Recensione in pillole Strayed Lights

Annunciato solo pochi mesi fa, Strayed Lights rappresenta l’opera di esordio del team di sviluppo Embers. Un progetto che, fin dai primi scatti, ci aveva trasmesso la forte aspirazione della giovane software house francese a farsi vedere nel panorama indipendente. Un’ambizione veicolata da un forte impatto stilistico, per un’opera concettualmente non lontana dal linguaggio di Thatgamecompany ma contenutisticamente più orientata al mondo action.

Edito dallo stesso team Embers, il titolo è un’avventura in cui azione ed atmosfera si combinano in un’esperienza orgogliosamente estetica, arricchita da combattimenti fortemente cinematografici e sinestetici. Nonostante le intriganti premesse, gli sviluppatori saranno riusciti a centrare i loro obiettivi?

Strayed Lights è disponibile dal 25 Aprile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series, Nintendo Switch e PC (via Steam).

Strayed Lights ha in sé una palpabile componente action.

Versione testata: PlayStation 5


Che gioco è?

Strayed Lights è un’avventura con una forte componente action, ambientata in un misterioso e decadante mondo onirico.

Nei panni di una luce nascente, ci troveremo presto a dover fare i conti con la corruzione, a livello interiore ed esteriore. Ogni essere vivente nasconde infatti in sé un dissidio interno, rappresentato dal rapporto tra una luce rossastra ed una luce bluastra. Un conflitto che espone ciascuno al fascino delle ombre, che annebbia le menti ed altera i sentimenti. La nostra luce innominata dovrà dunque affrontare un viaggio, a metà tra formazione e redenzione, per liberarsi dalla presa dell’oscurità.

Preparatevi a molti scontri.

Se la sinossi della trama vi sembra piuttosto vaga, beh, il motivo è perché effettivamente lo è. Embers ha infatti voluto proporre una storia perlopiù visiva, in cui immagini e colori concorrono alla formazione del racconto, rinunciando volutamente a dialoghi e testi. Strayed Lights rifiuta dunque uno storytelling tradizionale in funzione di una soluzione simile a titoli quali Journey o ABZU, ma anche il più recente GRIS (qui la nostra recensione). Il risultato è un’esperienza che omaggia le arti figurative di capolavori come Ori and the Blind Forest, per proporre un messaggio specifico con un linguaggio ricercato. Buona parte del merito è anche dell’evocativa ed atmosferica colonna sonora originale composta da Austin Wintory che, non troppo casualmente, ha lavorato proprio ai poc’anzi citati titoli di Thatgamecompany e Giant Squid Studios.

La palette cromatica è sempre affascinante.

Perché giocarlo?

Al di là di una comparto estetico di sicuro impatto, Strayed Lights colpisce per il suo approccio al gameplay.

Lungi dal proporre soluzioni ludiche ordinarie per un action adventure in terza persona di taglio cinematografico, Embers decide di pescare a piene mani da Sekiro: Shadows Die Twice.

Parate sempre col colore giusto.

La luce nascente protagonista dell’avventura dovrà infatti affrontare i combattimenti affidandosi alla paziente e puntuale arte della parata. Nonostante ci siano degli attacchi nel ventaglio delle opzioni disponibili, essi si rivelano fin troppo deboli ed inconcludenti. Tuttavia, parando efficacemente i colpi avversari, sarà possibile incrementare una apposita barra. Questa, una volta colma, permetterà di rilasciare un unico attacco potentissimo capace di chiudere lo scontro.

Il tutto viene reso dinamico dalla necessità di scegliere il giusto colore nel corso dell’azione. Come già accennato, i personaggi che popolano questo mondo sono in grado di assumere un diverso colore, rappresentazione del loro stato d’animo interiore. La stessa regola vale per i vostri avversari, che infliggeranno i loro colpi passando costantemente da un colore all’altro. Strayed Lights vi richiederà non solo di parare con il giusto tempismo gli attacchi nemici, ma anche di farlo accoppiando correttamente i colori. In una dinamica che richiama alcuni rhythm games, il player dovrà dunque cambiare dinamicamente il colore della luce nascente dal rossastro al bluastro per massimizzare gli effetti positivi. Se riuscirete a parare correttamente infatti, riceverete ricariche di salute ed un maggior innalzamento della barra per l’attacco finale.

Il punto più alto della produzione è indubbiamente legato alle boss fights. Presenti in buon numero e ciascuna diversa nel suo essere strutturata in più fasi, si caratterizzano per un ritmo serrato che tira fuori il meglio dell’interessante sistema di combattimento. Nonostante gli scontri richiedano spesso una buona manualità ed un idoneo grado di attenzione, la sfida proposta da Strayed Lights appare sempre equa e bilanciata al punto da essere forse fin troppo semplice per i giocatori più smaliziati.

