La nostra prova di Koa and the Five Pirates of Mara ci ha riportato alla mente diverse esperienze. Solo pochi mesi fa abbiamo infatti affrontato una delicata avventura in un mondo tropicale con la sorpresa Tchia (qui la nostra recensione). L’atmosfera che si respira ci ha ricordato molto la produzione di Awaceb, seppur gli intenti alla base dei due progetti sono piuttosto diversi. Se l’odissea di Tchia rappresentava un sognante omaggio alla terra degli sviluppatori, Koa si propone viceversa di essere semplicemente un platform alla portata di tutti. Pescando a piene mani ora da Super Mario 3D World, ora dal gusto mai sopito per lo speedrunning (visto anche in progetti sorprendenti come Lunistice), scopriamo se l’obiettivo può dirsi raggiunto con successo.
Edito da Chibig Studio e da loro co-sviluppato con Talpa Games e lo studio catalano Undercoders, il titolo è “un affettuoso tributo alle classiche avventure platform” che cala il player nei panni di una giovane ragazzina contro un gruppo di temibili pirati.
Koa and the Five Pirates of Mara sarà disponibile dal prossimo 27 Luglio per PC (via Steam), Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5.
Versione testata: PlayStation 5
(s)He’s a pirate
Dopo una campagna Kickstarter di successo, il titolo arriva nelle ludoteche dei player con una premessa tanto semplice quanto classica.
In pieno rispetto dei canoni delle più tradizionali avventure platform, vestiremo i panni di un giovane alter ego incaricato di dover risolvere un problema assai più grande di lui. Nello specifico, assumeremo le sembianze della piccola ragazzina Koa. Arrivata sull’isola principale del proprio arcipelago, si accorgerà del nocivo influsso dei pirati sulla regolare vita della popolazione. Dietro suggerimento di alcune coetanee, ammaliate dalla prospettiva di diventare esse stesse pirati, Koa verrà a conoscenza di una fantomatica gara concessa dal codice piratesco. La vittoria di questa gara permette non solo di diventare un bucaniere a tutti gli effetti, ma anche di far valere il proprio ruolo all’interno di questa casta… magari ponendo fine all’oppressione su Mara.
Inizia così un viaggio coloratissimo e ricco di azione che porterà il player da isole selvagge a vulcani attivi, da caverne ghiacciate irte di trappole agli immancabili scontri coi boss. Puntuale nel settare il giusto mood è la colonna sonora, tanto leggera quanto precisa nel tratteggiare i vari momenti dell’avventura.
Ciò che salta subito all’occhio è la direzione artistica della produzione. Senza esagerare né ricorrere ad una complessità tecnica, Koa and Five Pirates of Mara si presenta in maniera vibrante e luminosa. A fronte di un versante poligonale piuttosto asciutto ed essenziale, l’uso di colori saturi da estro alla presentazione visiva anche a fronte di una direzione artistica non esattamente originale.
Quello che infatti il titolo riesce ad ottenere grazie ad un accorto uso degli accostamenti cromatici viene bilanciato da un character design piuttosto anonimo, senza grandi attimi di originalità. La stessa Koa sebbene, in definitiva, svolga il proprio ruolo di protagonista “carina e coccolosa”, non lascia il segno rischiando di essere accostata a fin troppe caratterizzazioni omonime (senza allontanarci troppo, basti richiamare Tchia). Spiace inoltre vedere i fin troppi imbarazzi della telecamera che, nonostante sia fissa, riesce ad essere in molte circostante fin troppo lenta nel seguire l’azione a schermo, se non posizionata palesemente male.
La X non indica mai il punto in cui scavare
Le aspirazioni ludiche di Koa and the Five Pirates of Mara, come anticipato, sono piuttosto chiare: realizzare un platform che possa essere tanto godibile dai più giovani, quanto intrigante per chi ha qualche primavera in più alle spalle. Un obiettivo che viene perseguito attraverso una duplice anima.
Da un lato, Koa rappresenta il più classico dei platform collectathon, in cui l’obiettivo è rappresentato non solo dal completamento dei vari livelli, ma anche dalla puntuale raccolta di oggetti sparsi. Sia che si tratti di spazzatura sparsa per i paradisiaci livelli del titolo, sia che si tratti di conchiglie da poter barattare per oggetti di personalizzazione, Koa mette il player nella condizione di assecondare la propria smania di completismo.
