Recensione PES 2018

Si ritorna in campo!

Prima una beta online, poi la demo pubblicata alla fine di agosto e ora il gioco completo. Abbiamo quindi avuto parecchio tempo per farci un’idea precisa del nuovo Pro Evolution Soccer 2018 e possiamo quindi dirvi cosa pensiamo del lavoro svolto da Konami. Le basi erano già state gettate nel 2016 grazie ad un cambio radicale nello stile di gioco, abbandonando quei fastidiosi binari, anche se non del tutto, che hanno da sempre contraddistinto la serie, a favore di una “maggiore” libertà di manovra e di impostazione dell’azione di gioco. Invece con il capitolo 2017, la casa made in Japan, come vi avevamo illustrato nella nostra recensione, ha raggiunto la maturità grazie all’introduzione del Real Touch Control, all’Advanced Collision System, all’intelligenza artificiale adattiva, ad una modalità myClub migliorata e più al “passo coi tempi” e via discorrendo.

Avevamo quindi elogiato lo sforzo di Konami nel proporre un prodotto di ottima fattura e che finalmente ha riportato la serie sui livelli che gli spettano. Certo, ormai siamo lontani dai fasti di PES 6 e di Roberto Larcos centravanti, che ha causato la fine di tante amicizie, ma con Pro Evolution Soccer 2018, Konami ha dato la prova che dopo il baratro c’è sempre la possibilità di risalire il fondo e imparare dagli errori commessi. Non aspettatevi stravolgimenti o “miracoli” di qualche tipo, PES 2018, seppur convincente, non si discosta molto dal precedente capitolo e vi spiegheremo il perché nella nostra recensione.

Attenzione alla tattica

“Realismo”

Quest’anno Konami ha deciso di puntare il tutto e per tutto sul realismo. Esatto, questo termine è stato utilizzato molto spesso in questi mesi. Perché? Semplice, l’obiettivo è stato quello di realizzare un gioco meno arcade e più vicino ad una simulazione vera e propria. Con questo non vogliamo dire che PES 2018 sia a tutti gli effetti una simulazione ma si avvicina parecchio ad esserlo, più di quanto si potesse prevedere.

Va bene la grafica “pompatissima”, super realistica da rimanerci quasi secchi per il dettaglio grafico raggiunto grazie alla maturità del FOX Engine, ma ciò che ci interessa, e il diretto rivale ne è la dimostrazione, è la giocabilità. Ecco su questo, la serie, da diversi anni a questa parte, ha sempre zoppicato e non possiamo non ammetterlo, ma i passi avanti sono davvero evidenti.

Dopo aver introdotto il Real Touch Control, quest’anno l’evoluzione si chiama Real Touch+. Parole molto belle, ma in termini pratici cosa cambia? Questo upgrade ha portato ad un miglioramento consistente della qualità delle partite, ovvero, difficilmente, salvo avere i Cristiano Ronaldo, Lionel Messi o i Neymar di turno, riuscirete a raggiungere la porta avversaria, dribbllando gli avversari palla al piede o con giochetti degni di uno spettacolo da circo. Questi ultimi continuano ad esserci, come è giusto che sia, ma non daranno mai l’impressione di essere davvero efficaci.

“Concretezza”

Ciò che invece dovrete fare è cercare di imbastire un’azione sfruttando le caratteristiche dei vostri giocatori. Qui c’è la vera novità, ogni calciatore ha specifiche caratteristiche che dovranno essere capite e utilizzate al meglio. Il tutto si traduce quindi in movenze differenti e soprattutto su una fisicità differente. Scattare con Cristiano Ronaldo, non sarà naturalmente uguale a farlo con Suso e naturalmente anche tentare di affrontare fisicamente giocatori più dotati come David Luiz, con il Papu Gomez di turno di certo non sarà facile se non addirittura impossibile. Senza contare, anche se in maniera non proprio evidentissima, i nostri giocatori potrebbero fare piccoli errori negli stop o sbagliare un passaggio quasi elementare. In definitiva, in base alle specifiche caratteristiche i risultati finali potrebbero essere incerti e sorprendenti.

Molti allenatori, dicono che la partita si vince a centrocampo; con questo vogliamo dirvi che la tattica conta al pari delle caratteristiche dei propri giocatori. Prima di ogni partita potremo decidere se essere più offensivi o difensivi o cercare un sistema più equilibrato fra i due, ma attenzione non buttatevi a caso, cercare di modificare “l’assetto” inficerà sempre e comunque sulle vostre prestazioni. Cercate quindi di capire bene i comportamenti dei calciatori, analizzando i loro punti di forza e quelli di debolezza. Inutile dare istruzioni difensive a Nani se poi risulterà essere sterile in fase di attacco.  I nuovi calci piazzati, potrebbero, se ben sfruttati, rappresentare l’arma in più. Quando ne otterrete uno, potrete sfruttare un comodo menù, tramite i tasti direzionali per decidere quattro specifiche azioni da utilizzare. La squadra quindi si adatterà alla vostra scelta e vien da se, che se sbaglierete la valutazione, potreste subirne le conseguenze.

