Recensione Starship Troopers: Extermination, l’unico insetto buono è un insetto morto!

In controtendenza con quanto titoli blasonati come Fortnite, Call of Duty, o i più recenti extraction shooters come Hunt: Showdown 1896, e il reboot di Delta Force ci vogliono far pensare, il PvP -Giocatore contro giocatore- non è l’unica modalità che i videogiocatori apprezzano in modo collettivo. Il genere dei PvE -Giocatore contro computer- negli ultimi anni sta vivendo un gradito ritorno tra gli appassionati -e non- spinto da titoli come Deep Rock Galactic, Lethal Company, e forse il più noto Helldivers 2, per citarne alcuni.

Con la sua release in versione 1.0, Starship Troopers: Extermination si aggiunge quindi alla lista dei videogiochi che ci vedono affrontare grandi orde di nemici assieme ad altri giocatori, e come il nome fa intendere, questa volta il setting è l’amatissimo universo cinematico ideato partendo dal libro omonimo di Robert A. Heinlein.

L’uscita dall’Early Access del titolo –e l’approdo sulle Console– sono rappresentative di un pacchetto completo al lancio, o forse le fanfare del rilascio questa volta suonano per un festeggiamento precoce?

Gli aracnidi avanzano, e nessuno vuole vivere per sempre, quindi armiamoci di fucili e granate, e scopriamo assieme cosa cela realmente Starship Troopers: Extermination tra i suoi pianeti dispersi e le mille tane scavate dai suoi giganteschi alieni insetto!

Starship Troopers: Extermination è disponibile dall’11 ottobre 2024 su Playstation 5, Xbox Series X/S, e su PC tramite Steam ed Epic Game Store.


Versione testata: PC (tramite Steam)


Benvenuti fra i Leoni di Rasczak

Starship Troopers: Extermination è l’ultima fatica del team indipendente canadese Offworld Industries – noti per l’eccellente sim-war Squad – che ci getta nelle violente battaglie multiplayer PvE in prima persona, per la sopravvivenza contro i feroci, e agguerritissimi, alieni Aracnidi, che infestano l’universo narrativo transmediale della serie Starship Troopers.

Poco altro servirebbe per descrivere l’intera esperienza del gioco, che dalle sue prime fasi in Early Access alla sua poi eventuale release, ha visto in realtà pochi cambiamenti nel suo core design, e delle aggiunte, appositamente pensate per costruire una sorta di modalità singleplayer in costante espansione, che non sono risultate del tutto convincenti.

La release completa di Starship Troopers: Extermination ha portato con se un reset delle statistiche e dei progressi per tutti i giocatori, introducendo come cambiamenti considerevoli una nuova suddivisione per le classi dei nostri fanti spaziali, passate da 3 a 6 categorie, una nuova modalità ad eventi globali chiamata Fronte Galattico, simile a quanto abbiamo già visto con Helldivers 2, e la sopra citata modalità singleplayer denominata Gruppo Operazioni Speciali, dove guidati da un navigato Generale Rico dovremo compiere una serie di 25 missioni. Il cuore dell’intera produzione risiede però nella modalità Missioni, un insieme di mappe PvE multiplayer fino a 16 giocatori ambientate su diversi pianeti, con diversi obbiettivi e differenti difficoltà, che ruotano ciclicamente, ofrendo sempre sfide adeguate per ogni tipo di giocatore.

Al primo avvio il gioco ci introduce alle sua struttura con un tutorial, forse troppo superficiale, e basato solamente su una delle varie modalità multiplayer. Veniamo così a conoscenza che in Starship Troopers: Extermination, oltre a compiere un ecatombe aliena, nel fervore delle battaglie ci verrà richiesto anche di collezionare delle risorse da portare in un collettore per conseguire dei punti. Questi punti, condivisi con tutti i membri dello squadrone, vengono utilizzati durante la partita per costruire i nostri avamposti – grazie a uno strumento di costruzione richiamabile con un tasto -, e innalzare così grandi muri, paratie elettriche, oppure torrette automatiche e postazioni di guardia sopra elevati, per difendere il Quartier Generale.

