Al momento del suo annuncio nel corso del recente Nintendo Direct Partner Showcase, SpongeBob SquarePants: The Patrick Star Game ci ha portato un piccolo sorriso sul volto. Non solo per la prospettiva di impersonare la spalla comica della spugnetta gialla più famosa del mondo, ma soprattutto per quella che sembrava essere l’impostazione generale del titolo PHL Collective.
Senza troppi giri di parole e facendo ben poco per mascherare la fonte di ispirazione, The Patrick Star Game strizzava l’occhio alla goliardica serie di Goat Simulator. Poter impersonare il buon Patrick in una Bikini Bottom sandbox svolgendo attività folli e spargendo caos, era un’idea che ci allettava non poco. Complice anche la nostra opinione estremamente positiva sull’ultima avventura della capra Pilgor, quel Goat Simulator 3 di cui potete leggere la nostra recensione qui.
Al di là delle chiare fonti di ispirazione, sarà riuscito The Patrick Star Game a proporre una propria chiave di lettura del format “mondo aperto come parco giochi”? Assolutamente si, ma a patto di essere fan di SpongeBob SquarePants. Il titolo è disponibile dal 4 Ottobre per PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X|S e Steam.
Versione testata: PlayStation 5
Così, de botto, senza senso
La trama di The Patrick Star Game si può riassumere semplicemente, come il titolo di questo paragrafo. Un bel giorno, il buon Patrick si sveglia e decide di fare un bel giretto per Bikini Bottom e salutare tutti i suoi amici. Ne combinerà di tutti i colori.
Da questo punto di vista, ci troviamo fin dall’inizio di fronte ad uno dei maggiori problemi della produzione. Non che la trama sia essenziale vista la tipologia di gioco, ma sarebbe stato importante avere un trait d’union in grado di amalgamare gli eventi e dare un contesto alle azioni della folle stella marina. Sia per dare ai giocatori un maggior interesse a lungo andare, sia per allietare con più enfasi soprattutto i fan di SpongeBob SquarePants.
Sono proprio gli appassionati della serie d’animazione creata da Stephen Hillenburg che si ritroveranno subito a casa. Esplorare Bikini Bottom ed i suoi luoghi iconici, senza vincoli e con possibilità interattive nei termini dettati dal motore fisico implementato, è qualcosa che paradossalmente mancava a titoli più strutturati come The Cosmic Shake (qui la nostra recensione). Ritrovarsi con SpongeBob a Glove Universe, divertirsi con le attrazioni e folleggiare tra missioni bislacche è un’esperienza che non potrà non rendere felici gli estimatori del brand.
Gran parte del merito è da rintracciare nell’amore riversato dal team di sviluppo verso questo universo narrativo, nel quale ciascun elemento è ricreato con dovizia di particolari, non senza citazioni ed ammiccanti riferimenti. Lo stile grafico concorre ad una presentazione luminosa e coloratissima, in linea con le aspettative, sebbene poggi su un comparto tecnico non esattamente performante. Sebbene sommariamente stabile, The Patrick Star Game non è nuovo alle compenetrazioni più disparate e ad una simulazione della fisica a tratti iperbolica. Nulla che non abbiamo già visto in Goat Simulator, ma fa sempre un certo effetto vedere una pistola ad acqua mandare in orbita una volante della polizia.
Keep rolling
Ma esattamente, posto che non c’è una vera e propria trama da assecondare, quale è l’obiettivo di The Patrick Star Game? Semplice: fare tutto quello che vi passa per la testa.
Immaginate di tornare bambini e di far interagire pupazzi in attività bislacche. Calate questo nel contesto di Bikini Bottom ed avrete un’idea. Patrick potrà infatti interagire con il mondo circostante rotolando, aggrapparsi a personaggi ed afferrando oggetti per poi lanciarli o utilizzarli. Alcuni NPC vi attribuiranno missioni o, nel pieno stile dei vecchi Grand Theft Auto, potrete salire su un mezzo di qualche attività e cimentarvi in lavoretti extra.
Ad esempio, il burbero Squiddi vi chiederà di scacciare i rumorosi villeggianti con un aspirapolvere gigante. Il caro SpongeBob vi chiederà di trovare i palloncini a forma di guanto sparsi per Glove Universe. Oppure Sandy Cheeks vi proporrà di ripulire la città con uno strumento ad acqua che strizza l’occhio allo Splac 3000 di Super Mario Sunshine.
La varietà offerta da The Patrick Star Game accompagna i giocatori per una decina di ore, fatte di assurdità e sorrisi. Il maggiore traguardo della produzione, a ben vedere, è proprio essere riuscito a trovare una propria identità senza limitarsi a copiare le disavventure della capra Pilgor. PHL Collective realizza un titolo derivativo, ma lo fa tenendo bene a mente il proprio pubblico di riferimento, regalando un’esperienza spensierata che potrà essere apprezzata da una vasta platea.
Livin’ la vida Stella
The Patrick Star Game è un progetto modesto, ma che ha saputo conquistarci grazie alla sua genuinità e trasparenza.
Non ci troviamo di fronte ad un titolo dalle smisurate pretese, né dalle facili arroganze. L’avventura della stella marina vuole essere un titolo parametrato per tutta la famiglia, capace di tenere impegnati i piccoli fan di SpongeBob SquarePants ma anche di strappare qualche risata ai più grandi grazie ad un mood spensierato e sempre allegro. In un certo senso, titoli come questo sono una vera manna dal cielo per staccare da produzioni più strutturate, a volte fin troppo soverchianti. Ritrovarsi nei panni di Patrick, girare senza patemi la propria cittadina e divertirsi con le folli attività presenti è un passatempo capace di tirare su lo spirito dopo una lunga giornata di vita reale.
Tuttavia, un titolo come questo può essere considerato eccessivamente evanescente sotto tanti punti di vista. Al di là della sua innata allegria, The Patrick Star Game non offre poi molto se non il desiderio di soddisfare il proprio spirito completista (sia per trofei/achievements, sia per sbloccare tutti gli esilaranti costumi presenti). E lo fa combattendo con limiti evidenti: una trama inesistente, un comparto tecnico esposto a bug, una certa ripetitività di fondo. Per tutti coloro che non possono passare sopra tutto questo, il nuovo titolo ambientato nel mondo acquatico di SpongeBob SquarePants potrebbe essere una delusione.
In fondo, non tutti i titoli devono proporre le stesse cose ed avere i medesimi fini. Se la varietà è il sale della vita, The Patrick Star Game può essere quello stuzzichino salato che non vi sazierà di certo ma che vi conforterà tra un pasto e l’altro. Ed a volte abbiamo bisogno anche di questo, non ci sono dubbi.
Commento finale
SpongeBob SquarePants: The Patrick Star Game si è rivelato essere esattamente quello che aspettavamo. Una rilettura colorata di Goat Simulator, un’avventura sandbox senza un reale fine se non quello di seminare caos e divertirsi in attività spiritose. Rispetto alla propria fonte di ispirazione, l’opera di PHL Collective frena sul versante della follia e si orienta verso un pubblico di giovanissimi. Uno spasso che si rivela tuttavia alla portata di tutti, a patto di accettare la modestia delle aspirazioni nonché la natura contenuta dell’esperienza. Se avete sempre sognato di guidare il caotico Patrick tra le vie di Bikini Bottom, questa è la vostra occasione!