In esclusiva per voi la recensione di Gran Theft Auto: Chinatown Wars, il primo GTA dedicato alla console Nintendo DS
Finalmente, anche GTA su Nintendo DS
Grand Theft Auto: Chinatown Wars rappresenta il primo progetto della saga in assoluto su Nintendo DS, finora restio dall’ospitare il controverso prodotto di Rockstar Games. Chinatown Wars ha dunque l’obiettivo di trasportare il carisma tipico della serie, unito ad una dose di humour, sangue e violenza senza precedenza sulla console portatile a doppio schermo di casa Kyoto. Un vero e proprio GTA portatile, a differenza di quanto visto su PSP, con episodi chiaramente troppo casalinghi che generavano una certa scomodità al lungo andare.
Contenuti maturi dunque, che si ripercorrono, ovviamente, anche sulla trama del gioco. Protagonista della storia, nonché vostro immancabile alter-ego, non è altri che Huang Lee: un ragazzo di origini orientali arrivato nella sempreverde Liberty City per consegnare la spada di famiglia allo zio dopo la morte del padre, assassinato da ignoti. Di certo, il benvenuto non è stato dei migliori. Colpito quasi a morte da misteriosi assalitori, sopravvive per miracolo all’agguato riuscendo a fuggire da un’automobile destinata a fare compagnia ai pesci per l’eternità. Come? Grazie a dei abili tocchi sul touch-screen che gli permettono, di fatto, di infrangere il vetro posteriore del mezzo e fuggire nonostante la lacerante ferita sul volto.
Il comitato di benvenuto non è altro che l’antipasto per una trama che segue perfettamente tutti i canoni tipici della serie Grand Theft Auto: humour, sangue, violenza, battute volgari e doppi giochi stile malavitosi. Nulla di paragonabile all’ottimo lavoro effettuato con il quarto capitolo della serie principale ma, tutto sommato, un lavoro apprezzabile narrato tramite stilose immagini realizzate a mo di comic book. Ovviamente, sottotitolate in italiano.
Quando il passato e il presente si incontrano
Chinatown Wars riesce subito nell’abile impresa di combinare alcune delle piccole novità introdotte con GTA IV con quanto visto negli episodi antecedenti ad esso. Niente locali scanzonati, cellulari e svaghi vari. Si ritorna indietro, con un occhiolino strizzato al presente. Tornano le professioni temporanee da intraprendere come tassista, medico o poliziotto.
Ma permangono alcune chicche, impreziosite dalla fantastica triade realizzata da doppio schermo, touch-screen e microfono.
Naturalmente, lo stile e la struttura tipicamente “GTAttiana” non è scomparsa, anzi è riproposta a mille in una esperienza portatile di tutto rispetto impreziosita dalla assenza – praticamente totale – dei caricamenti. Entrare a Liberty City è roba di pochi secondi, perdersi nella sua matassa di missioni principali e secondarie, libertà di gioco e tutto ciò che vi aspettereste di trovare in un GTA lo è altrettanto.
Il gioco utilizza una sapiente visuale a volo di uccello, come nei primissimi capitoli della saga, dove il controllo del personaggio viene affidato a croce analogica e relativi pulsanti di corsa, attacco, entrata/uscita da un veicolo e mobilità acrobatiche. Ai dorsali vengono affidate invece, rispettivamente, la sistemazione della visuale dietro il giocatore e l’aggancio di un obiettivo per migliorare la mira specialmente negli scontri a fuoco. Per quanto riguarda le funzioni speciali, quali touch-screen, doppio schermo e microfono, tutto dipende dalla missione o dalla situazione in cui vi incorrerete. IL doppio schermo ha la funzione di mostrarvi nella parte inferiore radar, e tutto il pannello di gestione (PDA) degli affari riguardanti il vostro personaggio, nonché la possibilità di poter leggere e-mail che, nella maggior parte dei casi, vi introdurranno a nuove missioni o vi informeranno su nuove speciali offerte di compravendita per il mercato degli stupefacenti (di cui ci occupiamo in breve tra qualche riga).
Il touch-screen viene utilizzato, invece, in diversi momenti sempre vari tra loro. Quando ruberete un’auto parcheggiata, per esempio, ci sono vari modi per interagire con i sistemi di protezione per far partire il mezzo (collegare due fili, ottenere un codice di disattivazione grazie al vostro PDA e altro ancora); Inoltre, durante le missioni godrete spesso dell’ausilio del touch-screen il quale viene utilizzato non solo in maniera molto divertente, ma anche abbastanza utile e importante ai fini del gioco: insomma, non sono solo dei mini-giochi realizzati tanto per far capire di trovarsi ad un GTA per Nintendo DS.
Infine, il microfono vi sarà utile per chiamare un taxi semplicemente emettendo un leggero fischio. Dalla vostra bocca, si intende.
L’avventura sarà in grado di coinvolgervi sin dai primi momenti di gioco. Le missioni che compongono le 15-20 ore di storyline sono abbastanza varie e differenti tra loro, senza scadere quasi mai in ripetitività o noia. Bisogna essere bravi, poi, anche a gestire le proprie risorse (i soliti rifugi) e denari (che torneranno utili parecchie volte), magari divertendosi a gestire i traffici di droga tramite un sistema ben studiato e realizzato dal team sviluppatore. La mappa è infatti divisa in zona possedute da altrettante bande le quali ovviamente avranno le loro sostanze preferite sia sulla vendita che sull’acquisto. La bravura del giocatore risiede quindi nel saper bilanciare perfettamente uscite ed entrate in modo da ottenere dei margini di guadagno considerevoli che possano permettervi di navigare letteralmente nel lusso.