Spetterà al giocatore comprendere appieno come portare a termine al meglio gli obbiettivi tra le varie modalità multigiocatore. Caccia al Nido è l’ultima modalità introdotta con la release del gioco, e vede 4 giocatori cimentarsi nella pulizia di un labirintico nido di Aracnidi completando differenti obbiettivi durante l’avanzata, ma con lo scopo ultimo di eradicare la minaccia dalla sua tana.

Caccia al Nido riveste anche l’unica modalità singleplayer disponibile al lancio, chiamata Tutorial Gioco in Solitaria, che come accennato in precedenza, si tratta di una semplice serie di 25 missioni lineari, dove dovremo guidare una squadra di 4 soldati – noi e 3 intelligenze artificiali – attraverso i labirintici cunicoli degli Aracnidi, e radere qualsiasi cosa al suolo. A introdurre le missioni troveremo il Generale Rico, personaggio il cui attore Casper Van Dien presta la voce in lingua originale, ma tolta questa gradita sorpresa per i fan della pellicola, non abbiamo trovato altri pregi per questa modalità a giocatore singolo.

L’intero gruppo di missioni non è altro che una ripetizione costante degli stessi obbiettivi, con qualche piccola modifica agli scontri, e ambientate attraverso le varie mappe di gioco che incontreremo nelle modalità multiplayer. La presenza di altri 3 soldati nel nostro team, non aiuta l’intera esperienza. L’ IA alleata è costantemente vittima dei cadaveri delle giganti Aracnidi Tigri, incapace di navigare correttamente il terreno intorno al nemico caduto, rimanendo quindi bloccata tra le gambe dei parassiti o terminando per scalare le pareti dei tunnel in maniera infinita. Questo comportamento potrebbe risultare frustrante nelle prime missioni, ma con l’arrivo delle ultime 5 battaglie richieste dal Generale, la mancanza di IA alleati al nostro fianco vorrà dire che una volta caduti in battaglia non avremo modi di ritornare in vita, costringendoci a tediose sessioni di die and retry.

Potremo completare tutte le sfide singleplayer nell’arco di circa 3 ore, intelligenza artificiale permettendo, e l’unico incentivo per terminare queste missioni è quello d’ottenere punti per migliorare rapidamente una delle classi disponibili nel gioco prima di entrare nelle battaglie online.

Tutti combattono, nessuno molla

Superate le fasi di tutorial in solitaria, Starship Troopers: Extermination ci consiglia d’imbarcarci insieme ad altri 15 giocatori per provare le restanti modalità multiplayer – ma anche di vivere un esperienza meno frustrante e ripetitiva riprovando con giocatori umani le sfide di Caccia al Nido -. Siamo lieti di constatare che il gioco offre il crossplay tra tutte le sue piattaforme, consentendo a quanti più giocatori possibili di commettere atrocità interplanetarie contro razze aliene ostili.

In Avanza e Proteggi la dinamica di costruzione e distruzione viene gestita da una costante richiesta di mobilità da parte del gruppo di soldati, che deve ripulire progressivamente alcune aree delle vaste mappe. Orda invece segmenta in maniera chiara l’alternanza tra pianificazione e azione, richiedendo grande coordinazione per tenere alte le difese di un punto statico lungo tutto il suo perimetro, con l’obbiettivo di resistere a diverse ondate di nemici. Difesa CAA pone l’attenzione sul concetto di Divide et Impera, richiedendo ai giocatori di separarsi in gruppi di difesa per il quartier generale, e altri in avanscoperta a collezionare informazioni e risorse tra le linee nemiche aliene.

Ogni missione può essere svolta su una delle 4 vastissime mappe, che rappresentano altrettanti pianeti dell’universo di Starship Troopers. Ci ritroveremo a combattere sul pianeta desertico di Valaka, quello ricco di vegetazione e zone vulcaniche su Agni Prime, visiteremo il pianeta minerario X-11, e potremo prendere parte agli assalti sulla superficie ghiacciata di Boreas. Ogni operazione ha anche dei modificatori che ci catapulteranno in scontro completamente al buio, dove le uniche fonti di luce saranno le torce delle nostre bocche da fuoco, e le esplosioni sul campo di battaglia, e degli aumenti del numero di minaccia aliena presente sul territorio, rendendo l’intera esperienza multigiocatore sempre imprevedibile e divertente.

