Recensione Unicorn Overlord, il trionfo tattico firmato Vanillaware

Unicorn Overlord può essere la svolta per Vanillaware? Questa è la domanda che ci siamo posti fin dalle prime informazioni condivise sul nuovo progetto della software house giapponese. Capace da sempre di regalare titoli eccellenti graziati da una direzione artistica sopraffina e di grande personalità, sfortunatamente il team di Osaka non è mai riuscito a firmare una hit capace di scuotere il grande pubblico. GrimGrimoire, Odin Sphere, Muramasa: The Demon Blade, Dragon’s Crown, 13 Sentinels: Aegis Rim. Tutti prodotti di elevata caratura capaci di costruire un cult di appassionati, ma che tristemente non sono mai riusciti ad andare oltre portando un importante successo commerciale agli sviluppatori.

Con queste premesse, Vanillaware ha tuttavia deciso di perseguire i suoi ideali senza scendere a compromessi… anche al costo di puntare su un RPG strategico, mescolando suggestioni del classico Fire Emblem ed echi del divisivo Ogre Battle. Una nuova produzione ancora una volta rivolta ad un pubblico di pochi cultori, ma che stavolta potrebbe aver segnato un punto di svolta nel cammino della software house.

Unicorn Overlord è disponibile dallo scorso 8 Marzo per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series e Nintendo Switch.


Versione testata: PlayStation 5


L’impero colpisce ancora

Regno di Cornia. L’implacabile generale Valmore guida una ribellione armata contro la regina Ilenia. Temendo per la vita del figlio ed erede al trono, affida la vita del giovane Alain alla propria guardia personale Josef affinché lo conduca in salvo assieme all’anello dell’Unicorno, simbolo della famiglia reale. Ilenia sacrifica le sue forze e quelle di pochi valorosi per rallentare Valmore, permettendo ad Alain e Josef di fuggire. Dieci anni dopo, Valmore è divenuto Galerius, imperatore incontrastato dell’impero Zenoirano oramai esteso a tutto il mondo di Fervith. Alain, rifugiatosi sulla remota isola di Palevia, è divenuto un giovane e coraggioso ragazzo, allevato da Josef per diventare il futuro leader della resistenza. Quando un giorno le forze imperiali raggiungono l’isola, Alain e i suoi compagni intraprenderanno l’avventura per liberare i regni e sconfiggere Galerius.

Lo scontro tra Ilenia e Valmore è epico ma segnerà il destino del mondo.

Se c’è un aspetto che ci ha convinto meno rispetto al livello generale (spoiler: ALTO) della produzione, è proprio la trama di Unicorn Overlord. Non che sia brutta o narrata male, sia ben chiaro. Lo stesso cast dei personaggi è ben diversificato ed imparerete ad apprezzarne le sfumature, tanto caratteriali quanto estetiche. Tuttavia, la sceneggiatura è semplicemente buona e non particolarmente originale, complice anche un avvio piuttosto prevedibile. In un certo senso, la storia sembra essere più voler impostare il tono del titolo, che raccontare una vicenda totalmente fresca. La situazione cambia soprattutto nella seconda metà del titolo, grazie anche all’ottimo world building ed all’esteso cast. Però ecco, preparatevi anche a vedere parecchi cliché del genere.

Al di là di questo, tuttavia, Vanillaware dimostra ancora una volta tutta la propria maestria nella presentazione generale. Artisticamente, la cifra stilistica della software house di Osaka è ancora una volta fuori parametro con alcune delle raffigurazioni bidimensionali più definite, dettagliate ed eleganti del panorama videoludico. Sia che vi siate innamorati ai tempi di Odin Sphere, sia se Unicorn Overlord è il vostro primo approccio a questo team di sviluppo, non potrete non subire il fascino che prende vita dai pennelli di questi artisti. Applausi decisamente convinti anche sul versante musicale, con una colonna sonora davvero meritevole.

Scoprirete presto che l’anello dell’Unicorno non è solo un oggetto simbolico.

Il potere dell’Unicorno

Come ogni buon tattico che si rispetti, è ovviamente nel core ludico che Unicorn Overlord mostra ogni sua qualità.

Pescando a piene mani dagli esempi della serie Fire Emblem e del peculiare Ogre Battle: The March of the Black Queen, Vanillaware ci mette di fronte alla necessità fondamentale di gestire le nostre truppe. Ciascuna di esse può essere formata da un numero limitato di unità, da disporre in una ideale scacchiera 3×2, che andranno a formare le vostre forze sul campo di battaglia.

Ogni personaggio appartiene ad una di 60 (si, SESSANTA) classi, ognuna diversa per caratteristiche che ne determina le capacità di influire sulle battaglie. Ciascuna unità dovrà tener conto di punti di forza e debolezza, anche in ragione degli avversari da affrontare, e tentare di prevedere la tattica vincente per sfruttare il numero massimo di azioni eseguibili in ogni scontro. Si, perché Unicorn Overlord ci chiede di personalizzare ogni aspetto della tattica di battaglia, lasciando poi l’onere delle armi a combattimenti automatizzati. Si tratta di uno degli elementi più peculiari dell’opera Vanillaware, che eredita un sistema visto nel Gambit di Final Fantasy XII ma molto più stratificato ed esteso.

Ogni personaggio ha debolezze e punti di forza.

