Recensione Pikmin 4, il ritorno di una saga eccellente su Nintendo Switch

Sono passati circa otto anni da quel 7 Settembre 2015, data in cui il maestro Shigeru Miyamoto confermava l’esistenza di Pikmin 4. Nonostante le rassicurazioni riguardanti un ciclo di sviluppo “molto vicino alla conclusione”, le cose non sono andate esattamente per il verso giusto. Un lasso di tempo importante, diventato oramai una triste costante per quasi tutti gli episodi della saga. La release del terzo capitolo, uscito per WiiU, dista oramai dieci anni ed è a sua volta lontano quasi un’altra decade dal predecessore arrivato su GameCube. Dopo infiniti ritardi ed un percorso fin troppo accidentato sul suo cammino (solo parzialmente mitigato dalla re-release nel 2020 del terzo capitolo nella brillante edizione Deluxe), il ritorno dello strategico Nintendo è finalmente una vibrante realtà.

Pikmin 4 rappresenta dunque il nuovo capitolo di una saga spesso sottovalutata dal pubblico, storicamente più in affanno nelle vendite rispetto ai nomi più blasonati della grande N. Uno dei piccoli grandi paradossi dell’industria videoludica, anche a fronte del costante plauso della critica e nonostante si tratti di una delle ultime saghe direttamente prodotte da Miyamoto. Proprio il maestro giapponese si è interrogato, negli scorsi giorni, sulle motivazioni dello scarso successo commerciale della serie, arrivando ad una conclusione. Pikmin si regge su un difficile equilibrio tra difficoltà e profondità, tale da trasmettere sia un’esperienza appagante ma anche profondamente identitaria. La volontà di rendere il titolo maggiormente accessibile non può, nel pensiero dello storico game designer, andare a compromettere ciò che rende Pikmin, semplicemente Pikmin. Con il quarto capitolo, l’obiettivo tuttavia è chiaro: mantenere la profondità del gameplay, che rende la serie così interessante, pur fornendo il supporto funzionale per affrontare le sfide. Il tutto incrementando a dismisura l’offerta ludica. Un traguardo raggiunto? Per farvela breve: si, assolutamente si. Scopriamo insieme perché.

Pikmin 4 è disponibile dal 21 Luglio in esclusiva per Nintendo Switch, sia in formato fisico, sia digitale.

Non sottovalutate mai gli avversari, potrebbe costarvi la vita di svariati Pikmin.

Versione testata: Nintendo Switch


Alla ricerca di Olimar

Pikmin 4 inizia con una premessa piuttosto tradizionale: il capitano Olimar è nuovamente in pericolo, naufragato su un pianeta ostile. Il suo messaggio di soccorso viaggia nello spazio, attirando il provvidenziale aiuto di una Squadra di Soccorso. Peccato che anche loro, nel percorso di avvicinamento al corpo celeste, subiscono un’avaria e si ritrovano dispersi. Tutte le speranze sono nella mani di una giovane recluta intergalattica, rimasta alla base, che dovrà fare tutto quanto in suo potere per salvare i propri compagni e lo sfortunato Olimar.

La premessa di Pikmin 4, nonostante abbastanza classica per la serie, nasconde tuttavia uno sviluppo piacevole e divertente, grazie anche ad un cast di personaggi capaci di strappare sempre qualche sorriso. Un preambolo narrativo che fornisce inoltre il punto di ingresso per una serie enorme di introduzioni e piccoli grandi miglioramenti alla classica formula della serie. Ma è impossibile non rimanere fin dall’inizio piacevolmente colpiti dalla realizzazione tecnica del titolo, per un risultato squisito soprattutto in modalità docked. Una dimostrazione fulgida di come un hardware non più giovanissimo sappia ancora regalare soddisfazioni.

Se la possibilità di plasmare il proprio alter ego non regala una particolare profondità (al di là di qualche chicca estetica e cromatica), le cose cambiano radicalmente nel rapporto con l’equipaggio della Squadra di Soccorso. A partire dal già iconico Occin.

Occin improvvisamente crescerà… ma è tipico per la sua specie, stando alla capitano Sheperd.

Occin è infatti il simpatico canide che vi assisterà fin dalle primissime fasi del titolo. Oltre ad essere un compagno fedele, il pelosone giallo sarà capace di rendersi utili in decine di modi differenti. Dal fornire un pratico e rapido mezzo di trasporto, all’essere un formidabile aiuto in battaglia e nell’esplorazione, Occin è a tutti gli effetti un carismatico co-protagonista del titolo, forte di un’importanza ludica fondamentale.

