Recensione KIBORG, fuga dal pianeta Sigma

Non molti titoli possono dire di aver seguito il peculiare percorso di sviluppo di KIBORG. Realizzato dal team russo Sobaka Studio, l’intrigante progetto è stato portato avanti nel corso degli anni anche attraverso il preventivo rilascio gratuito di KIBORG: Arena.

Si trattava di una sorta di antipasto sperimentale del core ludico del titolo, sotto forma di una demo gratuita che proponeva una endless mode per testarne alcune caratteristiche strutturali. Una forma piuttosto intrigante di testing su larga scala, che ha permesso agli sviluppatori di fare tesoro dei feedback dei giocatori al punto da aver completamente riscritto talune dinamiche di gameplay. KIBORG rappresenta così l’ideale coronamento di un complesso percorso di ampio respiro, da parte di una software house che si era già fatta notare con 9 Monkeys of Shaolin. Proprio di quest’ultimo titolo KIBORG rappresenta una coraggiosa evoluzione. Con l’obiettivo di unire il flow dei combattimenti a scorrimento con le caratteristiche essenziali di un rogue-like.

KIBORG sarà disponibile dal 30 Aprile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e PC via Steam.


Versione testata: PlayStation 5


Sulle orme di Tom Selleck

KIBORG butta il giocatore subito nella mischia, senza troppi giri di parole.

Dopo aver aperto gli occhi, vi ritrovate in un sotterraneo fetido debolmente illuminato dagli schermi di alcuni misteriosi terminali. Nell’unica porta aperta davanti a voi, campeggia una scritta al neon: “Last Ticket”. Neanche il tempo di oltrepassare la soglia che un misterioso e rivoltante individuo chiamato Volkov vi introdurrà alla tremenda realtà dei fatti. Siete Lee Morgan, il cosiddetto “Macellaio di Steinsberg”. Un criminale di guerra condannato alla reclusione eterna nella prigione più sicura della galassia, Sigma. L’unica possibilità di fuggire alla vostra sorte è affrontare il game show più violento di sempre, farsi strada tra ondate crescenti di delinquenti ed assassini per ottenere la libertà. Ma c’è qualcosa di strano in tutto questo, compresa la vostra perdurante assenza di memoria.

Prendendo spunto da un numero imprecisato di thriller e produzioni fantascientifiche (per citare solo un esempio recente, il franchise di Death Race), KIBORG propone una sceneggiatura che ben si adatta alle proprie caratteristiche ludiche. Se da un lato il preambolo può sembrare poco originale, dall’altro il titolo riesce a proporre gradualmente alcuni spunti narrativi che permettono di arricchire le prospettive dei tentativi di fuggire dal braccio della morte. Il merito è di una narrazione che si dipana lentamente, attraverso dettagli di lore che aiutano a creare un contesto ma anche a rivelare i misteri del pianeta Sigma.

Morgan Lee è un violento, ci sono pochi dubbi. Ma siamo sicuri che sia un cattivo?

In questa prospettiva, da un certo punto di vista addirittura sorprendente, è un po’ un peccato che gli sviluppatori siano incappati in alcune défaillance. Piuttosto fastidiosa è infatti la gestione dei dialoghi. Sebbene sia il metodo principale che permette alla trama di rivelarsi (ma anche di gestire i tutorial), purtroppo è estremamente semplice saltarli a piè pari. Basta la minima interazione con alcuni terminali o semplicemente allontanarsi troppo da una data area per perderli irrimediabilmente, attraverso interruzioni forzate. Visti gli sforzi compiuti da Sobaka Studio per rendere KIBORG ricco di sorprese, è spiacevole vedere tali fatiche vanificate da una scarsa attenzione che poteva essere mitigata facilmente.

Allo stesso modo, la direzione artistica di KIBORG non fa molto per restare impressa nella memoria. Al di là del conturbante baffo del protagonista, c’è davvero poco di originale e caratteristico nelle lugubri ambientazioni e nei prevedibili avversari di Morgan Lee. Più convincente il versante tecnico, sebbene nella nostra prova pre-release abbiamo riscontrato alcuni rallentamenti e diversi fenomeni di stuttering tra un livello e l’altro. Per fortuna c’è qualcosa che rende ogni partita davvero interessante al di là di tutto: il gameplay.

La direzione artistica trae evidenti spunti da moltissime altre produzioni.

Quanto vuoi per quel fucile?

A livello strutturale, KIBORG non si discosta dai migliori esponenti del genere rogue-like in stile Hades. Tuttavia, attinge senza paura anche dai classici picchiaduro a scorrimento nonché dalla lezione della serie Batman Arkham.

Morgan Lee dovrà così affrontare una serie di livelli nella sua scalata alla torre del “Last Ticket”, facendosi largo attraverso un numero crescente di avversari pronti a fargli la pelle. Il sistema di combattimento permette di sferrare attacchi leggeri e pesanti, respingere gli attacchi con parate e parry, destreggiarsi con schivate, utilizzare armi bianche e realizzare mosse speciali. Ma non ci sono unicamente soluzioni corpo a corpo. KIBORG permette infatti di equipaggiarsi con una vastissima selezioni di bocche da fuoco. Divise equamente in due categorie distinte, le prime possono essere utilizzate con una estrazione rapida mentre le seconda richiedono un tradizionale uso da TPS.

Non abbassate mai la guardia. Mai.

I combattimenti di KIBORG sanno essere frenetici e serrati, complici avversari in grado di infliggere elevate quantità di danno in pochissimi colpi. Sarà dunque necessario affrontare ciascun combattimento con metodo ed attenzione, per evitare di essere sopraffatti fin dalle prime ondate nemiche. Morgan Lee è un combattente formidabile, sia bene inteso, ma come ogni rogue-like che si rispetti il fallimento sarà un elemento imprescindibile dell’esperienza.

