Universi ad alta risoluzione
Prima di ogni missione, ci sarà un briefing. Dopo ogni briefing, si aprirà sul fondo dello schermo l’interfaccia tirata a lucido del primo Starcraft: a sinistra la mappa, al centro il quadro delle unità selezionate con una concisa descrizione delle loro caratteristiche, a destra i comandi che è possibile impartire loro.
Il controllo delle unità è stato reso ancor più semplice, così come il rintracciarle: oltre a poterle suddividere in contingenti (il limite di 12 unità per gruppo presente nel primo Starcraft ora non c’è più), ai bordi dello schermo appariranno delle icone che permetteranno di selezionare istantaneamente gli SCV da costruzione inerti e gli eventuali Eroi presenti sulla scena di guerra.
Fondali estremamente curati ed eccezionale fluidità conducono la grafica a livelli piuttosto alti per un RTS, e tutte le opzioni che permettono a Starcraft II di raggiungere una resa favolosa sono minuziosamente modificabili nell’apposito menu; esse regolano quasi tutto ciò che vedrete su schermo, dalla simulazione fisica ai ritratti dei personaggi. Attraverso l’alta personalizzabilità dell’aspetto grafico e i requisiti minimi relativamente esigui, Blizzard vuole certamente rendere il videogame appetibile e giocabile per tutte le fasce di utenti, compresi i giocatori ormai veterani (o in pensione) che dieci anni fa apprezzarono il primo capitolo.
La scelta, sebbene funzionale, sembra avere avuto una realizzazione solo parziale: alcuni utenti dalla configurazione più attempata hanno registrato problemi di surriscaldamento alla scheda grafica in seguito alle sessioni di gioco, il che rende sconsigliabile l’acquisto del videogame per chi non possiede una macchina almeno leggermente al di sopra dei requisiti minimi consigliati.
Chi voglia godersi una qualità grafica sopra la media farà bene a munirsi di schede grafiche dalla Radeon HD 5770 o GeForce GTS in poi.
Il design delle strutture è inconfondibile eredità del predecessore, mentre l’idea grafica delle unità merita un plauso, in quanto trasmette con precisione il carattere e l’essenza delle razze controllate: sobrietà e pulizia di forme per l’avanzata ed elegante tecnologia protoss, zanne acuminate e scaglie viscide per le aberrazioni zerg, mech sproporzionati per la goffa e impareggiabile potenza di fuoco terran.
Quattordici inedite tracce sonore accompagnano le manovre tattiche spaziando dal folk al rock, ed alcune di esse sono ascoltabili a richiesta da un Juke-box presente sulla Hyperion.
Una Nave Madre attacca un contingente di Marine. Notare gli effetti di luce dei raggi e sulle lame della fanteria protoss a sinistra.