Le abilità del nostro amico possono essere espanse e personalizzate, grazie ad un sistema di progressione legato a doppio filo all’attività propria di un cane di soccorso: il recupero dei bisognosi. Nel corso delle esplorazioni infatti, più persone salveremo più Occin acquisirà motivazione ad imparare nuovi… “trucchetti”. La creatura diventa dunque il centro di una piccola grande rivoluzione copernicana nella gestione del gameplay di Pikmin (basti pensare che, tra le tante possibilità, c’è l’opportunità di switchare in tempo reale tra il protagonista ed Occin per destreggiarsi nelle situazioni).

Proprio il salvataggio dei dispersi sul pianeta alieno (che apprenderete ben presto essere ben più di quelli inizialmente immaginati…) si lega a doppio filo ad un’altra novità per la serie: il campo base. Si tratta di un vero e proprio hub centrale ed esplorabile tra una missione e l’altra, in cui avrete l’opportunità di scambiare chiacchiere con gli altri personaggi, accettare missioni secondarie ed impiegare le vostre risorse nello sviluppo di nuovi equipaggiamenti ed oggetti. Un espediente simpatico ed intrigante, capace non solo di fornire ancora più ricchezza, ma anche in grado di dare contesto e profondità agli eventi del titolo.

Occin può caricare a testa bassa e distruggere gli oggetti più fragili per rivelare passaggi e segreti.

Datemi un Pikmin di appoggio e vi solleverò il mondo

Il core gameplay della serie viene riproposto in Pikmin 4 con tutte le sue caratteristiche più amate, portate alle più estreme conseguenze grazie ad un netto incremento dei contenuti.

Il vostro obiettivo, in ciascuna delle mappe presenti, sarà quello di esplorare le vaste ambientazioni alla ricerca di materiali, tesori e risorse. L’interazione con l’ambiente, con i suoi pericoli e le sue opportunità, passa attraverso il ricorso alle creature che danno il nome alla serie. Il vostro alter ego può infatti impartire ordine ai collaborativi Pikmin, suddivisi per colore in nove tipologie differenti. Tra vecchi ritorni e nuove proposte, ciascuno di essi potrà vantare caratteristiche uniche e specifici punti di forza e debolezza. I classici Pikmin rossi saranno ad esempio invulnerabili al fuoco, mentre i nuovissimi Pikmin gelati potranno sfruttare la loro abilità elementale per rallentare i nemici o congelare le pozzanghere, permettendo la traversata ai loro compagni.

Fuoco? No problem per i Pikmin rossi.

Ciò che colpisce, oltre ad un netto miglioramento nella varietà e ricercatezza del level design (e degli enigmi che incontrerete), è l’impegno profuso nel tentare di abbracciare i neofiti della serie. Soprattutto nelle fasi iniziali, Pikmin 4 si prodiga in tutorial brevi ma chiari ed esplicativi, capaci di far luce sulle principali meccaniche del titolo. Una “presenza” forse addirittura intrusiva per i fan di vecchia data, abituati ad essere “buttati in pasto” all’azione senza tanti complimenti. Ma una scelta che a nostro avviso può essere determinate per avvicinare sia i più giovani sia chi, ad oggi, non ha mai avuto modo di provare un titolo della serie.

Al netto di costanti e continue nuove idee nella formula ludica e nel game design (che benessere trovare sempre la rassicurante Nintendo difference!), l’esplorazione segue altresì i canoni della serie, oramai definiti nella stessa identità della produzione. Eccoci dunque impegnati a gestire le nostre creature, impartendo loro ordini ed organizzando il tempo a disposizione fino al tramonto per massimizzare il più possibile ciascuna giornata. Al calar del sole, infatti, le cose si faranno molto più complicate e saremo costretti a tornare alla base per non diventare cibo per le bestie selvatiche.

Ma ecco un’altra novità: per la prima volta, sarà possibile affrontare missioni notturne. Senza rivelarvi troppo (essendo legata a particolari sviluppi della trama), si tratta di frangenti piuttosto pericolosi, nel corso dei quali non si potrà fare affidamento sulle creature diurne, bensì sui nuovi Pikmin Iridescenti. In queste particolari incarichi, l’obiettivo sarà di proteggere la loro tana (simile ad un formicaio) per permettere la loro sopravvivenza dal tramonto all’alba. Si aprono dunque sezioni da vero e proprio tower defence: nulla di particolarmente stratificato, bensì un gradevolissimo diversivo all’interno di un titolo che può tranquillamente superare le 30/40 ore complessive.

Le missioni più avanzate son più articolate ma mai niente di insormontabile.

