Il nuovo titolo di Stunlock Studios, ci trasporta nell’oscuro mondo dei vampiri, in un mix di generi riuscito ma dalla curva di apprendimento ripida e dall’anima spiccatamente ruolistica e PvP. Ma se non amate combattere contro gli altri giocatori non abbiate paura: quello lasciatelo ai vostri nemici. Abbandonate per un momento la lotta per la democrazia nel puro co-op di Helldivers 2 e unitevi a noi nell’oscuro mondo ibrido di V Rising.
Versione testata: PC (Steam)
Alla ricerca del potere assoluto
Dimenticate i vostri buoni propositi e qualsiasi intento di salvare il mondo: in V Rising vestirete i panni di un vampiro appena risvegliatosi e per questo assetato di potere e di sangue letteralmente e figurativamente parlando e disposto a tutto pur di ottenerli: decisamente un vampiro non in stile Twilight.
Il gioco si apre offrendoci la possibilità di scegliere, prima di iniziare la nostra ascesa all’apice della catena alimentare, la tipologia di server in cui giocare: prettamente PvE o PvP, inframezzato da varie opzioni “intermedie”, compresa la possibilità di creare un server privato per noi e i nostri amici o di unirci a quelli creati da altri utenti con regole specifiche. Questa scelta rappresenta un po’ il cuore dell’offerta ludica di V Rising e ad essa si ricollegano alcune delle particolarità più interessanti di questo titolo.
Proprio la centralità dell’attività dei server di gioco rischiava di diventare il vero tallone d’Achille della produzione: pochi server significa pochi contenuti e pochi utenti e quindi, fallimento preannunciato. Ad imbandire per bene la tavola, tuttavia, hanno già pensato gli sviluppatori che già al lancio, hanno predisposto una serie di server pubblici incentrati sul roleplay, con fazioni in guerra, regnanti e casate, interamente gestiti dalla community.
La sostanziale differenza tra server PvP e PvE riguarda le meccaniche legate alla gestione del castello del nostro personalissimo Signore della Notte e, ovviamente, la possibilità o meno di brutti incontri con rivali vampirici quando ci troveremo al di fuori del nostro rifugio.
Cavare sangue da … qualunque cosa si muova
Nei server PvE di V Rising avremo una sorta di “timer” ricaricabile con il sangue, nella forma del nucleo del castello, fonte energetica primaria e vero e proprio cuore pulsante del nostro dominio. Una volta terminato il sangue inserito nel nucleo (con pochi minuti di gameplay se ne accumula comunque abbastanza da tenere attivo il castello per due giorni), il territorio che avremo occupato potrà venirci sottratto da altri giocatori, forzandoci così ad accedere spesso e volentieri per controllare il livello di “energia” del nucleo e, soprattutto, facendo sì che la mappa di gioco sia sempre tenuta “viva” e non si riempia troppo rapidamente di castelli abbandonati e di giocatori impossibilitati a fondare il proprio, data la modesta estensione dell’area di gioco ed essendo possibile fondare il proprio rifugio solamente in luoghi ben specifici.
Questa meccanica di raccolta e mantenimento viene però sapientemente alleggerita attraverso un sistema di clan appena accennato ma funzionale, abbastanza simile a quello di altri MMORPG, dove i membri del nostro gruppo potranno donare, costruire e mantenere in funzione il castello come se si trattasse di una fortezza di clan (anche senza di noi), condividere risorse attraverso forzieri (distinti in personali, accessibili solo dal nostro account e, appunto, di clan) e parte dell’esperienza guadagnata.
I server PvP aggiungono la possibilità, oltre il sopracitato rischio di “brutti incontri al chiar di Luna”, di guerre tra clan, nella forma di assedi ai castelli nemici o, se saremo attaccati dagli altri giocatori, di difese, gestite direttamente da noi o, con un sistema che ricorda in parte Conan: Exiles, dai nostri servitori. Questi ultimi saranno veri e propri schiavi gestiti dalla CPU, con compiti basilari ma utili che permettono una parziale automazione nella raccolta delle risorse e della loro lavorazione nel castello o, appunto, nella difesa del nostro luogo di riposo.