Ogni tentativo di scalare la torre non solo vi permetterà di avere una maggiore conoscenza dei rischi presenti, ma concede altresì a KIBORG di offrire un’esperienza con un grande senso di progressione. Pressoché ogni azione può sbloccare nuove possibilità nelle run successive: soddisfare determinati requisiti di combattimento potrà, ad esempio, sbloccare l’accesso a nuovi set di armi devastanti. I fallimenti vi permetteranno inoltre di mettere le mani su una valuta consumabile in grado di sbloccare miglioramenti perpetui all’interno di uno skill tree davvero generoso. Si va da estensioni di salute alla maggiore destrezza con le armi, dallo sblocco di nuovi colpi speciali alla possibilità di ottenere upgrade temporanei di qualità superiore. Proprio questi ultimi rappresentano la vera peculiarità dell’offerta di KIBORG.

Ponderate bene il vostro playstyle prima di scegliere l’impianto giusto.

Va bene, allora quanto vuoi per il braccio?

Non bastasse infatti l’elevato numero di armi presenti nel titolo di Sobaka Studio, il vero tratto distintivo dell’odissea attraverso il violento reality è la possibilità di installare impianti cibernetici.

Il corpo del detenuto potrà infatti essere progressivamente sostituito da protesi tecnologiche o armature ad alte prestazioni. Si tratta dei classici potenziamenti temporanei che rimarranno disponibili per la durata della singola scalata, ma sanno regalare esperienze drammaticamente diverse. Morgan può decidere di installare una testa in grado di prevenire gli status alterati ma anche di munirsi di un braccio destro in grado di estendere le combo con attacchi a distanza. Un cuore artificiale potrebbe permettere al galeotto di evocare NPC in suo soccorso, mentre una paio di gambe rinforzate garantirebbero una maggiore facilità di schivare gli attacchi avversari.

In ogni run è imprescindibile puntare il prima possibile ad ottenere un set completo di impianti tecnlogici.

Esteticamente e ludicamente ci troviamo di fronte all’elemento più gratificante ed affascinante di KIBORG, che rende ogni partita radicalmente diversa a seconda della build costruita man mano. Con sette slot per gli impianti, a loro volta disponibili in otto alternative ciascuno, le combinazioni possibili sono migliaia. E non si tratta di mere divergenze visive: Morgan Lee diventa a tutti gli effetti un personaggio diverso in base alle scelte effettuate. Le personalizzazioni non finiscono qui: ci sono anche centinaia di ulteriori miglioramenti con micro-impianti invisibili che non occupano slot e addirittura mutazioni genetiche. Queste ultime garantiscono effetti estremamente potenti, ma con altrettanto significativi malus da subire.

KIBORG è dunque un’esperienza molto stratificata ed inaspettatamente ricca di contenuti e versatilità. Un rogue-like che funziona e diverte, che ingloba con coraggio meccaniche e tipologie ludiche anche al costo di un risultato finale non perfettamente calibrato. L’esperienza complessiva tende infatti ad essere meno fluida di quanto sperato. Parte del problema è legato anche alla gestione dello shooting, un po’ farraginoso, nonché ad alcune situazioni paradossali che possono verificarsi a seconda delle build. Ad esempio, abbiamo riscontrato un crollo delle leggibilità dei combattimenti dopo aver volutamente creato un build con un elevato numero di NPC alleati. O ancora ritrovarsi ad attivare alcune abilità in maniera automatica nei momenti meno adatti. Manca dunque un po’ di ulteriore ottimizzazione agli equilibri generali, che immaginiamo arriveranno nel corso dei futuri aggiornamenti.

Alcune build sono inarrestabili, ma attenzione: basta scegliere una mutazione sbagliata per bruciarsi ogni vantaggio.

Commento finale

Con le sue caratteristiche frutto di un ibrido rogue-like tra picchiaduro old-school e sparatutto, KIBORG si è rivelato un titolo avvincente e ricco di sorprese. Combattimenti tesi e violenti si mescolano ad un incedere costante, in cui il senso di progressione è assicurato ed i contenuti sanno rivelarsi generosi. Pad alla mano, l’esperienza si rivela tuttavia non perfettamente bilanciata rendendo il brutale cammino di Lee Morgan a tratti fin troppo ruvido. Tuttavia, il fascino di creare un inarrestabile combattente cibernetico è una vera e propria figata da non sottovalutare.

7.8

KIBORG


Con le sue caratteristiche frutto di un ibrido rogue-like tra picchiaduro old-school e sparatutto, KIBORG si è rivelato un titolo avvincente e ricco di sorprese. Combattimenti tesi e violenti si mescolano ad un incedere costante, in cui il senso di progressione è assicurato ed i contenuti sanno rivelarsi generosi. Pad alla mano, l'esperienza si rivela tuttavia non perfettamente bilanciata rendendo il brutale cammino di Lee Morgan a tratti fin troppo ruvido. Tuttavia, il fascino di creare un inarrestabile combattente cibernetico è una vera e propria figata da non sottovalutare.

PRO

Divertente mix di combattimenti corpo a corpo e sparatutto | Ricco di contenuti e varietà di approccio | Molto rigiocabile |

CONTRO

Artisticamente davvero poco ispirato, salvo gli innesti cibernetici | Richiede attenzione e pazienza | In alcune situazioni si soffre la scarsa leggibilità e la gestione del campo di battaglia |

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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