Recensione Pneumata, un’esperienza tediosa, poco intuitiva e mal ottimizzata

Pneumata è il nuovissimo survival horror di Deadbolt Interactive e Perp Games (questi ultimi editori anche del non brillantissimo ma sufficiente Greyhill Incident del 2023). Sebbene le premesse del publisher fossero particolarmente accattivanti: “Preparatevi a mettere in discussione cosa sia la realtà e cosa sia la follia in uno degli horror psicologici più spaventosi degli ultimi anni”, qualcosa (anche se già lo avevamo intuito a causa dei vari rinvii susseguitisi negli scorsi mesi) non ha funzionato a dovere, portandoci a vivere un’esperienza tediosa, poco intuitiva e mal ottimizzata. Ma andiamo con ordine!

Prima di proseguire, vi ricordiamo che Pneumata è attualmente disponibile per PS5, Xbox Series S/X e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Bussano alla porta!

Pneumata si apre con un evento agghiacciante: qualcuno bussa alla porta nel cuore della notte. Da lì le cose iniziano a prendere una brutta piega. Nei panni del protagonista, David, Alzatosi di soprassalto dal letto, notiamo che qualcuno in strada sta fissando la casa. E quando apre la porta per capire chi c’è, scopre che sull’uscio della porta è stata lasciata una scatola con un nastro “misterioso” al suo interno. È quel nastro che alla fine ci porta alla città di Milton, dove si svolge il grosso degli eventi del gioco. Ed è anche lì che inizia davvero l’orrore. Per quanto riguarda le ispirazioni, Pneumata presenta un pizzico di Silent Hill ma anche un po’ di Resident Evil (in particolar modo i recenti capitoli in prima persona). Arrivando a Milton, le cose sembrano, almeno all’apparenza, tranquille. Forse un po’ troppo tranquille. Ma facendoci strada verso la città, ficcanasando tra le case vuote e sinistre, in questo posto dimenticato da Dio, la tensione palpabile, si taglia con un coltello. Visiterete una varietà di luoghi durante il cammino, al solo scopo di svelare il mistero della città e portare a casa la pellaccia.

Un gameplay da fare “accapponare la pelle”

L’incipit iniziale fa si ben sperare ma purtroppo il gameplay di Pneumata è risultato essere davvero mediocre. Lungo la strada, oltre a incontrare nemici (fra cui alcuni che indossano una maschera da maiale in stile Jigsaw e altre mostruosità) che potrete evitare o combattere usando una serie di armi da fuoco (fra cui pistola e fucile a pompa) e da mischia, ci sono vari enigmi da risolvere. Partiamo proprio da questi ultimi; sebbene non siano particolarmente complessi (alcuni anche ben fatti), complice l’assenza totale di indicazioni (e di una mappa), ci siamo ritrovati a girovagare per le case, anche più di una volta. Con tanta frustrazione e quasi sul punto di mollare, alla fine, abbiamo trovato quello che stavamo cercando in un luogo che mai ci saremmo aspettati potesse contenere proprio l’oggetto chiave di cui necessitavamo per proseguire (ci torneremo fra poco). Qualche informazione, o una mappa, avrebbe sicuramente aiutato. La scarsa chiarezza, anche in merito a quello che sta accadendo, è un elemento contraddistintivo dell’esperienza e di certo non incoraggia il giocare ad andare avanti.

Le cose non migliorano mai, anche nella struttura, che potremmo definire principale del gioco, ovvero un hotel ormai abbandonato (accessibile dalle fogne), abbiamo avuto problemi nel capire cosa fare, perché il protagonista fosse finito proprio lì e perché – ATTENZIONE SPOILER – una chiave di attivazione dell’ascensore dell’hotel si trovasse a km di distanza in una soffitta angusta di una casa abbandonata? Un qualcosa senza senso! Senza considerare che, l’esperienza è costantemente accompagnata dai brontolii orrifici dei nemici, grugniti inquietanti che sembrano attraversare le pareti, facendo presagire che il nemico si trovasse nelle vicinanze e invece no; il nemico è apparso decine di metri dopo, perché? Non lo scopriremo mai! O ancora, perché ci sono tanti elementi con cui interagire ma la stragrande maggioranza non porta a niente di utile risultando – in definitiva – una gran perdita di tempo? Insomma, alcune scelte sembrano essere state fatte completamente a caso!

