The Outer Worlds è un gioco di ruolo estremamente ben scritto, tra i migliori del 2019.
Tim Cain e Leonard Boyarsky, creatori dell’originale Fallout e Vampire: The Masquerade – Bloodlines, sono tornati insieme per dirigere il progetto. Lo hanno fatto con Obsidian Entertainment, uno studio noto per gli eccellenti RPG come Fallout: New Vegas e Pillars of Eternity. Il titolo che hanno deciso di realizzare è un gioco di ruolo basato sulle decisioni in uno stile di nicchia, finito un po’ ai margini negli ultimi anni. The Outer Worlds è realizzato sulla base della scelta del giocatore, ancor più di altri titoli che vantano la stessa idea. Il tutto si sviluppa in un universo intrigante e coinvolgente, accompagnato da dialoghi magistralmente scritti, piacevoli e divertenti, che conducono al meglio il genere. È un must have per tutti i fan degli RPG, un esempio distintivo di un gioco basato sulle scelte che riesce a fornire una narrazione fantastica.
“Le aspettative erano alte e Obsidian Entertainment è riuscita ad offrire un prodotto di notevole fattura”
Storia
Più di ogni altra cosa, The Outer Worlds trionfa dal punto di vista dei dialoghi e per l’universo che di conseguenza crea. I giochi di Cain e Boyarsky sono noti per i loro dialoghi e per la narrativa, e questa tendenza continua con The Outer Worlds. La Colonia di Halcyon che comprende tutti i pianeti del gioco è in uno stato distopico raggiunto a causa della privatizzazione dei viaggi nello spazio piuttosto che alla guerra nucleare di Fallout. In quanto tale, questo universo sembra molto più tangibile e credibile rispetto a tanti altri film di fantascienza, nonostante gli alieni grotteschi, l’animazione sospesa e simili. Anche se i suoi sviluppatori sono riluttanti a parlare dei temi politici alla base della produzione, The Outer Worlds ha chiaramente molto da dire sulle insidie del capitalismo e sui pericoli di affidarsi a grandi società che si preoccupano più dei profitti che dei loro dipendenti.
“Una scrittura intelligente che a dire il vero ci saremmo aspettati più da un buon libro che da un videogioco”
Tratta queste tematiche con un’arguzia sarcastica che sarebbe difficile per la maggior parte degli scrittori di giochi (e non solo), ma Obsidian Entertainment è riuscita a farlo in modo eccellente. Ci veniva da sorridere durante quasi ogni conversazione grazie ad una scrittura intelligente che a dire il vero ci saremmo aspettati più da un buon libro che da un videogioco. Quando il dialogo è meno timido e più serio, risulta essere ancora più avvincente. Anche se il gioco continuerà a chiederci di reclutare compagni, lo farà da una prospettiva unica in modo che quelle meccaniche non si sentano mai ripetitive. Tutti i compagni sono eccentrici e adorabili di per sé (Parvati su tutti), e le loro quest contengono alcuni dei momenti più iconici dell’intero gioco.
Le storie in The Outer Worlds sono sorprendentemente dinamiche, a seconda delle azioni del giocatore. I compagni sono completamente opzionali, ma avranno un impatto su varie storie e ricerche in modi unici. L’illusione della scelta è spesso presente nei giochi basati sulle decisioni, ma non è questo il caso. La complessità nella scrittura è sorprendente, e gli scrittori sono riusciti a mantenerla tale mentre iniettavano la giusta dose di arguzia e narrazione intelligente nell’esperienza. Nei giochi RPG si è abituati a vedere le crepe nella scrittura dopo aver giocato per molto tempo. Non ci siamo mai imbattuti in questo genere di situazioni con The Outer Worlds, il che dimostra che Obsidian Entertainment ha i migliori scrittori del settore e Microsoft è fortunata ad averli come studio first party.
“Più di ogni altra cosa, The Outer Worlds trionfa nel suo dialogo e nell’universo che crea.”
Gameplay
La quantità e la qualità delle scelte si ripercuote positivamente in termini di gameplay. Sebbene molte situazioni funzionino meglio tramite la furtività o il combattimento, ci sono comunque modi diversi per affrontarle. Ad esempio, possiamo approcciare l’avventura come un vero e proprio FPS o come un titolo stealth. Sarà addirittura possibile completare il gioco senza sparare un colpo (o quasi), semplicemente affidandosi al dialogo (anche per i boss) o sfruttando passaggi e accessi secondari. Sostanzialmente dipenderà da come si decide di affrontare l’esperienza.
Arsenale
L’arsenale risulta essere piuttosto vario, con bocche di fuoco che spaziano dai classici fucili alle pistole fino ad arrivare alle armi al plasma. Il feeling di sparo convince poco. Purtroppo non si percepiscono evidenti differenze nell’utilizzo di una pistola o di un fucile al plasma. Le corazze e le armi si deteriorano e per tale motivo bisogna prendersene cura avvalendosi dei tanti banchi da lavoro disseminati per il mondo di gioco.
