Recensione Project Spark

Versione testata: Xbox One.

Sicuramente a tutti noi videogiocatori sarà venuta in mente almeno una volta la fatidica domanda: “Come si crea un videogioco”? E a seguire: “Posso crearne uno?”

È normale per un appassionato tentare di scoprire i profondi segreti di ciò che tiene la sua mente costantemente concentrata. Non è insolito osservare dei dilettanti allo sbaraglio del calcetto che, più in adolescenza che in età adulta, desiderano diventare dei veri e propri campioni. Così i videogiocatori che vogliono almeno scoprire cosa si nasconde dietro un ammasso di algoritmi e complesse istruzioni informatiche. Fino a qualche anno fa era difficile approcciare allo sviluppo di un videogioco, anche il più semplice. Costosi e complessi software davano spazio soltanto a degli utenti esperti e, per soddisfare il giusto quantitativo di lavoro si doveva organizzare almeno un piccolo team costantemente focalizzato sugli obiettivi prefissati.

Oggi il mercato ha completamente cambiato il suo indirizzo. Con una maggiore apertura agli INDIE e la comparsa di numerosi software, spesso gratuiti, per la creazione di piccoli titoli fatti in casa: il mondo videoludico si è semplificato per diventare più accessibile a una vasta schiera di creativi e con budget più esigui. Ma se fino ad ora la comparsa di editor e la stessa esemplificazione di Unity, che tenta al massimo di tagliare la parte di programmazione per offrire un’interfaccia completa e gestibile con pochi click, cosa possiamo dire invece di un videogioco fatto per creare milioni di videogiochi? 

Nel passato di cose del genere ne abbiamo avute, ma in altra salsa: come The Movies (2005) che permetteva la creazione di veri e propri film; Little Big Planet e, come dimenticare il simulatore di vita per eccellenza come The Sims, giunto gloriosamente alla sua quarta incarnazione?

Ma un gioco per crearne altri forse potrebbe essere la novità sostanziale e di maggior peso per questo 2014 e per il mondo Microsoft. Stiamo parlando dell’ultima fatica di Team Dakota pensata per Windows 8, Xbox One e Xbox 360: Project Spark

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I rudimenti di un gioco vastissimo

Durante l’E3 2013, piuttosto caldo e atteso per l’annuncio della Next-Gen, tra i progetti ne spiccava uno dedicato alla possibilità di esprimere, con poche limitazioni, la propria creatività e offrirne i prodotti tramite internet. Project Spark non si è mai presentato come un editor travestito da videogioco. Coadiuvato dal potentissimo Cloud Microsoft, avrebbe dovuto tranciare di netto i tempi di caricamento per offrire al giocatore la possibilità di accedere a decine di mondi di gioco con pochi colpi di gamepad. A contornare tutto ciò avremmo dovuto assistere ad una modalità di creazione capace di personalizzare i mondi già esistenti e rilasciati da altri autori, oppure di crearne ad Hoc.

I dubbi al termine della presentazione sono stati tanti, anche perché un titolo del genere richiede un enorme quantità di lavoro in fase di progettazione, e assistenza post pubblicazione praticamente senza fine. Eppure, a pochi giorni dal rilascio avvenuto il 7 ottobre scorso, Project Spark ci ha riservato parecchie sorprese e soddisfazioni che, come ci capita spesso nell’ultimo periodo, disciolgono i nostri dubbi in pochi ore di prova su strada. 

“Longevità spaziale”

Project Spark si presenta in due versioni: una gratuita, e una a pagamento che introduce maggiori tool e contenuti per lo sviluppo dei mondi di gioco. Al termine dell’installazione del pacchetto distribuito esclusivamente in via Digital Donwload (pochi GB) verremo guidati da una voce ai rudimenti dell’interfaccia grafica e le varie modalità di gioco. Si potrà accedere a una barra di ricerca per cercare i giochi creati dagli altri utenti (al momento in cui scriviamo sono già decine) e a questo si aggiunge un sistema di tag per semplificare e approfondire la ricerca. Non sarà difficile cercare platform, titoli 2D, GDR (qualcuno ha già creato un MiniSkyrim) o sparatutto fantascientifici; e neanche sarà difficile caricare questi mondi poiché non verrà praticamente installato nulla: il Cloud elabora il mondo e ce lo mostra dopo pochi secondi di attesa. A ciò si aggiunge un sistema di “like” per esprimere un giudizio su quanto provato, e altri comandi che ci permettono di accedere a tale mondo e modificarlo di nostro pugno.