Una delle meccaniche fondamentali per la nostra sopravvivenza al di fuori del castello, è la raccolta del sangue per saziare la nostra “fame”, suddiviso in categorie in ordine di “qualità” determinata naturalmente dal corpo della vittima: migliore la vittima, maggiori saranno i bonus che otterranno le nostre abilità, ma nel momento in cui, nella disperazione dei nostri appetiti emoglobinici, dovessimo decidere di cibarci di creature più deboli, vedremo rapidamente “annacquarsi” i nostri poteri, il che ci renderà facile preda degli altri giocatori o delle creature che abitano le terre nostre future terre.
Fotosensibilità
Altra meccanica interessante, raramente presente, per quanto importante, nei giochi a tema “vampiri”, è la presenza del Sole: con l’alternanza di giorno e notte dovremo preoccuparci della luce della perfida stella, dato che i raggi di questa potranno provocarci serissimi danni in pochi istanti. Sarà pertanto necessario scattare (forse il movimento è più vicino a uno “sfasare” rispetto alla classica schivata o corsa) da un’ombra all’altra, protetti dall’ombra di qualche albero o rovina, seguendo gli spostamenti della nostra piccola area di tenebre con la rotazione del Sole.
Quando saremo tra le mura del nostro castello, invece, avremo modo di proteggerci più efficacemente, grazie alle mura stesse o con dei “generatori di nebbia” (alimentati a ossa) per le aree dei “giardini” del nostro castello.
La morte si fa bella
La realizzazione tecnica di V Rising è pregevole, con una generale pulizia da bug (fatto salvo per qualche albero “potato” che non cade e diventa incorporeo o animali nominalmente uccisi a cui capita la stessa sorte, pur avendo rilasciato il loro loot). Un particolare plauso va al livello elevatissimo di distruttibilità degli ambienti: da quasi qualsiasi oggetto sul quale poseremo il nostro malefico sguardo potremo ottenere risorse.
Graficamente il titolo di Stunlock Studios risulta piacevole e accattivante, ma risente un po’ (stranamente, davvero) dell’alto dettaglio grafico nei momenti diurni del gioco: la qualità della luce dinamica e delle ombre è tale che sarà difficile, con settaggi massimi, distinguere le zone illuminate ma “schermate”, da quelle dove il sole ci farà danno (a tal proposito, fidatevi sempre delle ombre degli alberi, gli alberi sono vostri amici, non abbatteteli mai… di giorno).
Dal punto di vista della fluidità non abbiamo notato, su PC con RTX 3070 e I7 di 11esima generazione, grossi cali di framerate, fatti salvi i primi momenti di gioco in cui venivano generate le varie aree della mappa.
La lunga notte
Sul fronte longevità, c’è da dire che la difficoltà complessiva di V Rising è ben bilanciata per quanto riguarda la parte PvE e risente solo di piccoli problemi di bilanciamento della parte PvP senza tuttavia risultare mai troppo punitiva, anche in caso di morte. Questo a patto che abbiate una certa familiarità con i survival e una particolare attenzione allo sviluppo dell’albero delle abilità. La fluidità del combattimento action, che ricorda molto quella di titoli in isometrica come Diablo III, rende estremamente divertenti gli scontri, permettendo diversi tipi di approccio, sia in base alla build del nostro vampiro, sia in base alla formazione del nostro gruppo… se decideremo di condividere la gloria, ovviamente.
Commento Finale
V Rising adotta abilmente meccaniche dei GdR action unendole a quelle dei Survival, riuscendo a risultare in qualche modo innovativo pur senza staccarsi dai canoni di entrambi i generi e, anzi, unendo molti elementi MMORPG, crea un universo dinamico e divertente da giocare, con una lore creata dai giocatori stessi, soprattutto nei server più concentrati sul roleplay. In definitiva possiamo dire che il titolo ci ha assolutamente colpito e non possiamo fare altro che consigliarlo a tutti gli amanti di Mondo di Tenebra e di Dracula, con qualche riserva soltanto per “i cuori solitari” che non prediligono le meccaniche multiplayer online.
Il gioco è disponibile per il momento solo su PC (Steam ed Epic) in offerta su Instant Gaming a 25 euro