A distanza di qualche giorno dall’uscita abbiamo messo le mani sull’ultimo lavoro di 3DCoulds, il talentuoso team italiano sviluppatore di King of Seas, studio già noto per aver prodotto, tra gli altri, All-Star Fruit Racing.
Versione testata: PC
Questa volta, lo studio guidato da Francesco Bruschi (fondatore e Lead Designer), si è cimentato in un gioco di ruolo con ambientazione piratesca di tipo procedurale sempre in evoluzione, dallo stile cartoonesco. Il mondo dei titoli indie, spesso libero dalle restrizioni ed obblighi imposti dai grandi publisher, è maggiormente portato a sperimentare, a svariare artisticamente, permettendoci di godere di giochi, a volte sì acerbi, ma capaci di stupirci ed appassionarci.
King of Seas sarà in grado di farci percepire l’emozione di solcare pericolosi mari, guidando la propria ciurma di pirati? Scopriamolo insieme!
La morte dell’Imperatore e la lotta per i Sette Mari
Prima ancora di metter mano al gameplay vero e proprio, il titolo di 3DClouds da subito ci fornisce un potente ed appassionante incipit narrativo, al fine di creare un buon livello di immersione, permettendoci di contestualizzare ed inquadrare il mondo che sarà scenario delle nostre scorribande marinaresche.
Vestiremo i panni di uno dei due figli dell’imperatore dei Sette Mari, Luky o Marylou, a pochi giorni dal nostro 18esimo compleanno e pronti ad essere consacrati come veri marinai della flotta Reale. Questo felice preambolo crolla immediatamente a causa della morte di nostro padre, in circostante misteriose, e chi probabilmente stava tramando alle sue spalle, riesce scaltramente a farci identificare come colpevole.
La nostra nave viene attaccata, la nostra ciurma annientata, e noi, saremo salvi per miracolo. E’ da qui, che inizia l’avventura vera e propria, e se fino a poco prima il nostro orizzonte aveva il colore del vessillo Reale, la realtà sarà ben diversa, cruda, spietata, pericolosa….piratesca.
La storyline verterà sullo spirito di vendetta del protagonista, il quale al fine di conoscere e smascherare l’assassino di suo padre, intraprenderà un lungo e pericoloso viaggio sostenuto da una ciurma di pirati, la stessa che lo tirò in salvo, e solo così potrà cercare di riconquistare il legittimo trono, suo per discendenza diretta, anche se per nulla bramato.
La narrazione avviene mediante dialoghi scritti durante alcune vignette, il tutto tradotto anche in italiano, non è presente alcun tipo di dialogo vocale o cut scene e sarà da traino a molte delle quest del protagonista e della sua ciurma, un elemento non preponderante nel gioco, ma comunque dalla presenza gradita e piacevole.
Cazza la randa marinaio!
Il gioco ci invita sin dal primo avvio ad impugnare il pad, e noi, diligentemente, abbiamo accolto questo tip dello sviluppatore: la mappatura effettivamente è ben fatta e tutto sommato intuitiva. Il nostro compito sarà quello di pilotare una nave, con visuale dall’alto, avendo a disposizione 4 diverse aperture delle vele per modificarne la velocità di crociera, la quale sarà inoltre pesantemente influenzata anche dal vento e dalla direzione delle sue correnti.
Tre saranno i valori fondamentali indice della nostra salute:
- Nave
- Vele
- Ciurma
dove l’importante ,per evitare che lo scafo affondi, e per il nostro alter-ego scocchi l’ora del game over, sarà preservare maggiormente la prima.
Si partirà con la barca più piccola a disposizione, ma una volta accumulato oro a sufficienza, potremo passare ad imbarcazioni più capienti, piuttosto che più potenti in combattimento, o più veloci, per un totale di cinque diverse vascelli. A prescindere dal tipo di imbarcazione, avremo sempre a disposizione due distinte batterie di cannoni e 4 diverse skill le quali saranno fondamentali per cambiare le sorti dei combattimenti più difficili.
