Le origini
System Shock è un videogioco action/adventure in prima persona originariamente sviluppato da LookingGlass Technologies e pubblicato da Origin Systems – per MS-DOS, Mac OS e PC-98 – nel 1994. Il gioco è ambientato a bordo di una stazione spaziale (chiamata La Cittadella), in una visione cyberpunk dell’anno 2072. Assumendo il ruolo di un hacker senza nome, il giocatore deve tentare di ostacolare i piani di un’intelligenza artificiale malvagia chiamata SHODAN (che ha rappresentato l’elemento cardine e di maggior orgoglio di System Shock). Il tutto è impreziosito da una esplorazione tesissima che ha ispirato tantissimi giochi horror di sopravvivenza (Resident Evil, Dead Space, Prey e BioShock) e nemici stravaganti annientabili con armi da mischia e/o a distanza.
Il gioco, inoltre, vantava un motore 3D immersivo e fisica e gameplay a dir poco innovativi per l’epoca. Purtroppo, a livello commerciale, non fu un grande successo (le vendite furono poco più di 170.000 copie) ma da molti, System Shock è considerato una vera e propria pietra miliare del genere.
La storia di un’intelligenza artificiale malvagia può sembrare una sorta di cliché ma nel 1994 vi garantiamo che era a dir poco azzeccatissima. Lo sviluppatore ha saggiamente deciso di non cambiare nulla in termini di plot narrativo ma aggiungendo qualche nuovo elemento qua e là!
Versione testata: PC (Steam)
Il Remake
System Shock 2023 (dopo uno sviluppo non propriamente semplice iniziato nel 2015, con tanto di campagna Kickstarter)), è stato realizzato da Nightdive Studios e pubblicato da Prime Matter. L’obiettivo? Quello di proporre un prodotto finale che fosse abbastanza fedele a quello del lontano 1994. Ma sarà davvero così?
System Shock è attualmente disponibile per Windows. Arriverà successivamente anche per macOS, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S.
Fra vecchio e …
L’inizio di System Shock è lievemente diverso dall’originale. Una volta avviato il gioco, e superato il nuovo e breve intermezzo, il giocatore si ritrova nell’esatta posizione in cui prende il via il gioco originale. Probabilmente la più grande differenza che si può notare dai primi istanti di gioco è il sistema di difficoltà. In System Shock, è possibile decidere quale aspetto del gioco deve essere facile e quale maggiormente impegnativo. Ad esempio, è possibile scegliere di avere la difficoltà più difficile nei puzzle ambientali ed un sistema di combattimento semplificato, o viceversa.
È un sistema decisamente funzionale e più vario rispetto agli standardizzati livelli di difficoltà selezionabili. Per apprezzare ancora meglio il lavoro di “restyling” svolto su System Shock, abbiamo giocato (anzi rigiocato) – prima di immergerci nel remake – anche all’originale. La prima impressione dopo aver giocato al gioco originale è stata che avesse davvero bisogno di un remake. Non soltanto in termini grafici ma soprattutto in termini di gameplay e di “semplicità” dell’interfaccia utente, elementi invecchiati a dir poco malissimo e che avrebbero sicuramente scoraggiato anche il giocatore più appassionato di retrogaming del pianeta.
… nuovo
Proprio avendo a mente (e negli occhi) i succitati elementi, quando abbiamo ripreso in mano il moderno System Shock, abbiamo apprezzato tantissimo il lavoro e gli sforzi dello studio per ricreare fedelmente e nel miglior modo possibile il mondo della Cittadella. L’aspetto più modernizzato del gioco e che cambia drasticamente l’esperienza ludica, è l’interfaccia utente. Questa, è stata resa sicuramente al passo con i tempi, ma mantenendo inalterata l’anima e le sensazioni offerte dal gioco originale e dalle sue tematiche cyberpunk, tanto in voga oggigiorno.
Anche il level design della labirintica stazione spaziale non è mutato quasi per niente, il che rende l’esplorazione a tratti un po’ frustrante (trita e ritrita di backtracking) ma, allo stesso tempo, aiuta a dare ai giocatori la sensazione di essere – per così dire – “fuori dal mondo”.
Detto questo, i corridoi della Cittadella (resi ancora più minacciosi grazie all’incredibile fisicità) sono ancora una gioia da percorrere proprio come lo erano nell’originale, e la citata esplorazione vi ricompenserà con nuove armi, cyberware, munizioni (non tantissime) o, cosa più preziosa di tutte, la spazzatura, che il giocatore può scambiare con crediti presso i riciclatori del gioco per acquistare nuove ed incredibili mod per le proprie armi.
La parte che non ci è piaciuta molto, tuttavia, è stata il minigioco di hacking. L’idea e il concetto di base sono buoni ma in termini di gameplay, purtroppo, c’è più di qualcosa che non funziona.
E per quanto riguarda il sistema di combattimento?
Il combattimento funziona. Non si tratterà dello sparatutto più divertente ed ispirato disponibile sulla piazza ma tutto sommato ci ha divertito. Purtroppo non è esente da difetti, l’IA dei nemici non brilla per originalità e reattività e le dipartite premature, dipendono più da errori del giocatore che dai nemici in sé. Ottimo però il feeling delle armi ed il sistema di mira, mai banale, anzi, che richiede un attimo per essere assimilato al meglio per affrontare le “mostruosità” presenti.
Grafica e tecnica futuristica oppure no?
Ovviamente, l’elemento che ha ottenuto una maggiore cura, è quello grafico. Confrontando l’originale con il remake, ci si rende chiaramente conto dei passi incredibili fatti dall’industria videoludica nel tempo. In termini grafici – grazie all’Unreal Engine 4 – tutto appare incredibilmente realistico salvo qualche elemento di contorno (per volontà dello sviluppatore) che ha un aspetto un po’ slavato ed in “bassa risoluzione”. Ottima anche la colonna sonora, tutta nuova e perfettamente inserita nel gameplay.
Commento finale
Nightdive Studios ha fatto davvero un buon lavoro nel ricreare la maggior parte degli elementi dell’iconico System Shock con gli standard moderni, in particolare l’interfaccia utente del gioco – resa più snella e accattivante – e la resa grafica. Sebbene l’intelligenza artificiale non convinca – il combat system diverte ugualmente – e vi spingerà a testare nuovi modi per affrontare le svariate minacce della stazione spaziale “La Cittadella”. Che abbiate o meno sperimentato l’esperienza creata da LookingGlass Technologies vi garantiamo che il remake vale assolutamente la pena di essere giocato!