Premessa
I contenuti di questo articolo sono delicati e trattano una tematica scottante. L’autore non intende minimamente mettere in discussione l’importanza e la giustizia di cause sociali come la difesa dei diritti di minoranze o la parità di genere, ma solo esprimere idee e concetti strettamente inerenti al mondo videoludico e alla correlata libertà di espressione artistica, in assenza di censure mediatiche e sociali.
Hogwarts Legacy bandito da ResetEra
Hogwarts Legacy è sicuramente uno dei titoli più attesi e discussi di questo momento. Oltre ad una campagna pre-lancio che ha portato il gioco all’attenzione di un pubblico molto vasto (che va ben oltre i già non pochi appassionati di Harry Potter) per il suo grandissimo potenziale, a mettere questo titolo sotto i riflettori ci hanno pensato i numerosi rinvii della data di uscita. La pubblicazione, inizialmente prevista per il 2021 è infatti slittata fino al 2023, con date differite in base alle varie piattaforme.
Sviluppato da Avalanche, Hogwarts Legacy è un Action-RPG in terza persona che promette di traghettare il popolare universo dei maghi dalle bacchette di sambuco nel cuore della generazione attuale di piattaforme ludiche.
Ma recentemente il gioco ha fatto parlare di sé anche per un altro motivo ed è su questo che riteniamo di voler fare qualche riflessione, generalizzando la questione anche ad altri contesti e mettendo in luce un importante aspetto sociale.
Qualche giorno fa ResetEra, uno dei più importanti forum di discussione videoludica esistenti, ha deciso di censurare e bandire qualsiasi post e discussione su Hogwarts Legacy, insieme a tutto il materiale pubblicitario collegato al gioco: in breve, un oscuramento di massa sull’argomento, indotto proprio nel momento in cui la discussione sul gioco dovrebbe essere più “calda”, ossia alla vigilia della (sofferta) pubblicazione del gioco.
Le dinamiche dell’oscuramento mediatico
Tra le ragioni addotte per questa presa di posizione figurano “le idee transfobiche manifestate dall’autrice”, J.K. Rowling, responsabile della creazione e gestione dei media che girano intorno all’universo del mago occhialuto. Ma non soltanto: sono state citate anche “le idee espresse su Youtube e le posizioni Twitter pro-Gamergate” di Troy Leavitt, ex designer di Avalanche, dimessosi nel 2021 proprio in seguito al clamore mediatico scatenato dalle obiezioni rivolte ai suoi contenuti “pubblici”.
L’annuncio è stato fatto da B-Dubs, amministratore generale del sito di ResetEra. B-Dubs ha spiegato che i moderatori hanno concordato che “non solo J.K. Rowling ha manifestato idee arretrate e bigotte, ma che stava sfruttando la sua posizione di donna ricca e famosa per promuovere leggi che danneggino le persone transgender.” Ha anche aggiunto: “La Rowling usa i soldi e l’influenza mediatica ottenuti con Harry Potter per spingere verso una legislazione transfobica ed è per questo che su questo forum non verrà più consentita alcuna discussione su Hogwarts Legacy”.
Il divieto di discussione sul gioco è stato esteso, in seguito, anche a qualsiasi post pubblicato post-lancio e non solo agli aspetti riguardanti la campagna promozionale del gioco. In altre parole, l’amministrazione di ResetEra ha deciso di fingere (e di costringere i suoi utenti a fare altrettanto) che il gioco non esista.
Hogwarts Legacy e la campagna di demolizione
Senza scendere eccessivamente nel merito della questione sociale diremo che la Rowling, in quanto persona molto in vista culturalmente e mediaticamente, si è trovata (con le sue opinioni pubblicamente espresse) al centro di una controversia tra una frangia femminista conservatrice (TERF), che non riconosce pienamente il ruolo di “donna” a persone transgender o semplicemente incerte riguardo la propria identità sessuale e i movimenti in difesa dei diritti transgender e della comunità LGBT+ nella sua interezza.
Questa non è la prima occasione in cui le idee “forti” della Rowling provocano un clamore mediatico che finisce per danneggiare l’accattivante fascino del franchise di Harry Potter, che è praticamente impossibile non ricollegare alla sua persona. L’ultima uscita cinematografica, Animali Fantastici: I Segreti di Dumbledore non ha ottenuto al botteghino il successo che ci si aspettava: si è anzi rivelato il film di minor successo dell’intera serie, arrivando a far mettere in discussione persino la prosecuzione della stessa, i cui piani iniziali prevedevano cinque pellicole. Gli stessi attori protagonisti della serie, Daniel Radcliffe ed Emma Watson, i cui volti sono indissolubilmente associati ai personaggi di Harry Potter ed Hermione Granger, hanno preso posizione contro la Rowling e in difesa della comunità transgender.
