Con Outlast su Nintendo Switch il terrore è sempre con noi.
Questa estate Red Barrels aveva promesso l’arrivo anche su Nintendo Switch dei due capitoli principali della serie Outlast. Per inciso, anche gli unici fino ad ora rilasciati su PC e console, considerando che Outlast 3 è tuttora in sviluppo. A distanza di alcuni mesi le promesse sono state mantenute, ma i porting saranno stati realizzati davvero con la cura cui avevano accennato gli sviluppatori? Stiamo per scoprirlo.
Dentro l’ospedale: l’originalità del primo Outlast
I due capitoli della serie Outlast sono molto diversi l’uno dall’altro, anche se naturalmente condividono le meccaniche da survival game e le atmosfere claustrofobiche ed inquietanti. Il primo episodio ha ormai i suoi anni alle spalle, ed è riuscito a rilanciare il genere proponendosi come quella che è ad oggi riconosciuta l’avventura horror più traumatica di questa generazione. Un gioco cui ci si può dedicare da soli, di sera e con le cuffie: ma a nostro rischio e pericolo.
Non è tutto sommato sicuramente la trama l’aspetto più riuscito della produzione. Nei panni di un giornalista investigativo, ci rechiamo nei pressi di un ospedale psichiatrico sperduto in territorio americano. Isolato tra le montagne, sembra essere il luogo distrani esperimenti, a voler credere alle indiscrezioni allarmate di un insider. E la nostra fonte ha ragione: dopo pochi minuti ci accorgiamo che quel luogo abbandonato (beh, insomma) nasconde oscuri segreti, e che i suoi ospiti non hanno più nulla di umano.
Red Barrels dopo un breve e minimalista tutorial ci lascia a noi stessi: armati di telecamera e blocchetto degli appunti, sta a noi documentare cosa sta accadendo. E ci avvisa che non siamo dei guerrieri, quindi meglio nascondersi in caso di pericolo. Di fatto l’intero titolo è un gioco a nascondino, molto angosciante, contro i “mostri” dell’ospedale psichiatrico. La prospettiva è completamente in prima persona, con il taglio del “falso documentario” grazie alla nostra fedele telecamera che fa da filtro agli occhi del protagonista.
Outlast 2: i villaggi dell’Arizona
Prima di passare all’analisi tecnica dei due titoli su Nintendo Switch abbiamo ancora il tempo di spendere qualche parola per Outlast 2, il secondo capitolo della serie. Sebbene abbia ricevuto in generale voti parecchio alti da tutte le testate del settore, il sequel del franchise ha diviso il suo pubblico. In molti lo hanno accusato di tradire le origini e la meccanica alla base della produzione, che in realtà a conti fatti sono state soltanto rielaborate (e potenziate) dagli sviluppatori.
Outlast 2 è molto diverso dal suo predecessore, e questo è un dato di fatto: ma le differenze riguardano l’enorme ampliamento della mappa di gioco. Prima eravamo all’interno di un ospedale psichiatrico, che per quanto vasto restava un solo edificio. Adesso ci spostiamo addirittura in un intero villaggio rurale dell’Arizona, con il circondario compreso. Per forza di cose una zona di gioco più estesa ha portato ad una riduzione della claustrofobia, optando per pericoli sempre più in movimento (con tanto di inseguimenti da parte dei nemici). Restano valide ed efficaci le meccaniche a base di telecamere, batterie e nascondigli, ma alternati di volta in volta con fasi maggiormente esplorative.
Outlast 2 è anche più maturo dal punto di vista delle tematiche affrontate, meno sfumate è più decise, comunque sempre estreme e “forti”. Ricordiamo che stiamo parlando di titoli vietati ai minori, da qualsiasi punto di vista li si osserva.
La conversione su Nintendo Switch
Il nocciolo della questione resta naturalmente la bontà del porting su Nintendo Switch. La nuova ibrida della Casa di Kyoto è notoriamente meno potente di PlayStation 4 ed Xbox One, un dettaglio che di base non causa alcun problema, se non quando si tratti dei porting. Come girano i due Outlast su Nintendo Switch?
Le prestazioni sono davvero eccellenti, e sono loro che ci hanno permesso di optare per il voto che leggete in calce alla recensione. Sia il primo che il secondo Outlast riescono a mantenere i 720 px e 30 FPS fissi in modalità tabletop, assicurando divertimento e un buon compromesso in modalità portatile. In Modalità TV Outlast 2 si comporta meglio del prequel, che arriva “soltanto” a 1008 pixels contro i 1080 del secondo. Ad ogni modo ciò che colpisce (e a tratti un po’ stupisce) è la fluidità di entrambe le produzioni. Red Barrels ha impiegato davvero bene il tempo dedicato a realizzare le conversioni per Nintendo Switch.
Dal punto di vista dei contenuti, i due Outlast su Nintendo Switch sono la miglior occasione disponibile per chi non si è mai approcciato alla serie. Outlast: Bundle of Terror include il primo episodio e il DLC aggiuntivo, in modo tale da poter avere su un’unica console tutto quanto Red Barrels abbia mai pubblicato fino a questo momento. La nota negativa, a voler essere pignoli, è la riproposizione degli stessi contenuti senza nessuna aggiunta significativa. Non c’è neppure una galleria per i bozzetti, in modo tale che il prezzo pieno (piuttosto elevato) è difficilmente giustificabile, anche considerando l’ottima opera di conversione degli sviluppatori.
Un’ultima nota importante è l’aggiunta gratuita di una nuova modalità di gioco per Outlast 2, il livello di difficoltà “facile”. Si tratta dell’opzione giusta per chi davvero vuole soltanto godersi la narrazione angosciante dell’Arizona: ci sono meno nemici, e sono anche meno aggressivi, le batterie durano più a lungo e in generale si muore molto meno del normale. Ma non si tratta di un’esclusiva per Nintendo Switch: una patch l’ha introdotta nell’ultimo mese anche su PlayStation 4, Xbox One e PC.
- - Un genere che su Switch mancava
- - Due capisaldi del genere
- - Conversione eccellente
- - Prezzo altino
- - Nessun nuovo contenuto
- - Testi leggibili, ma caratteri troppo piccoli