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Come altri esponenti del genere, The Outer Worlds presenta tonnellate di abilità e vantaggi in cui spendere i propri punti, il che permette di portare il proprio personaggio in una varietà di direzioni. Un personaggio incentrato sul dialogo e sulla leadership, che funziona sorprendentemente bene. Oppure un personaggio con caratteristiche più orientate al melee, con vantaggi attivabili senza l’ausilio dei compagni. The Outer Worlds è riuscito a supportare entrambi con grande naturalezza, il che è un vantaggio non da poco per gli appassionati di giochi di ruolo. Il flaw system è un’aggiunta di spessore, che dà ai giocatori più rischiosi personaggi più raffinati, aggiungendo un altro livello in un gioco già profondissimo. Ogni parte modificabile del gameplay alla fine impatta sull’esperienza del giocatore in modo positivo, il che si traduce in una sensazione completa di immersione piuttosto che di frustrazione.
La creazione del personaggio è affidato ad un editor che permette di stabilire sesso, aspetto e attributi (Corpo, Personalità e Mente), i quali avranno dirette conseguenze sulle abilità. Queste vanno da 0 a 100 e sono suddivise in macro-categorie. Ad esempio: Difesa, Tecnologia o Comunicazione. Da 0 a 50 i PA saranno assegnati all’intero gruppo, da 50 a 100 saranno invece dedicate alla singola abilità. Potreste anche ripensarci in corso d’opera, ridistribuendo i PA, come? Tornando direttamente alla nave spaziale: L’Inaffidabile.
“The Outer Worlds premia la scelta e la sperimentazione del giocatore a un livello che non vedevamo da The Legend of Zelda: Breath of the Wild, e riesce a farlo sia nel gameplay che nella storia.”
Sebbene The Outer Worlds sia ben scritto, vale la pena ricordare che il gioco e il suo mondo sono più piccoli di quanto ci si potrebbe aspettare. Siamo stati in grado di completare il playthrough in meno di 20 ore, anche se la durata aumenterà qualora si decidesse di svolgere le side quest, raggiungendo le 30 ore circa. Anche i suoi mondi sono segmentati, quindi non c’è mai un’area veramente aperta da esplorare. The Outer Worlds sarà costantemente confrontato con Fallout: New Vegas, sia da un punto di vista narrativo e sia per quanto riguarda il gameplay, ma con una grande differenza. Il gioco si concentra su mondi più piccoli ma vivaci e intricati piuttosto che uno enorme come nei giochi di ruolo di Bethesda. È comunque bello e divertente da giocare, il che è un punto a favore per un gioco di ruolo più breve.
Tecnica e Grafica
La natura divisa di The Outer Worlds evidenzia anche l’unico vero difetto con il pacchetto: i tempi di caricamento, anche all’interno dello stesso pianeta, e le schermate di caricamento non sono esattamente brevi. I giocatori che si affidano ai viaggi veloci potrebbero non imbattersi in questi, ma hanno davvero iniziato a infastidirci mentre eravamo in giro per i mondi affrontando missioni secondarie. I salvataggi automatici di The Outer Worlds hanno anche una cattiva abitudine di generare i giocatori proprio prima di una schermata di caricamento piuttosto che subito dopo.
Il gioco prova a “distrarci” dall’attesa caricando schermate che evidenziano le scelte del giocatore, ma anche queste diventano ripetitive dopo un po’. Ovviamente, questa segmentazione è una diretta conseguenza del budget ridotto e della squadra ristretta. Sebbene ciò non danneggi la narrazione o il gameplay, si traduce in un inevitabile difetto per gli hardware moderni. Questo è una piccola “macchia” su un pacchetto altrimenti quasi perfetto, e i tempi di caricamento non sono sicuramente una buona ragione per evitare questo gioco. Anche se The Outer Worlds non è grande come pensano alcuni giocatori, la sua qualità supera tutte le aspettative. Sorprendentemente, senza quei bug, che hanno afflitto molte uscite di Obsidian Entertainment.
In termini squisitamente tecnici, The Outer Worlds ha una risoluzione 1080p e 30fps su PlayStation 4 standard, mentre su PlayStation 4 Pro (versione da noi testata) 4K upscalato a 30fps. Il titolo risulta essere piacevole, regalando, in più di una occasione, incredibili scorci. La realizzazione dei pianeti, al netto di qualche fenomeno di pop-up, è curata sotto ogni minimo dettaglio; un po’ meno attenzione è stata riposta agli interni, a tratti leggermente spogli e anonimi. Doppiaggio (in inglese) sopra la media, peccato per i sottotitoli troppo piccoli (problema che dovrebbe essere risolto da Obsdian con la prossima patch correttiva). Ottima anche la colonna sonora, la quale regala una sensazione di immersione ancora più marcata in quel fantasmagorico mondo targato Obsidian Entertainment.
- - Dialoghi magistralmente scritti, piacevoli e divertenti
- - Storia sorprendentemente dinamica
- - Sistema di crescita del personaggio appagante
- - Tanti approcci possibili
- - La natura segmentata rende i caricamenti troppo lunghi
- - Il feeling di sparo non convince