Bisogna notare che l’ultima mappa proposta, Boreas, non è accessibile nella rotazione delle missioni. Per accedervi, bisognerà creare una Compagnia, una sorta di gilda al quale possono accedere altri giocatori, con la quale iniziare a raccogliere punti spendibili per lanciare le operazioni sul nuovo pianeta di ghiaccio. Completare le missioni su Boreas farà guadagnare punti ai terrestri per l’avanzamento nel Fronte Galattico, al termine del quale si riceveranno dei premi cosmetici. Per guadagnare ulteriori punti per avviare le campagne su Boreas basterà completare una missione qualsiasi sulle altre mappe.

Scelte le regole d’ingaggio, ci viene quindi chiesto di selezionare una tra le 6 classi disponibili. Durante l’Early Access, i fanti dell’Avanguardia dello Spazio Profondo – il nome del gruppo d’operatori speciali di cui facciamo parte – erano suddivisi in 3 macro gruppi, ora suddivisi in sottocategorie con differenti arsenali e abilità speciali.

La Fanteria Pesante ora vede il Guardiano, un possente soldato particolarmente resistente a scontri corpo a corpo contro gli Aracnidi e capace d’entrare in modalità assedio, convertendolo in una torretta umana, e il Demolitore, esperto di esplosivi, che utilizza lanciagranate e può richiamare un raffica di missili grazie a un equipaggiamento balistico che trasporta sulla schiena.

La Fanteria d’Assalto è suddivisa ora tra lo specialista Cecchino, dall’elevata mobilità e con armi dalla lunga gittata e potenza, con un Boost Jet che gli consente grandi elevazioni in salto, e il Ranger, un soldato dalle competenze survivaliste, capace di riprendersi rapidamente da urti e cadute, e con un Boost Jet per l’aumento della velocità in corsa.

La Fanteria di Supporto è invece ora composta dall’Ingegnere, operativo capace di costruire difese nelle zone designate indipendentemente dalle regole d’ingaggio in corso, e di trasportare rapidamente risorse per accumulare Punti Costruzione; e conclude il battaglione il Medico, dalle grandi doti di resilienza una volta caduto, e con un fidato Drone Medico capace di prestare supporto agli alleati in difficoltà.

Ogni soldato può equipaggiarsi con una arma primaria che può essere scelta tra una limitata schiera e legata alla propria classe, una pistola secondaria, e una granata – anche questa selezionabile – e che si ricarica dopo l’utilizzo. Con l’avanzamento di livello del militare si sbloccheranno anche importanti Utilità che renderanno la classe più efficace in battaglia, come il Dardo stimolante di primo soccorso del Medico o la Torretta di guardia portatile del Guardiano, oltre che sbloccare delle Competenze da equipaggiare fino a 3 alla volta. Seppur in forma minore, anche le armi offrono un livello di progressione, ma il loro sviluppo nel giocato è risultato essere secondario, e una bocca di fuoco senza particolari gadgets non ci è parsa meno devastante di altre completamente modificate. Con un level cap dei fanti settato a 15, massimizzare la vostra unità preferita non richiederà molto tempo.

Mirate ai centri nervosi

Gettati nel cuore della battaglia multiplayer, Starship Troopers: Extermination non lascia alcun dubbio sulla sua natura di titolo pensato principalmente per rendere felici i fan. Dopo un introduzione sotto forma del notiziario della Fed Net, veniamo lasciati dalla nostra nave da trasporto assieme ai nostri compagni, iniziando così a muoverci per completare uno degli obbiettivi designati.

