Recensione Need for Speed: Hot Pursuit


Comparto tecnico

Difficilmente un team riesce a superare se stesso in modo così netto. Se con Burnout si era abituati ad un dettaglio molto buono e pieno di oggetti su schermo, con Need for Speed: Hot Pursuit ci si trova di fronte ad uno spettacolo incredibile, capace a volte di mozzare il fiato. La contea di Seacrest, progettata in collaborazione col team DICE, ridefinisce gli standard degli arcade racing game. Impossibile non rimanere estasiati dagli effetti di oggetti che schizzano, risaltando sulla pulizia generale delle immagini, durante i vari tamponamenti o scene di incidenti rese epiche per il taglio cinematografico introdotto.

A contribuire a conferire maggiore adrenalina al titolo è sicuramente il fatto che, pur viaggiando ad un solido framerate di 30fps, sicuramente non il massimo per questa generazione, la sensazione di velocità riesce ad essere resa molto bene ed integrata in fantastici scenari nei quali giornate assolate si alternano ad acquazzoni improvvisi, annunciati soltanto da fulmini all’orizzonte. Attenzione a non distrarsi però; distogliere lo sguardo dalla strada per ammirare panorami o scorci naturali potrebbe risultare fatale.

Purtroppo le ambientazioni per gareggiare risultano troppo poche, non riusciendo ad aumentare la varietà di queste il solo cambiamento delle situazioni metereologiche.

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Il comparto sonoro riesce nel suo intento di assistere ogni bolide con il suo particolare suono,  pur non sconfinando nel realismo, mentre la track list risulta poco assortita ma gradevole, senza entusiasmare più di tanto.

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