“Se porti via la libertà agli americani, stai giocando col fuoco. Ci stai proprio gettando sopra benzina.” William B.J. Blazkowicz
Dove eravamo rimasti?
Il mondo ucronico di Wolfenstein vive in una realtà alternativa in cui i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale. Tecnologicamente inferiori rispetto alla Germania estremamente ben equipaggiata, gli alleati stanno andando incontro ad una inesorabile sconfitta. Nel 1946, un commando si lancia in un’ultima, disperata operazione, a capeggiarla William B.J. Blazkowicz. La missione non va proprio come previsto e il buon B.J. finisce in un coma dal quale si risveglierà soltanto 14 anni dopo. Ormai il mondo è letteralmente “invaso” dai fott**i nazisti.
Wolfenstein II: The New Colossus, riprende il filo del discorso interrotto alla fine di The New Order. Attenzione: SPOILER. La sconfitta di Deathshead non ha portato ai risultati sperati. I nazisti hanno mantenuto e addirittura ampliato il loro controllo sul mondo. In particolar modo, gli Stati Uniti sono ancora e più che mai sotto il giogo di Hitler e delle sue avanzatissime truppe. Blazkowicz, non è al meglio, lo scontro con Deathshead, avvenuto sul Martello di Eva (il sottomarino rubato ai nazisti), lo ha ferito gravemente, avevamo addirittura temuto la sua dipartita e invece “Terror -Billy” ha la pellaccia dura e dopo un coma durato 5 mesi, Blazkowicz è costretto su una sedia a rotelle.
Dopo la morte di Wilhelm Strasse (Deathshead), Frau Engel, antagonista secondaria del precedente capitolo, viene promossa. Terribilmente sfigurata, Frau Engel farà di tutto per catturare e uccidere B.J.
Benvenuti negli Stati Nazisti D’America
The New Colossus è un action-adventure sparatutto in prima persona, incentrato sulla modalità in single-player. Ricalca i vecchi FPS degli anni 90, mantenendo come The New Order e Old Blood (il DLC) una struttura e delle meccaniche di gameplay di vecchia scuola. I due aspetti principali della produzione targata MachineGames, sono la narrativa e il gameplay. Per quanto riguarda la narrazione, essa si mantiene su livelli qualitativi molto elevati. Non si tratta soltanto di raccontare un dramma, una storia di morte e di terrore globale che ha posto fine a milioni di vite innocenti. Infatti in dosi ancora più massicce rispetto al primo episodio, il black humor, l’ironia per dirla in parole povere che permea il gioco è in totale contrasto con il regime totalitario nazista e le sue feroci azioni.
Gli eventi narrati, seppur surreali e al limite del fantastico, hanno una loro coerenza di fondo e anche grazie a trovate davvero geniali, l’intreccio narrativo risulta essere solido e convincente. Il linguaggio, gli eventi, le situazioni, in stile tarantiniano, sono tutti elementi che ci vengono proposti senza alcun filtro. Non si avverte mai che uno dei citati elementi sia fuori posto o stoni con il contesto di gioco, anzi, ogni battuta, ogni azione, ogni parola è pensata per stare alla perfezione nel mondo ucronico di Wolfenstein. Blazkowicz, il nostro ammazza-nazisti, è un omaccione alto 190 cm e dal peso di 111 chili. Ne ha passate veramente tante. Il suo obiettivo? Non soltanto eliminare la feccia nazista dal pianeta, ma far sì che l’umanità e soprattutto la sua futura famiglia possano vivere in un mondo libero e giusto. Il suo personaggio è stato caratterizzato al meglio, diciamo anche in maniera eccelsa. Non è soltanto un “Ercole” dai capelli biondi, ma un esempio di vita. Mai arrendersi, lottare sempre per ciò che si ama e si crede.