L’HUD di gioco ci fornirà tutte le informazioni di cui avremo bisogno per sopravvivere, anche se la mancanza di una mappa a schermo potrebbe risultare scomoda per alcuni. A sopperire a questo, ci pensa in maniera parziale una bussola che indica sempre la direzione degli obbiettivi più importanti. Stranamente il nome sulla testa dei nostri compagni, anche quelli nello stesso gruppo, tendono a scomparire a una certa distanza in maniera inconsistente, e questo a volte a reso le interazioni con dei completi estranei delle buffe chiacchierate in lingue a noi del tutto ignote.

A seconda della mappa, i modificatori scelti, e il nostro armamentario, inizieremo a farci strada tra sciami di alieni assetati del nostro sangue. Potremo affrontare piccoli Aracnidi Drone che cadono con un singolo colpo di pistola, così come pericolosissime Aracnidi Reali contro i quali sarà consigliato utilizzare i Detonatori nucleari portatili per avere una chance d’abbatterli. Aracnidi Guerrieri di Fuoco e di Ghiaccio, i fastidiosi Bersaglieri, i giganteschi bombardieri Plasma o gli ancora più pericolosi Scorpioni, sono le minacce che incontreremo in questa versione post-lancio del gioco, ma in futuro sono previsti ulteriori nemici che abbiamo già avuto modo di vedere durante la fase di Early Access come la l’Aracnide Cavalletta, capace di volare e sollevare soldati dal suolo per poi farli precipitare.

Ogni minaccia presenta anche dei punti deboli, e nel caso dei nemici più imponenti, anche delle corazze penetrabili solo da esplosivi. Diviene quindi imperativo riuscire a leggere correttamente il tipo d’alieno che ci attacca; a volte basteranno pochi colpi ben assestati da un cecchino per avere la meglio, mentre altre bisognerà ricorrere a diverse granate e abilità per interrompere agguerriti gruppi in avvicinamento.

L’utilizzo delle armi, che presentano sia un fuoco libero che l’aim down sight, unito a un corretto ausilio delle peculiari abilità del nostro soldato, ci consentiranno di tenere a basa le orde dei Aracnidi che ci si avvicineranno, ma potremo fare veramente poco senza il supporto dei nostri compagni. La collaborazione è alla base dell’intera esperienza di gioco, e nessun guerriero è un eroe senza i suoi commilitoni. Trovare la giusta sinergia sul campo di battaglia non è mai difficile vista la struttura PvE. Richiamando la mappa potremo sempre tenere sott’occhio il posizionamento delle nostre unità, e in caso di missioni di difesa, è sempre bene scegliere una postazione e mantenerla. Anche durante le partite rapide – le cui missioni offerte variano a rotazione – non abbiamo mai avuto problemi a trovare dei compagni affiatati e sempre disposti a correre in nostro soccorso o aiutarci a portare a termine un obbiettivo primario.

Il benestare della community non è di certo un caso. La possibilità di comunicare con tutti i membri della fanteria crea un atmosfera di cameratismo molto affiatante, e la cura riposta nella rappresentazione del caos nel fronte spaziale, non fa altro che immergere ulteriormente il giocatore nel vivo delle battaglie contro la feccia aliena a più zampe. Per apprezzare ancora di più il gioco, il nostro consiglio è quello d’entrare in uno dei tanti servers gestiti dai membri della comunità, e cercare di prendere parte nei loro scontri, così da tastare con mano l’aspetto più ruolistico dell’intera produzione.

Seppure alcune unità potrebbero sembrare meno importanti di altre, avere il giusto mix di specialisti in squadra aiuterà considerevolmente tutte le unità. Individuare oltre le colline l’avanzata di diversi nemici da parte dei Cecchini, può facilitare il dispiegamento di torrette difensive per gli Ingegneri. I Guardiani possono avanzare assieme ai Ranger e attirare i nemici verso di se, mentre i compagni fuggono rapidamente utilizzando i loro Boost Jet. Si creano così intensi momenti di pressione da dissipare a suon di pallottole ed esplosioni, ma in compagnia non più di estranei ma di nuovi fratelli d’armi.