A dire la verità, abbiamo trovato questo sistema un po’ semplificato e non difficile. Fare soldi è veramente facile, soprattutto perché molte volte avrete la possibilità di acquistare a poco e vendere perlomeno al quintuplo. Del tipo: acquistare 20 bustine di una droga qualsiasi a 200 dollari e rivenderle a 4000!
Il pregio nel difetto. O il difetto nel pregio?
Chinatown Wars ha comunque i suoi difetti, sofferente forse della sua natura estremamente portatile. Cominciamo dal sistema di mira e della gestione degli scontri a fuoco. Il tutto è infatti affidato, come detto in precedenza, ad un aggancio automatico dei nemici con il dorsale destro che permette di fare fuoco praticamente alla cieca colpendo a morte il malcapitato nemico.
Momenti nei quali l’abilità del giocatore conta veramente poco ed è tutto affrontato in maniera piuttosto superficiale e quasi rapido, sempre per mantenere coerenza con il fatto che si tratta pur sempre di un gioco per una console portatile. Un prodotto che quindi deve essere veloce e immediato. E’ quasi impossibile dunque mirare a piacimento su una posizione qualsiasi, ma è un difetto che non ci sentiamo di far pesare molto. Tuttavia non sarà facile: sebbene non faccia gridare al miracolo, l’intelligenza artificiale è semplice ma ben affinata e più di una volta vi darà del filo da torcere, sia che si tratti di “sbirri” che di semplici amici con gli occhi a mandorla che hanno la gentile cortesia di spedirvi all’altro mondo.
A tutto ciò va dunque a controbilanciarsi un livello di sfida non esattamente basso. Sebbene morire durante le prime missioni sia praticamente più una chimera che una sostanziale possibilità, e’ la vita a Liberty City in generale ad essere dura e imprevedibile. Con la sola assegnazione di una stelletta di ricercato sarete comunque inseguiti dalle volanti delle forze dell’ordine. Per liberarvene avrete diverse possibilità: nascondervi, fuggire all’impazzata o, sorpresa, fare a “sportellate” per mandarle KO. Mandatele contro un muro, un cassonetto, un burrone, un auto in coda, quello che volete ma fatele fuori. Questo vi darà un vantaggio sostanziale permettendovi, nel giro di pochi secondi, di sospendere la ricerca nel vostri confronti.
Il sistema di guida per fortuna è veramente ben fatto. Grazie ad un particolare aiuto di auto allineamento, l’auto difficilmente perderà la traiettoria designata dai collegamenti stradali permettendovi di rimanere sempre in carreggiata senza particolari difficoltà, condizioni del mezzo permettendo. Il feeling comunque scanzonato del sistema di guida rimane in ogni caso invariato e lo sentirete particolarmente se per caso disattivaste questo supporto di allineamento.
All’interno di un cartone animato
Se dovessimo assegnare un oscar allo stile grafico più azzeccato sicuramente Chinatown Wars rientrerebbe perlomeno tra le nomination. Abbandonati i tratti estremamente realistici e maturi di GTA IV, l’episodio per DS è totalmente sfaccendato e umoristico nel suo stile grafico, che utilizza la speciale tecnica del cell shading il quale regala il famoso effetto “cartone animato” ammirato in titoli come Crackdown o picchia duro basati su titoli di animazione giapponese.
L’aspetto di Liberty City è dunque ottimamente realizzato, in tutte le sue varie etnie, colori, animazioni e soprattutto, vita. Difficilmente vi capiterà di trovare la stessa situazione più volte, ogni cosa è affidata semplicemente al caso: poliziotti che inseguono malviventi, gente che passeggia, altri che si siedono su di una panchina o altri ancora che, semplicemente, parlano, discutono e cosi via. Liberty City vive, grazie anche ad un utilizzo praticamente perfetto di effetti speciali che rende l’aspetto visivo davvero gradevole al vedersi come uno dei migliori esempi mai visti su Nintendo DS, senza un minimo rallentamento di sorta nemmeno nelle fasi più concitate. Le animazioni un po’ antiquate sono chiaramente un richiamo e un tributo agli albori della serie, volute per rendere perfetta coerenza con l’intero aspetto “folle” della Liberty City di Chinatown Wars.
Inutile soffermarsi più di tanto, invece, sul comparto audio da sempre il fiore all’occhiello della serie. Musiche di ogni tipo vi accompagneranno per tutta l’avventura, accontentando i generi di tutti, davvero di tutti. Manca il doppiaggio per evidenti limiti di supporto ma a volte le immagini parlano meglio delle parole, e il resto è realizzato come sempre con cura maniacale, collaborando in maniera attiva alla resa “vivente” della città virtuale. Con le cuffie, poi, apprezzerete ancora di più.
In tempi come questi, infine, non potevano certo mancare modalità multiplayer online che spaziano veramente tra molte modalità: gare, scontri a fuoco e cosi via non faranno altro che allungare la longevità già ottima del titolo in singolo giocatore.
Grand Theft Auto: Chinatown Wars è senza dubbio un piccolo capolavoro, e sicuramente il miglior esponente portatile della serie dopo il semi-fallimento con i due episodi sviluppati per PSP. E’ chiaramente un prodotto realizzato per nascere e morire in versione portatile, che sicuramente resterà unico per sempre. Il perfetto connubio dei punti forti di un capitolo casalingo e quel che dovrebbe essere veramente uno per handheld. Chinatown Wars è semplicemente perfetto nel raggiungere il suo obiettivo. Un titolo immediato e divertente, longevo e ricco di numerose chicche capaci di appassionare i fan della saga e chi non si è mai avvicinato ad essa. Non mancano i difetti, ma sciocchezze su cui vi sarà sicuramente facile soprassedere.