Recensione in pillole Goat Simulator 3

Goat Simulator 3 si esalta nella distruzione di ogni certezza videoludica. A partire dal titolo stesso della produzione, che lascerebbe immaginare che si tratti della terza incarnazione della serie… e invece no. Perché semplicemente non esiste un Goat Simulator 2. I folli sviluppatori svedesi di Coffee Stain North hanno ben pensato di saltare a piè pari il secondo capitolo. D’altronde se il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista… tanto meglio passare direttamente al terzo. Non fa una piega, no?

Pubblicato da Coffee Stain Publishing, Goat Simulator 3 ci rimette negli zoccoli della capra Pilgor stavolta alle prese con una nuova mappa open world da esplorare e… distruggere, portando il caos che solo un ovino è capace di produrre tirando testate, saltando, belando e leccando.

Goat Simulator 3 è disponibile dal 17 Novembre per PC (via Epic Games Store), PlayStation 5 ed Xbox Series.

Un giorno, Pilgor, tutto questo sarà tuo.

Versione testata: PlayStation 5


Beeeee (Che gioco è?)

Goat Simulator 3 è il sequel diretto dell’originario titolo del 2014. Sebbene il titolo possa suggerire la prospettiva di un insolito simulativo di caprinicoltura, il prodotto Coffee Stain è invece uno scanzonato open world parodistico.

Il presupposto narrativo è estremamente basilare e pretestuoso. Pilgor, la capra protagonista del capostipite, si ritrova in una fattoria assieme ad altri simpatici ovini. I suoi giorni di gloria sembrano alle spalle, ma il ritrovamento del leggendario castello della capre pone una nuova prospettiva al cornuto animale. Scalare le gerarchie fino al rango supremo, diventando il vertice di un Nuovo Ordine delle capre. Come riuscirci? Tornando a seminare il panico ovunque ed in qualsiasi modo.

Non sarà certo una banale fattoria a fermare Pilgor.

Fin dai primi istanti, Goat Simulator 3 strizza l’occhio al popolo dei player con un marcato citazionismo ed una potente autoironia. Un titolo che non si prende sul serio e mette sul piatto qualsiasi idea per strappare una risata al proprio pubblico. Lo fa con una promiscuità visiva ricca di contrasti cromatici ed effettistiche esagerate. Fiamme che si propagano, esplosioni che seminano detriti, oggetti che carambolano in ogni direzione a causa delle azioni di Pilgor. Il colpo d’occhio ci ha sinceramente sorpreso per ricchezza e densità di NPC ed interazioni, al netto di un comparto tecnico modesto con animazioni rudimentali. La colonna sonora è altrettanto dinamica, alternandosi tra rilassanti sonorità bucoliche nei momenti di quiete e vivaci musiche concitate per le missioni più goliardiche.

Perché non equipaggiarsi con uno spara fuochi d’artificio? Ah, ovviamente anche le sneakers non possono mancare.

Be beee (Perché giocarlo?)

Goat Simulator 3 è probabilmente uno dei più deliranti sandbox mai concepiti da mente umana.

All’interno di un mondo open world dalle generose dimensioni, il nostro epico ovino dovrà farsi strada tra missioni fuori di testa e situazioni deliranti, seminando un autentico pandemonio. Quando vi parliamo di una follia manifesta e dilagante, non esageriamo minimamente. Affrontare un obiettivo serio in una situazione ordinaria in Goat Simulator 3 risulta improponibile come trovare una suora in un bordello, per dirla con le parole di un baffuto cacciatore di tesori. Quasi ci dispiace fornirvi esempi al riguardo, ma non abbiamo altro modo di darvi un assaggio di quello che vi aspetta: perciò vi parleremo soltanto di quello che potrete incontrare nei primi dieci minuti.

La capra Pilgor torna con il delirante Goat Simulator 3: un mondo di follia ed easter egg che aspetta solo di essere esplorato!
Ovviamente Pilgor può rubare auto e grindare sui cavi elettrici, come tutte le capre.

Dopo una intro che sbeffeggia un famosissimo RPG occidentale, ci ritroveremo in una fattoria a sincronizzare la mappa grazie ad una torre di avvistamento… mmm, dove l’abbiamo già vista questa cosa? Oh beh, proseguiamo. Entrando al suo interno ci ritroveremo teletrasportati nel mistico e leggendario castello delle capre, dove verremo introdotti alle meraviglio di un regno che può diventare nostro se raccoglieremo abbastanza esperienza. Di ritorno al mondo reale, inizieremo dunque a muovere i nostri primi passi. Ci siamo ritrovati ad usare dinamite per prosciugare un lago (metodo inattaccabile per una pesca proficua), per poi affrontare una simpatica vecchietta munita di bazooka spara gomitoli. Abbiamo dunque sacrificato innocui spaventapasseri per un rituale esoterico ed abbiamo riparato una macchina miniaturizzante provandola su noi stessi. Abbiamo dunque requisito un trattore appena riparato e ci siamo ritrovati in una spettrale e nebbiosa area cimiteriale ricca di esilaranti missioni e segreti.

