Recensione Call of Duty: World at War

Dopo il grande successo avuto dal suo predecessore, tutti gli occhi adesso sono puntati su questo nuovo Call of Duty: World at War. Si torna nuovamente nella Seconda Guerra Mondiale, pronti?

Un Mondo in guerra

Fino a qualche anno fa il mondo degli FPS ambientati nella seconda guerra mondiale sembrava conoscere un solo re: Call of Duty. Il titolo nato dalle sapienti mani di Infinity Ward aveva conosciuto un secondo capitolo e poi ancora un terzo, affidato questa volta al team Treyarc, che seppur mantenendo l’ambientazione storica della serie, la seconda guerra mondiale, non era riuscito a mantenere, nonostante alcune interessanti novità, il carisma del suo predecessore. L’anno scorso però, con il ritorno del team originario, il titolo subisce una incredibile svolta e abbandonando le ambientazioni retrò, si proietta nel presente in una “ipotetica” guerra globale al terrore. Il titolo manco a dirlo ebbe un successo straordinario convincendo anche coloro i quali, integralisti dell’originale FPS, avevano inizialmente storto un po’ il naso. Un motore tutto nuovo e incredibilmente versatile e una modalità online incredibilmente divertente hanno conquistato i cuori di milioni di appassionati del genere FPS facendo ottenere a Call of Duty 4: Modern Warfare il titolo di “Best game of 2008”. Tenendo presente questo e considerando che dietro questo quinto capitolo, come molti di voi probabilmente sapranno, non ci sono più gli Infinity Ward studios, ma ma i ragazzi della Treyarch e che tra i due team non corre di certo buon sangue, si comprende il perchè gli occhi di tutto il mondo videoludico siano puntati su questo World At War
.
Il gioco rievoca le ambientazione della Seconda Guerra Mondiale e più precisamente ci proietta nella campagna americana contro i giapponesi nel Pacifico e nella lotta tra russi e tedeschi secondo lo schema tipico di COD, alternando le missioni sul versante Pacifico a quelle sul versante europeo, pur senza interrompere l’adrenalinico ritmo della storia.


Tra le novità


Come è naturale in questa tipologia di giochi, uno degli aspetti più importanti è senza dubbio l’atmosfera, e ovviamente i ragazzi della Treyarch, essendo dei ‘veterani’ della Guerra Mondiale, hanno riempito ogni singola mappa di dettagli storici che non mancheranno di sorprenderci. La campagna contro i giapponesi poi, rapprensenta una novità assoluta nello stile di combattimento: i soldati giapponesi infatti hanno un modo di attaccare molto diverso da quello a cui siamo stati abituati per anni; le truppe sono molto più temerarie, non esitano a lanciarsi contro di noi con il coltello in mano anche quando sono in inferiorità numerica, sono inoltre specialisti in agguati, incluso il lanciarsi dagli alberi per poterci attaccare con maggior facilità. Questo ci porterà ovviamente a rivedere o addirittura modificare le nostre strategie e a far lavorare di più il cervello per sopravvivere.
Tra le varie novità introdotte c’è anche una nuova arma: il lanciafiamme. Molte delle missioni che dovremo svolgere sono ambientate nella jungla e quest’arma diventerà lì la vostra migliore amica per aprirvi la strada; con una bella fiammata potremo togliere i nemici di mezzo in pochi secondi, sempre se non decidiate di divertirvi riducendo in cenere le capanne in cui potrebbero rifugiarsi. Ma d’altro canto, usando quest’arma dovremo prestare anche più attenzione del solito in quanto bruciarsi da soli è estremamente facile e il fuoco può diventare velocemente incontrollabile.


Se qualcosa funziona, mantienilo.


Questo devono aver pensato gli sviluppatori del gioco, ciò che era l’essenza del precedente Call of Duty, rimane intatto in questo nuovo titolo. Molte delle scene che andrete a vedere e giocare hanno un sapore già vissuto in passato. E’ logico che se un elemento funziona e piace, c’è la voglia di migliorarlo, però quando il fattore novità inizia a mancare, la cosa balza subito all’occhio, come ad esempio nelle fasi di gioco del cecchino o dell’aereo dove avrete senz’altro un deja vù. C’è da ammettere però che molte di queste fasi di gioco che rimandano ai capitoli precedenti, cercano di dare un approccio diverso all’azione e che comunque sarano apprezzate anche da chi le ha apprezzate in passato. Il consiglio da dare alla Treyarch è quello di inserire nuove idee innovative magari in un prossimo capitolo.


Grafica e Sonoro


Per quanto concerne il comparto grafico, il gioco gira sullo stesso motore di Call of Duty 4, che è senza dubbio molto buono. Per questa occasione inoltre è stato ulteriormente spinto oltre, soprattutto su alcuni effetti come ad esempio le fiamme, dotate di un realismo veramente elevato. I frames al secondo si mantengono sempre ad un livello stabile, nonostante i numerosi modelli poligonali presenti sullo schermo; una menzione speciale va fatta per le animazioni delle varie morti dei soldati: alcune sono veramente crude e così realistiche che i più impressionabili potrebbero storcere un pò il naso.
Il sonoro è un altro punto importante, per l’occasione è stata composta una colonna sonora che accompagna le azioni di guerra in modo pressochè perfetto. Quindi, a seconda di ciò che incontreremo, e qualunque sia la situazione, la musica che ci farà compagnia ci aiuterà ad immergerci meglio nell’atmosfera del gioco. Stesso discorso per gli effetti sonori, tremendamente realistici nella riproduzione degli spari delle varie armi, delle urla dei soldati e del mondo ostile che ci circonderà.


