubblicato da Thunderful Games, rientra di diritto in questa seconda categoria, presentandosi come un curioso incrocio tra il golf ed il roguelike.
Cursed to Golf è disponibile a partire dal 18 Agosto per tutte le console e per PC via Steam.
Versione testata: PlayStation 5
Che gioco è?
Cursed to Golf può essere definito come un gioco di avventura 2D in pixel art che mescola il golf ad una struttura roguelike.
Dopo il tragico decesso sul green, il Campione si ritrova nel Purgatorio del Golf a causa di una strana maledizione. Consolato dallo spirito dello Scozzese, il Campione apprende che non tutto è perduto: la leggenda vuole che, chi riuscirà ad attraversare con successo le 18 buche del Purgatorio del Golf, potrà rinascere. Inizia così la vostra scalata verso la speranza di poter tornare sulla Terra.
La folle premessa introduce coerentemente le meccaniche roguelike all’interno di un titolo golfistico, proponendo un obiettivo da raggiungere senza commettere errori a pena di dover ricominciare tutto da capo. Affrontare le buche non sarà tuttavia una passeggiata: lungi dall’essere tradizionali campi da golf, i livelli si articoleranno in sezioni labirintiche fatte dei classici terreni accidentati assieme a… ventilatori, teletrasporti, spuntoni metallici, piattaforme mobili ed esplosivi. Ad aiutarvi ci saranno le Carte Ace: si tratta di oggetti consumabili che manipoleranno le regole del gioco per darvi un vantaggio. Accanto a carte che ripristineranno il contatore dei colpi residui, ci saranno palline razzo, portali dimensionali, colpi ad effetto e molto altro per oltre 20 carte complessive. Aiuti che si riveleranno essenziali soprattutto contro i Caddie leggendari, spiriti che vi metteranno a dura prova prima di concedervi una abilità permanente ed il lasciapassare per il bioma successivo.
La pixel art del titolo è di buona fattura, ma viene complessivamente elevata dalla cura generale riposta nella presentazione e nello stile delle animazioni. Buono anche il comparto tecnico, pur con qualche glitch e bug che dovrebbe essere sistemati dagli sviluppatori.
Estremamente godibile è il comparto sonoro, grazie a motivi orecchiabili e carismatici soprattutto nella loro coerenza con ambientazioni e caratterizzazione dei personaggi.
Perché giocarlo?
Il titolo è una ventata di aria fresca nel panorama dei titoli golfistici, troppo spesso arroccati nella loro tradizionalità, nonché una divertente alternativa ai roguelike sul mercato.
Il gameplay, semplice ed efficace, viene arricchito da una interessante stratificazione strategica non solo grazie al level design, ma anche per la meccanica delle Carte Ace.
Le buche proporranno sempre più di una soluzione per arrivare alla bandierina, previa costante valutazione del rapporto tra rischi e benefici. Un passaggio, stretto e costellato di insidie, potrebbe essere una incredibile scorciatoia rispetto al percorso standard. Ma presuppone un colpo praticamente perfetto se non anche il sacrificio di una Carta Ace. Arrivare più velocemente in buca vi permetterà infatti di accumulare più denaro, da poter investire nelle botteghe Eterni-Tee per acquistare nuovi pacchetti di carte. D’altro canto, scegliere in maniera imprudente una scorciatoia lasciandosi sedurre dalla prospettiva di un facile guadagno, potrebbe portarvi ad una rapida e cocente sconfitta. Se avrete tante Carte Ace da parte, potreste anche pensare di salvarne un paio per la run successiva, lasciandole in custodia al primo Eterni-Tee disponibile. Ogni scelta ha il suo peso ed il sistema della Carte Ace è perfettamente integrato nella struttura ludica.
Come da tradizione per il genere roguelike, anche il percorso di avvicinamento al Caddie leggendario del bioma è tempestato da biforcazioni e scelte da fare. Alcuni percorsi porteranno a livelli semplici con qualche forziere di poco conto, mentre altri a premi ben più ricchi ma con buche maledette. Alcune buche infatti potrebbero essere funestate da maledizioni periodiche, che infliggeranno malus al Campione. Visuali invertite, comportamenti anomali delle palline e tanto altro saranno il prezzo da pagare per un percorso più ricco… a patto di uscirne vivi.
Perché no?
Vista la sua natura di mix tra titolo golfistico e roguelike, Cursed to Golf rischia di ereditare le peggiori caratteristiche da entrambi i generi portando ad un solo grande problema: la pazienza richiesta.
La produzione Chuhai Labs mostra indubbie qualità, ma richiede la calma tipica di un gioco di golf combinata alla pazienza richiesta dai roguelike. Se un titolo golfistico presuppone un approccio calmo e rilassato, il genere roguelike richiede di scendere a patti con la morte quale elemento imprescindibile di game design. Sebbene Cursed to Golf adotti un feeling palesemente arcade, non mancherà di mettere a dura prova la pazienza dei giocatori e la loro capacità di attenta pianificazione (sia nel breve, sia nel lungo termine).
Una impostazione di questo tipo viene ulteriormente influenzata dai livelli stessi. Le buche non sono generate proceduralmente, bensì selezionate casualmente tra una ricca selezione. Se questo aspetto è una intelligente scelta di game design per dare una solida base alla componente tattica del titolo, tuttavia presta il fianco ad altri problemi. Alcuni livelli, infatti, sono palesemente più semplici di altri e possono essere portati a termine molto rapidamente e facilmente. Probabilmente si tratta di un male necessario, ma nondimeno spiacevole quando si traduce in intere run messe a repentaglio dalla “sfortuna” di aver trovare un livello estremamente più complesso di altri.
Non meno complessi sono poi gli scontri contro i Caddie leggendari, autentici mastini del green. In questi frangenti, le buche si trasformeranno in una sfida uno contro uno, in cui la controparte tuttavia disporrà di poteri ed abilità totalmente superiori a quelle del Campione. L’utilizzo delle carte in questi frangenti sarà fondamentale ma spesso non sufficiente a causa del grosso squilibrio in campo. Conoscere il livello del boss (fortunatamente sempre fisso e stabile) diventa un requisito fondamentale e mantenere la calma, altrettanto. Ma troppo spesso finirete col concordare con l’adagio dell’umorista statunitense Arthur Bloch: nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo.
Commento finale
Cursed to Golf è l’ennesima follia proveniente dal prospero mercato delle produzioni indipendenti. L’improbabile combinazione tra golf e roguelike da origine ad un titolo folle e fresco, sebbene propenso a tatticismi interessanti. Come facile da immaginare, l’incontro tra questi due generi richiede al pubblico calma e sangue freddo, onde evitare di finire risucchiati nel loop del Purgatorio del Golf. Armatevi di mazza e camomilla, la scalata sarà lunga e soddisfacente.