Goat Simulator 3 è un greatest hits di idee folli e citazioniste che irridono non solo il mondo videoludico, ma un numero sorprendentemente elevato di opere d’intrattenimento, personaggi e riferimenti della cultura contemporanea. Quasi a voler languidamente far riflettere il giocatore sulla smania compulsiva dietro ad ogni open world recente, troppo spesso anonimi e ripetitivi, il prodotto Coffee Stain ci immerge in un mondo a misura di delirio in cui non saprete mai cosa vi attende. Segreti, easter egg, collezionabili e folli elementi di personalizzazione saranno la benzina che alimenterà la vostra curiosità e voglia di esplorare ogni angolo della mappa.

Un divertimento insensato e leggero, fatto per essere condiviso. Goat Simulator 3 infatti, oltre ad essere perfettamente godibile in single player, propone di alimentare il trambusto in multiplayer attraverso una modalità cooperativa che eleva la capacità distruttiva dei caprini. Con gli amici potrete inoltre accedere a simpatici minigiochi, in cui potrete decretare il… GOAT, chiaramente.

In multigiocatore, il divertimento si moltiplica ed è possibile affrontare simpatici minigiochi.

Beee be (Perché no?)

Qualora siate immuni alla completa e delirante insensatezza alla base di Goat Simulator 3, siate consapevoli di avere un bidone dell’immondizia al posto del cuore. Al tempo stesso tuttavia noterete ben presto i limiti della produzione.

L’assenza di una vera e propria storyline, o quantomeno di un trait d’union tra le pazzesche situazioni in cui Pilgor si troverà, potrebbe portare ben presto ad una ripetitività strutturale di fondo. La nostra capra preferita dovrà infatti passare da un punto all’altro della mappa, guidata quasi esclusivamente dalla sua curiosità e smania distruttiva. Non esiste, a conti fatti, altro mordente se non quello strettamente legato alla voglia di scoprire il successivo easter egg o di vedere cosa si nasconde dietro la prossima collina. Si tratta di una voglia prettamente esplorativa e quasi edonistica, corredata da un gameplay con evidenti semplificazioni.

Vi abituerete a vedere situazioni assurde ed articolazioni ben oltre le umane possibilità.

L’altro elefante nella stanza è sicuramente rappresentato dalla leggerezza tecnica della produzione. Nonostante il colpo d’occhio sia più che piacevole grazie anche all’estrema varietà del mondo di gioco, Goat Simulator 3 accoglie coscientemente molteplici compromessi. Le animazioni sono grezze e spesso sconnesse, le collisioni tendono ad avere reazioni imprevedibili, le compenetrazioni sono all’ordine del giorno. Oltre ovviamente ad esilaranti bug dovuti alla fisica ragdoll, spinta ben oltre le possibilità fisiche. Sono aspetti che sono così connaturati e connessi al divertimento che porta in dote il titolo Coffee Stain che potrebbero quasi essere considerati parte fondamentale dell’offerta ludica. Tuttavia è innegabile che si tratta di aspetti poco rifiniti che saltano all’occhio, nonostante la modesta natura del titolo.

Il che ci porta all’aspetto fondamentale di Goat Simulator 3. Si tratta di un titolo che fa dell’ironia, della leggerezza, del sarcasmo e della parodia le sue principali armi vincenti. Si tratta di obiettivi che gli sviluppatori hanno voluto perseguire con dedizione e coraggio, anche al costo di molti compromessi ludici e tecnici. Così come la comicità non è universale, anche lo spirito di Goat Simulator 3 potrebbe lasciarvi del tutto indifferenti. Se cercate dunque una storia strutturata, un gameplay raffinato o situazioni ludicamente coerenti, la nuova avventura dell’ovino Pilgor non farà per voi.

Se il nonsense vi irrita, Goat Simulator 3 non fa per voi.

Commento finale

Goat Simulator 3 è la definizione perfetta di guilty pleasure. Un titolo che, sulla carta, non dovrebbe assolutamente funzionare: narrativa ridotta all’osso, gameplay essenziale, situazioni ludiche messe insieme a casaccio, comparto tecnico ricco di piccole incertezze. Ma, similmente al calabrone che vola infischiandosene delle leggi fisiche, anche la capra Pilgrim porta con sé un carico di distruzione e divertimento senza precedenti. Il titolo Coffee Stain risplende di idee folli ed easter egg clamorosi, che non potranno non lasciarvi un ghigno sul volto. Ed ogni tanto, un videogioco dovrebbe fare proprio questo: semplicemente, divertire con leggerezza.

Codice review gentilmente fornito da https://keymailer.co

7.8

Goat Simulator 3


Goat Simulator 3 è la definizione perfetta di guilty pleasure. Un titolo che, sulla carta, non dovrebbe assolutamente funzionare: narrativa ridotta all'osso, gameplay essenziale, situazioni ludiche messe insieme a casaccio, comparto tecnico ricco di piccole incertezze. Ma, similmente al calabrone che vola infischiandosene delle leggi fisiche, anche la capra Pilgrim porta con sé un carico di distruzione e divertimento senza precedenti. Il titolo Coffee Stain risplende di idee folli ed easter egg clamorosi, che non potranno non lasciarvi un ghigno sul volto. Ed ogni tanto, un videogioco dovrebbe fare proprio questo: semplicemente, divertire con leggerezza.

PRO

Folle oltre ogni limite | Ricco di easter egg, citazionismo e situazioni incredibili | Esilarante da soli e in compagnia |

CONTRO

Ludicamente modesto | L'assenza di una forte linea guida potrebbe far subentrare un po' di noia | Molte piccole incertezze tecniche |

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