L’unico elemento cardine del gioco che ci ha lasciato un poco confusi nelle prime battute è stato quello della costruzione. Avendo un numero di punti spendibili condiviso con tutti i soldati, ci siamo ritrovati più volte a non riuscire a costruire un importante muro difensivo, rimanendo scoperti e costringendoci ad abbandonare momentaneamente la zona. Manca quindi un sistema per coordinare la costruzione delle difese lungo il perimetro del Quartier Generale Mobile,

Portare a termine le missioni, o anche fallirle, ci farà guadagnare punti esperienza che andranno a migliorare il livello del nostro soldato e delle armi utilizzate durante la caccia spaziale. In aggiunta è presente anche un sistema di progressione legato a un Season Pass, che è però collegato a un altra modalità, e le cui ricompense si limitano a essere degli oggetti cosmetici dalla dubbia utilità.

Se non siete amanti dell’universo di Starship Troopers, bisogna riconoscere che la ripetitività di fondo dell’esperienza si farà viva molto presto. Completare il range di missioni, anche con diverse modifiche attive, non richiederà molto tempo, e se non si ha un gruppo d’amici con il quale tornare sui vari pianeti a dare guerra agli Aracnidi, affrontare le campagne più difficili diviene più un gioco di sorte prima che di coordinazione con degli estranei.

Tutti gli uomini pronti per il lancio!

L’intera esperienza di gioco è sorretta dall’Unreal Engine 5, e si presenta in maniera discreta per la quantità di unità nemiche a schermo. Purtroppo la feature di persistenza dei corpi dei nemici è risultata alquanto acerba e poco interessante – oltre che problematica da navigare per l’IA, come detto in precedenza -, non riuscendo a creare un reale impatto nelle fasi di guerriglia e andando forse invece a peggiorare le prestazioni generali del gioco. Per fortuna vengono in nostro soccorso le integrazioni dei sistemi di ricostruzioni d’immagini, come il DLSS e l’FSR, che ci hanno permesso ugualmente d’avere un esperienza godibile, e un frame in medio oltre i 60fps a 1080p anche con una modesta RTX 4060.

Il caos a schermo, se dal punto di vista di gameplay potrebbe risultare forse illeggibile, è stato rappresentato in maniera interessante, sfruttando al meglio i forti colori saturi degli alieni insetto, e dando molta enfasi alle loro caratteristiche zone luminescenti. Gli effetti particellari durante gli scontri sono sempre risultati incalzanti, anche se a volte abbiamo notato qualche sbavatura nella risoluzione secondo le distanze. Un problema simile è riscontrabile anche per quanto riguarda il pop-up di alcune textures, specialmente con l’accumularsi del sangue dei cadaveri nemici.

Le animazioni che muovono, non solo i nemici ma i nostri operatori, sono convincenti e fluide, anche se alcune volte per via del netcoding, abbiamo riscontrato diversi problemi di sincronizzazioni tra quanto fatto dai nostri compagni, facendo apparire soldati pattinare lungo il terreno, o facendoli sembrare fermi in un punto.

A seconda della situazione si sono presentati inspiegabili cali di framerate, e le vastissime mappe hanno mostrato dei punti, anche nei tunnels o in zone chiuse, dove la presenza di qualche nemico rendeva impossibile proteggere l’area. Per via del sistema di costruzione abbiamo anche assistito alla compenetrazione di diverse strutture, con torrette irraggiungibili perché costruite nel mezzo di pareti elettriche, o postazioni di guardia le cui scale venivano assorbite dai muri difensivi. Fortunatamente questo è risultato essere solo un problema minore, avendo la possibilità di smantellare le costruzioni.

Le 4 mappe proposte al lancio da Starship Troopers: Extermination sono caratterizzate in maniera stupenda, presentando grandi elevazioni, con strutture ricche di dettagli e di fanservice per chi ha visto i film. La rappresentazione dei terreni risulta anche essere legata a degli aspetti di gameplay, presentando su alcuni pianeti letali lingue di lava, insenature che nascondono nidi di nemici, o postazioni militari dalle quali poter iniziare a costruire le nostre basi.