I boss son davvero apprezzabili anche per le loro storie.

Perché no?

Strayed Lights è dunque un prodotto interessante e confezionato con cura, che presenta tuttavia alcuni aspetti non completamente convincenti.

A cominciare dall’impianto narrativo, il titolo Embers si propone di essere al tempo stesso criptico ed essenziale. L’assenza di qualsivoglia dialogo o spiegazione esplicita rende purtroppo l’esperienza piuttosto fumosa. Non si tratta del primo titolo che si pone obiettivi di questo tipo con uno storytelling simile per raccontare una storia attraverso l’arte e l’emozione. Purtroppo però il racconto di Strayed Lights non è sempre a fuoco ed oscilla costantemente tra interpretazioni allegoriche e vicenda concreta. Un equilibrio complesso da sostenere, tra la grande importanza delle storie dei vari boss che incontrerete e le eteree vicende personali del protagonista che lo conducono ad un finale piuttosto filosofico ed anticlimatico.

I personaggi son fondamentali nei vari livelli, ma poi scompariscono nell’economia generale senza più peso.

Anche sul versante del game design, Strayed Lights si espone a qualche problema di bilanciamento.

Se il sistema di combattimento è particolarmente piacevole e piuttosto fresco, purtroppo non può vantare la stessa cura e profondità di produzioni più blasonate. Se il paragone con Sekiro non è concettualmente lontano dall’intimo funzionamento degli scontri di Strayed Lights, quest’ultimo non offre un adeguato senso di progressione. Mentre il titolo From Software gratificava il player portandolo lungo un percorso di auto-miglioramento con ben poche scorciatoie, la produzione Embers non riesce a proporre un risultato anche solo similare. Non solo il gioco non permette grossi margini di miglioramento al player, un po’ per la sua longevità, un po’ per una sostanziale linearità dei nemici ordinari, ma non concede altresì adeguate migliorie tramite skill tree. Le poche abilità presenti sono infatti pressoché ininfluenti (salvo un paio) e, anche nelle fasi finali, farete maggiormente affidamento alle meccaniche apprese nel tutorial.

Embers decide inoltre di calare il giocatore in un mondo aperto che tuttavia è tale solo in apparenza. Il protagonista si troverà infatti ad attraversare mere aree hub, spesso non molto leggibili e piuttosto spoglie. L’esplorazione porta con sé davvero poco, se non la raccolta di collezionabili legati all’approfondimento della (fumosa) lore o al miglioramento delle (piatte) abilità. Una volta trovato l’accesso al livello successivo, il player si troverà ad affrontare un’area decisamente lineare dove affrontare in sequenza nemici ordinari per poi confrontarsi con l’inevitabile boss. Una formula dunque che non lascia granché al giocatore in termini di level design, tolta la bontà dell’esperienza visiva. Anziché impiegare risorse in un open-world non così indispensabile, forse sarebbe stato meglio concentrarsi su un insieme di livelli maggiormente intriganti.

Raccogliere le orb luminose permette di sbloccare nuove abilità… peccato non incidano poi così tanto.

Commento finale

Con Strayed Lights, gli sviluppatori di Embers esordiscono nel panorama videoludico con una produzione ricca di personalità ed idee interessanti. Una direzione artistica ispirata ed un gameplay intrigante costituiscono evidenti punti di merito, tanto arditi quanto ambiziosi, tali da permettere al titolo di distinguersi dalla concorrenza. Purtroppo però il prezzo da pagare è significativo: un level design pressoché lineare, un comparto narrativo blando ed un senso di progressione raramente incisivo. Son difetti che impediscono alla produzione di ascendere a maggiori traguardi, ma che non ne intaccano la godibilità.

7.0

Strayed Lights


Con Strayed Lights, gli sviluppatori di Embers esordiscono nel panorama videoludico con una produzione ricca di personalità ed idee interessanti. Una direzione artistica ispirata ed un gameplay intrigante costituiscono evidenti punti di merito, tanto arditi quanto ambiziosi, tali da permettere al titolo di distinguersi dalla concorrenza. Purtroppo però il prezzo da pagare è significativo: un level design pressoché lineare, un comparto narrativo blando ed un senso di progressione raramente incisivo. Son difetti che impediscono alla produzione di ascendere a maggiori traguardi, ma che non ne intaccano la godibilità.

PRO

Esteticamente ispirato | Il combat system è intrigante | Musiche evocative |

CONTRO

Molto breve | Minimo senso di progressione | Level design blando |

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