Ogni battaglia si divide poi in due fasi. Da un lato c’è la navigazione del campo di battaglia, che si svolge in tempo reale con la necessità di disporre le forze in campo e di decidere su quali obiettivi focalizzarsi. Meglio difendere un ponte o assaltare un roccaforte avversaria? Sarà più saggio schierare truppe lente ma coriacee oppure una cavalleria spregiudicata? Dall’altro lato ci sono i veri e propri scontri tra truppe alleate ed avversarie, che si svolgeranno sulla base delle vostre scelte ed indicazioni. Il sistema così descritto, in apparenza molto semplice, è in realtà da noi volutamente edulcorato dalla spiegazione di una miriade di meccanismi presenti. Insomma, vi lasciamo apprendere con calma tutto quanto il titolo può offrire, grazie anche alla gradualità con la quale Unicorn Overlord erudisce il proprio pubblico.

Si tratta di un sistema incredibilmente profondo e sinceramente galvanizzante, che rinuncia ad una diretta partecipazione all’azione in favore di un controllo gestionale pressoché totale. Ci troviamo di fronte al miglior prodotto, lato gameplay, di tutta la libreria Vanillaware.

Una libertà che si ripercuote anche sull’esplorazione, declinata in salsa open world con la possibilità concessa al giocatore di andare praticamente ovunque fin da subito. Sta ad ogni player lasciarsi assorbire da un mondo che incentiva e premia ogni decisione. Sia essa la ricerca di nuove risorse umane, il completamento di missioni secondarie, il recupero di oggetti nascosti ed armi leggendarie. Le regioni del mondo di Fervith saranno la vostra ostrica e fidatevi: vi conviene esplorare e vedere quanto ha da offrire questo mondo. Anche solo su un versante squisitamente di world building.

Le animazioni sono splendide.

Macrogestione &… microgestione

L’elefante nella stanza è evidente: al netto di un fiorire di meccaniche stratificate, complesse e tatticamente soddisfacenti, Unicorn Overlord è un prodotto adatto a tutti?

Qui purtroppo la risposta non è altrettanto semplice da dare, in quanto riteniamo opportuno scindere il quesito sulla base della platea di riferimento. Per tutti i fan degli strategici, il nuovo prodotto Vanillaware è sinceramente imperdibile. La qualità è indiscutibile, i contenuti sono corposi e la profondità tattica è deliziosa. Il mondo di gioco è colmo di segreti ed attività che invogliano i giocatori più smaliziati a perseguire l’obiettivo della liberazione d Fervith. E con l’incredibile varietà di possibili soluzioni nella gestione delle truppe e delle innumerevoli classi presenti, c’è quasi una potenzialità infinita da esplorare.

Spostarsi sul campo di battaglia dovrà essere valutato anche in rapporto alla stanchezza delle truppe.

Per tutti gli altri, tuttavia, il discorso cambia. Proprio l’enorme quantità di possibilità tattiche potrebbe mettere in soggezione i novizi del genere. Anche al netto di tutorial introduttivi chiari ed un bilanciamento decisamente dolce (forse troppo?). Dove tuttavia potrebbe svelarsi il malcontento (ed un po’ di pregiudizio) è in alcune scelte di game design attuate da Vanillaware.

Come già anticipato, la gestione degli scontri si svolge in virtù di un totale automatismo. Se lo spostamento delle truppe sui campi di battaglia è una discrezionalità del giocatore (che dovrà tenere sotto controllo, ad esempio, punti nevralgici e fatica accumulata), nel momento delle battaglie si rimarrà a guardare l’azione svolgersi sulla base delle previsioni studiate a tavolino. Gli scontri seguono infatti le regole di ciascuna classe, di ciascuna abilità e di ciascun comportamento prestabilito in sede gestionale dal giocatore. Il successo di un combattimento passa dunque, inevitabilmente, da una accurata fase di microgestione. Risulta fondamentale passare del tempo nei menù che richiedono non solo di creare le unità migliori, ma anche di impostare i comportamenti di ciascun soldato.

Insomma, non una situazione tradizionale come quella che vi abbiamo raccontato nella recensione di Tactics Ogre Reborn, per tornare a citare la serie Quest. Badate bene: la soddisfazione di creare unità formidabili capaci di seguire alla lettera le vostre geniali previsioni, è incalcolabile. Ma potrebbe non essere un divertimento adatto a tutti i giocatori.

Dovrete sfogliare i menù tante volte.

Commento finale

Unicorn Overlord potrebbe davvero essere il titolo della svolta per Vanillaware. Pur puntando su un genere di nicchia con audaci scelte di game design, gli sviluppatori di Osaka restano fedeli alla loro filosofia sfornando stavolta un RPG tattico di grande spessore ed elevatissima qualità. Anche al netto di una narrativa meno ispirata di quanto auspicabile, alcune scelte potrebbero trovare poco appeal in parte del pubblico, soprattutto per l’enorme peso legato agli aspetti gestionali. Ma al di là di questo, il titolo rappresenta uno dei migliori titoli originali che il genere ha visto nel corso degli ultimi anni: non fatevelo scappare!

8.8

Unicorn Overlord


Unicorn Overlord potrebbe davvero essere il titolo della svolta per Vanillaware. Pur puntando su un genere di nicchia con audaci scelte di game design, gli sviluppatori di Osaka restano fedeli alla loro filosofia sfornando stavolta un RPG tattico di grande spessore ed elevatissima qualità. Anche al netto di una narrativa meno ispirata di quanto auspicabile, alcune scelte potrebbero trovare poco appeal in parte del pubblico, soprattutto per l'enorme peso legato agli aspetti gestionali. Ma al di là di questo, il titolo rappresenta uno dei migliori titoli originali che il genere ha visto nel corso degli ultimi anni: non fatevelo scappare!

PRO

Artisticamente sublime, come da tradizione Vanillaware | Meccaniche profonde e stratificate | Longevo e ricco di contenuti |

CONTRO

La storia è meno ispirata di quanto auspicabile | Le battaglie automatiche potrebbero infastidire parte del pubblico | Tanta tanta tanta microgestione |

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