Midnight Factory ep.3: se questo è un castoro
Aspettate. Una digressione è d’obbligo.
Vedete, non è possibile inziare a parlare del terzo titolo della collana, che ormai seguiamo con tanto entusiasmo senza una dovuta premessa. Non amiamo ripeterci, ma è necessario farlo in un caso simile. Concedetecelo dunque:
“In difesa di Piranha 3DD e della categoria da esso rappresentata, nulla di più assurdo che tirare in ballo le parole di Anton Ego, non solo personaggio di finzione, ma facente parte anche di un prodotto Pixar, Ratatouille, il quale non ha nulla in comune con ciò di cui stiamo trattando e quindi non può non fare al caso nostro.
Citando le parole del grande critico, ma variandone il punto di arrivo possiamo in effetti facilmente sostenere che “per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco, pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere… l’osceno”.
Queste le parole che hanno dato il via al primo episodio.
Credevamo che con Piranha 3DD, primo protagonista della nostra rubrica settimanale, Midnight Factory avesse toccato le vette dello splatter demenziale, ma fatto con stile.
Ci sbagliavamo di grosso.
A quanto pare al meglio del peggio non c’è mai fine. E vi diremo di più: la cosa ancora più assurda è che in questo caso, il film di cui vi parleremo ha addirittura qualcosa in comune con Ratatouille.
Roditori come protagonisti. Castori-zombie a voler essere precisi. Si, avete capito bene.
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Quando gli squali voleranno, il mondo non sarà più lo stesso
Sembrerebbe che Koch Media abbia davvero a cuore il mondo animale, viste le tante sfumature horror scelte come declinazioni delle prime uscite di Midnight Factory.
Dopo Piranha 3DD e Backcountry, ecco infatti arrivare Zombeavers.
Difficile predire una genesi simile a quella che ha dato vita a questa nuova incarnazione dell’eco-vendetta splatter e grottesca.
In realtà risulta già complicato parlare del titolo partendo da una qualunque premessa che possa avere una parvenza di serietà, ma se state leggendo questa recensione o vi siete già lasciati catturare dal minaccioso castoro che campeggia sulla nuova curatissima edizione dedicata al film, vuol dire che siete sulla strada giusta per perdere il senno.
Già, perché non crediamo sia stato facile immaginare per chiunque il punto di svolta grazie al quale l’idea di mettere a punto castori-zombificati avrebbe potuto assumere una qualche dignità.
Poi, però, è arrivata l’Asylum e con lei gli Sharknado e il grande successo degli squali volanti, che hanno autorizzato la discesa in campo di un bel po’ di follie disconnesse.
Così il comico newyorkese Jordan Rubin, appassionato di grandi film horror come La Cosa di John Carpenter e La Casa di Sam Raimi, assecondando un’idea nata da una notte di baldorie con i suoi amici, comincia a battersi in ogni modo pur di poterla realizzare. Indovinate di che idea si trattava.
Come sempre la fortuna ha fatto il suo corso, aiutando gli audaci, ed ecco che, grazie ai successi macinati dai tentativi apparentemente insensati fatti dalla Asylum, altri produttori cominciano a sondare il terreno alla ricerca di concept altrettanto fuori dagli schemi.
Il passo successivo è breve.
Il cammino di Evan Astrowsky, produttore del noto Cabin Fever, si incrocia con quello di jordan Rubin ed il gioco è fatto.
Dopo Romero e la conseguente invasione di zombi derivata dai suoi film, anche ai castori, grazie alle costruzioni animatroniche di Sfx Creature Effect, viene concessa la possibilità di ritornare dall’oltretomba.
Un incidente incisivo
Due camionisti intenti a discutere tra loro investono un cervo su una strada confinante con una zona paludosa degli Stati Uniti, causando la dispersione nelle acque circostanti di parte del materiale tossico che trasportano.
Un movente classico, quello alla base della resurrezione dei castori dell’habitat circostante, che porterà le creature simbolo di operosità ed ordine a trasformarsi in sanguinari assassini meritevoli di un posto all’interno del bestiario orrorifico facente parte dell’immaginario collettivo.
La sceneggiatura mette da parte ogni tentativo di risultare imprevedibile e quindi ecco giungere nella zona un gruppo di simpatici ragazzi pronti a trascorrere uno spensierato week-end di sesso e di sbronze in quello che credono sia ancora un noioso paesino di montagna.
I perfidi castori ovviamente non staranno lì a farsi tanti scrupoli prima di mettere in atto la vendetta del mondo naturale, la quale verrà perpetrata con una violenza ed una aggressività fin qui sconosciuta agli amabili roditori.
Jordan Rubin, però, non ha voluto limitarsi nel mettere in gioco idee bizzarre. Così, proprio come accade nel più tradizionale dei film con protagonisti i morti viventi, il morso dei castori redivivi non tarderà a trasformare le malcapitate vittime in non-morti dotati delle loro stesse caratteristiche fisiche, in particolar modo gli enormi incisivi ed una coda a paletta. Un grottesco ed improbabile ibrido tra l’Uomo e l’Animale che strizza l’occhio alle rappresentazioni infernali di Hyeronimus Bosch, ma soprattutto un espediente che non mancherà di strapparvi più di una risata.
In effetti Zombeavers, tremendamente esplicito nel rivelare fin dall’inizio gli emisferi dell’horror che tenta di fondere, è, al pari e in alcuni punti anche più di Piranha DD, un riuscito esempio di come sia possibile sintetizzare, sulla scia di alcuni successi recenti, un nuovo tipo di horror scevro da grandi pretese di comunicazione, ma sicuramente in grado di muoversi sul sottile confine tra il disgusto e la risata.
Tra ragazze disinibite, per l’occasione scelte appositamente da Rubin tra attrici fornite del minimo curriculum e con alle spalle solo qualche comparsata, castori malefici dotati di una cinica intelligenza messa al servizio dei loro incisivi fuori misura, montanari rudi e lacerazioni di ogni sorta, Zombeavers sarà in grado di riproporvi quell’equilibrato connubio tra l’horror ed il demenziale azzeccatissimo per trascorrere una serata euforica in compagnia di amici con il supporto di un bel po’ di birre.
La stessa cosa accaduta al regista ed ai suoi amici quando si sono fatti venire in mente una genialata simile insomma.