The Persistence Enhanced è la versione migliorata dell’originale pubblicato nel 2018 da Firesprite, studio di sviluppo composto da ex membri di Psygnosis Limited (noto come SCE Studio Liverpool o semplicemente Studio Liverpool dal 1999).
Si tratta di un’esperienza che sfida il giocatore a sopravvivere a bordo di un’astronave colonia nello spazio profondo nell’anno 2521, invasa da aberrazioni orribili e omicide, con miglioramenti al sistema di illuminazione, UX e Raytracing che aumentano l’atmosfera e la tensione. Inoltre, per quanto riguarda la versione PS5 (da noi provata), vi è il pieno supporto al feedback tattile per il DualSense.
The Persistence Enhanced è disponibile come aggiornamento gratuito per i possessori di The Persistence su piattaforme PlayStation 4, XBOX e PC.
Versione testata: PlayStation 5
Storia
Nelle profondità dello spazio (dove nessuno può sentirvi urlare cit. Alien), malfunzionante e catturata dall’inesorabile attrazione di un buco nero, “The Persistence” è invasa da un equipaggio orribilmente deforme. Sta a noi e nello specifico al clone dell’ufficiale di sicurezza Zimri Eder, addentrarci ed esplorare i ponti di The Persistence per riparare i sistemi e impedire che la nave venga inesorabilmente distrutta per sempre.
Un gameplay fra vecchio e …
Lo sviluppatore ha cercato di realizzare un sistema di gameplay in parte tradizionale ma al contempo strizzando l’occhio al futuro. La nostra protagonista – generata in un apposito hub dedicato alla creazioni di cloni – deve affrontare le ostilità di The Persistence. Per farlo, almeno inizialmente è equipaggiata con una particolare arma, una sorta di pistola denominata raccoglitore di cellule staminali.
Il suo funzionamento è piuttosto semplice, quando il nemico è di spalle basta interagire con il relativo pulsante a schermo e in automatico partirà una breve sequenza animata di estrazione delle cellule staminale dalla base del collo. In questo modo il nemico sarà definitivamente messo KO.
Le cellule staminali raccolte possono essere utilizzare nell’hub rigenerazione per potenziare la salute massima, la materia oscura (legata alle abilità di teletrasporto e supersenso delle quali vi parleremo a breve), passando per la silenziosità e il danno melee. Ed è proprio la necessità di potenziare le abilità in questione che vi spingerà ad affrontare ogni nemico piuttosto che aggirarlo. Hanno un costo importante, anche di 5000 e sebbene abbiamo affrontato quasi sempre le minacce proposte da The Persistence, abbiamo avuto la sensazione che il drop di cellule staminali non è poi così generoso. Ciò rallenta enormemente la crescita del personaggio e considerando che si tratta di un gioco con una certa difficoltà, non è di certo un bene. Ad ogni modo, quando si hanno sufficienti crediti, il sistema di crescita non è poi affatto male.
Inoltre, Zimri Eder dispone di un comodo scudo energetico (attivabile attraverso il tasto R1), il quale permette di effettuare un vero e proprio parring nei confronti del nemico di turno. Infatti, se premuto al momento giusto, e nello specifico quando una delle mostruose aberrazioni tenta di colpirci, questa verrà sbilanciata e si volterà di spalle, permettendo di utilizzare il raccoglitore di cellule staminali.
Attraverso appositi vendor (fabricator) è possibile acquistare nuovo equipaggiamento. Ogni apparecchio – che sembra essere molto simile ad una stampante 3D – permette di ottenere determinati oggetti. Alcuni, bombe (fra le più disparate, da quelle sirena che attirano i nemici a quelle gravitazionali), altri di costruire armi, fra pistole e mitragliatrici e altri ancora di migliorare le abilità melee e realizzare oggetti come lance melee, manganelli antisommossa e gadget salvavita o pacificatori che permettono di far si che i nemici diventino degli alleati. Ad esempio è possibile equipaggiare Zimri con dispositivi che la teletrasportano in una zona sicura o che la rendono invisibile per una manciata di secondi. Quasi ogni oggetto è migliorabile spendendo la relativa valuta di gioco (fabchip).
