Scars Above segue il nuovo tipo di produzioni di Mad Head Games, che assieme all’hack and slash RPG fantasy Pagan: Absent Gods, vuole lasciarsi alle spalle i successi delle passate serie di hidden games in 2D, cercando così di costruire un’identità più affine alle ambizioni del proprio team.
Il team serbo Mad Head Games si ributta nel mondo delle produzioni a medio budget con Scars Above. Un interessante sparatutto in terza persona, con velleità da roguelite e una nota di Metroidvania, ambientato in un universo sci-fi che mette alla prova la nostra prontezza di riflessi e capacità di scegliere l’arma giusta per ogni situazione.
Con il vanto di uno sviluppo portato avanti completamente in-house, il supporto del publisher Prime Matter, e una realizzazione che si appoggia sulla quarta versione del potente Unreal Engine, Scars Above ha realmente tutte le carte in regola per fare d’apripista al futuro successo di Mad Head Games?
Versione testata: PC (tramite Steam)
Che gioco è
Scars Above ci mette nei panni di Kate Ward, uno dei membri del team Scars – Spedizione di Contatto, Analisi e Ricerca-, un’elite di scienziati, astronauti, e ingegneri, accomunati da una profonda passione per l’esplorazione. Il team è posto in prima linea dall’umanità per indagare su un gigantesco oggetto non identificato rinominato Metaedro, apparso dal nulla e rimasto immobile nell’orbita terrestre.
La missione di contatto con il Metaedro fallisce, e l’astronave Hermes con a bordo il team di 4 astronauti viene catapultata su un pianeta alieno senza apparente via di fuga. Spetterà a Kate ritrovare gli altri membri del suo equipaggio e provare a tornare sulla Terra. L’obbiettivo dell’esploratrice assume però un risvolto più critico quando la sua sorte viene legata al futuro dell’intero universo, ora messo a rischio dalla figura quasi onnipotente del criptico Custode.
Guidiamo Kate attraverso diversi biomi del pianeta alieno, in livelli lineari ma interconnessi tra loro, mentre cerchiamo di sopravvivere all’assalto di feroci nemici con resistenze e debolezze elementari. Assistiti da una strana entità denominata semplicemente Apparizione, scopriremo presto di essere divenuti immortali, e a ogni nostra sconfitta riappariremo affianco a delle strutture monolitiche pronti a calcolare una nuova strategia di combattimento, come nel più tipico dei rougelite.
Perché giocarlo?
Scars Above presenta tre archetipi di gameplay sapientemente mescolati e dosati lungo una campagna intensa e variegata, seppur breve; per completare il titolo basteranno infatti poco meno di 8 ore.
L’esplorazione del mondo alieno è per lo più lineare e guidata da un marker sempre presente a schermo, ma la progressione degli alberi delle abilità di Kate, che sbloccheranno potenziamenti e nuove capacità, sono possibili solo raccogliendo manufatti sparsi lungo i biomi che compongono il pianeta. Questo spinge a frugare in ogni angolo delle mappe, cadendo più volte in pericolosi agguati da parte di feroci mostri.
Il combattimento in terza persona presenta una lama da combattimento, che molto raramente finiremo per utilizzare, e un’arma polivalente denominata VERA. L’arma ha 4 varianti di cui 3 basate sugli elementi -fuoco, elettricità e acqua- e una sul veleno. Ogni modalità dell’arma ha un impatto differente a seconda del tipo di nemico che si affronta e dell’ambiente circostante. Lo sviluppo di VERA risulta essenziale anche per superare zone del pianeta altrimenti inaccessibili, ma il processo d’acquisizione di questi potenziamenti nel corso dell’avventura è automatico.
Mostri particolarmente sensibili ad attacchi di fuoco presentano punti deboli di colore arancione, mentre quelli vulnerabili all’elettricità hanno punti di colore blu. Se un nemico, o un gruppo, si trovano all’interno di una pozzanghera d’acqua, si riceve poi una combo utilizzando l’arma elettrica. Diviene quindi centrale alternare rapidamente le modalità di VERA e trovare la giusta posizione di vantaggio per avere la meglio in ogni scontro.
Ad aiutare nell’avventura e nei combattimenti ci pensa l’utilizzo di un’abilità Scanner, che ci permette d’analizzare con la semplice pressione di un tasto, non solo le debolezze dei nemici, ma anche peculiari sezioni che presentano puzzle ambientali e deduttive. Speciali momenti richiedono infatti l’uso dell’intelletto da scienziato e ingegnere di Kate, che grazie alle sue doti d’analisi deduttive può rielaborare informazioni, accadimenti, ed estrapolare nuovi gadget da poter utilizzare contro i nemici. Questi gadget variano da uno scudo per assorbire i danni, un liquido infiammabile, e persino una sfera che all’impatto crea una bolla dove il tempo viene rallentato.