Un mondo Online


Treyarch, consapevole del fatto che il gioco sarebbe potuto sembrare troppo simile al suo predecessore, ha deciso di sviluppare la modalità online in modo più esteso e divertente. L’aggiunta più importante è senza dubbio la modalità Cooperativa: in questa assieme ad altri 3 amici, potremo completare tutta la modalità Campagna online, non solo, in aggiunta per allungare il divertimento ed evitare la ripetitività della Campagna in modalità Singola, sono state introdotte numerose opzioni e varie sfide. Una della pricipali è nel sistema di statistiche, diventato molto simile alle sfide online: per ciascun obiettivo riceveremo un punteggio che varierà a seconda della sua difficoltà (ad esempio demolire un carro armato in una determinata zona) oppure che metta alla prova la nostra capacità (sparare a tot nemici direttamente in testa), moltiplicando così la rigiocabilità di ogni singola mappa.


Durante le mappe in modalità cooperativa, oltre ad accumulare punti esperienza, valida anche per le altre modalità, potremo completare le sfide in più livelli di difficoltà: si va dalla catena di morti in successione solo con un coltello fino all’uccisione di un determinato numero di nemici nel minor tempo possibile. Ma il piatto forte viene presentato quando termineremo la modalità Campagna: si sbloccherà così la modalità Zombie Nazi: una sfida surreale per la sopravvivenza senza nessun limite: con un baule pieno di power-up e la nostra abilità, dovremo fermare un’orda di zombie inferociti pronti a uccidere qualsiasi cosa si pari dinanzi a loro. Infine, delle icone da trovare in ogni mappa che, una volta raccolte, potranno avere diversi effetti nelle partite multiplayer, come ad esempio far sparire le munizioni dei nemici caduti per costringerci a razionarle, o altre situazioni ai limiti della credibilità, che a dirla tutta mal si sposano con un contesto di Guerra Mondiale.


Una lunga carriera


La struttura dell’online ad ogni modo, rispecchia come classi, vantaggi e metodi di esperienza quelli introdotti in Call of Duty 4, nel modo che tutti noi conosciamo. L’arsenale è stato classificato in vari gruppi, tenendo conto delle caratteristiche di ogni arma di 50 anni fa: i fucili sono perfetti per le brevi e medie distanze, la mitragliatrice Thompson e l’M40 tedesco sono riprodotti alla perfezione e diventeranno presto i vostri migliori amici o i vostri incubi. Non mancano alcune piccole ‘licenze’ come il puntatore rosso per la mira e il silenziatore, con un nome diverso e adattato per i tempi.
I livelli di difficoltà nell’online sono ben bilanciati: per non rischiare di far giocare giocatori esperti e novellini nella stessa mappa e rendere così le cose sbilanciate, nelle prime partite i livelli bassi andranno in battaglia con una squadra chiamata Formazione, fino al livello 8. Non mancano comunque modalità estreme, riservate a giocatori di livello alto.
Una tra le innovazione migliori è stata riservata per le mappe di gioco: notevolmente più grandi e con più posti in cui nascondersi. Alcune sono così grandi che avranno al loro interno carri armati guidabili anche da due persone. I carri armati normalmente sono pezzi d’artiglieria molto lenti ma possono essere migliorati per quanto concerne la velocità, la guidabilità e il tipo di munizioni caricate a bordo.
Scalare la vetta nella classifica online sarà molto più difficile rispetto che in passato, con ben 65 livelli per ogni medaglia, più i bonus che non saranno più solo estetici, perchè ogni medaglia farà sbloccare una nuova classe da personalizzare.
Sia la modalità Sfida che quella Cooperativa dunque sono le opzioni principali offerte da questo nuovo Call of Duty per allungare il nostro divertimento. Il gioco risulta così davvero molto più lungo e più profondo, offrendoci ore ed ore di puro divertimento.


In conclusione

La modalità Campagna di Call of Duty: World at War è forse l’aspetto che convince meno, una longevità appena sufficiente (sei ore soltanto) e la sostanziale linearità della modalità di gioco, ricalcata su quella di COD4, sono i punti deboli del titolo o meglio non riescono ad offrire quella ventata di novità che aveva portato il suo predecessore. Le novità ci sono e sono comunque gradite, ma da sole non bastano a fare del gioco un capolavoro. La modalità Online Cooperativa riesce a regalare svariate ore di divertimento, recuperando, almeno in parte, la brevità della campagna. Per rispondere alla domanda che tutti voi in questo momento si stanno facendo, ovvero se questo quinto capitolo sia riuscito a superare l’indimenticabile Modern warfare, dobbiamo purtroppo ammettere che i ragazzi della Treyarch, pur avendo svolto un ottimo lavoro, sotto il profilo dell’innovatività non sono riusciti a superare il livello raggiunto da Modern Warfware e dal mitico Team di Infinity Ward.

Ad ogni modo ciò non toglie che Call of Duty: World at War sia un ottimo gioco, uno dei migliori nel suo genere e nessun appassionato di FPS dovrebbe lasciarselo sfuggire.

Rispondi

Ultimi Articoli