Siete pronti ad entrare nel fantasmagorico mondo di Parnassus?
Dopo esser stato presentato a Cannes e inserito nel cartellone del Festival di Roma come evento speciale, arriva nelle nostre sale il nuovo film di Terry Gilliam dal titolo Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo. Questo regista visionario ha la reputazione di essere un ribelle, uno che si getta in quello che fa con un’energia e un vigore enormi, correndo non pochi rischi. E anche in questo caso, infatti, i problemi non sono mancati: su tutti la tragica scomparsa di Heath Ledger avvenuta durante le riprese del film, che non solo ha minacciato di bloccare tutto ma ha portato in un primo momento Gilliam a rinunciare al progetto e solo successivamente a ripensare la storia senza perdere la magnifica interpretazione del suo attore. Tutti hanno lavorato senza sosta per completare il viaggio immaginativo di Gilliam e del suo co-sceneggiatore Charles McKeown, giunto alla terza collaborazione con lui dopo Brazil e Le avventure del barone di Munchausen, e alla fine hanno trovato la soluzione nel sostituire la figura di Ledger, durante le sue numerose visite oltre lo specchio, con attori come Johnny Depp, Jude Law, Colin Farrell, i quali hanno devoluto il compenso alla figlia di Heat. Diciamo che Gilliam è riuscito a fare di necessità virtù e ognuna delle parti interpretate da Depp, Farrell e Law rappresenta, in fondo, uno dei tanti aspetti del personaggio che Heath Ledger stava mettendo in scena.
Così, in questa moderna avventura fantasy, il Dottor Parnassus (a cui da vita Christopher Plummer, attore dotato di forte senso teatrale che riesce a conferire una sfumatura leggera e ironica alla tragicità del suo personaggio), possiede la dote straordinaria di far vivere alle persone i loro desideri e sogni più nascosti. Per secoli egli ha giocato con il Diavolo, il perfido Mr. Nick (un Tom Waits difficile da dimenticare), che però sta arrivando per prendersi quello che gli è dovuto, e cioè Valentina (interpretata da Lily Cole, attrice emergente dal volto particolarissimo), la preziosa figlia di Parnassus, che sta per festeggiare il suo sedicesimo compleanno. Inconsapevole del destino che l’attende, Valentina si innamora proprio del misterioso ed affascinante outsider Tony, personaggio che ha le fattezze di Heat Ledger. Per salvare la figlia e redimersi, Parnassus fa un’ultima scommessa con Mr. Nick, che proietta Tony, Valentina e l’intera compagnia teatrale in un viaggio vorticoso fatto di sorprese e svolte, dentro e fuori Londra e nel territorio spettacolare dell’Imaginarium. Il tema dell’immaginazione è sicuramente al centro della pellicola, come anche il modo in cui vivono e pensano le persone, le scelte a cui sono chiamate ogni giorno, tutti temi tipici della filmografia del regista. L’idea di Gilliam è quella di esplorare il mondo di una compagnia di teatro itinerante, con sede nella Londra moderna, che si ritrova a viaggiare tra universi esotici e fantastici. Demiurgo di questi universi è un uomo un po’ perso e fuori dal tempo, poco in sintonia con il pubblico che non vuole ascoltare più le sue storie. Un’idea magica e tragica al tempo stesso, dunque, quella di un gruppo di persone inserite in un teatro favoloso che viaggia per Londra ma senza che nessuno presti loro veramente attenzione.
Gilliam è indubbiamente un cineasta che non ha paura di infrangere le regole. Nel film tutta l’attenzione dovrebbe essere concentrata su un personaggio principale con cui il pubblico è in grado di identificarsi, ma la pellicola si rivela essere un lavoro corale e anche se il titolo è Parnassus, personaggio che è al centro della vicenda, si è comunque coinvolti anche nelle storie di tutti gli altri. Forse è più corretto dire che ci sono due storie principali: una riguarda le persone coinvolte nella pellicola, gli attori o la gente presente nella vita del Dottor Parnassus, persone normali che sono sporche e vivono in un mondo disordinato, visto che difficilmente c’è dell’acqua nella loro carovana; e poi entriamo in questo mondo magico, fatto di mini-performance e spettacoli sempre diversi. Il Dottor Parnassus è chiaramente vetusto, anzi vecchio di millenni, ed è quindi in grado di portare a ogni esibizione sul palco qualcosa che ha imparato negli anni precedenti, dal medioevo ai giorni nostri. Alla fine rimane un universo fantasmagorico fatto di luci, colori, palazzi, distese deserte e rilievi montuosi, che sembra letteralmente sovrastarci non appena varchiamo la soglia speculare dello spettacolo itinerante. Questa volta possiamo proprio dire che Gilliam non si è risparmiato nello spingere oltre ogni limite la sua fantasia, forse pure esagerando, ma fare cinema significa anche avere il coraggio di osare (cosa che sembra mancare ai registi e produttori nostrani) e la curiosità per noi è tanta di entrare anche solo per una volta nel mondo visionario e surreale creato così magistralmente dal regista americano.