Passando invece al combat system, qui (forse), qualcosina di buono e di maggiormente “ispirato” e ragionato c’è! Il protagonista può, come anticipato, utilizzare armi da fuoco (generosa la quantità di munizioni raccoglibili) o armi da mischia. Sebbene lo shooting system funzioni abbastanza bene, i comandi in mischia, come ad esempio il calcio, sono dolorosamente lenti e imprecisi (anche quando si utilizzano per rompere le scatole sparse negli scenari). Tale legnosità, insieme alla meccanica di parata (che talvolta funziona e talvolta no), ci ha portato a vivere una delle esperienze in game, più complesse (e punitive) mai affrontate nella nostra trentennale vita da gamer. Non tanto per quello che dovevamo fare (stranamente lo avevamo compreso anche senza indicazioni), ma perché non siamo riusciti a completare l’obiettivo proprio per le carenze delle succitate meccaniche.

Nello specifico, dopo aver perso – in maniera piuttosto goffa – le nostre bocche da fuoco, ci siamo ritrovati con un insulso coltellino ad affrontare una orda di mostri (circa una quindicina), in angusti corridoi. Per sopravvivere, dovevamo entrare in un condotto chiuso da una grata, che con grande difficoltà, dovuta alla ristrettezza degli ambienti, alla lentezza del calcio e all’utilizzo dell’arma da mischia, e tanto, tantissimo pathos, avevamo raggiunto. Ansiosi di romperla, abbiamo utilizzato il calcio, ma non ha funzionato … dopo circa 15 tentativi, abbiamo capito che il nostro ragionamento fosse sbagliato. Perché rompere la grata con un calcio se si possiede un coltello? Ecco, usando il coltello (finalmente), siamo riusciti a rompere la grata, entrare nel condotto e a scappare. Da segnalare che dopo questa fase siamo morti, e indovinate? Il checkpoint era proprio agli inizi della precedente sezione ma udite udite, avevamo con noi tutte le armi (per fortuna), anche se – almeno in teoria – avremmo dovuto ricominciare senza le armi. Ma lasciamo stare, stendiamo un velo pietoso, e andiamo avanti.

Detto questo, per salvare, è necessario entrare in delle stanze, similari a quelle iconiche dell’opera Capcom, dove – altresì – è possibile allocare i propri oggetti e/o munizioni e cure (generosissime) se lo spazio dell’inventario non è più sufficiente. In termini – infine – di difficoltà, il gioco, se funzionasse a dovere, non darebbe problemi di sorta, complice anche alcune situazioni che erano rinvenibili in videogiochi di almeno 15 anni fa. Ad esempio, è possibile collocarsi su sporgenze e balconi (utilizzando le scale appoggiate sulle ringhiere) e sparare a raffica ai nemici (anche ai boss), fino a stenderli del tutto. Quindi la difficoltà, in sé, non è un problema, anzi.

Grafica e tecnica

La grafica complessiva di Pneumata è sufficientemente accettabile e l’illuminazione non è malaccio. Sfortunatamente, ci sono molti problemi relativamente alle texture (talvolta un po’ sfocate), ad alcuni elementi magicamente scomparsi nel nulla e all’audio. Quest’ultimo mixato alla buona, infatti, il parlato è a malapena udibile mentre gli effetti sonori e ambientali sono incredibilmente forti. Da segnalare che diversi effetti ambientali sono stati inseriti a caso, e sono udibili in situazioni non consone. Infine, la durata del gioco è, almeno in teoria, di circa tre ore, ma considerando le scarse indicazioni e le diverse fastidiose sezioni, si raggiungono abbondantemente le 6/7 ore.

Commento finale

Pneumata sembrava promettente sia in termini di ambientazione che di gameplay. Capiamo che sia stato realizzato da un singolo sviluppatore (che sicuramente ha fatto uno sforzo a dir poco notevole ed impressionante) ma purtroppo, le gravi carenze di gameplay, soprattutto in termini di legnosità di diverse meccaniche, l’assenza totale di mappa e indicazioni, diversi problemi tecnici e sezioni un pochino troppo anguste, ci hanno portato a vivere un’esperienza tediosa e decisamente dimenticabile.

5.5

Pneumata


Pneumata sembrava promettente sia in termini di ambientazione che di gameplay. Capiamo che sia stato realizzato da un singolo sviluppatore (che sicuramente ha fatto uno sforzo a dir poco notevole ed impressionante) ma purtroppo, le gravi carenze di gameplay, soprattutto in termini di legnosità di diverse meccaniche, l'assenza totale di mappa e indicazioni, diversi problemi tecnici e sezioni un pochino troppo anguste, ci hanno portato a vivere un'esperienza tediosa e decisamente dimenticabile.

PRO

Intro di gioco interessante | gunplay decente ...

CONTRO

... decisamente meno il combat system in mischia | assenza di una mappa di gioco e di indicazioni chiare | diversi problemini tecnici | esperienza troppo frustrante e tediosa | mix audio rivedibile |

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