Anche se per ora non sembra che questa campagna di censura danneggerà in modo sostanziale le vendite del gioco, che continua a catturare l’interesse di milioni di appassionati, è comunque un evento rilevante soprattutto sotto il profilo sociale. Anche perché ResetEra è un forum di rilevanza mondiale, al quale sono iscritti (e su cui sono attivi) importanti nomi dell’industria videoludica come Geoff Keighley (giornalista videoludico), Cory Barlog (Direttore Creativo di Santa Monica), James Stevenson (Community Director di Insomniac) e Thomas Mahler (Moon Studios).
J.K. Rowling e Troy Leavitt: idee “scomode”, ma forse anche un po’ manipolate mediaticamente
Ma cos’hanno detto la Rowling e Leavitt di così scomodo da dover infangare un prodotto nel quale nessuno dei due è (più) direttamente coinvolto, pur essendovi entrambi collegati a livello di immagine (e finanziariamente, dato che Hogwarts Legacy è un prodotto su licenza e porterà comunque dei guadagni all’autrice)?
Non è un mistero che la Rowling abbia delle idee conservatrici, che non favoriscono certo il riconoscimento di una parità di diritti e opportunità per le persone transgender. La scrittrice ha affermato di “non voler in alcun modo danneggiare la possibilità di un individuo di vivere la propria sessualità come meglio crede, ma di non poter sostenere campagne e movimenti che offrono protezione e giustificazioni a potenziali molestatori“.
Aveva fatto molto discutere, in merito, la sua posizione a favore di leggi restrittive del Regno Unito che vietassero a persone transgender l’accesso ai bagni delle donne in quanto “ciò metterebbe in pericolo la sicurezza di potenziali vittime di molestatori o stupratori che, fingendosi transgender, ottengono l’accesso ad aree riservate“.
J.K. Rowling, anche in virtù dei suoi trascorsi personali (la scrittrice ha rivelato di aver subito abusi sessuali durante il suo primo matrimonio) ha una posizione attivista nella difesa delle donne e delle vittime di abusi sessuali, ma questo l’ha fatta spesso sconfinare in terreni quanto mai scivolosi sotto il profilo delle pari opportunità nei confronti delle persone transgender.
La moderazione di ResetEra, per contro, afferma che “la Rowling usa i suoi soldi per finanziare e supportare attivamente legislazioni che privano le persone transgender dei loro diritti o rendono più difficile l’esercizio degli stessi e pertanto si rifiuta di dare visibilità a qualsiasi prodotto possa portarle dei soldi“.
Troy Leavitt e le posizioni “pro-Gamergate”
Anche Troy Leavitt, ex-designer di Avalanche Studios, era finito nel mirino di una campagna di contestazione per aver pubblicato, tra il 2016 e il 2018, dei video su Youtube da cui sembrava evincersi che le sue posizioni fossero a favore del GamerGate (una campagna online di molestie e minacce che nel 2014-2015 ha fatto molto parlare di sé in tutti i settori dell’industria videoludica). Leavitt aveva anche preso le difese di esponenti dell’industria videoludica e cinematografica che erano stati allontanati dalle loro posizioni lavorative per presunte accuse di molestie sessuali.
Per le idee espresse nei suoi video, Leavitt è stato additato su Twitter come “uno Youtuber di estrema destra, con idee anti-femministe e pro GamerGate“. Va comunque precisato che i video di Leavitt non avevano raccolto molte visualizzazioni su Youtube e all’epoca lui non era a capo di grossi progetti videoludici.
Leavitt non ha mai cercato di oscurarli né di negare le sue opinioni e Warner Bros. non aveva mostrato alcun segno di disagio in merito a questo materiale. Nonostante questo, nel 2021 la polemica è riesplosa quando Liam Robertson, un utente di Twitter che collaborava con il canale Did You Know Gaming ha segnalato il canale di Leavitt, evidenziando titoli come: “L’ingiustizia della Giustizia Sociale“, “Omaggio all’Appropriazione Culturale” e “Quando i crimini pensati diventano reali“. Il tutto per sostenere l’idea che Leavitt manifestasse “pericolose convinzioni anti-femministe“. Di lì a poco, Troy Leavitt ha lasciato Avalanche Studios, commentando la cosa su Twitter.
Hogwarts Legacy non è il primo episodio di presa di posizione sociale
La storia degli anni recenti ci ha dunque insegnato che il mondo dei contenuti multimediali (cinema, libri, serie TV) è fortemente influenzato dalle prese di posizione sociali, in particolare femministe (si pensi al Gamersgate o alla campagna mediatica che ha travolto parte della dirigenza di Activision/Blizzard in seguito alle accuse di molestie sessuali e mobbing) e per la parità di genere.