Ma la caratteristica peculiare è quella di creare il proprio regno a nostra immagine e somiglianza (Divine Cit.).

Qui il tutorial ci permetterà di studiare l’interfaccia di creazione, che non richiede mouse e tastiera, ma soltanto pazienza e praticità con il gamepad. Potremo muoverci nel mondo di gioco senza limitazioni attraverso la videocamera: colorarlo, abbellirlo, espanderlo e riempirlo di oggetti; per poi proseguire con l’implementazione dei personaggi, di percorsi da seguire, di nemici e così via fino ad usare il Kinect per implementare dialoghi e animazioni. Tutto ciò sembra surreale, ma non lo è, così come niente però che raggiunge i livelli di diversi software professionali congiunti.

Il titolo ha una base modulare, il che significa che tool, mondi di gioco e millemila opzioni verranno aggiunte nei mesi a venire: quindi in termini di longevità e novità siamo al massimo esponenziale. 

Tecnica equilibrata

Il motore grafico punta tutto sull’essere snello e pratico. Pochi  ma giusti poligoni per alimentare un mondo con toni di colori simili a un cartoon, ma senza sacrificare effetti di luci e ombre. La scelta più giusta è stata l’equilibrio, per offrire gameplay fluidi e mondi di gioco con un’equilibrata componente di dettaglio. Ma la scelta dell’equilibrio ha comunque sacrificato il numero di poligoni e chi cerca la Next-Gen grafica non può di certo trovarla in Project Spark. Per quanto concerne il resto c’è ben poco da dire, il Team Dakota ha concepito un titolo longevo e pronto a essere plasmato direttamente dalla già attiva comunità di utenti. I controlli da gamepad sono precisi e, nonostante il paziente e lungo processo di creazione di un gioco tutto nostro, non sentiremo la mancanza di una classica accoppiata mouse e tastiera per gestire l’interfaccia grafica. Ovviamente qui il Kinect trova un doppio impiego: come strumento di controllo durante le nostre esplorazioni fantasy e come strumento di creazione.

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Commento finale

Project Spark è un ottimo colpo di mano del Team Dakota in un periodo in cui si dibatte molto sul gameplay dei videogiochi e se la Next-Gen, come concetto, possa essere inclinata più alla qualità generale di un gioco che al solo comparto grafico. Project Spark è un mondo vivo, brulicante di vita, donata dai giocatori che creano, testano e mettono online mondi che non aspettano altro che visitatori; e perché no, nuovi “ingegneri” pronti all’espansione. Siamo nei confronti di un potente tool di sviluppo con un’interfaccia grafica profonda, che si apprende con pazienza e dedizione, ma senza arrivare alla frustrazione. Il Kinect è finalmente impiegato al massimo sia come sistema di controllo che di sviluppo, giustificando quindi quel piccolo monolite nero che in tanti l’avevano giudicato inutile. Il motore grafico nonostante sia equilibrato e ci regali il giusto livello di dettaglio è comunque da osservare con occhi leggermente socchiusi, poiché la ricerca meticolosa del colpo d’occhio fallisce. Per il resto non possiamo continuare con il nostro giudizio poiché il titolo dev’essere ancora riempito di contenuti e potenziato sotto ogni aspetto. Un acquisto che sicuramente non va fatto frettolosamente ma che già da ora, per chi vuole dedicarsi un po’ in più al genere di simulazione ed editing (che sta risorgendo dalle ceneri) risulta essere un ottimo investimento, soprattutto in termini di longevità.

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Pro Contro 
– Longevità senza limiti 
– Pratico e per nulla complesso da conoscere
– Premia la pazienza e il lavoro meditato
– Sistema di votazione basilare
– Motore grafico limitato
– Necessita un bel potenziamento
  Voto Globale: 85 
 
 

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