Versione testata: PS4
A caccia di zombie durante la seconda guerra mondiale.
La serie Zombie Army nasce come spin off di Sniper Elite nel 2013, con l’uscita dell’espansione stand alone del secondo capitolo, dal titolo Sniper Elite: Nazi Zombie Army. Nel 2015 esce una trilogia contenente i due DLC stand alone di Sniper Elite V2 a tema zombie più un terzo capitolo inedito. Adesso, nel 2020, la serie tenta di fare un salto di qualità, staccandosi in modo netto dal filone principale con Zombie Army 4: Dead War. Almeno nelle intenzioni.
Nei fatti la realtà è un po’ diversa. Il feeling del gioco è fondamentalmente identico a quello della serie principale, con tutti i difetti che ciò comporta traslato in un contesto più action. Se infatti in Sniper Elite si alternano fasi stealth ad altre di shooting tattico, qui, soprattutto nelle prime ore di gioco, tutto viene ridotto ai minimi termini in continue orde di zombie da sterminare.
Per quanto Zombie Army 4 tenti in vari modi di incoraggiarci a usare il fucile da cecchino, molto spesso ci si ritrova a preferire armi più dirette e rapide per abbattere i non morti che in massa ci vengono incontro. Questo comporta non solo la quasi assenza dell’effetto slow motion/raggi X tipico di Sniper Elite, ma anche una sostanziale inadeguatezza dei comandi alla situazione. Il sistema di controllo e di mira risulta infatti legnoso e lento, oltre che fondamentalmente obsoleto.
Nessuna delle armi a disposizione nel nostro arsenale ci ha saputo convincere fino in fondo. Tutto il sistema di shooting, dai fucili da cecchino a quelli a canna liscia, dalle pistole alle mitragliatrici, risulta davvero troppo ingessato, poco soddisfacente.
Nazisti Zombie: la fiera della banalità
Se dal punto di vista del puro gameplay Zombie Army 4: Dead War non offre nulla di originale, non si può dire nulla di diverso purtroppo per quanto riguarda la trama. A partire dal preambolo ormai abbastanza abusato, ma la messa in scena non è di qualità migliore. Di fatto non succede quasi nulla per buona parte della durata della campagna, che ci porta a spasso tra l’altro per alcune città italiane. E in questo contesto non mancano certi stereotipi della serie “mamma mia” che abbiamo trovato molto divertenti per il registro narrativo che il gioco adotta.
L’avanzamento passa da un’orda di zombie alla successiva, intervallati dalla raccolta di qualche dispositivo e dalla difesa di qualche meccanismo mentre viene azionato. Il tutto condito da alcuni boss, a volte riusciti, altre molto meno. Chiaramente è un’opera che vuole essere scanzonata e divertire senza troppe pretese, ed è innegabile che in una certa misura ci riesca. In particolare con certe citazioni più o meno velate che strappano un sorriso.
Resta l’impressione generale che il titolo si limiti a svolgere il compitino, riciclando gameplay e asset ma anche idee narrative e ritmi narrativi. Se da un lato è vero che Zombie Army 4 punta tutto su un divertimento senza fronzoli, è anche vero che sarebbe stato lecito aspettarsi un’impegno produttivo e narrativo maggiore. Aspetto positivo del gioco è il suo level design, che in più punti sorprende per le sue molteplici strade e la sua ampiezza, senza mai esaltare comunque. Un valore che si distingue in una produzione generalmente pigra.
E sul fronte tecnico?
Dal punto di vista grafico e sonoro il gioco non brilla di certo, ma non è neanche pessimo. Nel riciclare tutto il comparto da Sniper Elite 4, Zombie Army 4 non si distingue particolarmente, riutilizzando un’estetica che già nel 2017 non lasciava gridare al miracolo. Resta comunque nel complesso un bel gioco da vedere, capace di gestire anche su PlayStation 4 liscia una discreta quantità di zombie a schermo senza grandi incertezze. Sulla versione pro della console Sony il gioco offre inoltre la possibilità di scegliere tra i 60 fps e una maggiore qualità visiva.
Sotto l’aspetto audio Zombie Army 4 riutilizza piacevolmente tutti i cliché dell’horror scanzonato, con una colonna sonora mai troppo invasiva, ma che riesce comunque a creare la giusta atmosfera. Il sound design è anch’esso ripreso da Sniper Elite 4 e risulta non esattamente all’avanguardia. Soprattutto se paragonato con quanto visto in altri titoli shooting, il suono dei colpi e delle ricariche potrebbe sicuramente essere ricreato in modo molto più fedele e realistico.
Per quanto riguardo il doppiaggio bisogna dire che il titolo presenta davvero poche occasioni in cui questo può essere apprezzato. Quasi tutti i dialoghi sono in-game, spesso in fasi concitate dell’azione. Ciò porterà spesso il giocatore a sovrastare con i colpi le parole poco utili dei personaggi. A maggior ragione in assenza di un doppiaggio italiane, dovendo seguire i sottotitoli.
Divertimento è sinonimo di zombie?
No, evidentemente no. Però probabilmente è sinonimo di modalità cooperativa. Se in generale il titolo di Rebellion risulta una produzione davvero pigra, bisogna riconoscere che la possibilità di essere affrontata totalmente in co-op ne alza decisamente il valore, o quantomeno il potenziale divertimento che il gioco riesce a garantire. Non solo la campagna, comunque piuttosto lunga per un titolo come Zombie Army 4, può essere totalmente giocata insieme ad altri tre amici (o sconosciuti). Ma anche la pressoché infinita modalità orda con le sue quattro mappe è giocabile in co-op.
Se è vero quindi che il titolo si limita a un sostanziale riciclo sia di elementi di gameplay, sia di cliché narrativi, è innegabile che riesca comunque a divertire. Da una parte grazie alla modalità co-op che, come il nero, sta bene su tutto. Dall’altra grazie a un’anima da B-movie in salsa horror alla scoperta di un’Italia degli anni ’40 abbastanza stereotipata e ricca di citazioni.
Non si può premiare una produzione che punta al risparmio, ma bisogna riconoscere che la formula complessiva, per quanto poco originale, risulti divertente e piacevole. Ciò che invece si può e si deve criticare è sicuramente il prezzo del biglietto. Zombie Army 4: Dead War è ancora, in fondo, poco più che un’espansione stand alone. Tuttavia viene venduto a prezzo pieno con tanto di pass espansioni in game del costo di ulteriori 25€. Sarebbe stato sicuramente apprezzabile, visto il tipo di esperienza, un prezzo inferiore, o quantomeno una soluzione che prevedeva la possibilità di dividere la spesa con (almeno) un amico, per favorire un’esperienza cooperativa.
- - Divertimento assicurato in modalità cooperativa
- - Ritmo scanzonato da horror B-movie
- - Citazioni sparse in giro
- - Gameplay legnoso
- - Comparto tecnico obsoleto
- - Poca originalità