Potremmo continuare a lodare la cura nei dettagli delle trasposizioni 3D – sicuramente possibili grazie anche alla collaborazione diretta con TriStar Pictures – citando le armi e i gadget che potremo usare in gioco, ma uno dei punti più forti della presentazione del gioco risiede anche nell’uso incredibile dell’audio e delle fantastiche musiche presi direttamente dalle opere filmiche del brand. Ogni arma risuona con fedeltà mentre scarichiamo tonnellate di proiettili contro la minaccia alinea, così come le esplosioni generate dagli ordigni bellici riecheggiano in maniera credibile anche a diverse distanze; e tra urla di sofferenza e stridii alieni, la colonna sonora non fa altro che immergere ulteriormente il giocatore nell’universo spaziale fatto di battaglie per la sopravvivenza.

Commento finale

Starship Troopers: Extermination è l’evoluzione in termini di gameplay di quanto fatto dai defunti Empire Interactive con il loro Starship Troopers nel 2005. Paradossalmente però, la nuova fatica di Offworld Industries al lancio non è stata capace d’offrire una componente singleplayer altrettanto solida quanto il vecchio lavoro di circa vent’anni addietro.

La community però non si deve disperare, il lavori sul gioco non sono terminati, e il team canadese sta attivamente seguendo una roadmap che arriva a coprire il secondo quadrimestre del 2025, e che dovrebbe risolvere gran parte dei problemi, e mancanze, riscontrate in fase di review.

Nonostante la scelta di precludere una mappa dietro una modalità che richiede una squadra, la grande ripetitività delle missioni, e qualche promessa che forse è risultata contro-producente sul campo di battaglia, Starship Troopers: Extermination è un titolo che riesce a incapsulare in maniera autentica l’universo d’appartenenza, omaggiando in maniera costante le pellicole dai quali riprende i suoi personaggi, gadgets, e mondi.

Purtroppo dovrà passare ancora del tempo prima di comprendere appieno il valore dell’opera, e per questo motivo il prezzo di circa 50 euro per buttarci tra le fauci delle Aracnidi, è forse esagerato a paragone con l’omogenia dell’offerta proposta. Se non siete fan della serie potete comodamente aspettare uno sconto, mentre se amate Starship Troopers o grandi combattimenti contro gruppi virtualmente infiniti di nemici, allora considerate l’aquisto senza remore. Distruggiamoli!

7.0

Starship Troopers: Extermination


Starship Troopers: Extermination è l'evoluzione in termini di gameplay di quanto fatto dai defunti Empire Interactive con il loro Starship Troopers nel 2005. Paradossalmente però, la nuova fatica di Offworld Industries al lancio non è stata capace d'offrire una componente singleplayer altrettanto solida quanto il vecchio lavoro di circa vent'anni addietro. La community però non si deve disperare, il lavori sul gioco non sono terminati, e il team canadese sta attivamente seguendo una roadmap che arriva a coprire il secondo quadrimestre del 2025, e che dovrebbe risolvere gran parte dei problemi, e mancanze, riscontrate in fase di review. Nonostante la scelta di precludere una mappa dietro una modalità che richiede una squadra, la grande ripetitività delle missioni, e qualche promessa che forse è risultata contro-producente sul campo di battaglia, Starship Troopers: Extermination è un titolo che riesce a incapsulare in maniera autentica l'universo d'appartenenza, omaggiando in maniera costante le pellicole dai quali riprende i suoi personaggi, gadgets, e mondi. Purtroppo dovrà passare ancora del tempo prima di comprendere appieno il valore dell'opera, e per questo motivo il prezzo di circa 50 euro per buttarci tra le fauci delle Aracnidi, è forse esagerato a paragone con l'omogenia dell'offerta proposta. Se non siete fan della serie potete comodamente aspettare uno sconto, mentre se amate Starship Troopers o grandi combattimenti contro gruppi virtualmente infiniti di nemici, allora considerate l'aquisto senza remore. Distruggiamoli!

PRO

Ottima rappresentazione dell'universo di Starship Troopers | Riusciremo sempre a sentirci parte della squadra | Lo sviluppo del titolo è ancora in corso

CONTRO

Prezzo al lancio forse troppo alto | Povero di contenuti per chi non è fan della saga | Modalità singleplayer non sufficiente

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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