Pikmin, in Dandori we trust

Pikmin 4, più di tutti i precedenti capitoli, fa della massimizzazione dell’efficacia delle proprie scelte il proprio tratto saliente. E lo fa invocando come proprio motto fondante il concetto di Dandori.

Esplicitamente definito in game come l’abilità di organizzare gli incarichi strategicamente in modo da ottimizzare il lavoro per perseguire gli obiettivi, Dandori riassume il mantra non solo di questo capitolo, ma dell’intera serie.

Saper gestire le tipologie di Pikmin, impartire saggiamente gli ordini a seconda dell’obiettivo che volete raggiungere e, soprattutto, fare in modo che tutte le vostre risorse siano perfettamente operative senza tempi morti, è il segreto per tirare fuori il meglio dal gameplay. Un obiettivo di fondo che si coniuga perfettamente con l’ispirazione della colonna sonora e l’estrosità del level design, mai così ampio e diversificato come in questo capitolo, sia nei livelli in superficie, sia nelle aree sotterranee.

Fate in modo che i Pikmin siano sempre al lavoro su qualcosa per rendere forte il vostro Dandori.

Proprio queste ultime ospitano infatti le cave, aree multilivello in cui cambiano le sfide da affrontare con enigmi più strutturati e “premi” più intriganti (quasi sempre troverete qui i naufraghi di turno). Ed è in queste aree che il Dandori diventa imperativo per completare con successo ogni obiettivo.

In questo senso infatti, alcune cave saranno piuttosto speciali. Da un lato abbiamo le Dandori Challenge, che ereditano la tradizione della Challenge Mode di Pikmin 2 e la Mission Mode di Pikmin 3. Avremo un tempo limite molto risicato per raccogliere quanti più tesori e materiali possibili: la pianificazione strategica diventa indispensabile per riuscire nell’impresa. Dall’altro lato ci sono poi le Dandori Battle. Si tratta, in questo caso, di una modalità simile a quanto già visto nei precedenti capitoli della serie, in cui dovrete sfidare la CPU in una gara a chi riesce ad accumulare un punteggio superiore, in base agli oggetti conquistati. Si tratta di idee apprezzabilissime, che non fanno altro che innalzare la bontà dell’offerta contenutistica.

Precisiamo che la modalità Dandori Battle supporta altresì un secondo giocatore, da poter sfidare in gare PvP. Le interazioni multiplayer non finiscono qui, vista la possibilità di affrontare l’intera avventura (ma anche le battaglie Dandori) in coop: attenzione però, in questo caso il secondo giocatore non si occuperà di gestire i Pikmin, bensì sarà di supporto per danneggiare le creature ostili. Una scelta che comprendiamo (una cosa simile era presente anche in Super Mario Galaxy), ma che forse lascerà l’amaro in bocca a chi cercava una forma di interazione più articolata.

Le prime battaglie saranno facili, ma andranno a complicarsi.

Commento finale

Pikmin 4 racchiude in sé tutto il meglio della serie strategica Nintendo, una summa che ne rappresenta il punto più elevato mai raggiunto. Un capolavoro capace di ampliare a dismisura tutte le meccaniche care ai fan, mettendo sul piatto un’offerta contenutistica incredibilmente generosa. Una produzione sopraffina (anche al netto di qualche piccola sbavatura qua e là), che rende ancor più speciale un’annata destinata a rimanere impressa a lungo nei ricordi dei videogiocatori. Speriamo solo di non dover attendere un’altra decade per il prossimo capitolo di questa piccola grande saga. Nell’attesa, affinate l’arte del Dandori: vi servirà!

9.0

Pikmin 4


Pikmin 4 racchiude in sé tutto il meglio della serie strategica Nintendo, una summa che ne rappresenta il punto più elevato mai raggiunto. Un capolavoro capace di ampliare a dismisura tutte le meccaniche care ai fan, mettendo sul piatto un'offerta contenutistica incredibilmente generosa. Una produzione sopraffina (anche al netto di qualche piccola sbavatura qua e là), che rende ancor più speciale un'annata destinata a rimanere impressa a lungo nei ricordi dei videogiocatori. Speriamo solo di non dover attendere un'altra decade per il prossimo capitolo di questa piccola grande saga. Nell'attesa, affinate l'arte del Dandori: vi servirà!

PRO

Ricco di contenuti, vario e divertente | Tecnicamente solido | Più accessibile per i neofiti, ma non per questo meno apprezzabile dai fan di lunga data |

CONTRO

Tanti tutorial nella fase introduttiva | Alcuni potrebbero trovare la difficoltà fin troppo permissiva | La coop non è molto profonda |

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