Per quanto invece riguarda il gameplay, The New Colossus riprende le meccaniche di gioco di The New Order. Un FPS frenetico, un arsenale trasportabile ingente, caratterizzato da centinaia e centinaia di munizioni, salute rigenerabile soltanto in parte e una quantità di nemici da crivellare a colpi di proiettili tradizionali e non, notevole. Il gioco in se è suddiviso in due distinte parti, come detto, dopo un coma durato 5 mesi, B.J. sarà costretto inizialmente ad affrontare la feccia nazista su una sedia a rotelle e con un quantitativo di salute davvero limitato. E’ fantastico tentare l’approccio furtivo su una sedia a rotelle, non è limitate, tutt’altro. Ci sentiremo a nostro agio a guidare il vecchio Blazkowicz per il Martello di Eva a trucidare i nazisti. La “costrizione” comunque durerà per una mezz’oretta, dopodiché, attraverso una scelta narrativa che non vi sveleremo, il nostro protagonista riuscirà a tornare sulle sue gambe.
“Mi venga un colpo se crescerò i miei figli in un mondo dominato dai bastardi nazisti”
Da questo momento in poi, il gioco darà il meglio di se. Fra gli aspetti che lo differenziano rispetto a The New Order, c’è sicuramente la mappa. Non avremo soltanto una strada disponibile ma bensì, diverse alternative possibili. Potremo sgattaiolare giù per i condotti e sorprendere un nemico alle spalle, arrampicarci sulle sporgenze, contraddistinte dal colore giallo e aspettare il momento giusto per sventrare di soppiatto un nazista o un supersoldaten, oppure decidere di farci strada ad armi spianate, consapevoli del fatto che i colpi nemici, se ben assestati, ci manderanno diritti al creatore. Inoltre, c’è da tenere in considerazione che per ¾ dell’avventura l’approccio ad armi spianate non ripagherà; la salute di Terror-Billy sarà soltanto del 50% a fronte dell’armatura che arriverà al 200%.
I medikit, sparsi per gli scenari di gioco, seppur in buone quantità, non ci aiuteranno contro i soldati corazzati, gli androidi da combattimento e i droni, portandoci il più delle volte a sentirci “con le spalle al muro”, quasi impotenti. Wolfenstein II, ci chiede di agire in maniera silenziosa, di pianificare al meglio le nostre mosse e aspettare il momento giusto per agire. I nemici, seppur non brillanti dal punto di vista dell’intelligenza artificiale, quando faremo scattare l’allarme, inonderanno letteralmente lo schermo. Sapranno come sorprenderci alle spalle e anche gli Ubercommanders, sapranno darci filo da torcere. A rendere le cose più interessanti nel corso dell’avventura, ci penseranno tre simpatici innesti meccanici. Il costrittore comprime il torace permettendoci di attraversare tubature minuscole, l’ariete, una sorta di corpetto, incrementa la forza bruta e infine l’ultimo, il bipode, estende i nostri arti inferiori, permettendoci approcci sopraelevati e terrorizzando i soldati per un frazione di secondo. Vien da se quindi che a seconda delle abilità aggiuntive che tali innesti ci conferiranno, diversi saranno gli approcci e le possibilità esplorative del titolo.
Una lotta per la libertà
Rispetto a The New Order, sono state introdotte anche alcune quest secondarie. Uccidendo gli Ubercommanders, otterremo una parte del codice enigma da utilizzare a bordo del Martello di Eva nella macchina Enigma per decifrare il codice e conoscere l’esatta ubicazione del comandante. Da qui poi partirà un intermezzo animato, che a bordo di un elivelivolo o di un piccolo sommergibile ci porterà ad affrontare la missione secondaria. Inoltre, sempre a bordo della “Mother Base” potremo entrare in contatto con altri personaggi, i quali ci proporranno diverse attività che ci faranno ottenere delle ricompense. La produzione, trattandosi di un gioco pensato per il single player, punta molto sulla rigiocabilità. Infatti, dopo aver concluso la campagna principale, sicuramente saremo incentivati a rigiocare il titolo, per scegliere approcci diversi, ricercare i tanti collezionabili: carte stella, giocattoli di Max, bozzetti, oro, dischi e carte della morte o per scoprire alcune cutscenes legate ai personaggi di Wyatt o del fedele Fergus.