Fa un po’ storcere il naso la mancanza di un tasto dedicato alla corsa. Il nostro personaggio è lento e per darsela a gambe, può utilizzare soltanto un’abilità di teletrasporto (nulla a che vedere con il dispositivo citato in precedenza). Questa è utilizzabile per tre volte dopodiché occorre attendere il suo ricaricamento. In ultimo ma non meno importante, attraverso la pressione del tasto triangolo è possibile accedere al supersenso, ovvero una specialità che evidenzia i nemici nelle vicinanze. Utilissima per controllare i loro percorsi e movimenti.
… nuovo
L’idea più innovativa risiede nella creazione di un mondo a generazione procedurale. Infatti, a The Persistence piace cambiare. Quando la nostra “eroina” soccomberà, tornerà all’hub originario (rinascendo in un nuovo corpo) e dovrà riaffrontare la navicella, innanzitutto senza equipaggiamento ad eccezione della pistola DNA che è sempre a disposizione, ma soprattutto in un’ottica diversa rispetto a quella precedente (macrostruttura autoconfigurante che può alterare la sua configurazione interna a causa del suo catastrofico malfunzionamento). I corridoi, i vendor, i nemici saranno posizionati diversamente rispetto al playthrough precedente. Per questo motivo il tasso di sfida offerto dalla produzione è piuttosto alto (viene addirittura indicato nei menù che si tratta di un gioco pensato per essere difficile).
La morte è dietro ogni angolo, basta una mossa sbagliata e tanti saluti. Fra nemici invisibili che ci attirano in trappola usando versi sinistri, passando per creature immonde che assomigliano (per movimenti e fisiologia) ai vampiri “mutanti” in Blade 2 a energumeni alti 2,5 metri in grado di spappolarci con i loro possenti pugni.
I nemici sono tutt’altro che stupidi, anzi. Ci inseguono, ci notano dalle lunghe distanze e alcuni sono talmente rapidi da riuscire a sorprenderci in un battito di ciglia. O li si affronta in modalità furtiva oppure si cercano percorsi alternativi, come ad esempio i diversi condotti che attraversano la nave spaziale. E vi garantiamo che neanche in quest’ultimi sarete al sicuri.
Se il cattivone di turno vi vede, salvo quelli brutti e grossi, la maggior parte sarà in grado di seguirvi all’interno dei condotti (qualcuno ha detto Alien Isolation?). Insomma, sul fronte IA non manca una certa varietà e si percepisce chiaramente come lo sviluppatore ha dedicato tempo ed energie affinché il giocatore potesse utilizzare approcci diversi e dar fondo alla propria inventiva.
Altre modalità
Per chi fosse alla ricerca di una sfida ancora maggiore (come se The Persistence già di suo non facesse abbastanza) c’è la modalità sfide che permette di affrontare esperienze ancora più tarate verso l’alto come: Cannone di Vetro, che richiede al giocatore di raggiungere la Navicella di fuga con 1 PS e un’arma potente. Si tratta di una modalità sopravvivenza nella quale vengono scagliati contro il giocatore più mostri in contemporanea ma un solo colpo di questi risulterà essere fatale.
Prestazioni e grafica
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico di The Persistence Enhanced, il gioco si avvale, come anticipato in apertura di recensione, di tutte le più moderne tecnologie, fra quest il Raytracing che permette di avere una resa degli effetti luminosi e dei riflessi piuttosto dettagliata. La relativa funzionalità può essere attivata o disattivata dal menu dedicato.
Sebbene nel complesso il titolo non sia male a vedersi non possiamo non criticare la scelta di non caratterizzare maggiormente i nemici. Sembrano essere stati copiati ed incollati da un titolo di svariate generazioni fa, con elementi squadrati e scarsi dettagli. Davvero incomprensibile la scelta dello sviluppatore.
Inoltre, c’è da segnalare qualche lieve incertezza nei caricamenti su PS5 (sebbene risultino essere abbastanza rapidi) e di qualche bug (come compenetrazioni poligonali esilaranti o nemici impossibilitati a muoversi) e freeze temporanei durante la partita.
Commento finale
The Persistence Enhanced è un titolo piuttosto particolare. Riesce, almeno inizialmente, a far incaponire il giocatore grazie alle sue meccaniche, ma in fin dei conti, dopo una manciata di ore, finisce per essere troppo monotono non riuscendo, salvo rarissime occasioni, a decollare davvero. L’idea è buona ma forse andrebbe ulteriormente affinata. Non male la resa grafica, anche se si poteva fare di più soprattutto per quanto riguarda i dettagli dei nemici e anche il sistema di crescita del personaggio, sebbene troppo lento, ci è sembrato discretamente funzionale in termini di gameplay.