Inoltre, il nuovo sistema di controllo della palla, riducendo la frenesia del gameplay, ci porterà a ragionare maggiormente sugli schemi da utilizzare. Un ruolo importante è svolto anche dalla fisica della palla, riscritta da zero e decisamente più credibile rispetto al passato. Le traiettorie in particolar modo, a tratti sembrano reali, grazie ad un sistema di cross migliorato, che ci permette di scegliere fra varie opzioni disponibili che potrete imparare dall’apposito tutorial; tiri e passaggi non sono da meno, potranno essere calibrati come desiderate. Comunque nel corso delle partite vi abituerete sempre più e riuscirete a capire come affrontare al meglio le varie situazioni che vi si porranno dinanzi, operando le giuste modifiche al vostro stile di gioco.

Già lo scorso anno, grazie al sistema di intelligenza artificiale adattivo, i miglioramenti erano stati evidenti. Quest’anno, l’IA è stata ulteriormente affinata e non di poco, inutile dire che la differenza si avvertirà ai livelli di difficoltà più elevati. Non pensate di giocare allo stesso modo con qualsiasi avversario; con le grandi, paradossalmente sembrerà più facile costruire azioni e arrivare al bersaglio “grosso”, con le piccole invece, non sarà difficile trovarsi dinanzi a vere e proprie dighe, quasi insuperabili, con un gran numero di centrocampisti a chiudere le linee di passaggio e via di contropiede alla prima occasione utile, magari sfruttando un grossolano errore di impostazione.

Quindi cercate di “adattarvi” e non incaponitevi nel voler per forza di cose buttar giù la difesa avversaria. Per non parlare degli estremi difensori, Benji Price gli fa davvero un baffo, qui siamo dinanzi a vere e proprie saracinesche, che soprattutto ai livelli Campione o Superstar, vi faranno passare i 90° più brutti della vostra vita perché anche a pochi metri non sarà scontato insaccare la palla. Il gameplay, sebbene le novità non sono tante, risulta essere ben fatto e godibile come mai prima d’ora. Il tutto è stato reso possibile anche dal fatto di aver riscritto le animazioni, i movimenti dei giocatori, la fisica e le traiettorie, il che oltre a migliorare decisamente la fluidità complessiva di gioco, rende il tutto più realistico e bello da vedere.

The CHAMPION’S

PES 2018 propone, come ogni anno d’altronde, svariate modalità in cui cimentarsi.  Innanzitutto da sottolineare la presenza anche quest’anno della Champions League e della UEFA Europa League, entrambe completamente licenziate e sponsorizzate e della AFC Champions League asiatica. Immancabile la presenza della storica Master League, migliorata grazie ad una migliore gestione del mercato, completamente personalizzabile che prevede tutta una serie di parametri che dovranno essere tenuti in considerazione per acquistare e/o prendere in prestito un giocatore che vorremmo in rosa. Innanzitutto dovrete decidere se iniziare nella modalità classica, ovvero più rilassante e praticamente senza grossi intoppi o quella sfida in cui i nostri giocatori saranno più tentati dall’andare via se non accontenteremo le loro specifiche richieste.

Creato il nostro allenatore, potrete scegliere se iniziare con una squadra reale oppure con i giocatori di PES, sconosciuti e affamati di vittorie, almeno si spera. Ricordate di tenere sott’occhio il budget trasferimenti e quello per gli stipendi e di non andare in “rosso”. All’inizio della stagione vi verranno dati una serie di obiettivi e di sfide, sulla base delle potenzialità della vostra squadra, sarà importante raggiungere questi risultati per non perdere il proprio lavoro. Per il resto è la solita e al contempo entusiasmante modalità Master che da anni caratterizza la serie PES. Se invece volete raggiungere la gloria con il vostro alter ego virtuale, cimentatevi nella modalità Diventa un Mito.

Create il vostro giocatore e cercate di raggiungere i palcoscenici più importanti del mondo. Modalità myClub (alter ego dell’Ultimate Team di Electronic Arts), la modalità su cui Konami punta maggiormente. Create la vostra squadra, aiutati anche dai diversi tutorial che vi guideranno passo passo per ottenere i giocatori più forti del mondo. Quest’anno fra le leggende c’è un certo Maradona, qualcuno lo conosce? Una volta creata la squadra dei vostri sogni, starà a voi decidere, se sfidare la CPU o cercare avversari online, in modo da guadagnare ulteriore esperienza o preziosa valuta da spendere per acquistare osservatori, agenti o oggetti per migliorare la forma fisica dei calciatori o rinnovare il loro contratto. Presenti infine, Campionati e Coppe tradizionali, in cui potremo portare alla gloria una determinata squadra.