Un’arma per ogni occasione
Per quanto riguarda l’armamentario a disposizione, abbiamo 8 armi: le accette, utili negli scontri corpo a corpo, dalla distanza o per aprire i condotti, la fedele pistola, che se potenziata attraverso gli appositi kit, ci permetterà di aggiungere un comodo silenziatore per gli approcci furtivi, la mitragliatrice Maschinenpistole, anch’essa silenziabile, lo Sturmgewehr, comodissimo anche per i colpi dalla distanza, lo Schockhammer, un fucile a pompa con tre canne rotanti, la Kampfpistole a colpo singolo che spara proiettili esplosivi, il Laserkraftwerk, non soltanto utilissimo per aprire grate e casse di ferro, ma anche per abbattere nemici corazzati con pochi colpi, infine le Handgranate e le armi pesanti, quest’ultime le potremo ottenere abbattendo i nemici.
Ogni arma, ad esclusione di quelle lasciate dai nemici, potrà essere potenziata, ci sono 3 slot disponibili, con gli appositi kit sparsi nelle mappe di gioco. Ognuna di esse ci aiuterà nel difficile compito di eliminare la piaga nazista dal mondo. Abbiamo approcciato il gioco a tre differenti livelli di difficoltà: Non farmi male, Fatevi sotto e Ora si fa sul serio. Dobbiamo dire che sebbene il livello di difficoltà fosse differente, abbiamo trovato parecchie difficoltà a superare alcuni punti. Un po’ per la scarsità di ripari disponibili, un po’ per la vemenza con cui alcuni nemici ci braccavano e ci colpivano con qualsiasi cosa in loro possesso. I nemici non si sono mai rivelati scaltri, tenderanno a spararci contro e a ripararsi dietro al primo riparo disponibile. Non useranno tattiche di accerchiamento o simili ed infatti è capitato spessissimo che decine di nazisti si mettessero letteralmente in fila pronti ad essere devastanti dalle nostre bocche di fuoco.
La progressione del giocatore è inoltre scandita dai talenti (Furtività, Caos e Tattica), a seconda di cosa faremo, otterremo dei bonus aggiuntivi. Uccidendo un certo quantitativo di nemici di soppiatto, potremo muoverci più velocemente da abbassato, uccidendo gli Ubercommanders, oltre ad avere una porzione di codice enigma, gli allarmi dei comandanti si incepperanno e richiederanno più tempo per essere attivati, uccidendo i nemici con le asce, aumenteremo la capacità massima di asce, uccidendo i nemici con armi pesanti, aumenteremo le munizioni delle armi pesanti staccate dai supporti e così via.
“Prima di tutto sappiate che non sono un nazista”
Dal punto di vista grafico, Wolfenstein II: The New Colossus non ha niente da invidiare ad altre produzioni. L’engine utilizzato è lo stesso di DOOM e di Dishonored 2, ovvero l‘id Tech 6 che ha permesso agli sviluppatori di realizzare ambientazioni davvero pregevoli, caratterizzate da effetti di luce e particellari impressionati, oltre ad aver portato ad un consistente passo in avanti sul fronte delle animazioni e degli shader, di gran lunga più convincenti e realistici rispetto a The New Order. Alcuni dei problemi della passata produzione però permangono anche in The New Colossus, è evidente la presenza di texture in bassa risoluzione e di modelli poligonali non sempre convincenti. Il colpo d’occhio complessivo però è davvero notevole. Non abbiamo rilevato particolari bug, se non qualche sporadica compenetrazione e qualche soldato che dopo un colpo di pistola finiva a 30 metri più in la. Dal punto di vista sonoro, la colonna sonora è qualcosa di sublime, ogni pezzo musicale è stato pensato per essere riprodotto al momento giusto. Il doppiaggio in italiano è di buona qualità, anche se in alcune battute il buon B.J. ci è sembrato leggermente sottotono rispetto ad altri personaggi. Da rivedere invece il lip-sync spesso fuori sincro.
- - Blazkowicz è più in forma che mai
- - Tecnicamente ben fatto
- - Plot narrativo solido e convincente
- - Intelligenza artificiale poco brillante
- - Ruota per la selezione delle armi ancora troppo macchinosa