Dal lato tecnico Scars Above rispecchia la cura riposta in tutta la presentazione del titolo, con nemici ben congegnati e riconoscibili, zone ben diversificate, e boss abbastanza interessanti, anche se con pattern non particolarmente complessi. Sul lato audio invece fa la sua comparsa un discreto doppiaggio in inglese e musiche in linea con le produzioni di questo tipo.
Perché no
Scars Above non nasconde il suo essere un titolo fondamentalmente sui generis per quanto riguarda i TPS degli ultimi anni, ma le sue lacune si presentano in maniera abbastanza evidente durante la breve durate della sua campagna.
Il sistema di combattimento del gioco è legato a doppio filo con l’intelligenza artificiale dei nemici, e se i loro gruppi possono essere controllati nelle sezioni avanzate di gioco, fino a metà dell’avventura i più grandi nemici risultano essere i muri invisibili. Collocati in altezze o mascherati da rocce e sterpaglie aliene, più volte può capitare di rimanere incagliati durante le schivate o rallentati nella corsa, finendo inesorabilmente colpiti dai ripugnanti mostri.
Il tutto porta a far divenire più complessa l’esecuzione di una strategia vincente che non la sua scoperta; l’uso dei gadget è comunque molto situazionale, e difficilmente se ne sentirà il bisogno d’utilizzarli a difficoltà normale. Per foraggiare il funzionamento dell’armamentario, e le risorse della batteria che consumano i gadget, ancora una volta si deve investire del tempo per raccogliere piante e detriti, che possono essere convertiti con un semplice tasto in sieri anti veleno, o ricariche d’energia; oggetti altrimenti introvabili nelle mappe di gioco.
Oltre l’effetto d’avvelenamento, un grande avversario è il congelamento. Nel bioma invernale dovremmo muoverci tra piante infiammabili che possono ripristinare la nostra temperatura corporea, ma ancora una volta l’IA nemica, e il sistema a punti deboli, possono portare a morti premature per semplice sfortuna o errori nel calcolare il processo d’assideramento, che risulta poco chiaro nell’user interface.
Le problematiche di posizionamento, intelligenza artificiale, e costrizioni scelte nelle mappe, possono colpire anche i combattimenti con i boss, trasformandoli in semplici passeggiate, o momenti di pura frustrazione.
La storia di Scars Above non brilla per originalità, e tolto un interessante colpo di scena, risulta strana la decisione intradiegetica verso le battute finali del gioco di portare il giocatore a fare del backtracking lungo le location visitate. Le nuove zone accessibili possono risultare difficili da raggiungere con la sola presenza di un’icona a schermo, e la mancanza di una mappa consultabile enfatizza l’idea che questa decisione sia stata forse poco calibrata a confronto con il resto del gioco.
Nota dolente anche nel comparto animazioni dei personaggi, specialmente nelle espressioni facciali, che vanno il più delle volte a rovinare il discreto lavoro svolto dai doppiatori, finendo in più occasioni per trasformare i membri della Scars in spaventosi pupazzi inespressivi e dai movimenti “ingessati”.
Commento finale
Scars Above di Mad Head Games è un titolo che vuole impersonare tutte le capacità, i desideri, e le speranze di un team che ha voglia di cambiare. Il paradosso che scaturisce da questa produzione risiede nell’intelligenza del team serbo di non rischiare nulla, e usare le disavventure della squadra Scars per creare un titolo difficile da odiare, ma anche difficile da non ritenere superfluo.
Il lavoro svolto non appare infimo come in altre produzioni, e quel poco che manca di polishing pad alla mano, viene compensato da una discreta direzione artistica e un sistema di gameplay funzionale, e a più battute divertente. I problemi non sono certo di poco conto, e finiscono per minare la breve esperienza complessiva, di cui la rigiocabilità è un altro fattore non pervenuto.
Scars Above per i giocatori può essere visto come un discreto esponente del genere TPS con deriva roguelite, forse primo capitolo acerbo di una nuova IP, o forse semplice esperimento di una Software House nella marea di titoli che, come altri, faticano a ritagliarsi una reale identità nel mercato videoludico odierno. Ad maiora!