L’aggiunta principale è la modalità Co-op Online che permette di sfidare con un amico altri giocatori. Per quanto riguarda invece la modalità Online, essa mantiene inalterate le proprie caratteristiche, permettendoci di affrontare le Divisioni online, in una serie di 10 partite, le Partite Veloci online, Lobby partita online con sfide 11 vs. 11 e la nuova modalità CO-OP Online, che permette di affrontare 2 o 3 giocatori con 1 o 2 amici. Per quanto riguarda la stabilità del sistema, nulla da segnalare, su PS4 non ci sono stati problemi di alcun tipo e anche il matchmaking, ha funzionato quasi sempre senza incertezze permettendoci di trovare “quasi subito” un avversario contro cui giocare.

Licenze, non ci siamo ancora!

Quello delle licenze è ormai un problema che non consideriamo quasi più un problema. La distanza dal diretto rivale è ormai anni luce. Anche PES 2018 pur avendo dalla sua esclusive di un certo peso come le già citate Champions League e UEFA Europa League continua a mantenere la “tradizionale” assenza di licenze. Salvo, partnership importanti, con Valencia, Barcellona, Liverpool, Borussia Dortmund, Porto, ecco che, una delle squadre più importanti del mondo, ovvero la Juventus si trasforma ancora una volta in PM Black White, mentre il Sansangiulo, fortunatamente, ritrova il suo reale nome di Sassuolo. Stessa cosa per il campionato cadetto, con nomi molto fantasiosi come: Alvegiaro, Bagnaroni e Brutie, molto buffi da leggere. Fra le altre assenze di peso, nel campionato inglese o meglio Lega Inglese a parte Arsenal e Liverpool le altre squadre non sono licenziate. Non va meglio per il campionato spagnolo, con soltanto tre squadre a piena licenza e con un Real Madrid invece che diventa MD White. La Bundesliga invece non c’è, le uniche due squadre presenti, Shalke 04 e Borussia Dortmund sono rilegate nella sezione “Altre”. Completamente licenziati, il campionato brasiliano, argentino, cileno e olandese. Buone aggiunte ma di certo non hanno un peso significativo se chi gioca vive in Europa.

FOX Engine e che te lo dico a fare.

Il FOX Engine è un motore mozzafiato, alla base di titoli come Metal Gear Solid V: Ground Zeroes e The Phantom Pain. In questi anni non sembrava mai adattarsi alla perfezione ad un titolo come Pro Evolution Soccer e invece, le migliorie apportate quest’anno sono state possibili anche grazie alle potenzialità del motore grafico. Il motore ha permesso non solo di mantenere un livello di dettaglio a dir poco sbalorditivo, sembra di trovarsi all’interno dello stadio, con un livello complessivo di cura davvero da lasciare senza fiato; ma anche di creare animazioni e fisica. Da sottolineare poi il buon lavoro di motion capture realizzato sugli atleti più famosi, come CR7, Neymar, Messi, con tanto di movenze ed esultanze. Meno cura è stata riposta nei giocatori meno “famosi”, ci sta sicuramente una scelta di questo tipo e non possiamo che condividerla. Menù ancora datati ma comunque accettabili e caricamenti nella norma ma che potrebbero essere ottimizzati meglio. Concludiamo dicendo quello che forse pensano in tanti, ma una telecronaca decente si può avere? Io ormai mi rifiuto di credere che non possa essere migliorato il duo Caressa-Marchegiani, siamo nel 2017, in realtà quasi 2018 e ci dobbiamo sorbire ancora una telecronaca ripetitiva, con frasi vecchie di 7 anni o non azzeccando una parola giusta in riferimento all’azione in corso. Male, davvero male, subito a settare la telecronaca in lingua inglese, non perfetta ma almeno più orecchiabile.

Commento finale:

PES 2018 è una vera e propria evoluzione del trascorso capitolo della serie. Riesce a farsi apprezzare quasi in tutto e sebbene manca ancora quel pizzico di libertà di movimento che speriamo possa arrivare nei prossimi capitoli, ci sentiamo di promuoverlo. Graficamente ormai non è più una sorpresa, il FOX Engine è la vera “punta di diamante” di casa Konami e grazie ai progressi fatti, ha permesso di riscrivere anche movimenti, animazioni, fisica e traiettorie che ora risultano essere di gran lunga più realistici. Buona la quantità di contenuti presenti, myClub è ormai una bella conferma e la Master League, bè, non ci sono parole per descriverla. Spiace per le licenze striminzite all’osso che portano club come Juventus, Real Madrid, Chelsea, Manchester United ad assumere nomi fittizi. Siamo sicuri che per i fan di vecchia data questo non sarà un problema.



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