Numerose figure di spicco nel mondo del cinema e dei videogiochi hanno rassegnato le proprie dimissioni o hanno abbandonato importanti contesti “artistici” (come il set di un film o lo sviluppo di un videogioco) per via di campagne di questo genere e, per quanto non si possa assolutamente mettere in discussione la liceità ed importanza della questione, è quantomeno obbligatorio farsi due domande circa i mezzi con cui tali campagne vengano portate avanti.
Il boicottaggio di Hogwarts Legacy: forma o sostanza?
Molto spesso i tribunali su Twitter si sostituiscono a quelli giudiziari, mettendo in discussione l’immagine di qualcuno che ha subito accuse prima ancora che si arrivi ad una condanna in giudizio; inoltre il ciclone mediatico che investe qualcuno, seppur trovato colpevole di condotte antisociali o aberranti, finisce sempre per investire un vasto indotto di persone che non c’entrano nulla.
Nel caso specifico qui trattato, viene da chiedersi se un comportamento, anche riprovevole, da parte dell’autrice di Harry Potter debba davvero intaccare il lavoro di uno studio di sviluppo già vessato da situazioni negative come la pandemia da Co-Vid 19 (che ha avuto un impatto devastante sull’industria videoludica) e le recenti problematiche economiche mondiali che non hanno lasciato indenne il mondo dei consumi nel suo insieme, quindi di riflesso anche quello dei videogiochi.
Polveroni a scoppio ritardato
Come si è detto in precedenza Troy Leavitt, su cui erano state sollevate polemiche per presunte posizioni sessiste e antisociali, aveva già lasciato lo studio nel 2021. Hogwarts Legacy esce ben due anni dopo, nel 2023. E’ davvero il caso di rivangare vicende lontane nel tempo, per le quali lo studio ha già fatto tutto quello che era in suo potere per prendere le distanze da comportamenti o idee scomode?
Ci troviamo in un mondo in cui si perde sempre più di vista la sostanza rispetto alla forma e si decide tutto sulla base di un’immagine (spesso puramente mediatica). Un mondo in cui essere famosi viene prima del fare bene il proprio lavoro. Viene dunque spontaneo chiedersi, sia pure per provocazione, se per caso continuare a spingere su una questione delicata e sempre attuale come la parità dei diritti di genere e il “politicamente corretto” nei media non sia uno stratagemma per darsi visibilità da parte di soggetti ai quali interessa cavalcare un’onda mediatica più di quanto gli interessi difendere i veri diritti delle persone.
Hogwarts Legacy e la “censura per interposta persona”
Un’altra questione che, in quanto critici del mondo videoludico e di tutto quanto gli ruota attorno (quindi anche della componente narrativa di un videogioco e del messaggio che trasmette) dobbiamo porci è la seguente: il comportamento antisociale di un autore può portare a quella che finisce per imporsi come una vera e propria censura delle sue opere anche quando queste non veicolino, in sé e per sé, dei messaggi sbagliati?
Se volessimo imporre questa forma di “Damnatio Memoriae” a trecentosessanta gradi dovremmo forse bandire tutte le opere di H.P. Lovecraft per le sue idee filofasciste o quelle di A.C. Clarke per i suoi abusi sui minori. Ma non sarebbe più facile e culturalmente costruttivo tenere distinta l’opera dalla persona, quantomeno adoperando un sano spirito critico per decidere cosa può essere diseducativo o trasmettere messaggi sbagliati, invece di bollare a priori ogni cosa solo perché non ci piace il suo autore?
Le forzature del “politicamente corretto” a tutti i costi
È fuor di dubbio che nel mondo moderno si usino spesso gli strumenti sbagliati per difendere cause giuste. Uno di questi è sicuramente l’ingerenza artistica che ha virtualmente obbligato a introdurre in videogiochi, serie TV e altri contesti mediatici degli “stereotipi inclusivi” (personaggi di tutte le razze e generi anche in contesti dove erano palesemente fuori luogo) a danno di una coerenza narrativa e strutturale del tutto.
Anche questa scelta, da parte di uno degli ambienti di discussione più influenti del mondo videoludico, ci lascia perplessi. Si presenta come una roboante cannonata, che però finisce in acqua ben lontano dal vascello pirata a cui era diretta. Sperando che non colpisca qualche zattera di passaggio con dei naufraghi a bordo.
Per quelli a cui ancora interessa, Hogwarts Legacy esce il 10 febbraio 2023 su piattaforme “Next Gen” (PC, PS5 e Xbox Series X/S) e, in differita, su Xbox One e PS4 (4 aprile 2023), oltre che su Nintendo Switch il 25 luglio 2023.