Il gioco è decisamente loot-oriented, le ore di navigazione saranno contraddistinte da un’ingente mole di item recuperate e per ogni nave saranno customizzabili continuamente vele, castelli, ciurma, cannoni e proiettili. Le parti che non ci saranno più di utilità potranno essere vendute nei vari porti mediante un mercato dinamico, dove l’inflazione delle varie merci cambierà in base alla quantità di oggetti venduti, il che, a voler essere particolarmente attenti agli affari, ci porterà a gestire la compravendita con meticolosità, diversificando i vendor anche in base al rapporto domanda/offerta.
Caricate i cannoni, feccia!
Neanche a dirlo, il combattimento è sicuramente il nucleo centrale di King of Seas: potremo scegliere tra diversi livelli all’inizio del gioco (e non ci è parso che siano poi modificabili durante la run in corso, ndr) e durante le nostre infinite esplorazioni e tratte lungo i sette mari saranno molteplici i motivi per cui prodigarsi a caricare i cannoni del nostro vascello.
Dalle navi della marina reale sulle nostre tracce, ai cacciatori di pirati, a Kraken giganti, piuttosto che navi fantasma e navi del tesoro speciali, ogni motivo sarà buono per sparare una cannonata. Il gioco ci porterà a gestire virate decise, al fine di poter colpire in posizione di vantaggio i nostri nemici, cercando al contempo di schivarne le bordate; dovremo inoltre fare buon uso delle varie skill, spesso determinanti durante il combattimento.
Combattere una nave alla volta, possibilmente di livello simile al nostro, sarà una sfida ben diversa dal affrontare più imbarcazioni contemporaneamente, magari sotto una pioggia di sfere infuocate sortite da un vulcano in eruzione, con qualche Kraken nelle vicinanze pronto ad avvilupparci nelle profondità del mare.
Se vuole King of Seas sa metterci in difficoltà (la nostra esperienza è stata fatta a livello normale,ndr), ma a lungo andare il combattimento viene un po’ perdendo di mordente, considerando che alla lunga, in base alla nostra build, avremo trovato la ridondante frequenza di azioni al fine di portare a casa il buon esito di un combattimento.
Anche l’occhio (senza benda) vuole la sua parte
Un uso sapiente del ormai rodato Unreal Engine 4, unito ad una caratterizzazione stilistica un po’ sulle orme del più famoso Sea of Thieves (qui la nostra recensione) rendono King of Seas un prodotto bello da vedere, seppur privo di grandi texture, shader o effetti vari. Ispirati e ricchi di piccoli dettagli i tanti elementi di gioco (forzieri, ponti, vegetazione, costruzioni, ecc.), buona la resa del ciclo climatico, con alternanza fra tempeste, pioggia di fuoco e altro ancora; molto intuitivi e semplici i menù, caratterizzati da font e layout pertinenti al genere.
Nella nostra prova abbiamo fatto girare King of Seas in 4K, senza mai segnalare cali di frame, artefatti, crash o quant’altro.
A fare da corollario a quanto descritto un buon comparto audio, definito nella realizzazione dei suoni in game, come il rumore della nave che solca le onde, lo schioppo secco dei cannoni, le urla dei pirati ecc. Carini i vari canti intonati dalla ciurma e le musiche che accompagneranno le nostre scorribande lungo i Sette Mari.
Commento finale
King of Seas ha un buon incipit narrativo che sarà traino delle nostre avventure e relativo gameplay, il tutto con risultato dalle due facce, capace tanto di garantire una buona longevità e rigiocabilità grazie al suo mondo procedurale e alle diverse build che potremo costruire, quanto, alla lunga, poco in grado di diversificare ed approfondire le proprie dinamiche di gioco. Confezionato con una certa cura artistica, tipica di alcune raffinate produzioni indipendenti, il gioco si pone come buona alternativa a produzioni più blasonate del genere, soprattutto per gli amanti del mondo piratesco, dell’esplorazione e del combattimento navale.