I livelli, presenti in buon numero, sono tutti piuttosto vari e presentano archetipi classici del genere (ad esempio, le corse a perdifiato in cui il vostro pensiero sarà schivare gli ostacoli), anche se non brillano per anticonformismo. Koa and the Five Pirates of Mara attinge infatti a piene mani dai classici del genere, non solo per quanto riguarda la direzione artistica, ma anche per le situazioni ludiche. Non sarà dunque strano trovarsi ad affrontare sezioni ispirate a Super Mario o Crash Bandicoot, ma anche Sonic ed altri mostri sacri del genere. Ma non aspettavi tanto altro di più e, soprattutto, non aspettatavi obiettivi complessi… anzi!
Piuttosto interessante è invece la possibilità, concessa a Koa, di attraversare l’intero arcipelago, costellato di livelli principali ed opzionali, segreti da raccogliere ed attività da intraprendere. La vostra fida imbarcazione potrà essere potenziata per raggiungere sempre nuove destinazioni, previo ritrovamento di nuove mappe che possano estendere l’area di navigazione. Una piccola spruzzata di DREDGE che fornisce un collante piacevole tra un livello e l’altro.
Running Up That Hill
Dall’altro lato invece, Koa and the Five Pirates of Mara decide di rivolgersi anche ad un altro pubblico, più “navigato”, proponendo un’ampia attenzione alle classiche time trial.
Se già tutto il titolo poggia sull’idea di una competizione costante nei confronti dei pirati di Mara, ludicamente il titolo si lascia la porta aperta proponendo una sfida costante per gli amanti delle speedrun. Ciascun livello può infatti essere affrontato a testa bassa, tentando di ottenere il tempo migliore per l’ambita medaglia d’oro.
In questi fasi, il titolo cambia volto lasciando da parte la rigida facilità dell’attività di raccolta in favore di uno studio più attento del level design, richiedendo una maggiore manualità per grattare secondi preziosi. Lo stesso sistema di controllo tradisce una certa predilezione verso le corse sfrenate, a partire dalla scelta di assegnare un tasto specifico alla corsa. Una scelta che non ci ha tuttavia pienamente convinto, soprattutto visto l’enorme differenza con l’andatura regolare. Se possiamo capire la necessità di sfruttare ogni peculiarità della mappatura dei tasti per incrementare la propria velocità ai fini delle time trial (Crash Bandicoot 4 docet), tuttavia il paradosso è evidente. Anche coloro che non sono interessati alle gare di velocità si vedranno costretti a tener sempre premuto il tasto della corsa, proprio a causa dell’estrema lentezza di Koa che si limiterà a saltellare a destra e sinistra. Forse una gradualità diversa tra le tipologie di incedere sarebbe stata preferibile.
Le time trial costituiscono dunque un aspetto decisamente interessante e gratificante dell’offerta (quale amante dei platform non le ama?), che viene tuttavia mitigato da alcuni passaggi comunque fin troppo semplici. In determinati livelli, infatti, i tempi saranno decisamente permissivi anche a fronte di diversi errori. In altre situazioni, sarà richiesta una maggiore precisione, ma nulla che un esperto non possa portare a termine senza preoccupazioni.
L’obiettivo degli sviluppatori di parlare sia a novizi sia a veterani si può dunque sommariamente centrato, pur senza incappare in inevitabili problematiche legate al voler tentare di accontentare tutti.
Commento finale
Koa and the Five Pirates of Mara riesce a centrare i suoi obiettivi dichiarati: offrire un’esperienza platform rilassante ed alla portata di tutte le abilità, dai più piccoli agli amanti delle speedrun. Nonostante questo, è bene essere consapevoli dei limiti della produzione: il level design è piuttosto ordinario, la telecamera soffre di lapsus preoccupanti e la difficoltà generale è tarata verso il basso. Con questa piena consapevolezza di pregi e limiti, l’avventura piratesca di Koa e Napopo può essere un simpatico passatempo nelle calde giornate estive.